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Francesismi nel lessico culinario siciliano_BALI_2005

2005

Abstract

I «Bollettino dell'Atlante Linguistico Italiano», III Serie, 29 (2005), pp. 63-146. 1 Non sono stati inseriti i francesismi di cui non è traccia nella lessicografia siciliana (neppure in quella più recente), intorno ai quali, forse, qualcosa di più potrebbe suggerire lo spoglio di opere letterarie in dialetto, ancora da effettuare (da troppo poco tempo, infatti, è partito, sotto la guida del Prof. S.C. Trovato della Facoltà di Lettere di Catania, il progetto di ricerca che ha come obiettivo la realizzazione di un corpus di testi siciliani, compresi nell'arco di tempo che va dall'Unità d'Italia ai nostri giorni). Si potrebbe in tal modo verificare se già nell'Ottocento il dialetto aveva accolto parole come bbabbà, bbignè, profitterò, rrollè e rrollò, ecc. -oggi sicuramente note ai dialettofoni -o se l'ingresso di tali voci nel dialetto coincide, nel Novecento inoltrato, con il definitivo avvento dell'italiano, che già le possedeva da tempo. 2 Da quando, nell'a.a. 2001-2002, avviai il progetto della mia tesi di dottorato, Vocabolario storico-etimologico dei gallicismi e dei francesismi del siciliano, discussa nel marzo del 2004 presso il Dipartimento di Filologia moderna della Facoltà di Lettere di Catania. 3 A più riprese soffermatosi sull'influsso del francese sull'italiano in varie puntate di Lingua Si possono ricordare ad es. solo Jost 1967 per i dialetti del sud d'Italia (abruzzese, napoletano, pugliese, calabrese e siciliano), relativamente a prestiti antichi e recenti, e Zolli 1971 per il veneziano, limitatamente a prestiti recenti. 5 Ad es. gli studi di