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Commentatio Vicipaedica Latina de exploratore Vasco Gama, ab Andrea Dalby aliisque auctoribus scripta (vide indicem auctorum)
Nel tumultuoso succedersi degli avvenimenti che caratterizzò gli anni '90 del Quattrocento a Firenze, il 1496 merita una menzione particolare. Dalla fine del '94 la città era andata incontro ad un mutamento, profondo e subitaneo, degli organi di governo. Scrollatisi di dosso la larvata signoria medicea, gli ottimati avevano creduto di poter ripristinare una forma di governo di tipo oligarchico, ma a causa delle divisioni tra coloro che si erano in qualche modo compromessi con il regime e chi invece ne aveva subito l'ostilità, con i bandi, l'esclusione dalle cariche pubbliche ed i prestiti forzosi, si erano trovati nella necessità di dover accettare una soluzione "alla veneziana" che ne limitava fortemente l'influenza e faceva spazio ad una forza politica, di tipo popolare, che si richiamava alla predicazione spirituale e politica del domenicano Girolamo Savonarola 1 .
La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione -per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea -sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti
Annali di Italianistica, 2018
Giorgi Bassani è stato, secondo solo a Primo Levi, il narratore dell'esperienza degli Ebrei italiani in quei decenni della guerra civile europea che Eric Hobsbawm definì "l'età degli estremi." Come nel caso di Levi, l'opera di Bassani si colloca programmaticamente in un confine incerto fra storia, memoria e letteratura, che adotta gli stilemi della letteratura realista per rappresentare i propri temi. A differenza di Levi, la cui vita di testimone-scrittore fu marcata dai mesi passati ad Auschwitz, Bassani, che ebbe la fortuna di scampare ai campi di concentramento, portò la sua testimonianza sugli elementi più mondani del fallimento del processo di emancipazione ebraica nella prima metà del Novecento italiano. Ferrara, la città protagonista e, metaforicamente, autrice di gran parte della sua opera letteraria, permise a Bassani di
E' noto come la cronologia della vita dell'apostolo Paolo rappresenti uno degli enigmi più complessi e duraturi negli studi del Nuovo Testamento. Il numero di cronologie proposte, anche solo nell'ultimo mezzo secolo, sono impressionanti. Naturalmente, ciò che è in gioco non è solo la cronologia in sé, ma anche tutte le questioni ad essa correlate, come la data e il luogo di composizione delle epistole, il tentativo di stabilire lo sviluppo del pensiero paolino nel tempo, l'autenticità delle fonti ecc. In particolare, la possibilità di stabilire una cronologia paolina assoluta è ostacolata dalla relativa carenza di punti fissi databili con certezza; la fuga di Paolo da Damasco (2Cor 11,32-33) ne è un classico esempio. Di questo famoso episodio, nella Prima Parte del nostro lavoro, esamineremo le ipotesi di datazione avanzate fino ad oggi, sulla falsariga di D. A. CAMPBELL (An Anchor for Pauline Chronology: Paul's Flight from "The Ethnarch of King Aretas"). Nella Seconda Parte, utilizzando i risultati di un nostro recentissimo studio (ATZORI, M., Il ritorno di Agrippa in Italia. Note storiche e cronologiche su un passo di Giuseppe Flavio: Ant.18,155-161, reperibile on-line sul sito Academia.edu) cercheremo invece di mostrare come una più attenta cronologia consenta una ricostruzione degli eventi, per molti ed importanti aspetti, assai più esplicativa delle precedenti.
Drammatica restituisce percorsi e biografie che parlano il linguaggio di una scena ancora di là da venire in Italia. Sono visioni di un teatro che pone al centro e con rigore la regia, una regia critica, alimentata dalla lezione di Silvio d'Amico e insieme distillata nella pratica di un palcoscenico vero. Il gruppo di registi della Compagnia, allievi neo diplomati dalla Scuola, rivela la comprensione di una cifra stilistica e formale differente dalla "consuetudine", inconciliabile con quel diffuso senso di ritardo che investe già in questi anni il teatro italiano. Quel che nel dopoguerra porterà alle esperienze degli Stabili, trova il suo germe qui, nel progetto culturale di d'Amico, in queste storie atipiche ed irregolari, talvolta dimenticate e solitarie.
È una tiepida giornata di marzo, di quelle in cui il sole vorrebbe costringere il freddo a svestirsi della sua coltre di panni pesanti. Siamo nel 1507, a Urbino. Il Papa, Giulio II (un Papa guerriero, energico e iracondo) vi ha appena sostato con il suo codazzo di cortigiani e valletti, dopo aver sottomesso Bologna con l'aiuto delle armi francesi. Ora è costretto a ripartire, perché a Roma lo aspettano le incombenze che il suo ruolo gli ha destinato, e deve pure incontrare quell'anima candida di Raffaello, giovane pittore di sicuro talento giunto a sua volta da Urbino, per affidargli gli affreschi delle sale pontificie. Il piccolo ducato di Urbino è retto da Guidubaldo da Montefeltro e dalla moglie Elisabetta Gonzaga, due signori liberali e cortesi: dopo la partenza di Giulio II, molti cortigiani si fermano qualche giorno in più per godere l'ospitalità di quei duchi tanto gentili (Guidubaldo a dire il vero è sempre piuttosto malaticcio e se ne sta spesso ritirato nelle sue stanze, ma la moglie assolve benissimo al compito di padrona di casa). In un'ora stabilita della giornata, dunque, tutti questi gentiluomini e gentildonne si ritrovano in una sala del palazzo per fare dei giochi, per raccontare storie o conversare amabilmente di qualche argomento, secondo quanto suggerito dalla duchessa. Tra i convenuti c'è un nobile genovese, Federico Fregoso, che propone di fare conversazione su un tema per tutti loro di non secondaria importanza, ovvero come «si possa formar con parole un perfetto cortigiano». Al dialogo partecipano lo stesso Fregoso, suo fratello Ottaviano, il conte Ludovico da Canossa, Giuliano de' Medici figlio di Lorenzo il Magnifico, Bernardo Dovizi da Bibbiena, che dei Medici è un diplomatico apprezzato, e Pietro Bembo. Ognuno apporta argomenti nuovi al tema, punti di vista personali, opinioni diverse ma mai conflittuali. Così trascorre qualche giorno in un clima festoso e amabile: dopo aver conversato, i cortigiani si dedicano a qualche svago, danzano o ascoltano suonare dei musici, poi si ritirano nei loro appartamenti, per riprendere tali occupazioni il giorno successivo. Questa è, sommariamente, l'esile trama del Cortegiano di Baldassarre Castiglione, uno dei più bei libri del Rinascimento italiano: non sappiamo se la conversazione si sia svolta realmente, con questi interlocutori e secondo queste modalità, ma è certo che la vita nella corte di Urbino doveva trascorrere non molto diversamente da come Castiglione ce la descrive, se è vero che lui stesso dimorò nella cittadina marchigiana per quasi dieci anni (fino al 1513).
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Vespertilla. Periodico romano di approfondimento culturale, 2013
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere • Rendiconti di Lettere
in "Dizionario Biografico degli Italiani", vol. 97, Istituto dell'Enciclopedia Treccani, Roma, 2020
2020
Patrizia Guarnieri, Intellectuals Displaced from Fascist Italy. Migrants, Exiles and Refugees Fleeing for Political and Racial Reasons, Firenze University Press, Firenze 2019. ISBN: 978-88-6453-872-3. http://intellettualinfuga.fupress.com/en, http://intellettualinfuga.fupress.com