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La presenza di castori viene comunemente associata ad habitat fluviali e boscosi delle latitudini medio-alte, quali sono gli ambienti tipici dove questi animali vivono attualmente. Perciò può sembrare sorprendente trovarne i resti in siti archeologici dell'alta Mesopotamia, situati lungo l'odierno confine Turco-Siriano, tra l'Eufrate e il Tigri. Pur avendo caratteristiche abitative alquanto differenti, gli insediamenti di Zeytinli Bahçe Höyük e Tell Beydar da cui provengono i resti, erano localizzati nella stessa regione steppica, caratterizzata da un clima semi-arido, ma anche da ricchi bacini idrografici. I ritrovamenti che oggi possono sembrare straordinari, rivestono un interesse non solo zoologico, ma anche archeologico. Nell'antichità, la distribuzione dei castori nel Vicino Oriente e più in particolare nel bacino del Tigri-Eufrate è testimoniata da pochi rinvenimenti certi, dal Pleistocene fino a periodi storici, in ogni caso risalenti a non meno di tre secoli fa. I resti ossei identificati, testimoniano, confortati da altri recenti scoperte, che tra i 4 ai 5000 anni fa, gli alvei fluviali dei bassopiani a sud del Tauro erano frequentati dai castori. Alcune segnalazioni ne indicherebbero la presenza in questi bacini anche in tempi storici relativamente recenti, ma molte di queste provengono da fonti poco documentate e quindi poco attendibili.
Atti del 4°Convegno Nazionale di Archeozoologia (Pordenone, 13-15 novembre 2003) Quaderni del Museo Archeologico del Friuli Occidentale, 6, Riassunto -Posto sulla riva sinistra dell'Eufrate, a sud della catena del Tauro, nella regione di Urfa/Adiyaman, lo scavo di Zeytinli Bahçe Höyük mostra una straordinaria continuità culturale che attraversa numerosi livelli di occupazione dal periodo Uruk a tutto il Bronzo Antico I. L'insediamento, attraverso la lunga sequenza stratigrafica testimonia la presenza di una cultura ben radicata che si fonda su una tradizione Medio Uruk, introdotta nel sito intorno alla metà del IV millennio, e che si sviluppa con cambiamenti lenti e graduali fino alla fine del Bronzo Antico I. Lo studio della fauna proveniente da questi livelli documenta invece dei cambiamenti nelle pratiche di allevamento nel sito dopo la fine di Uruk, con una significativa decrescita dei caprovini in favore del maiale. Nella regione di Urfa/Adiyaman, lungo l'alto-medio Eufrate, l'allevamento del maiale è, sin dal Neolitico,molto diffuso. Con l'espansione di sistemi statali ad organizzazione centralizzata questo allevamento tradizionale diminuisce in modo evidente in molti siti dell'area ed è rapidamente soppiantato dall'allevamento di caprovini, che, sul finire del IV millennio, diventano i capi di bestiame più diffusi della regione. A Zeytinli Bahçe, con i cambiamenti sopravvenuti successivamente con il collasso della Cultura Uruk, i maiali tornano ad essere, dopo i caprovini, la specie più diffusa L'economia zootecnica sembra tornare alle antiche tradizioni, favorendo nuovamente i maiali, non appena cessa l'influenza della centralizzazione. Interessante è anche il ritrovamento di resti di asino esclusivamente nei livelli del Tardo Uruk. La presenza sporadica dell'asino e soprattutto i pochi elementi morfologici significativi lasciano molti dubbi circa l'appartenenza di questi asini ad una specie selvatica o domestica.Tuttavia, nonostante lo studio sia solo all'inizio e i rapporti archeozoologici della regione non lo documentino finora, gli elementi diagnostici fanno propendere più per l'asino che per l'Emione.
Zootechnical demography during the Bronze Age at Coppa Nevigata (Manfredonia, Foggia) Questo lavoro tratta del rapporto tra di consumo alimentare ed energetico della popolazione del villaggio di Coppa Nevigata e modelli di produzione zootecnica durante l'età del Bronzo. Ho dato per assunto che la struttura degli abbattimenti rilevata dall'indagine archeozoologica possa ben rappresentare il risultato del soddisfacimento delle esigenze della popolazione in termini di calorie e proteine. Mettendo in relazione il fabbisogno della popolazione con il valore commestibile di ogni capo di bestiame, ho calcolato le proporzioni in peso nella dieta e tentando una stima del numero di animali macellati ogni anno. Per rimpiazzare gli animali eliminati era necessario mantenere un numero di capi o riproduttori tale da poterne garantire annualmente l'avvicendamento senza compromettere la stabilità del patrimonio armentario. Così, per consentire la macellazione di un bovino o di un caprovino, era necessario un allevare un numero di capi almeno sei o sette volte maggiore, mentre era sufficiente mantenere due o tre maiali per ogni suino abbattuto. In particolare, se lo sfruttamento fosse stato limitato alla sola sussistenza, il numero di caprovini, risulterebbe eccessivo se si considerano i costi di mantenimento e i benefici, pertanto la loro abbondanza fa pensare a scenari economicamente e socialmente più complessi.
Analisi di alcune etichette di vini prodotti nel siracusano
Massae, massari e masserie siracusane, 2001
Localizzazione, committenza, datazione e funzioni produttive, rappresentano indispensabili coordinate entro le quali collocare genesi, sviluppo e decadenza degli edifici rurali oggetto di questa ricerca. Al fine di rendere più agevole al lettore l'identificazione dei siti, il territorio della provincia di Siracusa, senza particolari riferimenti alle altimetrie ed alle diverse aree agrarie, è stato suddiviso in quattro zone, denominate in base alla "preponderanza territoriale" di alcuni comuni che le compongono. - L'area “siracusana” comprendente il solo comune capoluogo, - L'area “netina” comprendente il territorio dei comuni di Noto, Avola, Rosolini, Pachino e Portopalo - L'area “acrense” riferibile ai comuni di Palazzolo Acreide, Buscemi, Ferla, Cassaro, Canicattini Bagni, Floridia e Solarino, (a questa area è stata accorpata anche una zona del comune di Noto che s'incunea tra i territori di Palazzolo e Canicattini) - L'area “lentinese” comprendente i comuni di Priolo Gargallo, Melilli, Augusta, Sortino, Carlentini, Lentini, Francofonte e Buccheri
Bioetica e cultura
"Oggi infatti si parla molto di etica, di etica pubblica; gli storici dicono che quanto più una società è carente di moralità pubblica, tanto più se ne parla. Non a caso le grandi epoche di riflessione sull'etica sono state le grandi epoche di transizione, in cui si verificavano pure molti episodi di corruzione." 1 Così Carlo Maria Martini nel 1993, potremmo dire tra le macerie di tangentopoli, segnalava l'urgenza della questione "morale", e la necessità di un radicale ripensamento delle fondamenta stesse su cui è stata edificata la moderna civiltà occidentale. Scorrendo il fitto elenco delle opere scritte dal Cardinale Carlo Maria Martini si può avere tuttavia la sensazione che egli non abbia mai voluto occuparsi sistematicamente del cruciale rapporto tra etica ed economia. Sensazione, questa, avvalorata dall'immagine che il cardinale recentemente scomparso ha lasciato di sé: uomo del dialogo, pastore sensibile e sollecito verso gli umili, insigne biblista e fine teologo. E che proprio quella del biblista fosse la sua prevalente vocazione, per così dire, ci è stato confermato dal suo confratello Luciano Larivera, noto economista ed autore di numerosi saggi apparsi su "La civiltà cattolica". Padre Larivera, da noi espressamente contattato, ci ha confermato che Martini ha speso gran parte delle sue energie in opere di altro e diverso segno. Ma ci ha anche riferito di alcuni colloqui ed incontri organizzati dal Cardinale con alcuni banchieri di ispirazione cattolica per discutere probabilmente proprio di questioni etiche. Inoltre, lo stesso padre Larivera ci ha rivelato che Martini lo invitò a suo tempo a leggere le opere di Bernard Lonegran dedicate al problema economico. Partiamo da quest'ultimo dato: anche Lonegran è stato un illustre esponente della Compagnia di Gesù, e nel corso della sua lunga attività ha dedicato molte energie all'esame dei moti interiori della coscienza, approdando per altro verso ad un recupero delle principali istanze tomistiche. Tuttavia non disdegnò di trattare le nuove problematiche connesse al tumultuoso sviluppo economico della società occidentale. L'indicazione di Martini ha dunque un primo, significativo elemento di rilievo: il Cardinale, se ancora servisse conferma, coltivava un raggio di interessi amplissimo, che comprendeva tutte le problematiche connesse alla condizione esistenziale dell'uomo. Ancora: se si leggono con attenzione le sue principali opere, molto spesso si trovano al loro interno disseminate notazioni e riflessioni che rimandano, in maniera più o meno diretta, proprio al fondamentale problema del rapporto tra l'etica e l'economia, passando naturalmente per la sempre ribadita priorità della Fede. Insomma, si può dire che esiste al loro interno, almeno in parte, un implicito filone speculativo imperniato proprio sulla questione di cui ci occupiamo in questa sede. Quando Martini è stato chiamato a prendere una esplicita posizione sul tema "etica ed economia" lo ha fatto in modo inequivocabile e diretto. Lo attesta l'intervento pubblico pronunciato nell'ormai lontano gennaio del 1986, in occasione di un incontro dedicato alla scottante tematica della disoccupazione giovanile. 2 Si badi bene, è il 1986, e la
Paradossalmente, sono gli spazi della provincia italiana che riescono a far sopravvivere a volte le più interessanti condizioni culturali animate spesso da un acuto spirito sperimentale e indagatore, come è stato quello di Saturnino Gatti.
This contribution presents a group of ceramics that were found in the area of the Venetian lagoon. These fragments are characterised by a decoration painted in blue and a siliceous body, a ware produced in both Syria and Egypt in the XIV and XV centuries. Specific archaeometric studies were carried out on these finds in order to identify their compositional and manufacturing characteristics, and to contribute new data for a more specific identification of their provenance.
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Atti del Convegno L'archeologia del sacro e l'archeologia del culto. Lanuvio, 2016
IL FENOMENO CARSICO NELLA VALLE DELL'ESINO, 2006
Castruccio Castracani - I suoi tempi - La sua vita e le imprese, 2020
Dizionario biografico degli italiani, 86, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016, pp. 251-253
Fonti cattoliche sulla situazione delle missioni cattoliche nelle zone invase dai comunisti: dal governo nazionalista all’avvento di Mao Zedong, in Orientalia Parthenopea-Napoli, XVIII (2018), pp. 1-21 [ISBN 978-88-97000-28-0], 2018
tratto da :Siena Segreta. Ricerche antropologiche intorno ad antiche culture, Betti Editrice, Siena , 2012