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Questa pubblicazione è frutto dell'attività dell'Unità locale dell'Università di Modena e Reggio Emilia, diretta da Gianvittorio Signorotto, nel quadro del progetto nazionale di ricerca PRIN 2008, coordinato da Maria Antonietta Visceglia, dal titolo «Universalismo e italianità nella politica internazionale del papato in età moderna».
CRITICA MASSONICA, 2017
Francesco Angioni confuta la mitostoria delle origini della Massoneria dimostrando che non c’è alcuna relazione di continuità storica e culturale tra le corporazioni romane, quelle medievali e le logge massoniche moderne del Seicento e Settecento europeo. Inoltre dimostra come inconsistente la tesi che fossero presenti nelle corporazioni di mestiere romane e medievali delle forme di esoterismo e spiritualismo e che le prime logge massoniche fossero il risultato della secolarizzazione di una originale spiritualità delle corporazioni medievali.
La continuità storica tra corporazioni romane, medioevali e logge massoniche, fantasia o realtà?
NISSIM, PREDA, 2006
Alle spalle della cultura europea moderna sta il mondo classico: di per sé quest'affermazione è così banale che non richiederebbe neppure di essere espressa. Ma fra i numerosissimi protagonisti delle saghe mitiche solo pochi hanno avuto l'intima forza di incarnare desideri, paure, pulsioni universali e perciò di valicare i confini molto ristretti degli specialisti per tornare a vivere in forme sempre diverse attraverso i secoli. Uno di questi protagonisti mitici è senza dubbio Medea, la maga della Colchide, ossia di una terra caucasica corrispondente grosso modo all'odierna Georgia, a cui ha dato sostanza psicologica e drammatica soprattutto l'omonima tragedia di Euripide. Non sarà dunque inutile ripercorrere gli elementi di quel mito, certo preesistente a Euripide stesso. Numerosi elementi sono favolistici e folklorici, a cominciare dalla prova, di evidente carattere iniziatico, a cui il giovane eroe, Giasone, è sottoposto: la conquista del vello d'oro in una terra lontana e minacciosa; poi l'innamoramento di una bella principessa e infine il ricorso alle arti magiche che rende possibile la conclusione gloriosa dell'impresa. Tutto questo si ritrova in molte narrazioni mitiche della Grecia e di altre culture, anche extraeuropee. Ma nel processo di concrezione del racconto lentamente assunse un ruolo centrale il personaggio di Medea, la figlia di Eeta, re della Colchide, colui che aveva ucciso a tradimento l'ospite Frisso e l'aveva derubato del vello d'oro, ossia della pelle aurea dell'ariete che aveva portato a salvamento il giovane, minacciato dalle trame criminose della matrigna; la fanciulla appunto s'innamora di Giasone e lo aiuta in maniera decisiva nella conquista del prezioso trofeo. Non interessano in questa sede i molti elementi, spesso contrastanti, che si possono rintracciare nella tradizione alle spalle di Euripide: basterà osservare come i tratti di Medea si
Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, 2001
... Già la cosmogo-nia, com'è ovvio, con la narrazione del passaggio dal caos al cosmos, pone l'idea dell'ordine, di un cosmos fisico che è anche etico e politico, di un ordine regolato da un potere, quello di Giove; e fin dall'inizio la 'storia del ... Mito e potere nell'epica di Ovidio 45 ...
2020
La continuità storica tra corporazioni romane, medioevali e logge massoniche, fantasia o realtà? L'immaginario collettivo massonico si fonda su due avvincenti illustrazioni dell'origine delle logge massoniche: la prima consiste in una sorta di millenarismo che assegna una frattura tra cultura religiosa e cultura laica, la cosiddetta "secolarizzazione", che spiegherebbe la nascita delle logge massoniche come polluzione della secolarizzazione della società europea insulare e continentale; la seconda è che le stesse logge siano il prodotto conseguente alle Universitas (corporazioni o gilde) medievali che a loro volta sarebbero una diretta continuazione storica dei romani Collegia (corporazioni di mestiere). Ci sono due livelli d'interpretazione sulla somiglianza tra questi tre distinti fenomeni. Un livello interpretativo, frequente in ambito massonico, è che tutti e tre hanno le comuni caratteristiche di religiosità e di occultismo, dunque di uno spiritualismo sia in senso general-generico sia esoterico-iniziatico; l'altro livello interpretativo che giustificherebbe il primo è una sorta di loro continuità storica, come se fossero intrecciati da lineari relazioni di causa-effetto. L'attribuzione del generico termine di spiritualità o spiritualismo non consente una disamina delle dinamiche di tale caratteristica e pertanto non è qui presa in esame. Diverso è il caso dei caratteri mistico-religiosi e magico-esoterici attribuiti a corporazioni e logge. A questa fascia di interpretazioni si aggiunge una tesi di più ampia dimensione che è il cosiddetto fenomeno socioculturale della "secolarizzazione". Tale denominazione ha suscitato e suscita ancora molte discussioni in ambito storicistico, assegnando difformi definizioni e metodologie d'analisi. La tesi da parte di certi Autori in ambito massonico è che l'affermarsi e svilupparsi delle logge moderne dal XVII secolo in poi sarebbe l'effetto di un lento processo di secolarizzazione che differenzierebbe il Medioevo, inteso come un'epoca d'alta spiritualità, dal periodo post-rinascimentale caratterizzato da sempre più elevati livelli di secolarizzazione. L'Autore propone in alternativa il concetto di "laicizzazione", un processo socio-culturale che rivela la suddivisione della cultura e della società tra il mondo laico e la religiosità e anche spiritualità, in senso generale, che non vengono dissolte dalla nuova realtà laica. L'analisi dei tre fenomeni dimostra che i Collegia romani erano associazioni laiche che presentavano elementi di religiosità, come in tutte le società con caratteri di "assolutismo religioso", ugualmente le corporazioni e gilde medioevali. Per queste due forme di associazionismo non esistono documenti che attestino la presenza di modalità iniziatiche ed esoterico-misterologiche. Riguardo alle Logge massoniche, propriamente dette, che appaiono nel XVII secolo e si ufficializzano nel primo ventennio del XVIII, non esistono documenti comprovanti il loro carattere iniziatico ed esoterico, aspetto che si consolida, con una ricca pubblicistica e un proliferare di rituali, solo dagli anni ‘30 del Settecento.
Del personaggio di Medea, maga e sacerdotessa nipote del Sole, sono disponibili innumerevoli reinterpretazioni. Il presente lavoro si concentrerà soprattutto su alcuni suoi ritratti moderni e contemporanei, che mostrano la vitalità del mito attraverso i secoli.
Francesco Angioni confuta la mitostoria delle origini della Massoneria così come esposta da parte di molti esponenti massonici e anche la tesi della nascita delle prime logge massoniche quale risultato di un processo di secolarizzazione dell’originale spiritualità delle corporazioni medievali, dimostrando che non c’è alcuna relazione di continuità storica e culturale tra le corporazioni romane, quelle medievali e le logge massoniche.
Revue De Synthese, 2009
La trattatistica della ragion di Stato ha contribuito a superare il modello ideale dello stato platonico, il modello naturalistico aristotelico, il modello del diritto naturale teologico della « respublica christiana ». Insieme al machiavellismo ha conquistato la moderna distinzione tra politica e morale, ha prodotto una realistica pedagogia dell’arte di governare. Costituisce un contributo essenziale all’elaborazione del mito dello Stato moderno, con i suoi caratteri di universalità realmente operante nel disciplinamento sociale e individuale, ma anche con i limiti e le contraddizioni che neppure la forma del mito riesce a nascondere: crisi e guerra (civile e tra le nazioni). Les traités de raison d’État ont contribué à dépasser le modèle idéal de l’État platonicien, le modèle naturaliste aristotélicien, le modèle du droit naturel théologique de la « respublica christiana ». Avec le machiavélisme, la doctrine de la raison d’État a conquis la distinction moderne entre politique et morale; elle a produit une pédagogie réaliste de l’art de gouverner. Elle constitue une contribution essentielle à l’élaboration du mythe de l’État moderne avec ses aspects universels, opératoires dans le disciplinamento social et individuel, mais aussi avec les limites et les contradictions que même la forme du mythe ne parvient pas à dissimuler: la crise et la guerre (civile et entre les nations). Treaties on the reason of State have made their contribution in making obsolete the ideal model of the platonic state, the naturalistic Aristotelian model and the theological natural law model of the “respublica christiana”. Together with Machiavellism, the doctrine of reason of State has firmly established the modern distinction of politics and morals and has created an authentic pedagogy of the art of government. It represents an intrinsic element of the myth of the modern State, with characters of universality functioning in the social and individual disciplining — despite the limits and the contradictions which even the form of political myth is incapable of concealing: crisis and war (civil and among nations). Die Lehre von der Staatsräson hat dazu beigetragen, das Idealmodell des platonischen Staates, das aristotelische naturalistische Modell und das theologisch-naturrechtliche Modell der „christlichen Republik“ zu überwinden. Durchtränkt vom Machiavellismus, hat sie die moderne Unterscheidung zwischen Politik und Moral vereinnahmt und eine realistische Pädagogik der Regierungskunst hervorgebracht. Sie stellt einen wesentlichen Beitrag zur Ausarbeitung des Mythos des modernen Staates dar, mit seinen Aspekten des realen und universellen Wirkens in der sozialen und individuellen Disziplinierung, aber auch mit seinen Grenzen und Widersprüchen, die selbst die Form des Mythos nicht verhüllen kann: nämlich Krise und Krieg, sei es Bürgerkrieg oder Krieg zwischen Nationen.
Toscana ebraica, 33, 6, 2020
Davvero strano il destino di Giuditta, la donna coraggiosa che con il suo gesto liberò il suo popolo dalle forze nemiche. La storia è nota: Oloferne, generale di Nabucodonosor, assedia da più di un mese la città di Betulia; ormai allo stremo, i capi degli ebrei chiedono di resistere ancora cinque giorni, in attesa dell'aiuto divino. Giuditta, vedova di Manasse, li rimprovera di non avere fiducia in Do e chiede di potere uscire dalla città per pregare, assicurando che la salvezza sarebbe arrivata in breve tempo. Entrata invece nel campo nemico, dopo essersi adornata, viene accolta nella tenda di Oloferne, che l'ammira e la desidera, e fattolo addormentare, ebro di vino, durante un banchetto, lo decapita con una spada e ne porta la testa in città. Terrorizzati per la morte del proprio capo, i soldati nemici fuggono e gli ebrei li sconfiggono. Giuditta è dunque un'eroina, come altre donne ebree nella lunga storia d'Israele, al pari di Debora, di Giaele o di 'Ester: come 'Ester anche lei ha operato per la salvezza del proprio popolo, anche lei ha compiuto un atto di grande coraggio: eppure, nonostante le evidenti affinità, il libro di 'Ester è inserito tra le cinque meghillòt (rotoli), si legge ogni anno la sua storia, si festeggia ogni anno Purim, la festa delle Sorti, a ricordo del suo gesto, ma il libro che racconta la coraggiosa azione con la quale Giuditta restituì la vittoria agli ebrei rinchiusi in Betulia, pur inserito nelle letture bibliche cattoliche, non è stato accolto nel canone ebraico, né in quello protestante: gli antichi lo ritenevano un testo non ispirato, ma solo storico. In realtà, anche in questa prospettiva, molte sono le contraddizioni di ordine topografico e cronologico ed è sempre rimasta incerta la sua collocazione temporale: alcuni lo attribuiscono infatti all'epoca del re Menashé, altri all'età persiana, alcuni parlano dell'epoca degli Asmonei; addirittura qualcuno lo colloca nel tempo di Traiano o di Adriano. Tra le tante discussioni, permane un solo punto concorde: tutti sostengono che lo scopo del testo deuterocanonico, a noi giunto attraverso la versione greca dei LXX e in quella latina della Vulgata di Girolamo, è stato quello di incoraggiare il popolo nel momento della difficoltà e di invitarlo ad avere sempre fiducia in Do nell'osservanza dei suoi precetti. Di fatto, c'è lo stesso spirito che ha animato 'Ester e Mordekhày, c'è la stessa volontà che ha sorretto Giaele: eppure, pur nelle evidenti affinità, tutto questo non è bastato, né è apparso sufficiente per una positiva inclusione del libro di Giuditta nelle letture ebraiche, magari accanto alle note cinque meghillòt. Nonostante l'esclusione dal canone biblico ebraico, tuttavia, è stata forse proprio la riconosciuta dimensione etica e religiosa del testo che ha portato a caricare di un profondo valore simbolico il gesto di Giuditta, il cui mancato riconoscimento tra i libri canonici sembra allora sia stato ampiamente compensato dalla fortuna che, nel corso del tempo, il nome dell'eroina ha avuto, dapprima nella cultura medievale, poi presso poeti, pittori, musicisti, che, di volta in volta, hanno attribuito molteplici significati alla vicenda della vedova di Betulia. Dante la ricorda nel Paradiso, accanto a Sara e Rebecca (XXXII, 10); Petrarca la descrive nella sua azione liberatrice nella visione descritta nei suoi Trionfi (Triumphus cupidinis III): […] una vedovetta con bel parlar, con sue polite guance vince Oloferne; e lei tornar soletta con una ancilla e con l'orribil teschio, Dio ringraziando, a mezza notte, in fretta (vv. 53-57)
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Prometheus: Rivista quadrimestrale di studi classici, 2004
Il culto della personalità e il mito di Alessandro Magno, 2021
Manzonis Europa -Europas Manzoni L'Europa di Manzoni -Il Manzoni dell'Europa, hrsg A. Oster, F. Broggi, B. Vinken, München, Herbert Utz Verlag , 2017
www.giudicedonna.it, 2019
Metabasis. Filosofia e Comunicazione, 2017
in S. M. Barillari e M. Di Febo (a c. di), War! L’esperienza della guerra fra storia, folclore e letteratura, Aicurzio (MB), Virtuosa-Mente, 2016, pp. 126-139.
Padova, Cleup, Collana "Romanistica patavina", 2019
Napoleone e il Mito di Roma, 2021
Héros fondateurs et identités communautaires dans l’Antiquité entre mythe, rite et politique (a cura di Maria Paola Castiglioni, Romina Carboni Marco Giuman, Hélène Bernier-Farella) , 2018
Aevum Antiquum 10, 2010 [ma 2014], pp. 55-78, 2014
Revue de synthèse, 2009
Societamutamentopolitica, 2012
IL MITO DI EDIPO E LA TRADIZIONE FAVOLISTICA POPOLARE, 2017