Le macromolecole di cui i vari organismi sono formati hanno, nella maggior parte dei casi, struttura e configurazione strettamente determinate e proprie della specie biologica cui appartengono. Per una data classe di macromolecole, le differenze da specie a specie non dipendono tanto dalla composizione percentuale e dalla natura o dal numero delle molecole elementari che vi sono rappresentate, quanto dalla forma del complesso, dalla posizione che in esso occupano i vari gruppi chimici e dalla loro maggiore o minore vi-cinanza e accessibilità. Questa particolare individualità chimico-fisica delle macromolecole biologiche è la specie-specificità. Quando uno di questi individui macromolecolari viene a trovarsi, per qualsiasi motivo, in un organismo estraneo, questo non lo riconosce come proprio e non lo tollera, ma tende ad eliminarlo attraverso una serie di fattori e di reazioni che costituiscono nel loro insieme i meccanismi immunitari. In definitiva, il risultato finale è l'allontanamento della specie macromolecolare intrusa ed il mantenimento dell'individualità biologica dell'organismo; in altre parole, un risultato difensivo. Tra gli agenti estranei che possono venire a trovarsi all'interno di un organismo, i più frequenti sono gli agenti viventi di malattie infettive. In questo caso, la messa in opera dei meccanismi immunitari ha come risultato finale la guarigione e rappresenta il mezzo di difesa più valido di cui l'organismo dispone per superare le malattie infettive. Per questo si è spesso portati a considerare l'immunità come l'insieme dei meccanismi specifici e aspecifici di difesa contro le malattie infettive. Lo stesso termine di immunità sottolinea questo concetto, in quanto implica meccanismi capaci di rendere gli individui «immuni» dalle malattie. L'immunità, però, è qualcosa di più; essa esprime infatti non tanto l'insieme dei meccanismi di difesa contro i microrganismi, quanto un fenomeno biologico di portata generale, di cui anche i meccanismi antinfettivi fanno parte. Anche per quanto riguarda il termine «difesa» è opportuno fare delle riserve; infatti si incontrano fra le reazioni immunitarie, oltre a processi con risultato indubbiamente utile, anche fenomeni che portano a sofferenza, spesso assai grave, dei tessuti e dell'organismo. I meccanismi su cui poggia l'immunità possono essere aspecifici o specifici. Nel primo caso si tratta per lo più di sostanze o di processi genericamente rivolti verso agenti estranei, indipendenti entro ampi limiti dalla loro natura. Nel secondo caso, invece, si tratta di reazioni elettivamente rivolte verso un tipo macromolecolare determinato, e solo verso di quello. I meccanismi dell'immunità aspecifica (o naturale o innata) sono quasi sempre già presenti all'atto della nascita, anche se possono talvolta potenziarsi in seguito al ripetuto contatto con l'agente. Possono essere rappresentati da meccanismi basati sull'attività delle cellule, come la fagocitosi (fattori cellulari), oppure da sostanze presenti nei liquidi del corpo e specialmente nel sangue, aventi la proprietà di agire in qualche modo sui microrganismi, uccidendoli o rendendoli più facilmente fagocitabili (fattori umorali). Gran parte di questi fattori coincidono con i fattori coinvolti nel processo infiammatorio e sono stati descritti in dettaglio nel capitolo corrispondente. I meccanismi dell'immunità specifica (o acquisita o adattativa) presuppongono invece il contatto con la macromolecola estranea nel periodo della maturità immunologica, cioè in un momento della vita in cui l'organismo abbia acquisito la capacità di reagire. Le macromolecole estranee capaci di evocare la reazione specifica sono dette antigeni; la risposta dell'organismo consiste nella produzione di fattori umorali e cellulari capaci di reagire specificamente con quel particolare antigene promuovendone l'eliminazione; questo avviene per lo più reclutando, dirigendo e potenziando i fattori dell'immunità innata. I fattori umorali dell'immunità specifica sono gli anticorpi, prodotti dai linfociti B e presenti nei liquidi dell'organismo, specialmente nel plasma, ma anche nelle secrezioni mucose. I fattori cellulari dell'immunità specifica sono i linfociti T; essi sono normalmente localizzati (insieme al linfociti B) in tessuti addetti specificamente allo sviluppo e organizzazione della risposta immunitaria, detti organi linfatici secondari (linfonodi, milza, tessuto linfatico associato alle mucose), e sono richiamati nella sede di infezione dopo essere stati attivati nel corso della risposta immunitaria. Fra l'entrata in gioco dei fattori aspecifici e di quelli specifici esistono differenze di ordine cronologico e filogenetico. Per quanto riguarda la cronologia degli eventi, i fattori aspecifici iniziano la loro azione prima di quelli specifici ed operano in modo da limitare l'infezione nelle sue fasi iniziali e rendere possibile il successivo intervento dei fattori specifici. Vari fattori umorali dell'immunità naturale, come il lisozima e varie opsonine (come il complemento o le pentraxine), agiscono sui microrganismi, modificandone la struttura e la vitalità e favorendone il riconoscimento da parte dei fagociti. La successiva fagocitosi determina non solo l'uccisione ed eliminazione del microrganismo, ma anche la " semplificazione " dei suoi componenti antigenici rendendo possibile l'attivazione di opportuni linfociti T, detti linfociti T helper, i quali hanno la capacità di organizzare la risposta immunitaria specifica, la quale è per lo più volta a rendere più efficiente l'eliminazione delle particelle estranee da parte degli stessi meccanismi dell'immunità aspecifica. La risposta immunitaria specifica ha la proprietà di conservare la memoria del microrganismo incontrato, acquisendo la capacità di rispondere una seconda volta allo stesso microrganismo con una rapidità ed efficienza decisamente maggiore. La memoria è invece assente nella immunità aspecifica. Per quanto riguarda la filogenesi, è sicuro che i meccanismi di difesa aspecifica si sono sviluppati prima dei meccanismi specifici. Questi ultimi sono pienamente sviluppati solo nei vertebrati, mentre la fagocitosi è presente anche in organismi unicellulari, come le Amebe. Come vedremo in seguito con maggiori particolari, la capacità di produrre fattori dell'immunità specifica si è sviluppata nella filogenesi in coincidenza con la comparsa di organi linfoidi e con la maturazione di elementi cellulari caratteristici, i linfociti. Tra le specie biologiche esistenti, questa evoluzione è evidente nelle Lamprede (Petromyzon marinus), mentre manca ancora del tutto nei Missinoidi (Eptatretus stouti). La piena maturazione è raggiunta soltanto nei vertebrati superiori, per i quali i meccanismi immunitari finiscono per rappresentare il maggior presidio difensivo (vedere l'Approfondimento). FATTORI ASPECIFICI DELL'IMMUNITA' Si tratta di fattori presenti negli organismi indipendentemente da precedenti sollecitazioni e fanno quindi parte dell'immunità naturale o innata. Come già accennato, i fattori dell'immunità aspecifica svolgono però una parte importante anche nell'immunità specifica, agendo sia nella fase di induzione della risposta immunitaria specifica sia nella sua fase effettrice, ovvero nella fase in cui la risposta immunitaria specifica provvede alla eliminazione dei microrganismi estranei. In effetti si osserva che l'attività di molti fattori dell'immunità aspecifica aumenta nel corso dello sviluppo della risposta immune specifica. La delimitazione del campo di azione dei fattori dell'immunità aspecifica si trova non nella particolare natura dell'agente riconosciuto, ma piuttosto in un complesso di caratteristiche fisiche o chimico-fisiche condivise per lo più con altri agenti. La