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PROGETTOACTIONAID Actionaid è una federazione internazionale presente in 46 paesi. Actionaid italia è uno dei membri. Nella federazione ognuno ha pari dignità. La mission è lottare contro le cause della povertà e dell'ingiustizia sociale. Non contro la povertà ma contro le cause. Si interviene sull'origine prima dei gravi problemi globali che sono la povertà e l'ingiustizia sociale. AA non è un'organizzazione settoriale. Si occupa di diritti. L' approccio basato sui diritti umani sostiene che la povertà e tutte le disuguaglianze siano originate dalla violazione di uno o più diritti. Non c'è la fame ma il diritto al cibo e se le persone sono affamate è perché questo diritto viene a più livelli violato. Lo stesso vale per tutti gli altri diritti. Questo fil rouge contraddistingue l'azione di actionaid in tutti i paesi in cui opera. In Italia actionaid si occupa di raccogliere fondi da donatori privati (cittadini italiani), mentre altri fondi arrivano attraverso il sostegno a distanza ossia l'adozione a distanza di un bambino ( il progetto va a beneficio dell'intera comunità in cui il bambino vive) che rappresenta l'80% dell'income annuale della federazione, mentre il restante 20%proviene da aziende e sostenitori di altro tipo e daistituzioni pubbliche. I fondi vengono spesi in Italia per progetti su nuove povertà e sul dialogo cittadini-istituzioni, ma la gran parte va ai programmi esteri attraverso i partner locali di AA, ossia gli altri membri della federazione AA. Ogni membro della federazione partecipa alle grandi decisioni strategiche più o meno (in base al grado di partnership ossia quanto l'organizzazione di ogni Paese ha già sviluppato dei processi di governance e sistemi operativi pienamente autonomi. La prospettiva è che un giorno tutti i paesi raggiungano il grado di membri di primo livello) con eguale diritto di voto. AA opera principalmente nei paesi anglofoni perché in origine nasce nel Regno unito.
La teoria, nell’era digitale, perde la rigidità del libro stampato e acquisisce la forma elastica e sempre modificabile del file, della conversazione online, della discussione seminariale; la teoria quindi non muore ma si rigenera attraverso una mutazione genetica che la rende sempre più simile alla sua antipolarità dialettica, il progetto. Perché la teoria oggi è viva solo quando acquista le caratteristiche del progetto e diventa occasionale, magari site specific, dialettica, seduttiva e nello stesso tempo pronta a essere superata dalla teoria successiva.
Antonello Russo, Vuoto e Progetto, LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2018
Incentrare sul vuoto un ragionamento ampio sull’architettura apre il campo a un cammino a ritroso volto a selezionare, nel tempo lungo della formazione di chi lo compie, gli strumenti utili a riconoscere e far propria un’idea di spazio. Inteso comunemente come un’assenza, il significato di vuoto è, nelle intenzioni del testo, volutamente ribaltato. Assunto come un soggetto attivo, esso configura un intento propositivo finalizzato al posizionamento di una presenza protesa a riverberare, nell’intero organico di una composizione, una dimensione icastica. Derivata prima della nozione di spazio, il vuoto, in architettura, è dato da un’importante attribuzione di senso a un intorno definito. Al pari di un luogo generativo, esso riverbera una dimensione tesa, dotata, cioè, di un’energia propria trasmessa da una materia intangibile in grado di delineare, pur nella sua congenita immaterialità, spazi talmente incisivi da configurarsi come pieni, veri volumi atmosferici, masse d’aria le quali, seppur composte da materia pulviscolare, si mostrano visibili e capaci d’imprimersi nella memoria di chi (con occhi attrezzati) guarda e, con attenzione, ascolta e riceve. Il volume raccoglie, nel corpo centrale, tre saggi autonomi come sintesi delle lezioni di composizione architettonica tenute per il primo e il secondo anno del corso di laurea in Architettura erogato dal dArTe, dipartimento di Architettura e Territorio, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Essi delineano una raccolta di appunti strumentale alla messa a sistema di una selezione di appartenenze utili a una riflessione generale sull’architettura. Come esito di una teoria operante, la seconda parte del volume riporta in sequenza una serie di esperienze progettuali realizzate dagli stessi studenti a compimento del loro percorso di formazione. Tre saggi, incardinati nelle sezioni di presentazione e postfazione, completano l’apparato teorico del volume configurando scenari diversificati sul futuro della disciplina.
"Numero 23 di “Fata Morgana” dedicato ad "Azione". La deadline per la consegna dei saggi è il 15 gennaio 2014. La proposta (massimo 15 righe) va invece presentata entro il 31 ottobre 2013. Da inviare a: [email protected] Nella proposta bisognerà indicare in maniera chiara la sezione nella quale si colloca il saggio (Focus: saggi, di circa 10 cartelle, di carattere generale in cui il tema del numero è declinato secondo prospettive ampie; Rifrazioni: interventi più brevi, circa 5 cartelle, dedicati a singoli film, immagini, sequenze, legati al tema principale). Si ricorda che i saggi dovranno essere pensati ed elaborati appositamente per la rivista e che “Fata Morgana” prevede la procedura del peer review. Schema del numero: - Azione come praxis - Azione come performance - Azione e incontro - Logica dell’azione e potenza del visibile
Introduzione alla strategia Strategia aziendale 2 Descrivere la strategia di un'impresa riassumendola in una breve definizione. Identificare gli elementi principali nella strategia di un'organizzazione coerentemente con l'ESM (Exploring Strategy Model). Distinguere tra strategia corporate, strategie di business e strategie operative. Comprendere come diversi soggetti influenzino le strategie e concorrano alla loro realizzazione. Integrare i contributi di diverse discipline per utilizzare differenti approcci nell'elaborare la strategia e interpretare i casi aziendali. Obiettivi di apprendimento Concetto di strategia (1) Strategia aziendale 3 Strategia aziendale 4 La strategia rappresenta l'orientamento di lungo periodo di un'organizzazione. Concetto di strategia (2)
2014
L'architettura e la città. Ruoli e valenze tra vivibilità e politica. “Aristotele non intendeva né definire l’uomo in generale, né indicare la sua più alta facoltà, che per lui non era il logos, cioè il discorso e la ragione, ma il nous, la capacità di contemplazione la cui principale caratteristica è che il suo contenuto non può essere reso nel discorso.” Questa citazione tratta da quanto scrive Hannah Arendt in Vita activa, ha suscitato e risuona come profonda verità, anteponendo la contemplazione e la poetica del silenzio alla qualità discorsiva dell’essere umano. In questo senso, l’atto del leggere e dello scrivere concedono di accedere alla dimensione discorsiva secondo una ritmica personale, dove l’agire insieme non rientra a priori nell’aspetto umanistico del parlare quale attività fondamentale dei cittadini. L’aspetto più sorprendente dell’azione così come inteso da Arendt, si manifesta nell’inaspettato che scaturisce dall’interazione tra gli individui, presupponendo di apportare tra di essi tutte quelle qualità relative all’essenza e buona esistenza umana e favorendo la risoluzione dell’obsoleto atteggiamento bellicoso che ancora oggi appare in alcune parti del mondo.
Questo lavoro di Tesi nasce a conclusione di un percorso di Studi intrapreso dalla scrivente sia per interesse personale che perchè fortemente ispirato dalla professione d"insegnante che svolgo da ormai ventisei anni. Le esperienze professionali,la formazione in itinere,gli incontri di tutti questi lunghi anni mi hanno appassionato e stimolato ad approfondire lo studio delle Scienze dell"Educazione , in particolare della "Didattica Speciale".Tutto questo è stato suggellato da diverse variabili peculiari della mia personalità: una tensione costante allo sviluppo umano, una naturale propensione alla partecipazione sociale,un credere fermamente alla giustizia sociale come equità, un voler sostenere un percorso di vita "pieno" nei vari contesti sociali. In quest"opera di elaborazione sono stata supportata eccellentemente dalla Chiar.ma Prof.ssa Fabiola Grassi che è stata fonte di cultura e preziosa guida, forza generatrice di validi suggerimenti e consigli; sempre disponibile al dialogo e al confronto. A Lei va tutta la mia profonda gratitudine per avermi accompagnata in questo delicato e intenso percorso. L"elaborato dal titolo già indicativo "Progetto inclusione: percorsi e strategie" è stato articolato in tre capitoli con i quali abbiamo voluto delineare le vie imprescindibili per un progetto inclusivo possibile e necessario: 1. Nel primo capitolo abbiamo focalizzato le tappe principali del difficoltoso cammino dell"Inclusione scolastica nella storia della Scuola Italiana. Era doveroso partire dalla Riforma Gentile che Con l"R.D (regio decreto) N. 2841 del 30-12-1923 che ha permesso un'attenzione maggiore a favore della condizione di disabilità trasformando gli istituti per ciechi in istituti scolastici. Abbiamo focalizzato la Carta Costituzionale preziosa per tutti i cittadini e per il processo di rinnovamento dei dettami legislativi riguardanti la scuola. Abbiamo citato la contestazione del "68 che sottopose a dura critica l'approccio puramente medico specialistico nei confronti delle persone con disabilità. Da essa si è arrivati alla legge numero 118 del "71 quando si ha una prima definizione di handicap. Siamo passati per la rivoluzionaria legge 517/77 con la quale si ebbe la svolta e il "coraggio" di integrare nelle classi comuni le persone con disabilità, si abolirono le classi differenziali e fu prevista la figura dell"insegnante di sostegno. Abbiamo attenzionato il punto di coagulo dell'inclusione dettato dalla legge 104 del "legge quadro per l'assistenza, l'integrazione e i diritti delle persone handicappate", una legge sistemica che ha un'impostazione molto avanzata ed efficace. Abbiamo analizzato la legge 170 del 2010 che stabilisce cosa si intende per disturbo specifico di apprendimento, descrive le principali caratteristiche di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia e quindi propone disposizioni volte a garantire agli studenti con DSA il diritto all"istruzione. Infine abbiamo scandagliato la Classificazione Internazionale del funzionamento della disabilità e della Salute ICF il modello psicosociale di salute e disabilità 2. Nel secondo capitolo abbiamo analizzato tutti gli strumenti e le strategie didattiche utili per l"individualizzazione la personalizzazione: il Piano Didattico Personalizzato documento essenziale per progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, di cui necessita l"alunno con BES anche privo di certificazione diagnostica. Il Piano educativo individualizzato (PEI) : documento dove dovranno essere annotati gli interventi necessari all"alunno con disabilità redatto congiuntamente dagli operatori sanitari che l'ASL individua e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola, la partecipazione dell"operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori. Il Piano Annuale per l'Inclusività che è il documento che delinea lo stato dei bisogni educativi e formativi della scuola e le relative azioni che si intendono attivare al fine di fornire delle risposte adeguate al processo inclusivo. La qualità della relazione insegnante-alunno che vede l'insegnante di sostegno un progettista della formazione e dei processi formativi, un promotore dell"inclusione delle persone attraverso l"educazione, che sa far leva sulle proprie conoscenze, competenze, qualità personali, possibilità professionali, motivazioni, capacità comunicative e relazionali che non può esimersi da una relazione affettivo relazionale empatica basata sulla stima reciproca, la gioia di stare insieme, la fiducia costruita dai singoli gesti, dalle parole, dagli sguardi, dalla pluralità dei linguaggi, in sintesi, un protagonista attivo del processo formativo. Particolare attenzione abbiamo dedicato alla risorsa metodologica-didattica-educativa per la valorizzazione delle diversità per costruire un clima classe inclusivo, che funga da ambiente adattivo per il superamento della disabilità e che permetta da un lato l"adeguamento degli obiettivi dell"alunno con disabilità agli obiettivi della classe e dall"altro di adeguare gli obiettivi della classe a quelli dell"alunno disabile. La realizzazione dell"inclusione degli alunni con disabilità all"interno del contesto classe passa e si sviluppa attraverso la definizione di un clima di accoglienza nella classe, che sia da preludio per l"adeguamento di obiettivi e di materiali ai bisogni della persona con disabilità. 3. Nel terzo capitolo :""Buone pratiche per una scuola inclusiva. Il mio repository da insegnante di sostegno"" ho voluto descrivere la mia esperienza professionale di docente.Per ventitré anni sono stata docente di scuola primaria e per sedici insegnante di sostegno. Durante la mia carriera professionale ho avuto la possibilità d"incontrare moltissimi alunni e tutti hanno lasciato un"impronta indelebile nel mio essere persona. In questo capitolo ho individuato i casi più emblematici e significativi per avere la possibilità di enunciare le strategie, le metodologie, le prassi didattiche ,gli stili comunicativi che ho utilizzato insieme al team docente per garantire l"inclusione. Il cooperative learning, il peer to peer, l"ingiunzione paradossale, i lavori di gruppo, le drammatizzazioni, il role playing, l"osservazione sistematica, i laboratori, il test sociometrico di Moreno, il rinforzo differenziato, la cooperazione con i genitori, l"ottimismo pedagogico, l"essere un operatore di rete con la scuola e l"extrascuola sono state variabili che mi hanno sempre accompagnata e sostenuta. Sicuramente costruire percorsi inclusivi non è semplice né facile, ma è riconducibile alla dimensione del futuro, un futuro progettato, per l"appunto, un progetto di vita perché la vita stessa è relazione e inter-relazione e quindi inclusione .In questa dimensione la diversità diventa realmente non più peculiarità di qualcuno ma il fondamento di ogni essere e quindi ricchezza e valore.
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il Melograno - ANCE E 234150, 2017
C. Cellamare (2014), “Pratiche in-azione”, in C. Cellamare & F. Cognetti (eds, 2014), Practices of Reappropriation, Planum Publisher, Milano, ISBN: 9788899237011, p. 201-2017, 2014
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2018