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2017, Published in: M. La Matina, F. Focosi (ed.), Musica, Filosofie dell’esperienza e Forme di vita, De Musica, XXI
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Quanti presupposti implica la comprensione della musica in quanto opera? Per rispondere è necessario esaminare l'apparato categoriale che orienta l'at-tenzione dell'ascoltatore. Il " sentire come opera " sembra richiedere almeno due capacità fondamentali: 1) cogliere nei suoni che vengono ascoltati una struttura re-identificabile con valore normativo e 2) dirigere l'attenzione sulle proprietà artistiche sopravvenienti su una base costituita dalle proprietà espressive (a loro volta sopravvenienti sulle proprietà fisico-fenomeniche). Le conoscenze storico-artistiche e più generalmente contestuali costituiscono il principale catalizzatore in grado di rendere effettiva tale esperienza.
Ermeneutica, estetica, ontologia. A partire da Maurizio Ferraris, ed. T. Andina and C. Barbero, Bologna, Il Mulino, 65-76., 2016
Per quanto le avanguardie ci abbiano invitato ad allargare i confini dell’opera musicale, non c’è ragione di pensare che qualsiasi oggetto o evento possa presentarsi come un’opera musicale. Questo problema è stato affrontato in base ad alcuni principali argomenti: 1) storico/concettuale (senza che ci sia l’idea di opera non ci possono essere opere); 2) ontologico (perché ci sia un’opera occorrono determinate caratteristiche oggettive e strutturali); 3) estetico-valutativo (è opera un oggetto musicale che, di fatto, viene concepito alla luce di un circuito di valutazione). Ripercorreremo queste piste per cercare di capire quale, in fin dei conti, si rivela essere la più pertinente nel delimitare l'effettivo modo di funzionare dell’opera musicale. Questa riflessione dovrebbe permetterci di chiarire in certo modo i rapporti fra estetica e ontologia, e in particolare il primato che è stato talvolta accordato alla seconda nello stabilire un quadro di riflessione di pertinenza estetica.
2018
Relazione al convegno "Interpretazione. Reti di relazioni generate da un'opera d'arte", Trento, 30-31 gennaio 2018
"De Musica" XII (2006), 2006
Non esiste cultura nel mondo che si dispensi dall'avere e dal praticare la musica. Gli antropologi, gli etnologi, i ricercatori della semiologia musicale e perfino gli etologi sono concordi nell'assegnare un alto valore di significato alle pratiche musicali delle tribù dell'uomo. Se però la musica ha un senso ovunque essa sia stata e venga praticata, la domanda sul senso della musica sembra appartenere soltanto alle culture che fanno uso della scrittura. Ciò può dipendere dal fatto che i popoli tribali vivono in modo empatico la loro presenza nell'universo musicale. Ovvero può dipendere dal fatto che la musica che si interroga sul proprio senso non è più meramente comunitaria. Se così fosse vorrebbe dire che la domanda "che senso ha la musica?" non esprime, come tutte le domande, una ignoranza, ma è essa stessa già espressione di un sapere e di una cultura. In queste brevi note vorrei tentare di far chiarezza sulla domanda di senso legata alla musica dall'interno della prospettiva che sento più vicina, cioè quella della Filosofia dei Linguaggi [cfr. La Matina 2004]. La mia ipotesi è che vadano scartate le soluzioni che trattano il senso come un fenomeno denotazionale, prescindendo da una spiegazione anche causale del riferimento in musica. Trattandosi di osservazioni sul significato della musica sarò costretto qua e là a dare per scontate alcune conoscenze e a sorvolare su problemi che meriterebbero ben altra e più approfondita riflessione. * Questo testo è la versione rielaborata e aggiornata dell'intervento da me letto e discusso al convegno Approcci semiotico-testologici ai testi multimediali, Università di Macerata 16-18 ottobre 2000, organizzato da János Sándor Petöfi e Francesco Orilia. Ringrazio Andrea Garbuglia per gli stimoli e i suggerimenti che mi ha amichevolmente donato.
gli articoli che rispondono a Calls for papers e i contributi inviati liberamente dagli autori. La valutazione avviene di norma nell'arco di 3-6 mesi, da parte di almeno due referees. L'elenco dei valutatori è pubblicato ogni due anni nel numero di dicembre della rivista.
This paper takes a review of the various theories that study the percept of music. We analyzed the adaptive theory, the theory of transformative music and the idea of cultural evolution. Also we featured the neuropsychological approach to music through the analysis of patients with amusia or with aphasia without amusia, we discussed the latest research in the psychology of emotions related to music and hemispheric lateralization produced by listening to music with emotional connotations. Finally, we presented some studies based on cross-modal priming paradigm, able to provide new answers to the interpretation of the music. A study of musical emotions cross-modal complex and may offer an opportunity to expand the knowledge on how the music cognition may affect other activities, behaviors, domains.
Questo glossarietto è tratto dal volume collettivo Insegnare il melodramma. Saperi essenzali, proposte didattiche, a cura di Giorgio Paganone, Lecce-Iseo, Pensa MultiMedia, 2010 (ISBN 978-88-8232-806-1), pp. 201-263, ed è riprodotto in questo sito col gentile consenso dell'Editore, che ne detiene i diritti (www.pensamultimedia.it • [email protected]).
Titolo lavoro pag. 5 » 48 » 71 » 116 » 128 » 159 » 195 » 211 » 219 » 233 » 241 » 248 » 257 » 269 » 297 SAGGI DOMENICA FALARDO, Giuseppe Maria Galanti tra "pensieri vari", ultime volontà e documenti inediti ENZA LAMBERTI, Foscolo: autoesegesi LUIGIA ACCUMULO, Thomas James Mathias, arcade inglese nella Napoli di primo Ottocento. Prime ricognizioni bibliografiche e documentarie GIOVANNA ZAGANELLI, Dalle teorie dell'interpretazione alla esegesi dei testi letterari. Iser tra Collodi e Dickens FAUSTO TUSCANO, Aspetti del pensiero musicale dei Canti Orfici DOMENICO CAPPELLUTI, Un "corsaro" all'attacco del Potere INTERVENTI RODOLFO DI BIASIO, La notte nel Purgatorio CARLO SANTOLI, Riscritture goldoniane: l'originalità dei libretti 'seri' GIOVANNA ZAGANELLI, Le macchine del tempo in letteratura: Proust e Genette leggono Nerval e Flaubert NOTE E RASSEGNE SANDRA CELENTANO, Gli Albigesi di Giuseppe La Farina tra storia, romanzesco e impegno anticlericale nella nuova edizione di Ella Imbalzano LUCIA CRISTINA TIRRI, Su un'antologia bilingue della diaspora italiana CARMELA LUCIA, Le forme plurime della rêverie del passato: Gli Anni Piccoli di Enzo Moscato LUIGI TASSONI, Il Medioevo contemporaneo di Giulio Angioni RECENSIONI «Scrivo novelle poetiche e poesie; nessuno mi vuole stampare e io ho bisogno di essere stampato: per provarmi che esisto, per scrivere ancora ho bisogno di essere stampato.» 1 -così Dino Campana da Marradi il 6 gennaio del 1914 a Giuseppe Prezzolini, allora direttore della rivista fiorentina «La Voce».
Relazione presentata al Convegno Nazionale di Studio SIEM "Tutta la musica per tutti: tra fare e capire", Milano, 1011 novembre 2012.
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Martinelli, D., Spampinato, F. (éds), La coscienza di Gino. Esperienza musicale e arte di vivere, Helsinki, UMWEB, 2009
La musica e Dante. Percorsi sonori intorno al Sommo Poeta, 2021
Ritmo, parole e musica: Ettore Romagnoli traduttore dei poeti, a cura di Patricia Salomoni, 2021
Heidegger nel pensiero di Severino. Metafisica, Religione, Politica, Economia, Arte, Tecnica, 2018
Essay - program note, 2012
Rivista dell'UMI, 2016