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AI-generated Abstract
Esplora come l'arte e il design urbano interagiscono per riqualificare gli spazi pubblici, ponendo l'accento sul sentimento del piacere e sulla rivitalizzazione del paesaggio urbano. Attraverso esempi concreti di interventi artistici e architettonici, viene proposta una nuova modalità progettuale che sottolinea l'importanza dell'estetizzazione dell'esperienza urbana, dove l'arte non solo abbellisce ma crea spazio per l'invenzione e la partecipazione attiva dei cittadini.
FrancoAngeli, 2023
La maggior parte del patrimonio architettonico italiano è racchiuso nei piccoli centri. Questi ultimi, esclusi dalle grandi trasformazioni del dopoguerra, conservano nel patrimonio architettonico inalterato l’identità di un luogo. La rete delle piccole città della costa ionica siciliana è il perfetto campo d’indagine per una ricerca che mira a sperimentare le potenzialità del disegno. Questi piccoli centri conservano, infatti, l’identità culturale e architettonica di questa porzione di Sicilia; affondano le radici nel medesimo substrato economico e culturale, ed hanno conservato, almeno in parte, un linguaggio autoctono tanto nell’architettura che nella struttura morfologica urbana. La ricerca che le riguarda è stata progettata per essere sostenibile. Essa tiene conto non solo dell’accrescimento della conoscenza scientifica, tramite la nuova documentazione, ma coinvolge l’ambito sociale e, indirettamente, quello economico. In primo luogo la ricerca amplifica la visibilità dei centri utilizzando una strategia comunicativa comune che rappresenta le città come i nodi di un’unica rete. In secondo luogo la “comunicazione ampia” e “attrattiva” coinvolge un pubblico vasto e incrementa consapevolezza del valore del patrimonio e il senso di appartenenza delle comunità locali. Rinsaldare il legame affettivo fra la comunità locale e lo scenario urbano è, a mio avviso, il primo passo per un processo di salvaguardia e di conservazione sostenibile. Di fatto la ricerca prova a interpretare alcune esigenze che la valorizzazione di questo territorio richiede: la transizione digitale; le strategie per la comunicazione; l’identità dei luoghi.
U+D Urbanform and Design ISSN 2612-3754 (print) ISSN 2384-9207 (online), 2020
U+D Raramente un libro che raccolga risultati di sperimentazioni didattiche riesce a palesare una teoria: al contrario in questo libro-manifesto, Antonello Russo guida gli studenti e gli studiosi in un appassionato itinerario, dal particolare all'universale e dall'elementare al complesso, che approda attraverso esercizi di grammatica compositiva-insediativa alla configurazione di una nuova sýntaksis-disposizione d'architettura e territorio. Alla odierna città diffusa e generica, che il birignao degli archialternativi ha nobilitato quale junk space da città spazzatura qual è, Russo oppone un modello di città per isole, in grado di accordare la condizione aperta e discontinua della città contemporanea con la compiutezza di parti-isole dalle forme urbane finite e intelligibili. Ne scaturisce un arcipelago di unità concluse: sono frammenti di città sospesi e incastonati in un paesaggio amorosamente tessuto dalle cure agricole o miracolosamente restituito al topos originario della sua naturale geografia (secondo la lezione di Lucio Gambi); un paesaggio ampio ed accogliente, che non è lo scarto-vuoto di risulta cui ci ha assuefatto la conurbazione onnivora della città attuale, ma si profila come il luogo delle distanze necessario per riconoscere le relazioni tra le isole urbane in una produttiva e reciproca tensione. In questa ottica, le forme della terra e le forme di nuovi sistemi insediativi si definiscono reciprocamente come elementi paritari, ma distinti, di una medesima composizione-ricomposizione della città contemporanea. Questa visione urbana è il frutto di una personale linea interpretativa della Composizione Architettonica, sviluppata nel libro di A.R. intorno a due temi. Il primo è quello, oggi cogente, dell'abitare collettivo: che approfondisce il contributo -trascurato proprio nelle nostre sedi universitarie -dei quartieri italiani del secondo dopoguerra, rinnovandone l'eredità culturale. Il secondo tema -contestando l'attuale estetica della sparizione, che occulta la corporeità dei manufatti edilizi nel gioco di specchi delle trasparenze e nei camuffamenti del biomorfismo -si concentra sul rapporto tra architettura e costruzione. In questo modo, l'architettura torna ad essere la disciplina depositaria degli strumenti e dei processi di lettura, ri-significazione e costruzione dei luoghi, attraverso una attuale interpretazione dei loro caratteri identitari che viene verificata nel progetto: evitando il facile determinismo dei transiti dimensionali che procedono attraverso meccanici ingrandimenti di scala, A.R. indaga e propone una relazione simultanea tra la scala del dettaglio e la scala del territorio, in un salutare cortocircuito di elementare e complesso che entra immediatamente nel merito delle tecniche costruttive come ricomposizione delle materie del territorio nei materiali del progetto. Questa sperimentazione sugli statuti costruttivi/formali della Composizione, come strumenti disciplinari di controllo tettonico del progetto, permette a Russo di governare il passaggio dalla definizione tipologica dell'architettura alla sua adeguatezza topologica; e di rielaborare l'idea di misura della tradizione italiana capace di saldare il manufatto con la sua dimensione urbana: in una originale risalita al concetto di città per parti attraverso queste sue isole che s'inverano come un nuovo piranesiano Campo Marzio di frammenti insediativi. Per questo motivo Marco Mannino, nella sua bella prefazione, può parlare a
in Welfare Space Emilia, a cura di W. Guerrieri e S. Munarin, Linea di confine, Rubiera 2013, pp. 133-136
Salvatore Gregorietti. Un progetto lungo cinquant’anni //A fifty-year project, 2017
FirenzeArchitettura, 2019
Il tetto e il giardino: due invarianti che incarnano le idee del chiudere la costruzione verso il cielo e dell’accogliere la natura nella vita domestica e civile dell’uomo. Tali invarianti sono tradotte, in un trasferimento scalare di valori, nell’idea di coronamento di pietra della città greca – nell’Acropoli – e nel suolo vegetale della città medievale – nel Campo dei Miracoli di Pisa. Nell’idea del “tetto-giardino” di Le Corbusier, natura del suolo e artificio del coronamento evolvono in un’unica concezione plastica dell’edificio e della città.
AND. Rivista di Architetture, città e architetti, 2024
Le popolazioni di oggetti create dall’uomo costituiscono una catena ininterrotta fin dai tempi più remoti, con forme di coesistenza tra l’archeologico e le nuove tecnologie, in una dimensione di perenne trasformazione del sistema artificiale. Le diverse categorie sono soggette a processi evolutivi influenzati dai contesti storici, economici, sociali, artistici, dall’evoluzione dei materiali e delle tecniche che caratterizzano le loro complesse e molteplici narrazioni. Dai diversi percorsi assimilabili a ramificazioni genealogiche, i manufatti possono estinguersi o ibridarsi attraverso grandi o piccoli cambiamenti, con modifiche e sostituzione di parti e componenti che ne trasformano le proprietà e l’identità. I sistemi di prodotti sono quindi soggetti a una sorta di “mutazioni”, simili a quelle riscontrabili negli organismi viventi. Il contributo analizza affinità e differenze tra naturale e artificiale utilizzando l’analogia darwiniana, per poi considerare specifici casi evolutivi inerenti la categoria delle sedute.
Soundscape of Histories Entwined: Food and Music 1400-1850, 2024
La ricerca si concentra su un pendant di opere di Cristoforo Munari, esposte nel Museo Civico Amedeo Lia della Spezia, raffigurante alimenti, strumenti musicali e suppellettili esotici, tutti elementi ricorrenti nella produzione artistica del pittore emiliano. Un focus per svelare come il pittore abbia legato i soggetti delle sue tele, riflettendo le tendenze culturali del suo tempo, all’ambiente accademico fiorentino e, in particolare, all’opera letteraria di Lorenzo Magalotti. Lo studio si avvale di un approccio multidisciplinare che verte sull’analisi stilistica, iconografica e organologica degli elementi legati alla rappresentazione dei sensi, quali strumenti musicali, cibo e rimandi esotici. È stata necessaria la ricognizione dell’intero catalogo di Munari, anche alla luce del confronto con soggetti analoghi, realizzati da pittori coevi. L’élite medicea a cavallo tra Sei e Settecento offre i termini di un collezionismo sospeso tra vanità barocca e gusto esotico, evocato dai dettagli presenti nel pendant del museo spezzino. In quest’ottica è stato possibile approfondire aspetti inediti di due tele finora relegate ai margini del catalogo di Munari.
TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment
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Abitare il futuro... dopo Copenhagen. Atti delle Giornate lnternazionali di Studio, pp. 419-429, 2010
Chiara Baglione, a cura di, Angelo Torricelli. Architettura in Capitanata, Il Poligrafo, 2014
V. Nizzo e L. La Rocca (a cura di), Antropologia e Archeologia a confronto: rappresentazioni e pratiche del sacro, Atti dell’Incontro Internazionale di Studi (Roma, 20-21 maggio 2011), Roma 2012, pp. 595-607, 2012
Abitare il nuovo/abitare di nuovo ai tempi della crisi. 2° Edizione di “Abitare il Futuro”. Atti delle giornate internazionali di studio, Clean, Napoli, 2012
Urbaniana University Journal, LXXVII, 2, 2024
L' ARCA DEI SANTI. Ernesto Lamagna
Cinque SI per guarire la giustizia. Diario politico sui referendum, 2022
Education Sciences Society, 2015