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L'articolo è uno studio della visione orientalistica "classica" del cosiddetto Oriente in generale e dell'India in particolare. L'articolo, dopo aver analizzato le strutture portanti di tale visione, dimostra come la ricerca storica a partire dagli anni Sessanta del 900 abbia distrutto o radicalmente messo in discussione tali strutture. L'articolo, tuttavia, mette anche in risalto come, nonostante questa radicale revisione storica, la visione orientalistica classica rimanga enormemente influente e spiega le ragioni di tale (apparentemente sconcertante) fenomeno.
La funzione della letteratura comparata è di fondamentale importanza per esaminare i vari rapporti con l'altro e tutto ciò che è diverso. Molti autori europei volevano scoprire questo rapporto con diversi paesi nel mondo. Attraverso il linguaggio di questi autori, noi possiamo capire il grande sentimento che gli accomuna. Molte volte si fa lo sbaglio di distaccare la letteratura dagli avvenimenti che creano una nazione. Non si può ignorare che, molte volte si è visto come attraverso lo strumento della letteratura uno può comprendere molto meglio il modo di pensare di molte nazioni.
da "Sinestesie" XXV (2023) UNA DISPERATA VITALITÀ. Pier Paolo Pasolini a cent’anni dalla nascita 1922-2022
This article analyzes Guido Gozzano's collection of Indian letters, Verso la cuna del mondo (Towards the Cradle of Mankind, 1917). After taking a position in the recent debate concerning the authorial standing of the book, the essay demonstrates the exceptionality of Gozzano's case within the genre of Orientalism writing. Thanks to his ironic mode, the poet is able to develop an early awareness of Orientalist tópoi, and succeeds in manipulating them according to his own expressive needs.
Aristonothos Scritti Per Il Mediterraneo Antico, 2009
Nel proposito più generale di indagare come la cultura orientalizzante sia stata recepita e interpretata nell'antichità, ho scelto di iniziare dai troni, quali oggetti che caratterizzano al meglio l'ambiente principesco o regale. Qui di seguito mi dedicherò ai crateri, comunque sarebbe interessante allargare l'indagine ad altri oggetti rappresentativi della cultura orientalizzante. "In Omero si mangia seduti" (fig. 1), così inizia uno dei tanti paragrafi dei Deipnosofisti dedicati da Ateneo di Naucrati alle forme antiche di banchetto, in questo caso egli cita Dioscuride, l'allievo di Isocrate vissuto tra IV e III secolo a.C., il quale proseguiva con il dire che accanto a ciascun commensale veniva posta una tavola, che rimaneva imbandita, in quella posizione, durante tutta la "riunione conviviale" (sunous…a), ed aggiunge "come è abitudine ancora oggi presso molti barbari" 1 , questa indicazione della continuità di un uso dismesso dai Greci, ci porta subito nel cuore dell'argomento che vi voglio proporre, anche ricordando Tucidide: "e si potrebbe mostrare che anche in molte altre cose i Greci antichi avevano usi simili a quelli dei barbari d'oggi" 2. Il tema del banchetto non è originale, ma è uno dei mezzi che mi consentono di sottolineare come la tradizione antica abbia conservato ricordo dell'età orientalizzante. E vedremo come la memoria della tradizione scritta sia stata aiutata dalla sopravvivenza dell'uso anche presso alcuni Greci. Una seconda necessaria premessa è terminologica: parlerò di un banchetto che non è il sumpÒsion, in latino convivium, che è il notissimo banchetto innovato in Oriente con l'inserimento dei letti (klinai) e adottato dai Greci nella seconda metà del VII secolo a.C., bensì del da…j, in latino daps, dapes 3 , il banchetto con le sedie, si potrebbe anche chiamare il "banchetto del re" (DELPINO 2000). Anche il modello del banchetto con le sedie è orientale, ed è stato adottato dai Greci, insieme alla relativa vaisselle, come dimostrano i poemi
Orientalismi italiani (eds Gabriele Proglio), 2012
Orientalism di Edward Said, ormai da decenni, è al centro di un vivo dibattito. Forse perché, fin dalla prima citazione, da quel 'non possono rappresentare se stessi; devono essere rappresentati' ripresa dal Der achtzehnte Brumaire des Louis Bonaparte di Karl Marx, il contesto messo a fuoco, insistendo sulla linearità dell'Europa, di alcuni tratti dominanti del suo pensiero, produce nel lettore una forma di straniamento, di disallineamento con la retorica del passato, delle identità, delle nazioni. Privati del manto che apparentemente unifica, altro non è che l'effetto delle modulazioni dei confini, si dischiude un universo che va trattato nelle sue specificità. E, sebbene con declinazioni diverse, si scopre che, alla fine, si sta parlando di altri volti dell'Europa, proprio come succedeva per Venezia nelle Città invisibili di Italo Calvino. Di qui l'idea di orientalismo come 'mali della -e aggiungerei nellacultura europea ', del Soggetto (Mellino 2009, Young 1990): un universo valoriale che, proprio in quanto creato in seno al logos europeo, ne conferma la centralità e la coerenza. Dunque, non un sistema dicotomico, ma la riproduzione, su altri frangenti, della discorsività europea, di un modus ponens che, secondo Said, iniziò con la descrizione e classificazione degli altri, delle forme di alterità, per poi diventare un approccio consueto e diffuso. L'elemento patologico, in tal senso, andrebbe riscontrato nell'estensione su grande scala della 'capacità processuale' -Said parla di distribuzione della consapevolezza geopolitica, di elaborazione d'"interessi" e di volontà. Non si tratta solo di condividere delle rappresentazioni, ma della capacità di fare propri, di adottare nella pratica, certi modelli interpretativi. Percorrendo questa linea, Said individua nella cultura greca le origini epistemologiche delle forme di relazionalità, delle funzioni che permisero l'affermazione e l'ancoraggio, in una
Byzantium, Russia and Europe. Meeting and Construction of Worlds, Opuscula Historiae Artium (Supplementum), 2013
Premesse Nel proposito più generale di indagare come la cultura orientalizzante sia stata recepita e interpretata nell'antichità, ho scelto di iniziare dai troni, quali oggetti che caratterizzano al meglio l'ambiente principesco o regale. Qui di seguito mi dedicherò ai crateri, comunque sarebbe interessante allargare l'indagine ad altri oggetti rappresentativi della cultura orientalizzante.
Modigliani scultore, a cura di G. Belli, F. Fergonzi, A Del Puppo (Rovereto, 2010-2011), Milano, Silvana Editoriale 2010 , 2010
esperie Studi di storia del col le/ioni sino e della storiografia artistica Rivista telematica semestrale L'ORIENTE NEL COLLEZIONISMO Roma 2012, fascicolo I Universltatta a cura di BEATRICK PALAIA VENETUCCI Roma 2012, fascicolo I Universltalia Il pivsenff volumi.1 riproduce il fascicolo I dell'anno 2012 Lidia rivista telcmatic.i SCITI entrale Horli Hesperidiu?/. Studi di storia del collezionismo e della stari sarà fi a artìstica.
Di questa costa, là dov'ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo tal volta di Gange. Però chi d'esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vole. (Par., XI, 50-54)
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Altre Modernità, No. 8, 2012
Orienti e Occidenti della Rappresentazione, 2005
2012
Silvana Editoriale , 2017
Oriente: tra narrazione dell'esotico e espressione del "molto, molto lontano", 2020
in M. Harari (a cura di), Il territorio di Varese in età preistorica e protostorica, 2017
ERGA-LOGOI - Rivista di storia letteratura diritto e culture dell’antichità, 2018
Tepee, n. 53, 2018
L. Verderame (ed.), “L’eroica nutrice guarda a Oriente. Studi orientalistici in onore di A.M.G. Capomacchia” (= Studi Semitici, 26), Roma 2024, 2024
MYSTERIUM IN FIGURA., 2012