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L’Imperiale Regia Scuola Tecnica di Venezia, nell’istruzione ottocentesca veneziana tra arti, arte e commercio, 2019
The education of artisans and artists in the nineteenth century finds a concrete answer with the foundation of “L’Imperiale Regia Scuola Tecnica di Venezia” by the government of the Lombardo-Veneto Kingdom. Criticisms and developments.
Il crescente peso della Russia nell’economia mondiale e nella finanza internazionale, 2011
Dopo la fine del sistema sovietico, il PIL russo si ridusse ininterrottamente fino al 1996, mentre la dinamica dei prezzi continuò ad aumentare quasi ininterrottamente. Nel 1997 la liberalizzazione dei mercati produsse una momentanea ripresa produttiva, mentre nel 1998 i cronici deficit di bilancio, l’elevato costo della guerra in Cecenia, la crisi finanziaria asiatica, la recessione economica mondiale ed il conseguente declino della domanda di prodotti petroliferi determinarono un pesante deprezzamento del rublo, una grave stagflazione (con una caduta del PIL del 5% ed crescita dei prezzi finali dell’85%), una massiccia fuga di capitali all’estero, la chiusura di alcune importanti banche ed un inatteso default sul debito interno. E. Rivera, Il crescente peso della Russia nell’economia mondiale e nella finanza internazionale, in Prospettive dell'Economia, n. 4/2011, pp. 65-74, ISSN 1827-7071.
La vita nel territorio dell'attuale Russia è attestata almeno dal II millennio a.C.; si parla di popolazioni stanziate sulle rive dei fiumi Ladoga e Dnepr. Si sa che 2000 anni fa i protoslavi occupavano la zona tra il Mar Nero e il Mar Caspio e le zone dell'attuale Crimea, che era una zona grande due volte la Francia, ma costituita prevalentemente di steppe e paludi. Alla metà del primo millennio un ceppo indoeuropeo giunse in quei luoghi dal versante settentrionale dei Carpazi portandosi fino al medio Dnepr, nella zona a sud delle attuali Polonia e Bielorussia, e spingendosi verso sud-ovest, fino alla zone dell'attuale Ucraina. Gli Slavi, poi dispersisi, occuparono un vasto territorio, erano accerchiati dalle popolazioni dei Balti e degli Ugrofinni a nord ed est, dei Germani a ovest e degli Iranici a sud. Dal VII sec a.C. il popolo dei Finni (suddiviso in Čudi e Ugri) si spinse verso gli Urali, ma venne poi scacciato verso Nord dalle invasioni delle popolazioni barbariche provenienti dall'Asia. A questo periodo risale la testimonianza di Erodoto su una popolazione chiamata Sciti, di origine indoeuropea, che conquistò la zona a nord del Mar Nero che si estendeva dal Don al Danubio. Secondo la testimonianza di Erodoto, gli sciti erano divisi in tre rami: Gli sciti agricoltori erano stanziati lungo il corso del Dnepr, nelle cosiddette terre di černozëm Gli sciti nomadi occupavano le zone a oriente Gli sciti sovrani erano stanziati sulla costa del Mar d'Azov. Al tempo di Erodoto a Oriente del Don c'era la popolazione dei Sarmati, che verso il 200 a.C. si impadronì del territorio degli Sciti. Storicamente saranno confusi con gli Sciti e si parlerà di una popolazione unica. 2 Nel VI sec. agli Unni subentrarono gli Avari, poi gli Ungheri, che si stabilirono in maniera stanziale nella zona dell'attuale Ungheria. Intorno al 650 i Chazari (una popolazione di etnia turco-tatara) si stabilì nel territorio tra il Caucaso, il Mar Nero, il Mar Caspio, il Volga, l'Oka e il medio Dnepr. In questo periodo si ricordano anche le popolazioni dei Pečenegi, i Polotsy (che si stabilirono nelle zone della Slavia attorno al 1050) e i Tartari, che rappresentarono una minaccia per la Russia fino al tempo di Pietro il Grande. ALTRE LE TESTIMONIANZE SUGLI SLAVI Non si può definire con certezza il periodo in cui gli Slavi si stanziarono nel territorio della Slavia, ma nel 550 Procopio racconta di Salvi e Anti. I Salvi erano una popolazione stanziata a Occidente dei Carpazi, lungo il corso dell'Oder e dell'Elba e, dopo la disfatta degli Unni sul Baltico, si espansero anche nei territori delle odierne Bulgaria, Grecia ed ex-Jugoslavia. A Nord e Nord-Est entrarono in contatto con i Finni, che scacciarono. Si sa che gli Slavi pagavano un tributo ai Chazari, ma che in cambio avevano la possibilità di commerciare (VII sec). si parla di molte tribù protoslave, le più importanti delle quali erano i Dregoviči (che si stanziarono sul fiume Pripjat', dove fondarono la città di Turov), i Drevljani, i Poljani (sul cui territorio c'era Kiev). Queste popolazioni dovevano comunque occupare territori contigui almeno fino al V o VI secolo, quando si dispersero, all'epoca delle grandi migrazioni. In questo periodo conquistarono i Balcani e le steppe russe. Fino a quest'epoca tutti parlavano la stessa lingua detta Slavo comune (di cui non si sono conservate tracce, poiché fino al IX secolo gli Slavi non ebbero scrittura).
in P. Carta, X. Tabet (a cura di), Machiavelli nel XIX e XX secolo = Machiavel aux XIXe et XXe siècles, Padova: CEDAM, 2007, p. 265-286
a cura di PAOLO CARTA e XAVIER TABET
Il lavoro rappresenta circa 4 anni di ricerche sia in musei che sul campo con relativo studio dei ricercatori archeologi che ho trovato disponibili. L'ipotesi qui presentata è che la casa tipica slava, izbà, è nata nel Bacino del Danubio già 7000 anni fa e che è stata recepita e adottata insieme da Germani e Slavi quando queste etnie sono apparse nella Mitteleuropa. Successivamente mentre i Germani, vicini alle cave di pietra passavano al Fachwerk, gli Slavi passavano all'izbà completamente di legno, facilmente smontabile e trasportabile durante le migrazioni alla ricerca di nuova terra da coltivare. Lo studio si ferma naturalmente al 1500 all'instaurazione dell'Impero Moscovita.
volerlo ? Noi in verità conosciamo molte genti che possiedono una cultura scritta ed attribuiscono la lode a Dio ciascuna nella sua lingua. Risulta che questi popoli Costantino il Filosofo si recò insieme al fratello Metodio a Roma, dove era stato convocato dal papa Nicola I. Quando vi giunse nell'869, quel papa era morto ed egli consegnò ad Adriano II le reliquie di S. Clemente papa come gesto di buona volontà da parte di Bisanzio. A Roma, poco prima di morire, vestì l'abito monastico, prendendo il nome di Cirillo. Il suo corpo riposa nell'antica chiesa di S. Clemente. Il fratello Metodio fu consacrato vescovo e ripartì per la missione. Più che in Moravia, l'opera di Cirillo e Metodio, grazie soprattutto ad un gruppo di attivi discepoli, ebbe successo in Bulgaria. Fecero una puntata anche nell'impero dei Khazari (attuale Russia europea orientale) ma, come si è detto, proficua fu l'opera dei loro continuatori nelle attuali Bulgaria, Macedonia e Serbia. . Secondo la tradizione, già uno dei tre fratelli varaghi che furono chiamati in Russia verso la metà del IX secolo si era convertito al Cristianesimo. Si tratta di Askol'd, che prima di morire avrebbe ricevuto il battesimo come "Nicola". Ma è probabile che questa tradizione sia sorta in conseguenza del fatto che sulla sua tomba a Kiev fu poi costruita una cappella di S. Nicola. Una prima diffusione del Cristianesimo è attestata già al tempo di Igor (945), e la sua vedova Ol'ga, secondo gli Annali di Hildesheim, nel 959 ricevette il battesimo a Costantinopoli. Il figlio Svjatoslav, però, non ne volle sapere. Sarà Vladimir, figlio di Svjatoslav e di una serva di Olga, a promuovere la conversione della Russia al Cristianesimo nel 988.
ALessi
Una madre saggia per il popolo russo <<C'era una volta una regina che detestava suo marito. Si chiamava Caterina, e suo marito, Pietro, era l'imperatore di Russia. Anche il popolo russo lo trovava malvagio e arrogante. Caterina sapeva che sarebbe stata più brava di lui a governare il Paese>>. Nata a Stettino, fu battezzata 1 come Ekaterina Alekseevna. Nella "Semiramide del Nord" è ben descritta: << La futura "Stella Polare" non ha ancora quindici anni; la sua statura è normale ma elegante e slanciata e l'abitudine ch'ella ha di portar la testa alta la fa già apparire maestosa. Il suo sguardo è da sovrana […] un raro sorriso è evidente, per quelli che la conoscono, ch'ella ha un progetto di seduzione >>. 2 Il suo matrimonio fu infelice, comprese infatti ben presto che avrebbe dovuto escogitare un modo per essere felice da sola. In solitudine, trascurata da un marito a cui era stata data in sposa, furono i libri a riempire improvvisamente la sua vita. Iniziò a dedicarsi agli studi, in particolar modo, alla lettura di Montesquieu ("Lo spirito delle Leggi") e a Voltaire. Con quest'ultimo la sovrana intrattenne una corrispondenza epistolare di natura propagandistica che le risultò favorevole, visti i contenuti, per distogliere qualsiasi accusa nel suo coinvolgimento nella recente uccisione del marito Pietro III. Celebrando la sovrana con appellativi come "Semiramide del Nord", "Stella del Nord" o ancora "Regina di Saba", Voltaire riprendeva denominazioni già attribuite alla predecessora Elisabetta ma presto dimenticate. Nei primi anni, la "Stella del Nord" seguì molto la linea di Pietro il Grande, la strada intrapresa verso l'Occidente e anche il tipo di monarchia liberale. Più tardi, si propose come sovrana illuminata con l'obiettivo di fare della Russia una grande potenza europea. Nel 1767 convocò una Commissione Nazionale per l'emanazione del nuovo codice di leggi, i cui fondamenti erano esposti nel Nakáz (Istruzione): raccolta innovativa e moderna, vi erano presenti infatti principi come la divisione dei poteri, la legittimazione del potere assoluto del sovrano, l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. L'aspetto più interessante dell'Imperatrice fu la sua assoluta singolarità: diversamente dalle precedenti zarine Anna ed Elisabetta, Caterina riconobbe la cultura come uno strumento di relazione (ricordiamo l'apertura della prima scuola femminile)-avida di sapere com'era voleva diffonderla; a dimostrazione di ciò, si ritiene cha la stessa sovrana partecipasse ad un'attività giornalistica. Secondo lo Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori, 2017 (pg. 34) 1 Mario Mazzucchelli, La Semiramide del Nord, Milano, Corbaccio, 1930 (pg.25) 2 di 1 5
Il funzionamento della scuola elementare nell'Italietta fascista in un piccolo comune di campagna, osservato attraverso i libri di testo, i registri dei docenti e i provvedimenti del direttore didattico
Gianfranco Calabrese – Philip Goyret – Orazio Francesco Piazza (edd.), Dizionario di Ecclesiologia, Città Nuova, Roma, pp. 1298-1301, 2010
Presentazione dei principali teologi della Scuola Romana, professori dell'Università Gregoriana e importanti teologi del Concilio Vaticano I.
L'attuale situazione economica, politica e sociale richiede a tutti coloro che operano nella Sanità parti-colari sforzi per cercare di ideare e mettere in atto nuovi modelli organizzativi e gestionali, sperimentando nuove forme di interazione tra chi ha idee e chi ha le capacità di realizzarle. L'interazione tra i ricer-catori e le aziende, tuttavia, non è sempre agevole per una mancanza di una lingua comune. " L'Accademia delle Idee " è un nuovo progetto della Società Italiana di Nefrologia (SIN) per rispondere a questa proble-matica. Il fine di questo progetto è quello di consentire ai giovani ricercatori (età inferiore a 40 anni) di poter interagire in modo proficuo con le aziende e di fornire il supporto tecnico necessario per la realiz-zazione di uno studio di fattibilità (business plan) che possa attirare eventuali investimenti di aziende ope-ranti nell'ambito sanitario. In questo articolo saranno presentati i principi, la metodologia e le tempistiche de " L'Accademia delle Idee ".
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Mare nostrum 2, pp.168-183, 2021
L'ultima erede indoeuropea? La Rus' di Kiev! , 2017
2017
Актуальные проблемы высшего медицинского образования в России XVIII – начала XXI вв.: сборник статей Всероссийской научно-практической конференции, посвященной 125-летию Первого СПбГМУ им. акад. И.П. Павлова и 80-летию Военно-медицинского музея, 2022