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Questo progetto si propone di descrivere principalmente l’ambiente del ventennio fascista italiano. Non si darà una visione generale sulla quotidianità politica e sociale del governo, ma si concentrerà su specifici temi, non meno importanti di quelli tradizionalmente trattati. In particolare, i temi sui quali il lavoro si concentra sono essenzialmente due: in primis si analizzerà qual era il ruolo e l’importanza della figura femminile nel sistema/ideologia politico fascista italiano, nonché in quello spagnolo, principalmente dentro la Falange Española e il suo mutamento prima, durante e dopo la Guerra Civile Spagnola (soprattutto per quanto concerne la religione); In secondo luogo, si tratteranno i metodi e le finalità sui quali si basava l’educazione imposta dal regime fascista, tramite le diverse riforme del sistema scolastico realizzate dai primi anni di governo del Duce fino agli anni quaranta. Inoltre, si tratterà il tema dell’importanza delle associazioni giovanili per l’educazione (o indottrinamento) dei più piccoli al di fuori della scuola.
Storia dei Fasci siciliani dei lavoratori - Le donne nei fasci, 2021
Le donne, sintomo molto serio, sono le più ardenti e i Fasci di contadine non si mostrano meno agguerriti di quelli degli uomini. In certi paesi l'entusiasmo per la sperata redenzione economica è giunto al punto da sostituire ogni altra fede; donne, che erano religiosissime, non credono più che ai Fasci. Scriveva così Adolfo Rossi, giornalista de La Tribuna, nella sua inchiesta sui fasci siciliani dei lavoratori del 1893. E d'altronde, nel conoscere il fascio femminile di Piana dei Greci, non si poteva non rimanere stupiti dalla determinazione di quelle contadine e dalla loro organizzazione.
Con la fine della Prima guerra mondiale le maggiori potenze mondiali sostenevano la ricostruzione di un nuovo ordine mondiale stabile e garantista di una sicurezza collettiva. Oltre la creazione della Società delle Nazioni (legittimazione della cooperazione tra stati), si diffuse l'idea di affermazione del principio di nazionalità e di democrazia. L'orientamento politico divergeva profondamente: le potenze europee vincitrici del conflitto intendevano mantenere il proprio sistema imperialistico (nonostante l'impegno alla cooperazione e alla pace); l'Unione Sovietica (paladina del socialismo internazionale) considerava prioritaria la propria sicurezza territoriale, conservando l'allerta contro qualunque minaccia alla propria sopravvivenza.
Corriere del Mezzogiorno , 2005
Nell’agosto 1942 il piccolo centro del Subappennino daino, in Puglia, scese in piazza contro la guerra. Un movimento spontaneo di popolo che fu represso con un centinaio di arresti. In August 1942 the small italian town of the South Italy took to the streets against the war. A spontaneous movement of people that was repressed with a hundred arrests.
Violenza sessuale E' fondamentale rammentare che nel nostro paese lo stupro è considerato un reato contro la persona solo dal 1996. Appena 18 anni orsono questo delitto era ritenuto un reato contro la morale pubblica e il buon costume. Ciò significa che l'ordinamento giuridico considerava che se una donna era violentata, il soggetto offeso fosse il marito o la famiglia o il "nome" nonché la "morale sessuale" intesa come un principio astratto. La legge, dunque, non contemplava affatto che lo stupro fosse un atto di violenza che lede la sfera più intima di una donna, la sfera sessuale, infliggendo un dolore e un un'umiliazione profonde. Nonostante la nuova legislazione in materia stabilisca con chiarezza la responsabilità e le pene da comminare all'aggressore, serpeggia a livello sociale una tentazione che si rinnova incessantemente: quella di rovesciare i posti di chi deve rispondere-di chi ha la responsabilità-di una violenza sessuale. In questo modo, esiste tuttora la tendenza a ritenere che se una donna è stuprata, in qualche modo, magari solo surrettiziamente, ne è responsabile. E' chiaro che il clima sociale e culturale presente in un certo momento storico incide sul modo nel quale un evento viene elaborato psichicamente. Gli scarni cenni storici menzionati precedentemente-elementi giuridici e sociali-gettano un po' di luce per comprendere la estrema difficoltà che deve compiere una donna per uscire dall'isolamento e dal silenzio dopo un episodio di violenza sessuale. La vergogna e la colpa La violenza sessuale, lo stupro, si configura come un evento traumatico, vale a dire, come un evento che stenta ad essere simbolizzato. I tratti salienti che lo caratterizzano-l'uso della violenza, la coercizione, il fatto che riguardi le parti più intime del corpo, l'imprevedibilità oppure la ripetizione davanti alla quale si è impotenti-esulano dalle capacità psichiche di essere assimilato. E' importante, tuttavia, tener presente che non è possibile fare delle generalizzazioni sugli effetti che suscita un evento di questa natura. Ogni vissuto viene inscritto all'interno di una configurazione psichica soggettiva e determina degli affetti-espressioni emotive-e delle eventuali manifestazioni sintomatiche singolari. Ciò nondimeno, vorrei mettere in risalto due affetti che compaiono in modo assai frequente quando una donna subisce una violenza sessuale: la vergogna e la colpa. La vergogna sorge dal sentimento-non dall'idea, dunque, ma dal sentimento-di aver compiuto un atto riprovevole. Si origina dal sentire di aver oltrepassato i limiti assegnati alle donne non avendo tenuto sufficientemente in considerazione che la loro è solo una libertà vigilata. Sorge dalla sensazione-una sensazione che non poggia sulla ragione-di non aver fatto abbastanza per evitare di
Atti del I Convegno "PAROLA", Università di Siena, 2019
Settentrione. Rivista di Studi italo-finlandesi, n.22/2010, pp. 93-97
Se oggi in Italia si dibatte sul tema del rapporto tra donne e politica, è perché la presenza femminile all'interno dei luoghi della politica, dai partiti alle istituzioni locali e nazionali, è così platealmente scarsa da non poter essere non percepita come un problema. In Italia ...
2016
Saggio tratto da: Fascismo e società italiana. Temi e parole-chiave, a cura di Carlo De Maria, Bologna, BraDypUS, 2016 (ISBN 978-88-98392-48-3), pp. 35-56.
1. Una nuova stagione di studi. Sino agli anni Ottanta del Novecento, l'attenzione degli storici nei riguardi delle politiche sociali realizzate dal fascismo e sviluppatesi durante gli anni Venti e, soprattutto, Trenta è stata alquanto parziale. Essa è andata accrescendosi a partire dalla fine del secolo scorso e nell'ultimo decennio, grazie a contributi che hanno permesso di riconsiderare in modo piú approfondito l'incidenza del regime rispetto alle politiche sociali nazionali di lungo periodo. Alla base di questa innovazione in ambito storiografico, vi sono stati fattori diversi tra loro, a cominciare da un piú generale mutamento nelle linee interpretative del fascismo. Si è cosí giunti a superare un pregiudizio consolidato, che tendeva a sottovalutare quanto da esso realizzato perché unicamente finalizzato all'organizzazione del consenso e agli obiettivi del controllo sociale. Al contempo una nuova consapevolezza circa i fondamenti storici del welfare nazionale ha guidato la ricostruzione storica, collocandone i connotati originali proprio negli anni del consolidamento del regime. D'altra parte, altri elementi hanno inciso su questo cambiamento: il venir meno, soprattutto nelle scienze sociali, di un tradizionale nesso propenso a vincolare la costruzione e gli sviluppi dello Stato sociale a un assetto liberaldemocratico (in verità la questione relativa all'uso stesso di questo termine si mostra alquanto complessa e diversificata in relazione ai singoli contesti nazionali) 1 ; l'interesse nei confronti di un ambito nel quale la retorica fascista aveva ecceduto rispetto alle realizzazioni concrete. Al di là delle roboanti parole usate dalla propaganda dell'epoca, la ricerca si è orientata a esplorare il piano dei «fatti», non solo per verificare il noto scarto esistente tra discorso pubblico e realtà, ma soprattutto per valutare in modo analitico quanto sul versante previdenziale, assistenziale, assicurativo, sanitario si sia effettivamente compiuto negli anni tra le due guerre. Infine, un ultimo dato sembra aver incisivo favorevolmente sull'avanzamento degli studi: il pesante processo di smantellamento
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“Spagna contemporanea”, , 2019
Treccani.it Lingua italiana, 2023
Guardiamola in faccia. I mille volti della violenza di genere, 2020
Il corpo che abito. Visioni e riflessioni nella letteratura e dintorni, 2025
IL "MALE" E IL FASCISMO NELL'ULTIMO PASOLINI, 2005
FORUM. LA CONSERVAZIONE DELLA MEMORIA E LE NUOVE TECNOLOGIE. I CAMPI DI CONCENTRAMENTO FASCISTI COME MODELLO DI STUDIO, Diacronie n. 35, 2018
ROMA E LE ESPOSIZIONI COLONIALI LA MESSA IN SCENA DELLA DIVERSITÀ DURANTE IL FASCISMO, 2020
VIOLENCE AGAINST WOMEN: BASIC NOTIONS, 2020
From the European South, 2023