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UN CAPITELLO POCO NOTO DELLA PIEVE DI S. VITO

Abstract

I l paese di S. Vito dista da Rimini circa dieci chilometri. La pieve sorgeva poco fuori l'attuale centro abitato, vicino ai resti del ponte romano sul fiume Uso ( . La pieve di S. Vito è una delle più antiche della diocesi di Rimini: fin dalle prime testimonianze scritte del IX secolo è già ricordata come pieve, ossia come chiesa battesimale, matrice di altre chiese e cappelle esistenti nel proprio ambito territoriale. Essa è nominata in quattro documenti anteriori all'anno Mille: i più antichi sono due registrazioni contenute nel Codice Bavaro, risalenti agli anni 889-898, seguiti da una pergamena del 940, conservata nell'Archivio Arcivescovile di Ravenna, e dal solenne diploma di Ottone III del 996, attualmente custodito nell'Archivio Capitolare di Rimini, che restituisce al vescovo di Rimini chiese e monasteri sottratti ingiustamente alla Chiesa locale 1 . Per il periodo compreso tra l'XI e il XII secolo (fig , i documenti sulla pieve di S. Vito sono circa una quarantina: sei riguardano nello specifico il secolo XI, mentre sono venti le attestazioni nel Liber instrumentorum del Capitolo dei canonici della cattedrale di Rimini. Inoltre, a partire dall'XI secolo, molte notizie sul plebato provengono, oltre che dalle carte ravennati, da pergamene scritte per la maggior parte a Rimini e conservate negli archivi Capitolare e di Stato 2 .