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Il giorno dell'Epifania, profittando della splendida giornata di sole che interrompeva la crudezza di questo inverno precoce, siamo andati a far due passi per le strade di Assisi e poi, a sera, per fuggire il vento gelido del Subasio, ci siamo rifugiati in una casa di amici. E qui, tra un discorso e l'altro, complice un libro uscito dalla bibliotecauna biografia di Arnaldo Fortini 1 -si è cominciato a parlare di Curzio Malaparte, che di Fortini fu amico e confidente.
Villa Malaparte fu costruita alla fine degli anni 30 sul Capo Masullo, vicino ai Faraglioni, nell'isola di Capri. La villa s'inserisce nel paesaggio in un modo che completa la forma della roccia. Ha una facciata come una scala e la sua distribuzione interna assomiglia a quella di una barca. È tutta dipinta di rosso, meno il muro del solarium, bianco, che ricorda una vela.
Tesi di Laurea Magistrale (A.A. 2014/2015)
Il lavoro si propone di analizzare in modo sistematico le raccolte di Curzio Malaparte degli anni Trenta, Sodoma e Gomorra (1931), Fughe in prigione (1936), Sangue (1937) e Donna come me (1940), per mostrare come il racconto costituisca per lo scrittore una forma privilegiata e un vero punto di partenza per la sua produzione successiva. Individuando nella sua prima produzione, nata nel seno della sua collaborazione con il «Corriere della Sera», cinque diverse tipologie di racconto (l'invenzione, l'autobiografia, la storia, il bozzetto e il mito), vi ritroviamo già tutta l'essenza della scrittura visionaria malapartiana, a partire dall'estetica dello choc per arrivare al realismo magico. Attraverso un'attenta analisi dei testi, ricostruiamo con questo lavoro il percorso senza cesure che, a partire dagli anni Trenta, ha condotto lo scrittore fino ai romanzi della maturità: è infatti proprio in questi racconti, che non hanno ancora ottenuto l'attenzione della critica internazionale contemporanea, che Kaputt e La pelle affondano le loro radici.
reperibile sul sito internet del SeREMI: http://epidem.asl20.piemonte.it A CURA DI: LORENZA FERRARA DANIELA LOMBARDI ROBERTO RASO Servizio di riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie
Che la Calabria sia una terra intrisa di storia, di Miti, e di Leggende è cosa ormai nota. Più di quanto si possa immaginare. In questo scorrere del tempo, la "Storia" si è imbevuta di tante leggende e miti. E si intrecciano con la storia dei luoghi. Altre volte sono evidenti tracce mitiche che sono state tramandate nel tempo, ma che restano affascinanti e ci dovrebbero far capire, come la Calabria sia spot di se stessa semplicemente raccontandosi. Abbiamo trovato in giro per il web e su alcuni libri, di autori Calabresi diverse leggende e miti, ne citeremo solo alcuni da noi ritenuti interessanti.
Un mondo sta scomparendo quasi senza accorgercene Il basilico, basilikón, ovvero la pianta dal profumo mediterraneo di 'erba reale' come la chiamavano i Greci; le case crollate o pericolanti da abbattere in Via del Monte, la strada del borgo medievale, lastricata con basoli di lava del Vesuvio, rinominata Corso Umberto I, in onore del secondo re d'Italia assassinato a Monza nel 1900 dall'anarchico Gaetano Bresci per la sua politica autoritaria e repressiva, e che conserva ancora, a dispetto dei rifacimenti del passato, diverse maschere apotropaiche sulle chiavi di volta dei portali; il Trappeto, rione trogloditico ignominiosamente abbandonato dopo il terremoto del 1962; il centro storico, che aveva subito stessa sorte dopo il terremoto del 1980 e che solo da qualche anno si sta cercando in qualche modo di recuperare e rivitalizzare La memoria, di chi ancora si ostina a ricordare e a conservare, come in uno scrigno, il passato, purtroppo non riesce a fermare né a sanare le devastazioni che la natura, nella fattispecie terremoti e
Memorie della “Spagnola”, 2021
L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 ha deter- minato mutamenti profondi nella società, portando a ripensare il nostro rapporto con i concetti di salute e malattia, con inevitabili ricadute sulla ricerca storica e sui modi di interfacciarsi con il passato. Stimolati da un’o- pinione pubblica che cercava nel passato termini di paragone all’attuale pandemia, gli storici hanno mostrato crescenti attenzioni per questioni inerenti alla storia della medicina, fino ad allora sostanzialmente trascura- te e rimaste ai margini della riflessione storiografica, specie in Italia. Sulla scia di questo rinnovato interesse, questo numero di «Farestoria» si pone l’ambizioso obiettivo di affrontare, integrando e intrecciando ap- procci storiografici tra loro diversi, il nesso società-malattia durante l’età contemporanea, focalizzando l’analisi sulla fase che va dal XIX secolo alla metà del XX secolo. Un arco cronologico ampio, ma di capitale impor- tanza per comprendere gli sviluppi successivi e il presente, in cui affezioni note, nuove minacce “globali” (come il colera e la febbre gialla) e malattie emergenti convivono e si sovrappongono ai problemi connessi all’au- mentata incidenza sulla mortalità delle affezioni croniche e degenerative, al proliferare di malattie professionali (legate allo sviluppo industriale), all’insorgere di patologie correlate all’inquinamento ambientale. Prestan- do attenzione alle dinamiche di circolazione del sapere e delle pratiche sanitarie, che tra XIX e XX secolo conoscevano un inedito processo di accelerazione e istituzionalizzazione, il fascicolo si propone di indagare la malattia nelle sue molteplici dimensioni: quella temporale di evento, di insorgere improvviso in un territorio, o di permanenza e quotidianità all’interno di un dato spazio (territoriale od organico); quella sociale e culturale del vissuto del malato di fronte all’esperienza della malattia, inte- sa come evento individuale o collettivo; quella delle risposte governative, professionali e profane all’insorgere delle affezioni. Il numero presta inol- tre attenzione alle modalità con cui la storia della medicina si è costituita come disciplina, ai nessi locali e globali in cui il rapporto malattie-società prende forma tra XIX e XX secolo e alla dimensione pubblica che ac- compagna e struttura tale relazione. Analizza infine i processi di forma- zione della memoria privata e pubblica della malattia, dei mutamenti che il ricordo dell’esperienza di sofferenza e di cura conosce nel tempo indi- viduale e collettivo.
The aim of this paper was to identify the obverse and reverse dies of the tremisses with St Michael minted under the lombard king Cunincpert (688-700) in order to study their die sequences.
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La Beidana: Cultura e storia nelle valli valdesi, n.99, pp. 5-22, 2020
Milano, Adelphi, 2009, 2009
Animazione Sociale 240/2010, 2010
Anima Mediatica n. 8, 2021