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Commento del canto leopardiano con cappello, note al piede, lettura critica e sguardo alla ricezione. Pubblicato nel 1998 sulla rivista "Allegoria"
2016
Il libro analizza i Canti di G. Leopardi, soffermandosi sui nessi tra la sua poetica, le riflessioni dello Zibaldone e la sua biografia, tratta principalmente da un'analisi dell'epistolario.
Ad Angelo Mai, quand'ebbe trovato i libri di Cicerone della Repubblica 11 Bruto minore 21 Alla primavera, o delle favole antiche 30 Ultimo canto di Saffo 36 Il primo amore 42 Il passero solitario 47 L'infinito 53 La sera del dì di festa 63 Alla luna 67 Il sogno 70 La vita solitaria 77 Alla sua donna 83 Il risorgimento 87 A Silvia 95 Le ricordanze 103 Canto notturno di un pastore errante dell'Asia 115 La quiete dopo la tempesta 126 Il sabato del villaggio 131 Il pensiero dominante 138 Amore e morte 147 A se stesso 153 Aspasia 155 Palinodia al marchese Gino Capponi 164 Il tramonto della luna 176 La ginestra o il fiore del deserto 180 Bibliografia 197 Premessa Queste riflessioni sui Canti di Giacomo Leopardi non hanno pretese di scientificità, né intendono porsi quale meditato e maturo contributo critico. Esse nascono da una mia personale lettura dei Canti (o meglio, di alcuni di essi), e si pongono perciò come contributo individuale, ma sentito, alla conoscenza di questo autore. È un tentativo di dar voce a Leopardi stesso, sia leggendo le sue poesie, sia le sue opere, tra le quali spicca lo Zibaldone, che è il contraltare degli altri scritti da lui composti. Per questo, alla riflessione sui Canti accompagnerò spesso ampi stralci dello Zibaldone e, in misura minore, delle Operette morali; non si tratterà di citazioni estrinseche, bensì della volontà di dar conto del continuo gioco di rimandi tra i testi in versi e quelli in prosa. Sovente, infatti, le pagine del "diario" di Giacomo contengono, in forma più ampia ed esaustiva, temi e pensieri che sono alla base delle sue composizioni poetiche. Naturalmente ho cercato di tenere presenti alcuni contributi critici di rilievo, per evitare il rischio di "lanciarmi" in interpretazioni azzardate e senza senso. Credo infatti sia impossibile trascurare del tutto tali studi, peraltro sterminati, sulla poesia e sul pensiero di Leopardi. Tuttavia, come ho accennato all'inizio, non sarebbe stata possibile, né era mia intenzione condurla a termine, una ricognizione di tale immensa mole di analisi letterarie. Spero che chi leggerà potrà gradire la genuinità delle parole, l'abbondanza di citazioni in versi e il continuo gioco di rimandi con lo Zibaldone. Qualunque inesattezza e imprecisione non sarà dovuta alla volontà di affermare qualcosa di inedito sulla poesia di Leopardi, bensì solo a disattenzione e umana distrazione. Non ho commentato tutti i Canti, ma ho cercato di scegliere quelli che, per tradizione e conoscenza consolidata, risultano i più rappresentativi della sua produzione poetica. Si tratta perciò di una scelta personale, tesa a mostrare quale sia stata l'evoluzione della poesia di Leopardi, sia in relazione alla sua autobiografia, 11 W. Binni, Leopardi. Scritti 1964-1967 Durante il soggiorno romano, Leopardi scrive una lettera al fratello Carlo il 15 febbraio 1823, dove dice: "Venerdì … fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e unico piacere che ho provato in Roma. … Tu comprendi la gran folla di affetti che nasce dal considerare il contrasto tra la grandezza del Tasso e l'umiltà della sua sepoltura". Cfr. altresì lo Zibaldone a p. 141. 13 Nella lettera a Pietro Giordani del 21 marzo 1817 per esempio si legge: "Io ho grandissimo, forse smoderato e insolente desiderio di gloria".
Le parole, le cose, l'infinito. Scritti sul saggio di Emanuele Severino. Il linguaggio e il destino, 2022
Dall'Introduzione: «lo scritto di Luigi Capitano Il linguaggio della notte. Sul Leopardi di Severino, spiega come il Leopardi di Severino rappresenti l’interlocutore segreto di Oltre il linguaggio, a partire da quella «evidenza del divenire» che fa da sfondo al paradigma contemporaneo della svolta linguistica».
«Otto/Novecento», 3/2017, pp. 223-226
«Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia», 2018, 10/2, pp. 592-610
G. Leopardi, I pensieri (edizione critica), 1998
l’edizione critica dei Pensieri leopardiani giunge a compimento dopo un lungo percorso di studi le cui prime diagnosi sulla fenomenologia dell’autografo vennero offerte agli studiosi durante i lavori del Convegno internazionale di studi organizzato nell’87, sul tema «Leopardi e Napoli», dall’Istituto ‘Suor Orsola Benincasa’. Quelle prime diagnosi, ripensate con nuovi elementi di indagine ecdotica, vennero pubblicate nell'89 in «Messana», Rassegna di studi storici e filologici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina. L'edizione critica ora ricompone i vari tasselli della lunga riflessione filologica, prospettando una singolare stratigrafia del testo dell'autore; rintracciando nel corpo «de Pensées sur les caractères des hommes et sur leur conduite dans la société» un materiale biografico eterogeneo, che ha conosciuto almeno due intense fasi di lavoro dell’autore: una prima, di cui, purtroppo, manca il retroterra redazionale, coincidente con l’allestimento di un nutrito manipolo di cartine, consegnate allo Starita, dalla netta fisionomia calligrafico-libraria; ed una seconda, coincidente con un seriore ripensamento complessivo, seguito alla forzata interruzione della stampa napoletana e nell’ansiosa attesa di una nuova proposta che desse finalmente corpo all’atteso progetto editoriale svanito per la morte del Leopardi.
Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria
Il breve libro di Christian Genetelli, Un’inedita e ignota recensione di Giacomo Leopardi («L’ombra di Dante») (Milano, LED-Edizioni universitarie, 2020, collana Palinsesti, diretta da William Spaggiari), presenta una carta inedita di Giacomo Leopardi, sfuggita ai tanti studiosi che hanno compulsato l’archivio del poeta conservato presso la Biblioteca Vittorio Emanuele di Napoli, o da loro valutata di poco conto. Le modalità con le quali Genetelli la presenta meritano una particolare attenzione, almeno per due ragioni: una prima, naturalmente, relativa a Leopardi, e una seconda perché esemplifica bene il metodo di indagine storico-filologico che, ancora una volta, si conferma di grande efficacia per la conoscenza di un testo e del suo autore.
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Immagini e immaginazione. Leopardis Bilder – Reflexionen von Bild und Bildigkeit, 2019
Quaderns D Italia, 2012
Lettere italiane, 2024
in «O.b.l.i.o., Osservatorio bibliografico della Letteratura Italiana Otto-Novecentesca», VII, 25, 2017, pp. 61- 63
Strumenti critici, 135, 2014
Colombo, Paolo, "Leopardi 1819: appunti per un romanzo" in RIVISTA DI LETTERATURA ITALIANA, v. 2016/3, (2016), p. 51-63. , 2016
Testo in uso nella catedra di Clavicembalo [teaching material in use in the Harpsichord course], Conservatorio G. Verdi, Turin, Italy, 1998
Leopardi e la cultura del Novecento. Modi e forme di una presenza Atti del XIV Convegno internazionale di studi leopardiani (Recanati 27-30 settembre 2017) a cura di Maria Valeria Dominioni e Luca Chiurchiù, 2020