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L’analisi qui proposta ha l’obiettivo di analizzare un modo di “combattere” sul piano ideologico e propagandistico il temuto discorso nazional-patriottico, dopo la grande frattura creata dalla rivoluzione del Quarantotto. Si realizzerà attraverso l’approccio a Giuseppe Spada che si trova a raccontare la rivoluzione appena conclusa e lo fa utilizzando dispositivi narrativi ed espressivi già usati in precedenza dai liberali. Giuseppe Spada, una personalità romana, era conosciuto soprattutto per il ruolo che svolgeva al Banco di Torlonia, a cui aveva dedicato tutta la vita. L’amore per la propria città e la dedizione per l’istituzione papale lo avevano portato a compiere una capillare raccolta di documenti sul triennio 1846-49. È il punto di partenza della sua opera principale, la Storia della Rivoluzione di Roma, dove ricostruisce da un punto di vista filopapale gli avvenimenti del ’48 romano. L’autore non vuole scrivere un romanzo, ma un’opera di storia, o piuttosto una cronaca che pretende di essere il più possibile obbiettiva.
Come spesso accade nella ricerca archeologica, all'origine di quello che è divenuto un progetto sistematico di scavo e di indagine territoriale c'è stato un intervento di emergenza. Quando infatti nel 1995, nel corso dei lavori per la costruzione della diga sul torrente Celone, si individuò fortuitamente un sito archeologico fino a quel momento sconosciuto e si avviò una prima breve campagna di scavi, in un'area che sembrava occupata da una villa romana, nulla lasciava immaginare che le indagini si sarebbero protratte per vari anni, interrotte solo dalla definitiva sommersione del sito da parte delle acque della diga nel 1999-2000. Soprattutto non si poteva prevedere allora che lo scavo di San Giusto 2 avrebbe consentito di ricostruire le linee principali della storia di Modalità insediative e strutture agrarie nell'Italia meridionale in età romana a cura di Elio Lo Cascio e Alfredina Storchi Marino pp. 315-361 © 2 0 0 1 · E d i p u g l i a s . r . l . -w w w . e d i p u g l i a . i t GIULIANO VOLPE LINEE DI STORIA DEL PAESAGGIO DELL'APULIA ROMANA:
Giuseppe Rensi should undoubtedly be included among the thinkers who played a critical role in the fortunes of Antonio Rosmini in the twentieth century. Indeep Rensi frequently cites Rosmini in his own work. Although one probably cannot talk in general of Rensi's actually having produced a real interpretation of Rosmini's thought, there is definitely an almost constant dialogue between them-containing both positive and negative opinions of Rensi on Rosmini's work-which deals mainly with ethical and philosophical-juridical questions.
Sfuggente, poliedrico, misterioso, Guglielmo Raimondo Moncada ebreo convertito siciliano, come un huizinghiano homo ludens che maschera la sua identità, ha attraversato il Rinascimento italiano ed europeo disseminando tracce ma confondendo nello stesso tempo gli studiosi a cui spetta ricomporre un complicato puzzle.
Gli Anni Santi non sono un'invenzione della Chiesa. Sono, dall'inizio, una domanda del popolo cristiano.
" Signura, trasissi sicura: Lu figliu d' 'u Re veni a dormi a la nura" (da "Lu cannilèri", Vallelunga)
The book analyzes the history of Japanese Architecture between Nara Period (710-784) and Meiji Period (1867-1912). The book is organized in two part: "The History" and "The Cultural Heritage" with a reflexion about the restoration of the Temples and Shrines. The book is the result of an international research work at the Kyoto University.
Giuditta e Oloferne - Un Rubens ritrovato?, 2024
Non sempre è sufficiente guardare un dipinto per attribuirlo. Talvolta è necessario servirsi di altri mezzi, tecnologici e magari non ortodossi. Così è avvenuto per il piccolo dipinto su rame descritto in questo articolo. Una piccola Giuditta su rame dall'aspetto insolito ma con molti indizi che riportano al maestrio Rubens. Copia? Modello per una Giuditta più grande? Si vedrà con l'apporto di chi vorrà collaborare a disvelare il mistero.
Historiography as history. Gioacchino Volpe (and his surroundings) In this contribution an interpretation of Enzo Cervelli's investigation into the figure of historian Gioacchino Volpe is advanced. Cervelli’s Volpe, it is argued, is seen as a prism through which to reconstruct the history of Italian culture between the nineteenth and twentieth centuries, notably in its ideological aspects of anticipation of Fascism. Cervelli was able to discern, across the whole of Volpe’s historiography, a number of topics, such as nation and nationalism, the generational discourse, the missed encounter with Marxism, the historiographic irrationalism, the autobiographical subjectivity, some of which elaborated decades before the maistream research did. By leveraging on these issues, Cervelli traced a complex and labyrinthine fresco of Italian and European culture during the late liberal age and Fascism, which took its cue from a historical question of an essentially political nature. In questo contributo si propone una interpretazione dell’indagine di Enzo Cervelli sulla figura di Gioacchino Volpe, vista come un prisma attraverso il quale ricostruire la storia della cultura italiana tra Otto e Novecento nei suoi aspetti ideologici di anticipazione del fascismo. Attraverso l’individuazione, nell’analisi della produzione volpiana, dei temi della nazione, del discorso generazionale nel mancato incontro con il marxismo, dell’irrazionalismo storiografico, della soggettività autobiografica – alcuni dei quali elaborati con decenni di anticipo rispetto ai tempi della ricerca – Cervelli tracciava un complesso e labirintico affresco della cultura italiana ed europea fra età liberale e fascismo, che prendeva le mosse da un problema storico di natura essenzialmente politica.
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Fs. H. Simian-Yofre, 2013
Private Investors, 2019