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L'Alchimia è Arte trasmutatoria per eccellenza che nelle sue operazioni descrive la trasformazione delle componenti dell'uomo in " materia spirituale " esplicitandone le fasi anche attraverso le cosiddette "ricette " più o meno complesse. Se la maggior parte di queste ricette ha lo scopo di trasformare i "metalli" fino a giungere alla realizzazione dell'Argento e dell'Oro, ve ne sono altre aventi un aspetto più strettamente medico, il che consentiva di inserire l'Alchimia, considerata una pratica sospetta, nell'àmbito di una scienza ufficialmente accettata e riconosciuta quale la medicina. Tra i componenti di queste "ricette" un posto preminente ha il sangue umano, con cui si realizza non solo l'Elixir o Medicina ma anche una particolare forma di fuoco che per le sue caratteristiche richiama il "lume eterno" di cui scrisse secoli più tardi il Principe Raimondo De Sangro.
Sul termine fuoco, sulla sua vera essenza, sul suo impiego, sulle sue varianti, gli alchimisti hanno versato fiumi di inchiostro, e più hanno scritto su questo argomento, più Io hanno nascosto. In sostanza, con l'intento (non troppo sincero) di rivelarne la sua identità, hanno pensato bene di rivelarlo, di velarlo sempre di più, lasciando il lettore nelle incertezze e nei dubbi. Artefio, che si dichiara disposto finalmente a parlare chiaramente di esso, con il suo fuoco di lampada, con il suo fuoco di braci e così via, invece di chiarire, imbroglia ancor più l'argomento. In mezzo a tanti concetti, in questa matassa aggrovigliata di parole, sono tutti d'accordo nel dire che questo fuoco deve essere naturale, e qua e là indicano al lettore la sua possibile identità, la sua eventuale provenienza e dove meno ne parlano più si mostrano espliciti, per poi di nuovo confondere le idee quando vogliono dilungarsi su di esso. Se vogliamo analizzare la sua identità iniziamo la nostra ricerca dal Lullo. Al Capitolo XL VII del suo Testamentum dice: Sappi, figlio mio, che il solfo e' fuoco, e la magnesia e' la nostra carissima terra e secondariamente la nostra aria, e l'argento vivo e' la nostra acqua viva che corre per tutto il corpo". Con queste parole offre un punto fermo dicendo che la parte più nobile di noi è fuoco e con questo conferma la costruzione egizia del termine aht che significa appunto fuoco, bruciare, o, in altri termini, il Principio Primo che viene mediato, filtrato e quindi il nostro spirito individualizzato, la parte più nobile di noi. E aht in egizio, oltre al fuoco, e' anche lo spirito. Ma questo fuoco non e' ancora il fuoco che si può impiegare nella operatività alchimica, e pertanto prima di proseguire essa deve essere chiarita. Se andiamo a leggere il Capitolo XL VI del Testamentum, il Lullo dice: Poi, figlio, non devi ignorare la potenza di questi due argenti vivi, quando si congiungono fra di loro per dissoluzione, e mentre uno e' attivo , l'altro e' passivo. Quindi, per le operazioni alchimiche, secondo questo passo, occorrono due Mercuri che L'Artista spiega ulteriormente nel contesto del Capitolo un poco più avanti: Figlio, se non conosci le differenze che esistono tra il caldo ed il freddo, tra maschio e femmina, non sai fare la nostra opera. Sappi che nulla può nascere se non dalla femmina e dal maschio, e che non si può generare alcun seme se non dal calore e dall'umidità. Le forze appetitive
Indice LA SACRALITÀ DEL SANGUE, PRINCIPIO DI VITA, NELLA TRADIZIONE EBRAICA Introduzione 1. La dimensione della zoé 6 1.1 L'etimologia del nome "Adam" 10 2. La dimensione della sessualità 13 2.1 L'erotismo 15 2.2 L'impurità mestruale 16 3. La dimensione dell'alimentazione 20 3.1 Animali puri ed impuri 22 3.2 La shechitah e il vegetarianismo biblico 23 4. La dimensione della ritualità 29 4.1 Il rito della circoncisione 29 4.2 Il rito di sacrificio 32 4.2a Il sacrificio espiatorio 35 4.2b La teoria della sostituzione 38 4.3 Il rito di consacrazione 39 4.3a Il sangue della consacrazione 40 5. Conclusioni 43 Bibliografia 47 Introduzione Nella tradizione ebraica il sangue è sacro.
Questions do not become unaskable simply by the invention of a terminology in which they cannot be asked" (Freedom and Reason, XI, 2) Hume, nella I sezione del libro III del Trattato, ha sostenuto che "le distinzioni morali non sono il prodotto della ragione" 1 e che "la moralità non consiste in nessun dato di fatto che si possa scoprire con l'intelletto" 2 . Hume, nel negare la possibilità di fondare razionalmente l'etica, ha svolto diverse considerazioni che la tradizione filosofica anglosassone ha denominato come "legge di Hume", che può riassumersi così: è impossibile derivare razionalmente giudizi morali dalle conoscenze e dall'analisi di dati di fatto, o, detto in altri termini: non è corretto passare dal piano dell'essere, dei fatti, al piano del "dover essere".
0 0 9 2 L Alchimia è stata una cultura di antichissima formazione. Già si conoscono tracce del 0 0 9 2 0 0 9 2 pensiero alchemico fin dall età del ferro ed in particolare dall antica cultura della Cina. 0 0 9 2 0 0 9 2 L Alchimia Cinese si fondò sulla base dell alternanza di due principi complementari detti 0 0 9 2 YANG-YIN-che generavano un unione di opposti YANG (Cielo-Sole-Maschio) (YIN-Terra-Luna-Femmina), capaci di realizzare tra di loro inversione di proprietà attive e passive generalmente simboleggiate da un cerchio in cui una doppia spirale a rotazione inversa 0 0 9 2 genera un polo nero in un semi-campo bianco e viceversa un polo bianco nell altro semi-campo nero. 0 0 9 2 Nella cultura Mediterranea fu considerato fondatore dell Alchimia Ermete Trimegisto (nome che significa il Re tre volte Grande) una figura probabilmente immaginaria a cui furono 0 0 9 2 0 0 9 2 attribuite numerose scritture; all epoca dell antico Egitto, Ermete fu spesso identificato con una divinità che possiede la conoscenza di tutte le arti e le scienze sacre e segrete della mummificazione dei corpi. 0 0 9 2 0 0 9 2 L origine della parola Alchimia è pure incerta si ritiene, infatti, che l etimologia venga da Al (= il in arabo), e Kimia (la terra del "Kamel" = il cammello, cioè l'odierno Egitto; oppure il suolo del "Kem-it", che significa "nero", e che quindi si riferisce all'aspetto scuro della terra fertile dell'Egitto, altri ritengono invece che Alchimia possa derivare dal vocabolo greco "chyma" (che significa : scioglimento-fusione). Già gli alchimisti egiziani avevano notato che la terra nera nel Nilo doveva la sua fertilità all' "humus ", residuo della macerazione di foglie alberi ed animali morti. Avevano anche capito che le piante venivano mangiate dagli animali erbivori e che i carnivori mangiavano gli erbivori e cioè che l'uomo apparteneva a questa catena alimentare biologica, dove ogni essere vivente, quando si decomponeva ritornava in ciclo. L'alchimia metallica (via secca) e quella degli Elixir o Quintessenze (via umida) fu riscoperta 0 0 9 2 0 0 9 2 nell occidente europeo nel tardo medioevo, in gran parte dalle traduzioni dell Alchimia 0 0 9 2 dell era della Magna Grecia e dalle tradizioni scientifiche arabe introdotte in Sicilia ed in Spagna L'interesse per l'alchimia caratterizzò fin dall'epoca delle prime traduzioni le corti: ed anche la curia papale non ignorò questo fenomeno, specialmente in quanto l'alchimia veicolava l'idea di un farmaco preziosissimo, elixir, quintessenza od oro potabile, che donava ai corpi umani l'incorruttibilità. Infatti nel corso del XIII secolo molta attenzione si era focalizzata, da parte dei papi e dei cardinali della curia romana, sulle tematiche concernenti il corpo umano. Le motivazioni di ciò, storiche ed antropologiche, sono state evidenziate negli studi di A. Paravicini Bagliani sul "corpo del papa", e conducono in ultima analisi ad una considerazione ravvicinata delle caratteristiche del potere papale in quell'epoca. Ancora per motivi religiosi dovuti alla difficoltà di integrazione con le concezioni sviluppate nell'Islam, gli studi alchemici furono proibiti dalla chiesa cristiana e gli alchimisti perseguitati e condannati dalla sacra inquisizione. Solo nel periodo del tardo medioevo in Europa, in alcuni casi rimasti famosi, gli studi alchemici furono approfonditi da personaggi
TEMPO DI DIO TEMPO DELL’UOMO, Institutum Patristicum Augustinianum, XLVI Incontro di Studiosi dell’Antichità Cristiana (Roma, 10-12 maggio 2018) , 2019
Umanesimo della cura. Creatività e sentieri per il futuro, 2020
Il testo si colloca nell'alveo concettuale proprio della Medicina Narrativa e delle medical humanities. L'umanesimo della cura ri-posiziona al centro del nostro sguardo la persona malata e il suo mondo di significati. A partire da un interrogarsi sul significato stesso della parola "cura", i contributi ospitati invitano a pensare a quanto come operatori della sanità, e più in generale come professionisti della cura, concorriamo davvero a servire l'umano. La cura è questione ontologica che attiene alla complessità dell'umano, ha il carattere dell'avventura e della creatività e rimanda a situazioni, saperi e modi di conoscere situati nella relazione. La medicina necessita di rinnovare le proprie mappe e ripensare i luoghi di cura, forse anche per ritrovare creatività ed entusiasmo nel lavoro.
Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia, 2006
La prefazione scritta dal sociologo Franco Cassano per il libro di Marco Brando "Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia" (Palomar, Bari 2006). Il libro completo è qui: https://www.academia.edu/36662436/SUD_EST._Vagabondaggi_estivi_di_un_settentrionale_in_Puglia
2021
In this article, I would like to examine the themes of human death and free will and their relationship with fate and divine omniscience in Tolkien's Legendarium and in Aquinas' works. The aim is to contribute positively to the debate on religion and theology in Tolkien studies. (article published in MEREGHETTI-SASSANELLI, «Vive in fondo alle cose la freschezza più cara», Aracne, 2021 pp. 293-306)
Un episodio dimenticato del contrasto fra scienza e Chiesa a metà dell'ottocento; protagonisti il fisico mantovanoGilberto Govi, di origini ebraiche, e il matematico cattolico Francesco Faà di Bruno.
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Rassegna Storica dei Comuni, XXXII, n. 142-143, , 2007
Apocalisse. Modernità e fine del mondo, 2008
In Tempi di Unità - Periodico della Comunità di Gesù, n. 2 Febbraio 2005
"Filmcronache", 2018
«Come gli aromi nelle vivande». Il "ripieno" nella grammaticografia italiana", 2018
Rivista di ascetica e mistica, 2005