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spazi lavoro_STAMPA.qxp:quod 14/11/12 17.57 Pagina 5 CITTÀ E PAESAGGIO L'ARCHITETTURA DEGLI SPAZI DEL LAVORO prima edizione novembre 2012 ISBN 978-88-7462-498-0 © 2012 Quodlibet s.r.l. via Santa Maria della Porta, 43 Macerata www.quodlibet.it Volume pubblicato in occasione del convegno L'architettura degli spazi del lavoro. Nuovi compiti e nuovi luoghi del progetto (Venezia, 16-11-2012, a cura di Sara Marini, Alberto Bertagna, Francesco Gastaldi) con il contributo dell'Università Iuav di Venezia e della Fondazione Francesco Fabbri
Marcella Marmo, Università di Napoli "Federico II" 1-Il libro rimasto nello scaffale. Appunti sul Cristo nell'evoluzione degli studi leviani Nel convegno palermitano del 2002 che fece il punto sugli studi leviani in occasione del centenario della nascita, in un breve ma denso intervento Carmine Donzelli -da recente editore di un buon corpo di scritti pubblicistici poco noti di Levi -parlò tra l'altro della possibilità di rileggere il Cristo in termini che mi colpirono come storica partecipe delle esperienze post-meridionaliste maturate già da quindici anni intorno all'Istituto meridionale di storia e scienze sociali e alla rivista «Meridiana». Creature queste, per l'appunto donzelliane, fertili di scambio interdisciplinare intorno a una considerevole revisione storiografica circa la vulgata che ha fatto dell'arretratezza del Mezzogiorno il perno di successive rappresentazioni e domande politiche nella storia italiana, dall'età liberale a quella repubblicana. In breve, l'attenzione alle dinamiche in ogni modo presenti anche in questa storia arretrata, ovvero dualistica, finiva per scavalcare le categorie di blocco millenario, residui feudali, familismo amorale…, declinando piuttosto al plurale la storia di Mezzogiorno/i e decostruendone d'altra parte le rappresentazioni, tradizionalmente ferme a paradigmi immobilisti, per verificare di queste tipologie lo stesso impatto nel mutare delle stagioni storico-culturali. Di Cristo si è fermato a Eboli Donzelli parlò dunque come di un long seller cui valeva la pena di dedicare una rilettura che andasse al di là della denuncia meridionalistala sua si orientava a «l'altro mondo» di Carlo Levi: in via generale, la radicale opposizione dell'intellettuale antifascista alla omologazione, tra medio e secondo Novecento; specificamente, la «improntitudine anarchica» con cui egli seppe «restituire sotto forma di scrittura» un mondo contadino «non assimilabile alla razionalità» 1 vittoriosa nella più ampia modernità occidentale. Di tale attualità di Levi e dell'alterità come denso nucleo teorico e letterario della sua produzione maggiore (sovente richiamata nelle recenti aperture post-moderne ai Sud del mondo, già peraltro messa ben a fuoco da Calvino nel 1967 2 ), da intellettuale postmeridionalista Donzelli nel 2002 viene inoltre a tracciare una parabola grazie a un'utile memoria personale. Racconta come all'università di Torino a cavallo del '68, nel rigetto, in particolare da parte dei giovani, del Levi-levismo come 1 Carmine Donzelli, L'«altro mondo» di Carlo Levi, in Verso i Sud del mondo. Carlo Levi a cento anni dalla nascita, a cura di Gigliola
Confronti, 2016
In questo servizio, raccogliamo due testimonianze dirette dalla frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico, dove moltitudini di persone provenienti da Honduras, Guatemala, El Salvador e Messico stesso tentano di fuggire non solo dalla povertà, ma anche da situazioni di terrore, instabilità e violenza quotidiana. T ucson, Arizona, USA. Mateo e io usciamo dalla mensa gestita dalla Kino Border Initiative e camminiamo su "El Periférico", la strada principale che circonda per metà la città di Nogales, nello stato del Sonora. È l'inizio di novembre del 2013 e l'aria tagliente sui nostri visi preannuncia il gelo delle notti invernali di questo deserto. Un gruppo di uomini centroamericani sta in un angolo, a passare il tempo, prima che i rifugi per migranti aprano per la sera. A un certo punto, Mateo mette le mani in tasca e tira fuori una piccola bussola. La tiene con mano ferma, in attesa che la freccia indichi una direzione: tiene una lezione improvvisata sull'uso della bussola. Spiega come si deve tenere in mano lo strumento, con delicatezza, e dice che molti non riescono a utilizzare questa tecnologia così semplice in modo corretto proprio perché non sanno come tenerla. Molti degli uomini che ascoltano la sua "lezione" sono persone che provano ad attraversare il confine per la prima volta, quindi non hanno esperienza del deserto; Mateo, al contrario, ha una conoscenza approfondita delle terre di confine, avendo affrontato più volte tutto il viaggio dall'Honduras agli Stati Uniti (oltre 4.000 chilometri). Portare una bussola è un modo per ridurre al minimo i rischi. Inoltre, Mateo ha con sé un po' di candeggina per purificare l'acqua. Ha esperienza delle guardie di frontiera, dato che è stato arrestato e detenuto più volte in passato. Come molte persone che cercano di entrare negli Stati Uniti al di fuori dei canali ufficiali, Mateo in precedenza ha vissuto negli Stati Uniti ed è stato deportato nel suo paese di origine dopo una serie di tentativi di tornare a casa sua, dalla sua fami-glia. La compagna di Mateo è cittadina statunitense e quando l'ho conosciuto avevano una figlia di quattro anni, anch'essa cittadina degli Stati Uniti. La vasta conoscenza di Mateo su come si varca la frontiera rivela in modo chiaro i rischi e i pericoli di un confine militarizzato e, di conseguenza, le numerose strategie che le persone in transito sviluppano per destreggiarsi su questo terreno pericoloso. Nei vari tentativi, i migranti acquisiscono sempre più esperienza e intessono relazioni con gli altri, cosa che gli permette di continuare a muoversi lungo i sentieri estesi "prodotti" dalla politica migratoria degli Stati Uniti.
Per amore del mondo, 2019
Di fronte al dilagare della destra populista in Italia e in Europa, ho proposto, all'interno del Grande Seminario di Diotima 2018, una lettura filosofica del fenomeno attraverso Simone Weil, Hannah Arendt e Jean-Luc Nancy. Tre autori e tre sbilanciamenti verso la politica della differenza sessuale possono aprire una via che fondi la narrazione nell'esperienza e radichi nuovamente il discorso politico alla realtà.
Geografie della modernità letteraria, 2017
Analisi dell'elemento del confine-ringhiera negli scrittori contemporanei del Nord-Est, in particolare Tiziano Scarpa e Vitaliano Trevisan.
Ledizioni, Milano, 2023
Contributi di: Alessandro Baccarin, Anna Clara Bova, Marco Carmello, Lucia Dell'Aia, Roberto Talamo. Con una poesia inedita di Gabriella Sica e una intervista a Monica Ferrando
2010
Terzo capitolo della prima edizione del volume "Mitteleuropa. Mito, Letteratura, Filosofia", di Massimo Libardi e Fernando Orlandi (Silvy, 2010) [Nel 2011 è stata pubblicata una seconda edizione riveduta].
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In movie history the western starts from the very beginning of cinema art. It depicts a world of rough men who have to settle a continent with force, justice, some sort of chivalry. But there are women in the Far West too. Always with a very restricted time in the film, and even more restricted chances to live. Some sort of hidden convinction special to women spectators. To analyze the "women of the west" might help to understand another way to keep women in a second rate place in modern society.
NISSIM, PREDA, 2006
Alle spalle della cultura europea moderna sta il mondo classico: di per sé quest'affermazione è così banale che non richiederebbe neppure di essere espressa. Ma fra i numerosissimi protagonisti delle saghe mitiche solo pochi hanno avuto l'intima forza di incarnare desideri, paure, pulsioni universali e perciò di valicare i confini molto ristretti degli specialisti per tornare a vivere in forme sempre diverse attraverso i secoli. Uno di questi protagonisti mitici è senza dubbio Medea, la maga della Colchide, ossia di una terra caucasica corrispondente grosso modo all'odierna Georgia, a cui ha dato sostanza psicologica e drammatica soprattutto l'omonima tragedia di Euripide. Non sarà dunque inutile ripercorrere gli elementi di quel mito, certo preesistente a Euripide stesso. Numerosi elementi sono favolistici e folklorici, a cominciare dalla prova, di evidente carattere iniziatico, a cui il giovane eroe, Giasone, è sottoposto: la conquista del vello d'oro in una terra lontana e minacciosa; poi l'innamoramento di una bella principessa e infine il ricorso alle arti magiche che rende possibile la conclusione gloriosa dell'impresa. Tutto questo si ritrova in molte narrazioni mitiche della Grecia e di altre culture, anche extraeuropee. Ma nel processo di concrezione del racconto lentamente assunse un ruolo centrale il personaggio di Medea, la figlia di Eeta, re della Colchide, colui che aveva ucciso a tradimento l'ospite Frisso e l'aveva derubato del vello d'oro, ossia della pelle aurea dell'ariete che aveva portato a salvamento il giovane, minacciato dalle trame criminose della matrigna; la fanciulla appunto s'innamora di Giasone e lo aiuta in maniera decisiva nella conquista del prezioso trofeo. Non interessano in questa sede i molti elementi, spesso contrastanti, che si possono rintracciare nella tradizione alle spalle di Euripide: basterà osservare come i tratti di Medea si
Hortusbooks è un progetto editoriale che nasce dall'esperienza di (h)ortus -rivista di architettura. La collana raccoglie saggi e riflessioni di critica e teoria del progetto.
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in M. Antonsich, A. Colombo, A. Ferrari, R. Redaelli, A. Vitale, Geopolitica della crisi. Balcani, Caucaso e Asia Centrale nel nuovo scenario internazionale (Geopolitics of the crisis: Balkans, Caucasus and Central Asia and the new international scenario). Milano: ISPI-Egea, pp. 141-249., 2002
Byzantium, Russia and Europe. Meeting and Construction of Worlds, Opuscula Historiae Artium (Supplementum), 2013
XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), 2021
Tracce di Paideia, pp. 125-170, 2012
Hesperìa. Tradizioni, rotte,paesaggi. Tekmeria 16. a cura di L. Breglia, A. Moleti, 2014
in G. Bonamente et alii (edd.), Luoghi, ambienti, immagini: il paesaggio in Properzio, Turnhout, pp. 295-317, 2023