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Nelle società di massa l'opinione pubblica allarga le proprie dimensioni, controllando e condizionando più in profondità l'attività politica, ma anche essendone condizionata con le moderne tecniche della propaganda, cioè con la diffusione sistematica di messaggi e informazioni diretti a fornire un'immagine positiva o negativa di avvenimenti, persone, istituzioni, ma anche di prodotti commerciali.
Tutor: Prof. Claudio Sica INTRODUZIONE -Non si può prescindere nella trattazione dell'incorporazione dell' identità dalla considerazione del genere "Sassatelli,2006". IL genere, sempre più spesso si riferisce a ciò che uomini e donne fanno piuttosto che a ciò che essi sono; essere maschio implica una serie di "azioni da maschio" che spesso hanno a che fare con il controllo dell'emozioni e quindi del corpo. IL rapporto con il proprio corpo è stato storicamente vissuto in chiave diversa dagli uomini e dalle donne: il ragazzo apprende il proprio corpo soprattutto nel movimento e nello sforzo, come energia e prova di forza " AA.VV.,Presidenza del COnsiglio dei MInistri, Dipartimento per gli affari sociali, realizzato dall'istituto degli Innocenti. FIrenze, 1997 " L'utilizzo della categoria concettuale di "genere" aiuta a comprendere quanto il sentimento del proprio corpo e, l'immagine che deriva, siano stati socialmente costruiti. L'identità corporea deve essere considerata dal punto di vista culturale, affrontando e ricongiungiendo i due aspetti biologico e sociale.
Definire il concetto di imputabilità,oggi,è una delle missioni più controverse della scienza penalistica. Ciò si comprende perfettamente dalla ricostruzione in senso negativo del concetto: dalla definizione di imputabilità si passa a quella di non imputabilità. Ciò che,però,è importante ricordare è che l'imputabilità è il requisito indefettibile per l'accertamento della responsabilità penale e,di conseguenza,l'assoggettamento della pena,inteso come capacità di intendere e di volere. Secondo quanto affermato dall'art. 85 c.p., l'imputabilità, in quanto capacità di intendere e volere,rappresenta la sintesi delle condizioni psico-fisiche che consentono l'ascrizione di responsabilità all'autore di un fatto previsto dalla legge come reato. In altre parole,è imputabile il soggetto che ha capacità di intendere e volere. In linea di massima,si definisce capacità di intendere e di volere,che dell'imputabilità rappresenta il momento intellettivo,è l'attitudine del soggetto,non solo a conoscere la realtà esterna,ma a rendersi conto del valore sociale,positivo o negativo,degli atti che compie. In sintesi,è la capacità di comprendere il significato del proprio comportamento e di valutare le relative ripercussioni,positive o negative,su terzi. Quando si parla di capacità di volere,che dell'imputabilità è il momento volitivo,invece,si fa riferimento al potere di controllare in modo autonomo gli impulsi ad agire e di determinarsi secondo il motivo che appare più ragionevole: in altre parole,è l'attitudine a scegliere in modo consapevole tra motivi antagonistici 1 .
Il profumo stimola tutto ciò che appartiene alla parte più irrazionale della mente. Ha il potere di far rivivere momenti e sensazioni che appartengono a un lontano passato. Porta con sé messaggi e ricordi che indissolubilmente si legano ai più intimi pensieri. E non c'è forte sensazione che non sia accompagnata da impercettibili profumi.
L'uomo e La macchina neLLa Letteratura deL novecento © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS La rivoluzione industriale, come è noto, porta nel XIX secolo a un grande sviluppo economico e a un notevole progresso nel campo della scienza e della tecnica. A partire da questo momento storico un nuovo protagonista, la macchina, entra a far parte della vita dell'uomo. Un avvenimento di tale portata non può non avere delle ripercussioni anche in ambito letterario, come testimoniato dalla produzione del periodo, in cui la macchina è generalmente vista come simbolo del progresso dell'era positivista. Si ricordi ad esempio il contributo dato al tema da Giosue Carducci, che nell'inno A Satana tesse un entusiastico elogio della locomotiva come emblema della ragione e del progresso della modernità contro l'oscurantismo della Chiesa cattolica. Posizione non dissimile è quella del movimento futurista, per cui, come recita il suo manifesto, un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. Il termine automobile (al maschile, secondo l'uso linguistico di inizio Novecento) è inventato proprio in quegli anni da Gabriele d'Annunzio, autore per cui il mito della macchina ha un ruolo non secondario, come dimostra il romanzo Forse che sì, forse che no . In esso domina l'esaltazione dei nuovi mezzi di locomozione, dall'automobile all'aeroplano, glorificati soprattutto per la loro velocità, per il fatto di riuscire a superare i limiti imposti all'uomo dalla natura, pur sempre strumenti deputati alla mitizzazione del superuomo, il cui ruolo rimane comunque centrale nelle opere del Vate. Non tutta la produzione letteraria di fine Ottocento e inizio Novecento è caratterizzata da un ottimistico elogio nei riguardi del progresso e del vertiginoso sviluppo delle macchine. Alcuni autori preferiscono mostrarsi più cauti, consapevoli che ogni cambiamento storico comporta non solo benefici ma anche contrarietà e problemi. Perfino sedicenti anticonformisti come gli scapigliati assumono un atteggiamento di rifiuto nei confronti della modernità rappresentata dalla locomotiva, vista come l'orrorifica manifestazione demoniaca d'una novità esistenziale troppo lontana dai parametri consueti alla società e alla cultura nazionale (Roberto Tessari). Praga, Boito e compagni mostrano cioè, di fronte all'avanzata della modernità, un sincero rimpianto verso un passato in cui la strada ferrata non aveva ancora aggredito il legame tra la bellezza della terra e l'anima del poeta, ed era quindi ancora integro il triplice nesso di Natura-Bellezza-Verità (Tessari). Recita così il componimento di Emilio Praga intitolato La strada ferrata:
Giornata di riposo per la squadra, ma dedicata solamente in piccola parte al riposo da parte dell'allenatore, che invece deve cominciare a dedicarsi all'analisi della partita giocata nel giorno precedente.
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L'analisi del significato in H.P. Grice (1913-1988), 1998
La ḥarga: migrazione clandestina tunisina in Italia, cause e caratteristiche, 2019