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2018, Diacritica
Il contributo propone una lettura diacronica del motivo della bestemmia nell’ambito della tradizione lirica tra Otto e Novecento, da Carducci agli Scapigliati, a Ungaretti, Caproni, Testori fino a Pasolini, Turoldo e a Zanzotto, nel tentativo di rintracciare quella che pare porsi come una vera e propria retorica blasfema, che rappresenta il discrimine più cospicuo rispetto ad esperienze liriche antecedenti.
Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo. Roma, Centro Pio Rajna, 7-9 novembre 2016
Revista de literatura medieval, 2023
Nella rappresentazione dell'oltremondo dantesco, fin dai canti d'esordio, il Purgatorio si configura come il regno della monodia liturgica per eccellenza 1. Al suo interno le anime, sorprese dallo sguardo indagatore del protagonista, intonano sempre un versetto appartenente al repertorio salmodico o innodico che conferma-nel contenuto letterario del brano citato e nelle modalità dell'intonazione descritte dall'autore-la cornice morale dei singoli luoghi (Ardissino 2020: 55-79). Le intonazioni liturgiche, usate in funzione di contrappasso, non costituiscono, però, l'unica espressione musicale del secondo regno 2. L'organizzazione, crediamo, sia invece più complessa: la musica partecipa della creazione architettonica dei diversi spazi purgatoriali e li dispone e relaziona tra loro in una prospettiva progressiva e ascensionale 3. L'edificazione sonora del regno che «'l mal amor de l'anime disusa» si sorregge sui seguenti elementi: il rapporto di continuità e alternanza tra le diverse voci che risuonano nei luoghi attraversati dal protagonista, le altezze sonore, i loro timbri, le modalità espressive che le caratterizzano, il carattere dei
Italique, XXI 2018
Articolazione, criteri selettivi ed evoluzione del canone nelle antologie di lirica sacra e spirituale del Rinascimento
Una riflessione sulla lirica etico-religiosa di secondo Cinquecento, verso la segmentazione del libri di rime e una progressiva estensione della materia poetabile.
L'intervento offre i risultati di una ricerca condotta su due aspetti della lirica di argomento sacro e spirituale nel Rinascimento: la definizione di un campo teorico e critico di riferimento e la canonizzazione del "sottogenere" in forma antologica.
Újlatin Filológia IV, Pécs, 2012, 37-44.
S t u d j r o m a n z i FONDATI DA ERNESTO MONACI EDITI A CURA DI ROBERTO ANTONELLI X NUOVA SERIE I N R O M A P r e s s o l a s o c i e t à · M M X I V ·
2016
Either as a proper literary genre or rather as a various rhetorical code, in the poetry of 20th century the political and moral invective had its principal models in the post-war invectives by Saba, as his Opicina 1947 – whose echoes arrive to Sereni’s Saba and Caproni’s Anarchiche – and Pasolini, starting from his Epigrammi and Poesie incivili (1959-’61). The invectives of several politically committed poets, such as as Leonetti, Roversi, Pagliarani, Raboni, D’Elia, will be shaped mainly on that poetry by Pasolini. On the other side, a more playful and parodistic invective is shaped by Sanguineti, particularly in a erotic key - as in his Novissimum Testamentum ‒ which will be present also in other poets, such as Bellezza, in his Invettive e licenze , or Valduga in her Donna di dolori . The years of Berlusconi’s power gave new impulse to the political invective, in both a parodistic and serious key: including Sanguineti and his Malebolge 1994 ‒ similar to the “acid and ascetic a...
Program Essay, 2019
Saggio per "Tosca" di G. Puccini, Fondazione Teatro Lirico di Cagliari – Stagione lirica e di balletto 2019. Regia, Pier Francesco Maestrini, Orchestra e Coro del Teatro lirico di Cagliari, dir. Donato Renzetti, m° del coro Donato Sivo, Coro di voci bianche del Conservatorio “Palestrina” di Cagliari, dir. Enrico di Maira.
Milano febbraio 2010, relazione al Convegno internazionale su Il Futurismo nelle avanguardie]
Luziana, 3, 2019
L’impressione di quieta fiducia nella ricongiunzione del tutto a Dio avvertibile nelle opere dell’ultimo quindicennio della produzione di Luzi sembra ridurre il dato umano e storico, in una poesia ‘elementare’, a dato insignificante se confrontato alle più evidenti manifestazioni della natura (fiumi, mari, animali). La spiritualità luziana, tuttavia, risolve lo stallo prodottosi negli anni Ottanta – centrato a sua volta sulla individualità umana – mediante la figura tragica del Cristo, nel suo doppio movimento di Incarnazione e Crocifissione. Con il suo sacrificio il mondo partecipa al piano celeste. La sua presenza nella nuova poesia luziana verrà qui analizzata intendendola come punto focale delle opere degli anni Novanta e Duemila.
Discorso di Dante: un’«operina» cinquecentesca inedita sull’Inferno, 2019
Il codice Rediano 38 della biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, integralmente inedito, include un’opera cinquecentesca intitolata Discorso di Dante, un compendio dell’Inferno con brevi note di commento, dedicato al Duca Cosimo dei Medici. Autore ne fu, con ogni evidenza, Giovan Girolamo De Rossi, cugino di Cosimo, vescovo di Pavia oltre che letterato p
Rivista di studi danteschi, 2016
Lingue “petrarchesche” nel Novecento poetico italiano, in Un’altra storia. Petrarca nel Novecento italiano. Atti del convegno di Roma, 4-6 ottobre 2001, a cura di Andrea Cortellessa, Roma, Bulzoni, 2004, pp. 89-99
In prima battuta mi pare necessario operare una delimitazione che restringa il largo campo referenziale del titolo di questo intervento: lingue "petrarchesche". Non sembra innanzitutto utile realizzare una mappa lessicologica delle presenze petrarchesche, perché è perfettamente evidente come la lingua -in particolare il lessico -di Petrarca è a tal punto insita nella tradizione del linguaggio poetico italiano, con un ruolo fondante, che è impossibile districarsi tra l'originale e i suoi emulatori; tra Petrarca stesso, i petrarchisti, Tasso, Foscolo, Leopardi: tenendo soprattutto conto di quanto il primo Novecento, e non solo quello, abbia subito un acuto e perdurante influsso leopardiano. Sarebbe poi perfettamente inutile, almeno dal mio punta di vista di storico della lingua, usare la definizione «lingua "petrarchesca"» a livello di metafora: metafora che denoti un uso aristocraticamente selettivo del lessico secondo quanto stabilito da Contini nel celebre saggio pubblicato nel 1951 su «Paragone», Preliminari sulla lingua del Petrarca. Sarebbe inutile perché tale griglia interpretativa presume non un rapporto diretto con l'ipotesto petrarchesco, bensì un generico impiego dei Fragmenta come emblema di una lingua dal vocabolario ristretto ed esclusivo. L'impiego di un figurante così ambiguo può essere forse utile come exemplum critico 1 , ma non dà indicazioni probanti sul piano storico-linguistico. Ne era ben consapevole Dante Isella quando scriveva, a proposito di Sereni:
SINESTESIE - RIVISTA DI STUDI SULLE LETTERATURE E LE ARTI EUROPEE , 2020
L'intervento si propone di indagare all'interno della lirica di G. B. Marino e di C. Achillini la presenza della ninfa Lidia alla luce delle problematiche e degli stilemi del Barocco.
Il canto di Capaneo e del Veglio di Creta è letto alla luce della sotterranea tensione che oppone il maestro Virgilio e l'allievo Dante: il poeta latino legge la presenza del male nel mondo alla luce dei principi etici aristotelici, come conseguenza dell'azione moralmente errata compiuta dagli uomini, un'azione che genera infelicità perché contraria al compimento della "felicità mentale"; il poeta italiano non smentisce quest'ottica ma ne mostra i limiti includendola in una rete di verità più ampia, quella fornita dalla Rivelazione.
Revista de Filología Románica, 2010
El articulo pretende delinear el tema de la "polémica literaria" en la lírica italiana del XIII siglo, considerando los núcleos más representativos que marcan los debates de argumento literario, desde los poetas sicilianos hasta las experiencias de los "Stilnovisti" e de Dante. La actitud contrastiva en el ámbito metapoético se atesta casi exclusivamente en los sonetos dialógicos ("tenzoni"), a partir de los que es posible esbozar el canon literario contemporáneo, evidenciando la influencia de modelos poéticos de grande importancia, como Guittone d'Arezzo o Guido Guinizzelli. La polémica, además, se realiza en la inmensa mayoría de los casos según una actitud "seria", que excluye el vituperium o los núcleos burlescos de los poetas "comico-realistici", cuya ausencia resalta en un panorama, el de la lírica románica medieval, en que este tipo de debates entran en cambio con frecuencia en los géneros propiamente satíricos.
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