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In occasione della seconda edizione della Davide Zordan Lecture, sono state raccolte alcune riflessioni in memoria di Davide Zordan, teologo della Fondazione Bruno Kessler, scomparso prematuramente il 25 ottobre 2015. Questo è il testo del mio contributo.
Questo fascicolo contiene quattro riflessioni sul cinema di Davide Zordan, da me scelte e curate in occasione della terza edizione della Davide Zordan Lecture. L’evento, promosso e organizzato dal Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler, prevedeva nel 2018 una lezione magistrale sul tema «Teologia e fioritura umana. Una riflessione sui modi di intendere la salvezza oggi» tenuta dal teologo inglese Clive Marsh.
R. Berndt (hrsg.), Unversehrt und unverletzt. Hildegards von Bingen Menschenbild und Kirchenverständnis heute, Münster 2015
Satz: Christiane Storeck (Hugo von Sankt Viktor-Institut mit TUSTEP) Das Werk ist urheberrechtlich geschützt. Die dadurch begründeten Rechte, insbesondere die der Übersetzung, des Nachdrucks, der Entnahme von Abbildungen, der Funksendung, der Wiedergabe auf fotomechanischem oder ähnlichem Wege und der Speicherung in Datenverarbeitungsanlagen bleiben, auch bei nur auszugsweiser Verwertung, vorbehalten. Die Vergütungsansprüche des § 54 Abs. 2 UrhG werden durch die Verwertungsgesellschaft Wort wahrgenommen. Einbandvignette: Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 11508, f. 54 (12. Jh.): Illustration zu Jesus Sirach 1,1 ("Omnis sapientia a Deo Domino est et cum illo fuit et est ante aevum") Bildarchiv Foto Marburg, Archivnummer: 163.829 Gedruckt mit freundlicher Unterstützung des Verbandes der Diözesen Deutschlands
Etica della ragione.La filosofia dell'uomo tra nichilismo e confronto interculturale, 1999
This volume has been published in 2000 by Jaca Book under the title Ethics of Reason. La filosofia dell'uomo nell'epoca del nichilismo e del confronto interculturale (The Philosophy of Man in the Age of Nihilism and Intercultural Confrontation) and is now long out of print. I gladly republish it online because, for the most part, I still recognize myself in what was written. The book had required considerable work and had been prepared by many years of study at a time when I had the opportunity to study intensively and continuously. It benefited from the encounter that took place for me in those years between the continental tradition (with particular attention, in addition to the classics, to twentieth-century Christian thought of Thomasian and Augustinian inspiration) and contemporary Anglo-American philosophy. Exceeding 350 printed pages and dealing with various themes, albeit interrelated, and much metaphysics, it was certainly not a work suited to the new cultural trends. I have subsequently deepened and modified individual aspects in other publications, but the overall itinerary in the volume remains valid for me. Even the title is for me still valid, although today I would prefer Ethics of Rationality. The challenges of nihilism and interculturalism (to which the subtitle refers) remain valid, albeit in new forms, even if they are generally talked about less than they once were and take on new configurations. But the fact that something is talked about less or should be talked about less does not mean that the problem does not exist or has been philosophically overcome. To these can be added other challenges such as the ecological issue or the application of technology to mankind with biotechnology, challenges that have long been present in our culture. Some in-depth examinations of individual anthropological and ethical themes as well as philosophy of religion can be found in the volume L'uomo. Lineamenti di antropologia filosofica (Rubbettino 2013) and in the essays collected in the two volumes entitled L'esperienza integrale. Philosophy of Man, Morals and Religion (Orthotes 2016). In particular, the themes of Virtue ethics and Natural law have been re-proposed and explored in more recent essays (some of which are present in this collection). Certain themes such as those present in the central chapter precisely on the Ethics of Reason (where ample space is devoted to John Henry Newman) and other more exquisitely metaphysical ones such as those present in Chapter IV devoted to the classical transcendentals (ens, unum, verum, bonum, etc.) are only to be found in this volume. The volume, in fact, defends a realist conception of rationality that is inspired by Thomas Aquinas' conception of being, taken up with an existential accentuation, and which opposes the rationalist, immanentist and scientist turn of part of modern thought that according to many 20th century authors (such as Heidegger, but also Gilson and Fabro) would logically lead to nihilism. For this realist accentuation, too, it seems to me useful to republish the volume online. I therefore republish it with a few minor modifications and a few caveats. The overall itinerary of the volume was recently reproposed in a more summary and fragmentary form in the volume Etica del filosofare. Frammenti ironici, Il Melangolo 2020 and in my afterword to Virtù, legge e fioritura umana. Essays in honour of Angelo Campodonico, Mimesis 2022. First of all, in the new text that I am reproposing here, I have changed the term integrity (principio d'integrità) to integralità (principle of wholeness), which in the Italian language seems to me to be more in keeping with what is meant, even if it is more used and abused especially in the past decades in certain contexts. This was the reason why I had avoided using it. The last two chapters, concerning the theme of God, would deserve revision, although I agree with the general structure. Perhaps today I would always stress the centrality of theological personalism (the great contemporary alternative between theism and evolutionary Spinozism), but in a more relational key and open to Trinitarian theology. Angelo Campodonico
e il metodo della curiosita Firenze Casa Editrice Leo S. Olschki MCMLXXXIX LUDOVICO ZORZI E IL METODO DELLA CURIOSITA Un libra postumo suscita inevitabilmente sentimenti complessi. Tanto pili se di uno studioso scomparso all'irnprovviso nel pieno e nel meglio del suo lavoro come Ludovico Zorzi (Carpaccio e la Rappresentazlone di Sant'Orsola. Ricerche sulla oisualita dello spettacolo nel Qaattrocento, Torino, Einaudi, 1988, pp. 220). A cinqueanni dalla scomparsa, questa Carpaccio conserva intatta la sua forza d'urto e la sua originalita d'impianto, acuendo il rimpianto per quel che poteva essere. Dopa aver restituito integralmente e interpretato in chiave filologica e spettacolare il teatro di Ruzzante can I'edizione del 1967, corredata da un corpus di note inusitato per ricchezza documentaria e vastita di prospettive, e dopa I'inchiesta su It teatro e la citta di died anni pili tardi, che ricostruiva il percorso dal luogo teatrale allo spazio scenografico compiutosi nella civilta rinascimentale attraverso gli esempi di Ferrara, Firenze e Venezia, Zorzi stava proseguendo il lavoro all'indietro e sl proponeva di mettere a fuoco, passando per le testimonianze pittoriche, gli elementi costitutivi dello spettacolo quattrocentesco, su cui non soccorrono fondamenti istituzionali, ne in sensa drammaturgico ne in senso scenografico e architettonico.
Dialoghi 265, 2021
Come cambia la Dottrina sociale della Chiesa con Papa Francesco? Egli vede l'agire del cristiano nella società come diaconia che equilibria una restringimento dell'annuncio da "giustizia" alla carità con l'apertura di quest'ultima allo spirito universale: in concreto, ciò vuol dire allargamento all'ecumene universale con le religioni monoteiste, e oltre. Non è tanto dalla politica o dall'economia, ma dalla religione che egli s'aspetta una nuova sensibilità per l'umanità vulnerabile che troviamo in tutti gli uomini e le donne del mondo: ecco l'evento di un nuovo stile di vita.
Speculum futurorum temporum. Ildegarda di Bingen tra agiografia e memoria, a cura di A. Bartolomei Romagnoli e Sofia Boesch Gajano, Roma, Istituto Storico per il Medioevo, 2019 (Nuovi Studi Storici, 115), pp. 149-165
Ildegarda di Bingen continua a porsi dinanzi a noi, dopo otto secoli, come un enigma in cui si mescolano in un'armonia potentissima ed entusiasmante impulsi poetici, scientifici e mistici con una piena libertà di immagini e di idee» 1 . Così Peter Dronke, nel 1984, apriva il capitolo dedicato a Ildegarda in uno studio che ha fatto scuola sulle donne scrittrici nel Medioevo, con una riflessione sul ruolo e sulla presenza della badessa renana nella cultura occidentali ancora perfettamente attuale. Nonostante la mole di studi critici dedicati alla sua opera, sia agli scritti teologici sia a quelli naturalistico-medici, le dottrine di Ildegarda non hanno trovato un pieno riconoscimento all'interno del canone della filosofia europea, per le dinamiche epistemiche in cui esse si realizzano (la visione) e per la loro grande originalità, che le pone lontano dal mondo della ragione scolastica, in un'aria diversa 2 .
Convegno internazionale di studi Lorenzo Lotto. Contesti, significati, conservazione (Loreto, Museo Pontificio della Santa Casa, 1-3 febbraio 2019), 2019
Lorenzo Lotto e l’intarsiatore fra Damiano Zambelli (1480 circa - 1549) ebbero modo di sperimentare a Bergamo una convivenza pluriennale nei cantieri patrocinati dal capitano Alessandro Martinengo Colleoni per i domenicani di Santo Stefano: Lotto dal 1513 fu incaricato di realizzare la monumentale pala per l’altare maggiore e in seguito eseguì gli affreschi per il tramezzo della chiesa; mentre Zambelli dal 1519 si impegnò nella decorazione dei «banchi di tarsia» per la cappella gentilizia. Proprio le tarsie zambelliane di Santo Stefano, con la loro innovativa predilezione per storie popolate da numerosi personaggi, costituiscono il precedente più significativo dell’evoluzione narrativa che la tarsia bergamasca intraprese qualche tempo dopo nei pannelli eseguiti sui disegni di Lotto per il nuovo coro di Santa Maria Maggiore. Come è noto, trait d’union tra i due cantieri fu il giovane maestro Giovanni Francesco Capoferri, prima attivo presso fra Damiano per il perfezionamento professionale e poi direttore dei lavori nella prestigiosa commessa del Consorzio della Misericordia. Accanto a lui altri artisti si mossero tra le due fabbriche e risultano documentati a diverse altezze cronologiche in entrambe le imprese, a indicare che nel più tardo coro di Santa Maria Maggiore, almeno nella prima fase dei lavori, si espresse una cultura artigianale locale di impronta zambelliana - nata tra le pareti di Santo Stefano - con la quale Lotto si trovò presto a fare i conti. Il confronto tra la scuola zambelliana e quella lottesca, ciascuna caratterizzata dal proprio modus operandi, non dovette risolversi del tutto pacificamente. Il tono delle parole usate dallo stesso Lotto in una nota lettera del luglio 1526 indirizzata al Consorzio della Misericordia - parole riprese nel titolo di questo contributo - farebbe pensare a una relazione gravemente compromessa con fra Damiano. Indipendentemente dalle conflittualità personali, gli effetti del confronto non tardarono a manifestarsi. Da un lato il cantiere di Santa Maria Maggiore rimase inevitabilmente condizionato da certe peculiarità del precedente modello zambelliano; dall’altro fra Damiano si servì positivamente del rapporto con la nuova esperienza lottesca. Le evidenze artistiche possono venire in soccorso per isolare gli spunti che il frate ricavò dall’opera del pittore in termini contenutistici e iconografici e che mise in pratica una volta trasferitosi a Bologna. Si propone il caso-studio di un pannello ligneo con il Martirio di santa Caterina d’Alessandria realizzato tra il 1528 e il 1530 per il dossale della chiesa di San Domenico, primo prodotto dell’attività bolognese dell’intarsiatore e dove paiono rintracciarsi contaminazioni lottesche: certi caratteri che la critica ha interpretato come effetto di suggestioni emiliane autoctone potrebbero al contrario essere state importate in autonomia da fra Damiano a Bologna, come parte di un bagaglio personale al cui arricchimento contribuì involontariamente anche Lotto.
Nell'impossibilità di definire la natura del pensiero kantiano o di ridurne il senso a ciò che, indubitabilmente, ne costituisce il nucleo teoretico più rilevantele tre opere Criticheè, tuttavia, plausibile affermare che una tale riflessione, eterogenea e non assolutamente sistematica, presenta alcuni tratti comuni: è costantementetalora implicitamentemotivata dalla volontà di sostanziare il compito dell'impresa teoretica, espressa nella Prefazione alla Critica della ragion pura 1 , di una metafisica che sia scienza, è illuminata dalla scoperta dell'apriori della soggettività trascendentale, ed è fortemente antropocentrica. Sulla base di questo dato di partenza, il presente elaborato è animato dall'intento di problematizzare una duplice serie di questioni.
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Paragone Letteratura
«Filologia Italiana», 4, pp. 23-37, 2007
TheoLogica. International Journal for Philosophy of Religion and Philosophical Theology, 2016
Archivio Teologico Torinese, 2022
Lo "Zibaldone di Leopardi come ipertesto. Atti del Conveno internazionale. Barcellona, Universitat de Barcelona, 26-27 ottobre 2012, a cura di Maria de las Nieves Muniz Muniz, 2013
Revelatione e Intelligentie, Pubblicazioni dell’Archivio Arcivescovile di Firenze «Studi e Testi, 23», C. Vasciaveo (ed.). Prefazione di Andrea Bellandi, 2016
Le Sens du Temps. Actes du VIIe Congrès du Comité International de Latin Médiéval. The Sense of Time. Proceedings of the 7th Congress of the International Medieval Latin Commitee (Lyon, 10-13.09.2014), eds. P. Bourgain-J.-Y. Tilliette, Genève, Droz, 2017, pp. 465-481
Urbaniana University Journal , 2013
«Doctor Communis», 2008
Frammenti di vita morale. Adolfo Omodeo e la «religione delle memorie», in "Studi Filosofici", pp. 81-101, 2021
Lecturae Tropatorum, 2021
Storieinmovimento.org, 2019
Fata Morgana Web, 2023