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Matteo Sassano, il rosignolo di Napoli

2007, «La Capitanata». Rivista quadrimestrale della Biblioteca Provinciale dei Foggia

Abstract

A più di cento anni di distanza Fetìs 1 lo ricordava nella sua Biographie Universelle, mentre i suoi contemporanei lo annoveravano come il più celebre castrato napoletano del tempo. 2 Nonostante questo, la figura di Matteo Sassano, pur nota alla ristretta cerchia degli specialisti, non ha goduto di larga popolarità tra i posteri; gli stessi studi musicologici gli hanno dedicato un esiguo spazio. 3 Questo saggio vorrebbe colmare un vuoto, gettare nuova luce sulla sua vita e sulla sua carriera, avvalendosi anche delle più recenti indagini musicologiche. Primo tassello di una ricerca che si prefigge un più ampio respiro, quest'articolo ricostruisce il periodo napoletano di Matteo Sassano attingendo largamente alle memorie del Confuorto e alle notizie apparse sulla «Gazzetta di Napoli». 4 danese, grande appassionato di musica, lo citava nel suo diario di viaggio ricordando il Sassano per la sua bella voce e per gli splenditi ornamenti improvvisati. Era il 9 marzo del 1724 quando Alensoon, in visita a Napoli, ebbe occasione di ascoltarlo nell'esecuzione di un mottetto solistico nella Chiesa della Madonna Solitaria (cfr.