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«Il 2016 tristemente registra la scomparsa dalla scena letteraria e artistica di due dei più grandi esponenti del panorama culturale e politico dell’India contemporanea. La morte di Mahasweta Devi (1926-2016), scrittrice e attivista sociale bengalese di fama internazionale, e la successiva scomparsa del regista teatrale manipuri Heisnam Kanhailal (1941-2016), hanno lasciato un vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Il loro impegno artistico, personale e sociale per una letteratura militante e un teatro di trasformazione sociale costringono chi resta sulla scena politica e artistica dell’India di oggi a confrontarsi con la loro eredità, a raccogliere una sfida che si rivela, giorno dopo giorno, sempre più pressante.» In: Marianna Ferrara, Alessandro Saggioro, Giuseppina Paola Viscardi (a cura di). Le verità del velo. Società editrice fiorentina 2017, pp. 281-322. See: www.sefeditrice.it/scheda.asp?idv=3993
Nota di Lunaria: onde evitare i soliti insulti del tipo "Non è vero niente, te lo sei inventata tu, non hai mai letto un libro di teologia" et similia, il pdf è corredato da prove (cioè le foto sottolineate in rosso). Ci troviamo alle pagine 46 e 47. Di Turoldo ho letto anche le sue poesie, che suggerisco di leggere. "Dio non può permettere che la sua immagine sia profanata e vilipesa; perciò Dio sarà sempre dalla parte dell'oppresso e del perseguitato: Cristo è sempre dalla parte dell'ultimo di tutti gli uomini. Dio è la sua difesa, la sua gloria. E l'uomo è la gloria di Dio. Dirsi "immagine di Dio" significa essere rivelazione del suo amore: perché Dio è amore. Non già io immagine di Dio o tu immagine di Dio; ma tu e io insieme: umanità composta nell'amore. Come il primo uomo e la prima donna. Da solo, l'uomo è imperfetto, non è finito: non è umanità al completo. Perciò Dio interviene. "Gli darò un aiuto simile a lui". Un "adiutorium", un complemento (notare che, nel testo, il termine con cui si annuncia la donna è uguale al termine con cui si invoca Dio: "Dio, mio aiuto")
Marino Marini. Passioni visive, Catalogo della mostra (Pistoia, Palazzo Fabroni, 16 settembre 2017 - 7 gennaio 2018; Venezia, Collezione Peggy Guggenheim, 27 gennaio - 1 maggio 2018), a cura di B. Cinelli e F. Fergonzi, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2017
Tradizionalmente datata al 1935 1 , la Pomona sdraiata (4.I) con cui si apre questa sezione della mostra non può essere considerata una scultura di Marino Marini anteriore al 1938. Lo affermano con forza l'analisi sistematica delle scelte stilistiche operate dal maestro prima e dopo questa data; una più attenta valutazione delle vicende critiche e collezionistiche dell'opemona sdraiata, non si è ancora compiuta del tutto. Alla II Quadriennale di Roma, due Bagnanti del 1934 (l'una accovacciata, in peperino; l'altra distesa, in pietra di Vicen-
Andrea Andretto, 2018
1) Profezia e mediazione. «La profezia può essere considerata, senza scandalo alcuno, il ministero più alto nella Bibbia, più importante dello stesso sacerdozio. Il profeta, infatti è il mediatore per eccellenza tra cielo e terra, tra bocca di Dio e orecchio dell'uomo». 1 Nella definizione di profezia che ho colto dalla riflessione di Annalisa Guida, emerge il legame profondo che esiste tra la figura del profeta e quella del mediatore. Sappiamo tutti molto bene che il «mediatore» è colui che ha la funzione di rendere possibile e di facilitare l'incontro tra due parti che sono tra di loro, per i più svariati motivi, lontane. Ne viene dunque che il profeta non apre la bocca per dire delle cose o peggio ancora per fare delle chiacchiere; il vero profeta è colui che che ha preso chiara coscienza che la sua bocca è uno strumento posto a servizio di Dio, affinché con le parole da lui proferite ogni ascoltatore possa trovare la strada per incontrarsi e riconciliarsi con Dio stesso. Non a caso un cristiano crede che Gesù, parola definitiva di Dio, è re, sacerdote, profeta. 2 Profeta e profetessa sono dunque uomini e donne che vivono un rapporto appassionato di ricerca e allo stesso tempo di repulsione nei confronti Parola di Dio. Si pensi in modo particolare alla vicenda del profeta Giona che, in prima battuta, si rifiuta di obbedire alla parola che lo vuole profeta in Ninive. La storia di Giona, peraltro, rivela con chiarezza che 3 il profeta può anche respingere la chiamata da Dio, tuttavia è Dio stesso che non guardando a genealogia o a tradizione umane particolari, sceglie il "suo" uomo, la "sua" donna, affinché tutta la sua esistenza diventi profetica. Per il testo sacro diventerà "profetica" anche la sua ribellione di fronte alla Parola di Dio che lo invia a Ninive: questo per dire che le Scritture Sante ci presentano la figura del profeta come la storia di un uomo che vive un travagliato percorso di fede e che alla fine si abbandona e si lascia sedurre dalla missione di collaborare al progetto di Dio di salvare il suo popolo. Ne guadagniamo dunque che nessuno si rende profeta da se stesso: nemmeno se si proclama un anno di riflessione sul ruolo profetico che la vita consacrata può avere ancora oggi! Piuttosto si deve cercare di comprendere come Dio chiede oggi, alla singola coscienza cristiana, di essere un "Suo profeta", collaboratore del suo progetto di salvezza per tutti gli uomini di oggi, inseriti nei problemi vitali di un tempo che è differente da quello della profezia biblica. Da sempre infatti il profeta si sente per certi versi un uomo "fuori tempo", chiamato tuttavia a condividere tutta la compassione con la quale Dio guarda a questo lasso di storia, con le sue caratteristiche peculiari e ai suoi problemi. approfondimento dal punto 2 di vista sistematico: MOIOLI G., Cristologia. Proposta sistematica, Centro Ambrosiano, Milano 2015, pp. 138-143. Per un approfondimento dal punto di vista biblico si veda il pur sempre valido: SEGALLA G., La Cristologia del nuovo testamento, Paideia, Brescia 1985, pp. 48-63.154-155. VIGNOLO R., Un profeta tra umido e secco.
1951
Abbiamo in mille discorsi di propaganda detto che il programma socialista sta nell'abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, ed è giusto, con le glosse di Marx sul programma di Gotha e di Lenin su Marx. Proprietà, dicevamo, non economia privata. Privata era l'economia precapitalistica, ossia individuale. Proprietà è termine che non indica puro rapporto economico, ma di diritto, chiama in campo non più le sole forze di produzione ma i rapporti di produzione. Proprietà privata significa diritto privato quale è sancito dai codici borghesi: ci riporta allo Stato ed al potere, fatti di forza, di violenza, nelle mani di una classe. La nostra vecchia e sana formula nulla significa, se non contiene già la nozione che per superare l'economia capitalistica occorre superare l'impalcatura giuridica e statale che vi corrisponde. Dovrebbero bastare queste elementari nozioni a scongiurare l'insidia contenuta nella tesi: divenuta la proprietà individuale proprietà dello Stato, nazionalizzata la fabbrica, il programma sociale è attuato.
Ci fu un tempo in cui tutte le donne seguivano gli insegnamenti della Grande Madre, udivano il suo canto nel vento, nel mormorare delle foglie, nel silenzio della notte, e colme della sua consapevolezza ne rispecchiavano i bei lineamenti. Depositarie della conoscenza divina appresa sin dai primi anni di vita per trasmissione orale, esse condividevano con amore e indicibile dolcezza ogni passaggio della loro vita, ogni momento di morte nella vita e di vita nella morte. Le loro fasi muliebri erano celebrate con riti sacri, con feste e manifestazioni gioiose, e probabilmente comprendevano pratiche segrete e lunghe meditazioni che ispiravano la tenera comunione con la Dea, fonte inesauribile di emozioni e sensazioni tanto belle e amorevoli da non poter essere descritte con semplici parole. In quel tempo le Donne-Luna, ovvero le donne che per la loro perfetta armonia lunare-femminile potevano essere considerate emanazioni viventi della bella Luna, onoravano i propri cicli di sangue come momenti di pura magia, di segreta intimità, di scoperta delle segrete sostanze di vita. Il sangue che, caldo, scivolava tra le loro gambe era per loro un dono prezioso che richiedeva attenzioni premurose, periodi di tacita contemplazione ed introspezione profonda: non mentale e governata dalla ragione, ma istintiva e legata alle naturali percezioni del corpo.
La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900, a c. di B. Tomassi, Milano 2014, pp. 20-29, 2014
Le teorie filosofiche di Marx ed Engels furono le prime a mettere in luce il nesso inscindibile tra l'emancipazione della donna ed il superamento della famiglia monogamicaborghese. Infatti, i due sostenevano che il dominio dell'uomo sulla donna nella famiglia moderna era uno degli elementi costitutivi di un assetto gerarchico ed autoritario. Il punto di vista femminile nella storia e nella storia del pensiero filosofico del XX sec è una delle più importanti conseguenze dello sviluppo delle idee socialiste nelle società capitalistiche avanzate e della riflessione sulla vita promossa dall'esistenzialismo. L'esistenzialismo il cui termine è stato coniato nel 1930 indica quel complesso di filosofie e di riflessioni contemporanee anche politiche, letterarie e pittoriche, che assumono la concreta esistenza individuale come caratteristica fondamentale dell'uomo contro ogni sua riduzione positivistica (o scientistica o logicistica di matrice hegeliana) tipica delle culture del capitalismo maturo della seconda rivoluzione industriale. La nascita del ruolo politico della donna (femminismo) nella società contemporanea e del pensiero femminile nel campo della filosofia occidentale hanno comportato alcuni importanti eventi: a) L'ingresso delle donne nei parlamenti e nelle carriere un tempo riservate agli uomini. b) La presenza femminile nel campo della produzione filosofica e, in senso lato, nel mondo scientifico e tecnologico. In questo senso sono principalmente da ricordare come protagoniste la filosofa tedesca Anna Arenat che nel suo saggio del 1958 Vita Activa, la condizione umana ha ripensato la tradizione politica dell'Occidente alla luce dell'Olocausto, e la filosofa francese Simone Weil il cui forte impegno politico-sociale (combatté contro il nazismo e il franchismo e volle condividere la vita della classe operaia facendosi assumere in fabbrica) si coniuga ad una riflessione mistico-religiosa originale nel panorama del pensiero occidentale. La scesa in campo delle filosofie con il loro portato particolare ha prodotto. L'approfondimento dello specifico tema relativo al genere / "differenza" smascherando così l'equivoco secondo il quale l'uomo è identificato come genere che continua il maschile ed il femminile. Si rinnovava così il tema dell'esistenza di una diversità sessuale (nel mondo antico, aristotelicamente, la donna era un maschio non ben riuscito: identità sessuale e, biblicamente, la femmina era nata da una costola di Adamo dando luogo così ad una interpretazione regressiva dell'identità sessuale, aristotelica, come superiorità gerarchica del maschio). Engels nella seconda metà dell'800 affermava: "Nella famiglia l'uomo è un borghese, la donna il proletario", indicandone così la sottomissione della donna all'uomo-proprietario. La filosofa e psicoanalista belga Luce Irigaray, nata a Blanton nel 1930, sostiene in opere come Speculum, l'altra donna (1974) e Questo sesso che non è un sesso (1977), che la rivendicazione in positivo della diversità sessuale implica un ripensamento di tutta la storia filosofica dell'Occidente, nata non per caso solo dopo la fine del più arcaico culto della Dea Madre. Secondo lo storico del XIXsec. J.Bachofen, nell'opera Il Matriarcato nel 1861, la prima forma di organizzazione sociale dell'umanità del periodo pre-storico (dal 700 al 2500 a.C. circa) sarebbe stata una sinocrazia, governo delle donne, centrata appunto sul culto della Dea Madre. L'autore considera la società
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Femina in fabula. Dee, sacerdotesse, maghe e sacre prostitute nell'Abruzzo italico, 2020
Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 2011
METAMORFOSI. Miti d'amore e di vendetta nel mondo romano, Padova, Centro di Ateneo per i Musei (CAM), 29 settembre-1 dicembre 2012, a cura di I. Colpo, F. Ghedini, G. Salvo, Padova
Aequitas sive Deus. Scritti in onore di Rinaldo Bertolino, 2011
Lingua italiana - Treccani, 2023
M.G. Benedettini – A.M. Moretti (c.), Un grande santuario interetnico: Lucus Feroniae, ETS, Pisa 2020, pp. 213-224. , 2020
In Consilia im späten Mittelalter: Zum historischen Aussagewert einer Quellengattung, edited by Ingrid Baumgärtner, 147–75. Studi 13. Sigmaringen: Thorbecke, 1995., 1995