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Delitto a Kolonaki - Jannis Maris

2017, Delitto a Kolonaki - Nuova inchiesta per il commissario Bekas - Jannis Maris

Atene 1953. Il finanziere Kostas Floràs viene accusato dell’assassinio del pittore Nassos Karnezis, ritrovato morto in un appartamento dell’esclusivo quartiere di Kolonaki. Il figlio di primo letto di Floràs, Dimitris, certo dell’innocenza del padre, assieme a due amici, uno giornalista e l’altro ex-deputato al parlamento, cercano di scoprire il vero assassino. All’inizio ad attirare i sospetti è Mirtò, figlia di un ammiraglio di marina che Karnezis aveva consegnato e fatto uccidere dai tedeschi durante l’occupazione nazista. Tuttavia tra Dimitris e Mirtò, che si rivela innocente, scocca la scintilla dell’amore mentre viene alla luce il lato oscuro di Karnezis, implicato in un traffico di contrabbando. In seguito anche Juliette, amante di Karnezis, viene trovata uccisa. La morte minaccia ormai anche Dimitris e Mirtò, che si salveranno soltanto grazie all’intervento del commissario Jorgos Bekas. A patto di stare al gioco dell’autore, il lettore contemporaneo troverà non pochi motivi di interesse nelle opere di Jannis Marìs. Primo fra tutti l’originalità delle sue storie, che ha indotto uno dei suoi più validi epigoni, Petros Màrkaris, a sottolineare: “Jannis Marìs appartiene all’avanguardia europea degli autori polizieschi. Egli è stato uno dei primi a rendersi conto delle potenzialità del romanzo poliziesco come romanzo sociale […] L’unico altro scrittore contemporaneo di Marìs che abbia scritto romanzi socio-politici a sfondo poliziesco è stato Leonardo Sciascia”. Leggere Marìs, in altre parole, vuol dire leggere un autore finora sconosciuto ma importante, che se avesse scritto in una lingua più diffusa (è ancora Màrkaris ad affermarlo) sarebbe forse diventato un autore di culto anche fuori dei confini greci, e che ha offerto un contributo importantissimo al genere poliziesco nella sua versione mediterranea. Jannis Marìs (al secolo Jannis Tsirimokos) nacque nell’isola di Skòpelos nel gennaio del 1916. Trascorse l’infanzia a Lamìa, nella Grecia centrale, e studiò Giurisprudenza a Salonicco. Durante l’occupazione nazi-fascista della Grecia partecipò alla guerra di liberazione e in seguito, a conflitto terminato, si dedicò alla stesura di recensioni cinematografiche sulla stampa periodica. In veste di giornalista fu autore di reportage sulla repressione anticomunista durante la sanguinosa guerra civile greca (conclusasi nel 1949), a causa dei quali fu condannato a una pena detentiva da scontare nelle carceri di Vurla, alla periferia del Pireo. Fu scarcerato nel 1950 su pressione dell’Internazionale socialista e grazie al sostegno del politico greco Alèxandros Svolos, e nel 1953 esordì come autore di storie poliziesche a puntate sulla rivista “Ikojènia”. La prima storia, dal titolo Delitto a Kolonaki, fu pubblicata a puntate con il nome di Jannis Tsirimokos e come opera autonoma nel 1955. Si trattò del primo di una lunga serie di successi, a cui seguirono circa settanta storie poliziesche (cinquanta delle quali pubblicate in seguito come opere autonome), venti sceneggiature cinematografiche e due opere teatrali. Tsirimokos fu attivo anche come autore di romanzi storici e sentimentali, e di versioni condensate di grandi opere della letteratura universale. Negli anni Settanta tornò al giornalismo militante come inviato all’estero (in Grecia sono celebri i suoi reportage dai Paesi socialisti) e si dedicò alla stesura di un romanzo-verità sulla resistenza partigiana in Grecia, che non riuscì a completare a causa della morte, sopraggiunta nel novembre del 1979.