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Il contributo, dopo avere rilevato la tendenza della recente legislazione anticorruzione ad imporre soluzioni uniformi per l'intero sistema ammi-nistrativo, si sofferma sulle soluzioni in concreto adottate. Da un lato l'in-certezza del legislatore statale che, a tratti, emerge, è solo attenuata nel coinvolgimento " a valle " , con le intese, delle Regioni e degli enti locali per la fissazione degli adempimenti attuativi delle nuove misure. Dall'altro esistono situazioni diversificate che vanno da imposizioni lesive dell'auto-nomia organizzativa degli enti territoriali all'adozione di regole naziona-li, aperte ad una differenziazione virtuosa (ad elevare i livelli di garanzia dell'imparzialità amministrativa). Nelle conclusioni si avanzano ipotesi di contemperamento tra esigenze unitarie e di differenziazione con rifor-me anche di rango costituzionale.
Algoritmi a blocchi propagazione e correzione errori, 2016
Algoritmi a blocchi: propagazione e correzione degli errori Seconda parte Premessa In questa seconda parte esamineremo più in dettaglio come correggere gli eventuali errori in un testo crittografato, in modo da poterlo decrittare correttamente. E' necessario, prima di continuare, chiarire alcuni aspetti del problema: 1. per operare, il destinatario del crittato deve possedere sia l'algoritmo, sia la chiave utilizzata, non stiamo effettuando un attacco, soltanto cercando di risolvere un problema dovuto ad errore; 2. quanto descritto è possibile solo utilizzando un tool crittografico che non effettui il controllo di integrità del file crittato, altrimenti non sarà possibile aprire il file danneg-giato; 3. ci riferiamo sempre ed esclusivamente ad algoritmi simmetrici con modalità di critto-grafia conformi a quanto descritto negli standard , vedi ad esempio lo standard NIST http://csrc.nist.gov/publications/nistpubs/800-38a/sp800-38a.pdf 4. nella prima parte abbiamo ipotizzato un algoritmo che lavorasse su blocchi di 8 bit, che in realtà non esiste. Nella pratica useremo un DES standard con blocchi di 64 bit. 5. Quanto spiegato è utilizzabile solo qualora sia possibile individuare gli errori, quindi quando il testo in chiaro abbia un senso: errori nel crittografato di un file .exe, per esempio, non sono rilevabili, e quindi, correggibili.
Capitolo 16 -Dalla funzione all'azione. L'atto amministrativo
Nell'immaginario letterario la Sicilia 1 è presente, fin dall'antichità, nella sua duplice natura di luogo solare e infernale. Terra feconda, tanto da annoverare luoghi come la Conca d'oro, e vulcanica, l'isola è associata contemporaneamente a mitologie positive e negative, che la rendono allo stesso tempo Isola del Sole, in cui pascolano le greggi immortali, e patria dei violenti Ciclopi e di mostri come Scilla e Cariddi, secondo la tradizione omerica 2 . Una proverbiale fertilità fa da sfondo anche al mito del ratto di Persefone o Proserpina, cui è legata l'origine favolosa della prosperità siciliana. Nella versione di Diodoro Siculo 3 , Demetra dona il grano ai siciliani in segno di riconoscenza per l'aiuto offertole nelle ricerche della figlia. Per Claudiano 4 invece, Cerere concede la fertilità all'isola, che, ritenuta inaccessibile, era stata eletta a nascondiglio per Proserpina. Sintomatica della stessa doppiezza è la condizione della dea, che da divinità agreste diviene divinità infernale, in quanto sposa di Plutone.
2013
Su Ammiano Marcellino, ritenuto a ragione il maggiore storico pagano in lingua latina della tarda antichità, possediamo sporadiche notizie, desumibili quasi esclusivamente dalla sua stessa opera e da una epistola (1063 Förster), che gli sarebbe stata forse inviata dall'oratore Libanio nel 392 d.C. a Roma. Il retore, che denomina il destinatario della lettera Marcellino, lo descrive come originario di Antiochia, capitale della provincia di Siria. E dunque, se si ritenesse che il Marcellino chiamato in causa da Libanio sia da identificare con lo storico Ammiano Marcellino, la provenienza antiochena di quest'ultimo sarebbe assodata; ma fra i critici molti respingono tale identificazione (ex. gr. Fornara, Bowersock, Barnes, contra Matthews, Sabbah), proponendo, invece, per lo storico origini tessalonicesi, alessandrine, o fenice. Ad Antiochia comunque lo storico dovette risiedere a lungo, fin da giovane (anche se non ne fu originario), come mostrano gli ampi riferimenti alla città contenuti nella sua opera e i numerosi legami con influenti antiocheni (Kelly). Assodata è la sua data di nascita, risalente al 330 d.C.; mentre più controversa resta la definizione del suo status sociale di appartenenza. A lungo si è supposto che fosse esponente della classe curiale cittadina (Thompson, Viansino), ma la sua vasta e raffinata educazione bilingue e soprattutto il fatto che già nel 353, poco più che adulescens, fosse assegnato dall'imperatore Costanzo II come protector domesticus allo stato maggiore del magister equitum d'Oriente, Ursicino, inducono piuttosto a ritenere che appartenesse a una famiglia dell'élite militare o amministrativa dell'impero (Barnes, Kelly). A Ursicino restò sempre fedele, seguendolo prima a Nisibi in Mesopotamia, poi, nel 355, in Gallia, contro l'usurpatore Silvano, che venne annientato. Tornato in Oriente, ad Amida, insieme al suo comandante, subì nel 359 l'assedio e la sconfitta da parte dei Persiani, eventi che determinarono in seguito l'esonero dagli incarichi militari di Ursicino, per volere del detestato imperatore Costanzo II. Che cosa accadde ad Ammiano dopo tali rovesci resta difficile da stabilire. E' certo che nel 363 fu al seguito dell'imperatore Giuliano, quando, divenuto Augusto dopo la morte di Costanzo, promosse una nuova spedizione in Persia. L'impresa si rivelò nefasta, poiché, non solo comportò l'inaspettata morte del giovane imperatore, ma costò all'impero romano la perdita di ben cinque province situate oltre il corso del Tigri. Allora Ammiano probabilmente si ritirò a vita privata in Antiochia, compiendo viaggi in Egitto e in Grecia, di cui resta testimonianza nelle Res gestae. Dopo la gravissima sconfitta subita dall'imperatore Valente, nel 378, ad Adrianopoli, si trasferì infine a Roma, dove rimase probabilmente a lungo, senza mai conseguire l'ambita carica di senatore (vir clarissimus), ma certamente rivestendo quella meno altisonante di vir perfectissimus. Nella città ove, come è stato supposto (Barnes, Viansino, Kelly), giunse al seguito del conterraneo Flavio Ipazio, nominato Praefectus Urbis e in seguito Prefetto del Pretorio per volere dell'imperatore Graziano, lo storico trovò il clima adatto per la stesura definitiva della propria opera, le Res gestae, che scelse di redigere, in ossequio a Roma, in latino, nonostante fosse, forse, di formazione greca (Barnes, ma contra ex. gr. Fornara).
Il saggio esamina la tragedia di Marlowe Tamburlaine e mostra le analogie fra Tamerlano e il personaggio di Ercole nelle due tragedie senecane a lui intitolate. I tratti caratteristici del modello classico che si concentrano in Tamerlano sono il desiderio di potere, l’esercizio della violenza come segnale di valore eroico e la sfida alla divinità. Tuttavia, il valore fondante del modello classico si scontra con un’anomalia che caratterizza l’eroe moderno. Infatti il personaggio senecano è costruito su un’ambiguità: il forte individualismo si accompagna alla consapevolezza della propria diversità ed emarginazione dal mondo umano, il suo orgoglio si alterna al senso di inadeguatezza e al disagio della frustrazione nei confronti del mondo divino. Marlowe sceglie invece per Tamerlano una declinazione che isola la dimensione totalitaria dell’individualismo e le istanze di affermazione egotistica, dando forma a un personaggio privo di conflittualità e incertezze. Tale svolta conferisce a Tamerlano una dimensione di irriducibile monoliticità.
I personaggi e i fatti di questo romanzo sono immaginari; i luoghi e i paesi esistono. La città industriale non ha identità, anche perché l'autore non vuole che, con la pretesa di riconoscere una città o una fabbrica, si giunga ad attribuire soltanto a questa le cose narrate (M, 2). L'intento generale viceversa è straniante: nel testo vengono sempre omessi non solo il nome della fabbrica e della città in cui questa si trova ma anche ciò che vi si produce. Risultato di queste omissioni è il modo peculiare in cui è realizzato il cronotopo, ossia la specifica compenetrazione tra lo spazio e il tempo (BACHTIN 1979a, 231-405). La geografia di Memoriale è doppia e strabica: comprende il Canavese, spazio circostante gli stabilimenti Olivetti, ben identificato dal lago di Candia, dai nomi delle contrade, dei paesi, e delle chiese, ma anche una città senza nome in cui è localizzata un'industria astratta. Il tempo del racconto invece è ritmato dalla pendolarità dei percorsi quotidiani del protagonista, l'operaio-contadino Albino Saluggia, tisico e nevrotico, che dal lago di Candia si sposta in treno alla «fabbrica X» per farvi ritorno alla sera. Solo nel penultimo capitolo il cronotopo si spezza: Albino è rinchiuso nel sanatorio lombardo, luogo totalmente estraneo, dal quale avvierà la stesura di alcuni componimenti in versi.
Un gigante addormentato? Sfide e opportunità del turismo a Bagamoyo, 2023
In molti contesti il turismo si fonda su immaginari preconfezionati dei luoghi destinazione, a partire dall’illusoria ricerca di “autenticità”, di un grado zero culturale delle mete visitate. L’analisi antropologica, di fronte a questo esercizio, ha saputo invece scomporre il fenomeno turistico e individuarne le contraddizioni. La storia Bagamoyo, un piccolo centro portuale della Tanzania, è significativa dell’eterogeneità e delle stratificazioni culturali che vi si sono avvicendate nel corso dei secoli. Emerge qui con chiarezza come la cultura sia un fenomeno dalla natura dinamica e in perpetuo mutamento. Nonostante questa storia articolata, l’immagine di Bagamoyo è stata fortemente rimaneggiata per soddisfare e intercettare nuove opportunità di turismo: ne è emblematica la candidatura a patrimonio dell'UNESCO come porto di schiavi, nonostante la schiavitù non abbia mai rappresentato il centro dei commerci cittadini. Ciò nonostante, la ricerca sul campo indica come il turismo abbia avuto un impatto positivo sulla città: questo ha migliorato la sicurezza urbana, rafforzato la percezione locale del valore del patrimonio architettonico cittadino e aumentato le opportunità di mobilità economica e sociale delle persone che lavorano nel settore. In many contexts, tourism is based on pre-packaged imaginaries of destination places, starting from the illusory search for "authenticity", i.e. a cultural zero degree of the visited. Anthropological analysis, faced with this exercise, has instead been able to break down the tourist phenomenon and identify its contradictions. The history of Bagamoyo, a small port center in Tanzania, is significant of the heterogeneity and cultural stratifications that have come and gone over the centuries. It clearly emerges here that culture is a phenomenon with a dynamic and perpetually changing nature. Despite this articulated history, the image of Bagamoyo has been heavily remodeled to satisfy and intercept new tourism opportunities: its candidacy for UNESCO heritage as a slave port is emblematic, despite the fact that slavery has never been the center of Bagamoyo trade. Nonetheless, field research indicates that tourism has had a positive impact on the city: this has improved urban safety, strengthened local perceptions of the value of the city's architectural heritage, and increased the opportunities for economic and social mobility of people working with tourists.
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La Puglia meridionale tra il III e il II sec. a.C.: alcune considerazioni, 2022
Industria, ambiente e territorio. Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia, a cura di S. Adorno e S.Neri Serneri, 2009
in BERSELLI Maurizio, Storie folk. Il folk revival nell’Italia settentrionale e centrale raccontato dai protagonisti. Testimonianze e documenti, Modena, Edizioni Artestampa, USB card allegata., 2020
Dizionario delle scienze e delle tecniche di Grecia e Roma, 2010
TESI VITO RICCARDI DIRITTO DEL LAVORO
Roma nel Rinascimento, bibliografia e note, pp. 281-282, 2023
Dizionario delle scienze e delle tecniche di Grecia e Roma, 2010