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Nel corso del secolo scorso, il '900, il tema dei diritti umani è stato oggetto di un'attenzione rinnovata da parte non più di filosofi e utopisti soltanto, ma anche di uomini di Stato. Alla fine della Prima Guerra Mondiale venne istituita una Commissione sulle responsabilità degli Autori della Guerra e sull'applicazione delle Sanzioni 1 e nei Trattati di Versailles 2 e di Sevres 3 furono inserite clausole tendenti a punire l'imperatore di Germania, Guglielmo II, reo di gravissima offesa alla moralità internazionale e alla sacralità dei trattati, i dirigenti turchi responsabili del primo olocausto del secolo (lo sterminio degli armeni) e, in generale, chi si fosse reso responsabile di gravi crimina iuris gentium.
The aim of this work is to analyse in detail the process and the reasons of the progressive dissolution of United States hegemony in today's and future's world, with a time horizon that spawns from today to 2030, and try to understand the possible new future for the international relations world, using prominently the realist hegemony theory. The analysis is carried out in five different chapters in which the matter is explored using different points of view, in way to describe at the best the change that is going on throughout this years and the near future in international relations with a special attention on strategic and military consequences of the decline of American power. The first chapter deals with the more philosophical and theoretical aspect of the matter analysing causes and possible consequences using the four main theories of international relations: Realism, Liberalism, Marxism and Constructivism.
In italy to teach in the public schooò ther eis the necessity to pursue a specialization. withaut this one you cannot teach. On the way the teacher had to experiment different methodologies and strategies so that people can easily apprehend. Here there is a short description of an UDA for teachers chemistry.How to present result , how to put result inside in the right way are one of the aim of this work. New way of teaching, in an original way also is shown. The work is in Italian language
La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza; è l'attitudine a discernere il bene dal male, il bello dal brutto…" H. ARENDT, La banalità del Male "Dal che si potrebbe concludere che più un bugiardo ha successo, più gente riesce a convincere, più è probabile che finirà anche lui per credere alle proprie bugie." H. ARENDT, La menzogna in politica "Sono le scelte che facciamo…che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità." J.K. ROWLING, Harry Potter e la Camera dei Segreti INDICE INTRODUZIONE I° CAPITOLO: PROFILI CRIMINOLOGICI (Una teoria) [pag. 7] 1.1 Criminalità trasmessa 1.2 Le indagini 1.3 Tre casi di imprese "delinquenti abituali" 1.4 Le violazioni tipiche 1.5 Colletti bianchi e crimine organizzato: un legame che funziona II° CAPITOLO: EVOLUZIONE "EUROPEA" DEL FENOMENO [pag. 44] 2.1 Una criminalità transnazionale 2.2 Financial Crime in Europe: Una panoramica europea 2.3 Alcuni esempi di criminalità economica "dei nostri tempi" 2.4 Nuove forme globalizzate di criminalità economica 2.5 Profilo del criminale economico III° CAPITOLO: UN FENOMENO ITALIANO [pag. 82] 3.1 Gli scandali economici tra fine Ottocento e inizio Novecento 3.2 Lombrosiani e "white-collar crime" 3.3 Corsi e ricorsi storici 3.4 Il post Tangentopoli: un'occasione mancata 3.5 "Senso dello Stato" e prospettive future IV° CAPITOLO: PROFILI RIEDUCATIVI NEL CONTRASTO ALLA CRIMINALITÁ ECONOMICA [pag. 117] 4.1 Sistema sanzionatorio e scopi rieducativi 4.2 Il trattamento (rieducativo) penitenziario 4.3 L'affidamento in prova al servizio sociale 4.4 L'affidamento in prova al colletto bianco CONCLUSIONE INTRODUZIONE "White-Collar Crime": un termine tanto affascinante quanto complicato. Il mio lavoro è frutto di una curiosità personale che ho maturato durante il corso di Criminologia del professor Melossi, nell'ambito delle lezioni dedicate a Edwin Sutherland. Una curiosità che è stata fomentata, successivamente, durante il corso di Diritto Penitenziario del professor Pavarini, nell'ambito dello studio dell'affidamento in prova al servizio sociale nei confronti dei c.d. "colletti bianchi". I colletti bianchi sono coloro che, negli anni Trenta del secolo scorso, "portavano la camicia". La classe privilegiata, dirigenziale, politica e amministrativa della società; una classe che ha sempre goduto, nell'immaginario collettivo, di una relativa o quasi totale impunità. Sutherland richiamò per la prima volta l'attenzione sul tema del crimine dei colletti bianchi in occasione del discorso presidenziale da lui tenuto nel 1939 alla conferenza della Società Americana di Sociologia. Dopo aver passato in rassegna i reati commessi dalle imprese, egli concluse affermando che si trattava di comportamenti non molto diversi da crimini comuni quali i furti e le rapine, sui quali di solito si appuntano le apprensioni della collettività e l'attenzione delle agenzie del controllo penale. Sutherland pose l'accento anche sulla dannosità del crimine dei colletti bianchi. In ambito italiano dobbiamo a Lombroso e ai suoi seguaci le prime riflessioni sulla criminalità economica e, soprattutto, bancaria dell'Italia unificata. Le stesse riflessioni che suscitarono scandalo e apprensione presso le alte cariche della società che, per la prima volta, iniziano a vedere compromessa la propria posizione. Scandali su scandali che si susseguono, come una cascata di eventi che sembra non avere fine. Mi sono mosso all'interno di un terreno scomodo, fatto di mezze verità e di informazioni difficili, tutt'ora, da reperire. I dati che sono stati raccolti provengono dai mezzi di informazione o da materiali raccolti faticosamente nelle ricerche svolte dagli autori citati. La mia analisi è basata su un approccio criminologico e, in ultima istanza, prende in considerazione l'ambito penitenziario. Le ragioni dell'influenza che Sutherland ha esercitato a livello mondiale per gli studiosi della materia, deriva dal principio che, per analizzare il comportamento criminale, non contano le differenze individuali, ma piuttosto l'ambiente che gli individui frequentano,; che i valori si apprendono e si assumono dall'habitat sociale; che esiste una sorta di determinismo nelle scelte comportamentali dei singoli, connesso alle relazioni interpersonali. La scoperta della criminalità economica potrebbe apparire del tutto ovvia oggi, ma non lo era nel 1940. La criminalità economica si è evoluta rapidamente, i delitti dei potenti dimostrano che il comportamento criminale può essere determinato da una serie di variabili e, allo stesso tempo, da una serie di variabili opposte: lo studio della criminalità dei potenti ha permesso di svelare i meccanismi che facilitano l'illegalità imprenditoriale, quella politica e amministrativa. Vi sono, oggi, difficoltà notevoli nel definire crimine del colletto bianco, crimine economico e crimine organizzato. Soprattutto i primi due, tendono ormai ad essere considerati sinonimi. Da un lato, queste difficoltà si devono alla straordinaria varietà di forme sotto le quali questi crimini si presentano; dall'altro, le difficoltà sono generate dalla stessa disciplina accademica che dovrebbe fornire definizioni illuminanti. ad adottare una definizione e una teoria unica per le tipologie di crimini in questione, preferendo concentrare le proprie forze nell'analisi dei casi e nello studio di strategie sia difensive che offensive. Siamo solo all'inizio, nonostante qualcosa si sia già mosso a livello politico e legislativo, ma il percorso da fare è lungo e tortuoso, anche solo per potersi semplicemente difendere dalla criminalità "white-collar". Tuttavia qualcosa si è mosso. In particolar modo nell'azione e nel ruolo consapevole dei mezzi d'informazione, che sollevano e agitano le coscienze popolari. Specialmente in periodi come quello che stiamo attraversando in questi anni, di grandi crisi economiche e finanziarie, l'abuso di fiducia e potere non può essere tollerato. Sempre che venga individuato. 7 CAPITOLO 1 PROFILI CRIMINOLOGICI (una teoria) Prima di entrare nel merito della questione, ritengo fondamentale ricordare brevemente il periodo storico in cui si sviluppò la teoria del "white-collar crime". Si parla degli Stati Uniti del primo dopoguerra, quando gli USA diventarono la prima potenza economica mondiale e raggiunsero livelli di ricchezza molto più alti di quelli dell'Europa. Fra il 1922 e il 1928 la produzione industriale era cresciuta del 64% rispetto al magro 12% del decennio precedente. La diffusione della seconda rivoluzione industriale implicò produzione di massa in tutti i settori mentre la nascita di nuove forme di distribuzione, di nuove tecniche pubblicitarie e della possibilità di acquistare i prodotti a rate, favorì il consumo di massa. Nel corso degli anni venti l'investimento in borsa era diventato un fenomeno di massa: sempre più persone investivano i propri risparmi acquistando azioni per poi rivenderle poco dopo incassando la differenza. Nel 1925 nella Borsa di New York si trattavano 500.000 azioni salite a 1.100.000 nei primi mesi del 1929. Inoltre, fra il 1927 e il 1929, il valore delle azioni raddoppiò. L'euforia speculativa di Wall Street crollò improvvisamente il 24 ottobre 1929 (il "giovedì nero") quando vennero ceduti milioni di azioni con un ribasso delle quotazioni apparentemente inarrestabile. L'amministrazione Hoover, insediatasi da appena pochi mesi, non fu in grado di affrontare con misure adeguate la crisi: la disoccupazione arrivò a toccare punte del 20%, le industrie chiusero mentre migliaia di banche, non rimborsate dei prestiti concessi, fallirono, scatenando il panico fra i risparmiatori. Nel 1932 Franklin Delano Roosevelt diventò Presidente e inaugurò un periodo del tutto nuovo per gli Stati Uniti, il famoso New Deal: un nuovo patto per i cittadini americani. Un patto all'interno del quale "poteri sociali massicci d'intervento e di controllo dell'economia non erano però accompagnati da politiche di pubblicizzazione e di nazionalizzazione della proprietà privata" (Melossi, 2002). Il diritto basato sulla proprietà privata aveva fallito, andava quindi instaurandosi un nuovo diritto governativo di controllo politico delle grandi aziende. L'intento delle grandi aziende, soprattutto pubblicitarie, era quello di trasformare le masse, protagoniste politiche dello sviluppo storico, in consumatori: un'omologazione culturale senza precedenti. Dal punto di vista del potere, assistiamo al passaggio da un controllo del potere armato a un controllo "sociale", ben più efficace, in quanto molto più democratico. 1.1 Criminalità "trasmessa" L'America delle opportunità: gli Stati Uniti da sempre rappresentano un vero e proprio Paese d'immigrazione. La scuola di Chicago ben colse gli aspetti più importanti di questo processo. Certo gli Stati Uniti riuscirono a cogliere le opportunità che scaturivano da così tanto capitale umano, e non respinsero l'ondata migratoria. Questo ovviamente non fu un processo indolore. Le teorie del conflitto legate al tema migratorio sono varie, ma, in particolare, vorrei ricordare la teoria di Edwin Sutherland: un conflitto tra sistemi diversi di enunciati, in particolare quelli concernenti le norme penali. A mio avviso una concezione ideale per la società nordamericana del tempo, che vedeva al proprio interno numerose correnti migratorie e diversi gruppi etnici. Si tratta della teoria delle "associazioni differenziali", una teoria dell'apprendimento dei comportamenti attraverso processi comunicativi d'interazione. In particolare l'apprendimento di motivazioni e razionalizzazioni che incoraggiano la violazione del diritto penale: un conflitto normativo in una società caratterizzata dalla contemporanea presenza di numerosi sistemi normativi, appartenenti a diverse etnie e gruppi sociali. Il delinquente diventa tale quando ai suoi occhi la violazione del diritto penale è più favorevole rispetto alla sua osservanza, un processo che è il medesimo per il criminale di professione come per un membro...
1 Prima di analizzare i casi specifici e di entrare nel tema in maniera più profonda, è bene fare un quadro generale per avere un punto di partenza. Anzitutto quindi è importante domandarsi:
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Risvolti pedagogico-sociali dell’operato di Sant’Annibale Maria Di Francia, 2016