Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2017, Una professione plurale. Il caso dell'avvocatura fiorentina
…
22 pages
1 file
Un tema che ha ricevuto minore attenzione, soprattutto negli studi di epoca più recente, è la relazione tra la professione, intesa come 'comunità' professionale e la più ampia società in cui essa è inserita. Una relazione da cogliere nel suo carattere di 'biunivocità': guardando cioè, da un lato, al modo in cui la società influenza, più o meno direttamente, l'esercizio della professione e, dall'altro, al ruolo svolto dalla stessa comunità professionale nell'ambito dei processi di cambiamento.
Massimo Cislaghi, 2020
Un importante elemento di discrimine con il passato risiede nelle differenze sociali, in precedenza collocate in modo preponderante sul piano orizzontale, vale a dire tra le diverse componenti della società, al contrario il panorama industriale contemporaneo offre un'articolazione culturale profondamente mutata. Agli squilibri orizzontali, ormai molto meno importanti, si sono sovrapposte linee di differenziazione verticali che interessano tutti i membri della società, indipendentemente dalla condizione economica, culturale, o sociale. La vivacità culturale e la ricchezza di stimoli e di punti di vista della realtà odierna segnano un netto confine con gli assetti sociali più tradizionali, generando un terreno culturale complesso, ma al contempo segnato dall'eccesso di proposte e di interpretazioni dal carattere il più delle volte frammentario, superficiale, conflittuale, di breve, o brevissimo termine, fonte di smarrimento, che rende complicato orientarsi, e pianificare in modo consapevole la propria azione, e riuscire ad imbastire progetti in una prospettiva lungimirante. Accanto a questa variegazione interpretativa assistiamo però ad un curioso fenomeno apparentemente antinomico, vale a dire la presenza di un minimo comune denominatore delle diverse proposte interpretative, che si esprime nel dominio pressoché incontrastato delle logiche strumentali, performative e razionali tipiche del mercato. La realtà quotidiana entro la quale siamo immersi è il risultato dell'azione dei flussi culturali che la attraversano, a loro volta influenzati dall'assetto sociale complessivo. Le diverse epoche sono caratterizzate da tratti culturali peculiari, espressi dalle istituzioni, dall'organizzazione sociale, dall'ordinamento politico, dall'assetto economico, ma al contempo anche dalle minuzie dell'esperienza quotidiana, dagli interessi di secondo ordine, dagli apparentemente insignificanti rituali di ogni giorno, che costituiscono però un ingrediente indispensabile per conservare l'equilibrio e la buona salute dell'ordine sociale. In questo sottobosco incontriamo le realtà liminoidi, capaci di proiettarci in spazi socio-culturali alternativi all’assetto dominante. Sono ambiti di riflessione, di coltivazione di sé, di azione e di definizione di un pensiero criticamente costruttivo, che agiscono in ordine sparso, secondo strategie diverse in ambiti sociali differenti, seguendo prospettive sperimentali, il cui peso sta però acquisendo un valore crescente. Sollecitano il lato espressivo, innovativo, inconsueto per l’homo oeconomicus, dell’individuo. Ci concentreremo proprio sull’analisi di uno di questi contro-spazi: i locali da ballo di latino-americano. Ne indagheremo le differenze, le logiche, le dinamiche interattive e subculturali. Capiremo inoltre cosa sono capaci di insegnarci della realtà più ampia in cui siamo immersi. Cosa ci raccontano del mondo contemporaneo, quale sguardo ermeneutico rinnovato sono in grado di proporci.
2016
The city of Naples has always made social dynamics of Campania specific and, at times, conflicting. We can, then, to find in the same region notables who acted within the community and notables who have acted in corporate, according to the dichotomy community / society. It existed, therefore, a notability born in the city, with knowledge and acquaintances and professional institutional and notables born in rural and owner with knowledge and professional behavior patterns. On the other hand, even in the pre- sence of this dichotomy, one can not disregard the ductility of the model notabilare in different times and spaces. The figure seems to recur through representatives who, despite not starting from family background and social type notabilare, aim to take back the types of behavior and cultural. Notables, therefore, representative of different historical and political moments, but also adaptable to different social and environmental circumstances. The party leaders who established...
Dipartimento Metodi Quantitativi - Quaderni di ricerca, 2000
Inizieremo con un recente episodio che si presta a numerose riflessioni sul tema.
Comunità, Milano, 1952
Prime esperienze in fabbrica «Tutto questo non bastava. Bisognava dare consapevolezza di fini al lavoro. E l'ottenerlo non era più compito di un «padrone illuminato», ma della società» (3-4) «vedevo che ogni problema di fabbrica diventava un problema esterno e che solo chi avesse potuto coordinare i problemi interni a quelli esterni sarebbe riuscito a dare la soluzione corretta a tutte le cose» (10) «Se io avessi potuto dimostrare che la fabbrica era un bene comune e non un interesse privato […] Il modo di equilibrare le cose esisteva, ma non era nelle mie mani: occorreva creare una autorità giusta e umana che sapesse conciliare tutte queste cose nell'interesse di tutti. […] Rendere la fabbrica e l'ambiente circostante economicamente solidali.» (11) Come nasce un'idea L'idea di Comunità nasce da uno sforzo di condensazione in una unica formula delle esperienze fatte da AO in diversi campi e, implicitamente, in un'unica «soluzione» tutti i bisogni espressi da decenni dal popolo: libertà, democrazia, socialismo ↓ sintesi «una nuova unità che assommasse e comprendesse organicamente i poteri del Prefetto, l'influenza del Deputato, il prestigio di un Senatore, la forza e l'indirizzo dei Partiti, la democratica figura del Sindaco e della sua Giunta, la volontà di difesa dei Sindacati, la potenza economica e finanziaria delle fabbriche» (19); «far coincidere su di un solo territorio l'unità amministrativa, l'unità politica e l'unità economica» (20) Principi fondamentali della democrazia integrata nella Comunità: 1. sovranità popolare = Presidente eletto della C. → Centri Comunitari, luoghi di formazione della coscienza politica 2. sindacalismo = Vice-Presidente eletto dai lavoratori → Comunità di Fabbrica e della Terra 3. valori essenziali della cultura e della scienza non disgiunta da fini etici = rappresentante cooptato → Centri Comunitari Culturali Società e Stato statolatria -dopo 1° guerra mondiale, società non più distinguibile da Stato; cf. Hegel, fascismo, comunismo «L'ingresso di Dio nel mondo è lo Stato» → «Questa falsa concezione dello Stato è definitivamente sepolta, chiusa nel suo fallimento storico.» (26) 1
Le cooperative di comunità si stanno oggi diffondendo in diverse parti del mondo. Questo fenomeno è il punto di arrivo di un'evoluzione secolare che ha visto il progressivo spostamento del baricentro delle cooperative da particolari gruppi sociali o professionali alla società nel suo complesso. Mentre in passato le cooperative si preoccupavano in via prioritaria di soddisfare i bisogni di specifici gruppi all'interno della società, spesso individuati sulla base delle funzioni economiche svolte (lavoratori, consumatori, ecc.), le cooperative di comunità sono al servizio di un'intera comunità. In questo saggio ci interroghiamo sulla natura istituzionale della cooperazione di comunità così come si presenta oggi e su come questa si è sviluppata a partire da forme precedenti.
Apprendimento e comunità di pratiche 7 Michael Cole introduce la teoria del contesto che confronta l'approccio "universalista" alla cultura con quello "distribuito"; mentre nel primo le esperienze di apprendimento sono interpretate da un unico "elaboratore centrale" (universale all'interno di una medesima cultura), nel secondo il sistema di elaborazione è, appunto, distribuito e permette di collegare ogni singola esperienza d'apprendimento con la rispettiva prestazione attraverso schemi intesi come forme di codificazione e interpretazione della conoscenza. Il contesto gioca dunque per Cole un ruolo fondamentale per l'apprendimento poiché è un sistema di attività strutturate al cui interno gli individui interagiscono. Cfr. B.M. Varisco, Costruttivismo socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici, applicazioni didattiche, Carocci, Roma, 2002, pp. 112. 8 Utile a tal proposito la ricerca di natura etnografica di Geoffrey B. Saxe su un gruppo di ragazzini brasiliani che ha permesso di rilevare come la comprensione della matematica possa avvenire seguendo strategie non canoniche (come nel caso della matematica di strada). Ivi, pp. 115-116.
CAPITOLO 1: I gruppi nella prospettiva della psicologia sociale. La psicologia sociale ha come specifico campo di appartenenza lo studio dei modi e delle forme dell'articolazione fra il mondo psichico e quello sociale, e in specifico le zone in cui si intersecano queste due realtà. Essa consiste nel rinvenire nell'individuo le influenze delle sue appartenenze sociali e nel ricercare l'aspetto soggettivo di quanto accade nella realtà oggettiva. Nascita e contesto: Il funzionamento dei gruppi diviene oggetto di interesse scientifico negli U.S.A intorno agli anni '30 e la metà degli anni '50 poi la ricerca sui gruppi si spostò in Europa → rif storico dagli anni della Grande Depressione avvenuta alla fine degli anni Venti del secolo scorso che portò grande miseria e disoccupazione, all'avvento dei totalitarismi europei fino alla fine 2°GM: questi avvenimenti attuarono uno spostamento d'interesse per le misure di atteggiamenti allo studio dei processi di gruppo: gli psicologi sociali si sentirono chiamati al compito di capire in che modo l'azione sociale possa essere controllata e manipolata per cambiare gli atteggiamenti e il comportamento, invece di limitarsi a misurarlo. → rif scientifico: studi di Mayo presso gli stabilimenti Hawthorne sull'incidenza dei fattori umani sulla produzione e sul gruppo come organizzatore del comportamento degli individui → conclusioni: produttività del gruppo dipendeva dalla soddisfazione lavorativa dei suoi membri che a sua volta dipendente dalla struttura sociale che il gruppo si dava in maniera informale. Nel 1945 Lewin fonda il "Research Centre for Group Dynamics", che diventa il cuore di una serie di ricerche ed elaborazioni teoriche sul gruppo, concepito gestalticamente (L. in Germania aveva fatto parte della scuola della Gestalt), come una totalità dinamica che evidenzia caratteristiche diverse da quelle risultanti dalla forma delle sue componenti. Steiner = interesse per gruppi è legato e livello conflittualità, non interna, ma esterna. Oberlè = processi di gruppo dovrebbero essere indagati attraverso l'osservazione e ricerche sul campo. Sherif = gruppi possono essere studiati con metodologie diverse: 1. Interviste 2. Scale di atteggiamento 3. Tecniche indirette 4. Analisi di contenuto 5. Metodi sperimentali di laboratorio → non può essere punto di partenza per le indagini sui processi di gruppo che devono prima essere studiati sul campo Si ha quindi un dibattito su quale sia il miglior approccio scientifico da utilizzare per condurre le indagini sul gruppo, in particolare il gruppo sociale, poiché gli studi condotti, che avvenivano in laboratori, erano ritenuti troppo artificiali; gli esperti lamentavano la mancanza di studi di campo o di sperimentazioni su gruppi reali. Tale discussione portò alla conclusione che il gruppo doveva essere sia mezzo che oggetto dello studio. Si verificò un calo di interesse nel campo della psicologia sociale per lo studio dei gruppi, solo negli anni '90 nacque nuovamente questo interesse influenzato da due tendenze nello studio processi di gruppo: 6. Approccio europeo (Tajfel, Moscovici, Turner) 7. Social cognition (predilezione individuo più che sul gruppo, ciò causo molti dibattiti tra gli studiosi della materia) Gli psicologi sociali si differenziano fra coloro che adottano una prospettiva individualistica e una prospettiva collettivistica. • Prospettiva individualistica: si ritiene che la gente nei gruppi si comporti grosso modo come farebbe in una diade o da sola e i processi di gruppo non sono niente di sostanzialmente diverso da processi interpersonali fra un certo numero di individui.
2004
R u b b e t t i n o 30 1 V. la recente, dettagliata e interessante biografia di Popper, di
A brief introduction to the book "Montagne, comunità e lavoro tra XIV e XVIII secolo" (Mountains, community and work between 14th-18th centuries), R. Leggero (eds), Mendrisio Academy Press, Mendrisio 2015, ISBN 978-88-876-2472-4
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Rivista Di Diritto Agrario, 2009
Convegno I quartieri a Brescia: partecipazione e cittadinanza attiva , 2007
Psiche e Realtà, 2004
in A. D'Aloia (a cura di), La tempesta del Covid. Dimensioni bioetiche, Milano, FrancoAngeli, 2020