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Su un codice di Ermogene del S. Salvatore di Messina

Abstract

La presenza di un manoscritto di contenuto «profano» di origine orientale, e di datazione alta, non è troppo sorprendente nella raccolta del monastero messinese del S. Salvatore 1 , che, ancor oggi, ospitata nella Biblioteca Universitaria della città sullo Stretto, conserva, ad esempio, gli Ἰατρικὰ di Aezio Amideno del Messan. gr. 84, dell'inizio del X secolo 2 , e alla cui primitiva collezione è riconducibile anche lo Scorial. Σ.II.10, con il commento di Stefano Ateniese agli Aforismi di Ippocrate, della fine del IX secolo, che fu acquistato nel monastero messinese dall'umanista e gesuita Juan Páez De Castro (1512 ca.-1570) nel 1551 3 . Tuttavia, anche il 1 La raccolta libraria del monastero del S. Salvatore è stata ampiamente studiata, soprattutto da quanti hanno incentrato il loro interesse sull'Italia meridionale bizantina. L'evolversi della sua formazione, già tracciato da G. MERCATI, Per la storia dei manoscritti greci di Genova, di varie badie basiliane d'Italia e di Patmo, Città del Vaticano 1935 (Studi e testi, 68), in particolare nel capitolo «Per la storia dei codici greci di Messina e vicinanze», ibid., pp. 29-82, 149-178 e 228-292, è stato approfondito e arricchito di particolari da M.B. FOTI, Il monastero del S.mo Salvatore «in lingua phari». Proposte scrittorie e coscienza culturale, Messina 1989, e, in numerosi studi tra i quali se ne cita qui solo qualcuno a titolo esemplificativo, da S. LUCÀ, Il Vaticano greco 1926 e altri codici della Biblioteca dell'Archimandritato di Messina, in Schede medievali 8 (1985), pp. 51-79; ID., Il Patir di Rossano e il S. Salvatore di Messina, in Byzantina Mediolanensia. Atti del V Congresso nazionale di studi bizantini