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La presenza di castori viene comunemente associata ad habitat fluviali e boscosi delle latitudini medio-alte, quali sono gli ambienti tipici dove questi animali vivono attualmente. Perciò può sembrare sorprendente trovarne i resti in siti archeologici dell'alta Mesopotamia, situati lungo l'odierno confine Turco-Siriano, tra l'Eufrate e il Tigri. Pur avendo caratteristiche abitative alquanto differenti, gli insediamenti di Zeytinli Bahçe Höyük e Tell Beydar da cui provengono i resti, erano localizzati nella stessa regione steppica, caratterizzata da un clima semi-arido, ma anche da ricchi bacini idrografici. I ritrovamenti che oggi possono sembrare straordinari, rivestono un interesse non solo zoologico, ma anche archeologico. Nell'antichità, la distribuzione dei castori nel Vicino Oriente e più in particolare nel bacino del Tigri-Eufrate è testimoniata da pochi rinvenimenti certi, dal Pleistocene fino a periodi storici, in ogni caso risalenti a non meno di tre secoli fa. I resti ossei identificati, testimoniano, confortati da altri recenti scoperte, che tra i 4 ai 5000 anni fa, gli alvei fluviali dei bassopiani a sud del Tauro erano frequentati dai castori. Alcune segnalazioni ne indicherebbero la presenza in questi bacini anche in tempi storici relativamente recenti, ma molte di queste provengono da fonti poco documentate e quindi poco attendibili.