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2017
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Nel primo paragrafo, dopo aver ripercorso brevemente il gioco tra moderno e postmoderno, esamineremo il Metamodernismo in quanto espressione dell'insoddisfazione nei riguardi del postmoderno come categoria sia descrittiva che prescrittiva, come posa e atteggiamento, favorenti il disimpegno, l'approccio ironico, la decostruzione e in definitiva lo scetticismo, il relativismo, la mancanza di senso. Nel secondo paragrafo, approfondiremo la sfida filosofica che il Metamodernismo intraprende per recuperare il soggetto e il progetto dell'autonomia proprio dei moderni senza ricadere nei limiti e nei vizi del pensiero della totalità, tipico di un certo declinarsi storico e concettuale del moderno, contro cui si sono levate le voci dei postmodernisti. Svolgeremo infine alcune considerazioni finali.
2013
Ogni indagine circa i concetti di trascendenza e immanenza ha riguardato,dall’antichita all’Eta moderna, la questione della verita e, dunque,dell’essenza da cui hanno origine i fenomeni e gli oggetti della nostraesperienza. Una verita da ricercare “al di la” dell’esperienza umana, oltrel’apparenza dei fenomeni: una verita trascendente per il primo polo dellacoppia dialettica. Una realta che rappresenta un “oltre” rispetto a cioche si puo percepire mediante i sensi. Identificata, fino alle soglie dell’Etamoderna, con la divinita, la trascendenza riguarda la mente sopra le cose,causa e origine dell’essere stesso, in ogni sua manifestazione. La trascendenzae dunque sempre stata riferita a una realta oltre il mondo sensibile.Nel secolo XX, invece, essa e stata concepita come funzione costitutivadell’esistenza umana, che, nella sua finitezza, individualita e temporalita,scopre il proprio limite proprio nell’incapacita di oggettivare e renderetrasparente alla ragione cio che e “al di la” ...
Il postmoderno filosofico ha delegittimato il metadiscorso teorico riducendo la parola filosofica a pragmatica enunciativa. Con la « svolta linguistica » cade nel linguaggio filosofico contemporaneo il motivo referenziale della realtà obiettiva della significazione, mentre la riflessione teorica tradizionale diviene solo una performance adattata all'azione. Se nella logica argomentativa del linguaggio prevale la pura pragmatica, il sapere filosofico non potrà che essere una esibizione sempre al singolare, perché la sua significanza, ridotta al suo puro atto, non è mai generalizzabile. Di qui l'importanza crescente in filosofia dello stile e dell'autobiografia. È probabile che il grande spazio assunto oggi dalla psicoanalisi si iscriva in questa cornice dove il senso della verità è una risposta sintomatica del vissuto personale, che traduce una esigenza etica del tutto alternativa alla caduta dell'idealità normativa dell'Altro. Con la psicoanalisi, in particolare quella di Jacques Lacan, emerge un nuovo senso della legge simbolica, che in ogni singola esperienza analitica non vuole più essere normativa, ma più radicalmente inemendabile a partire dal reale dell'inconscio. In gioco è la responsabilità della soggettività. Dopo la fine dei grands récits, è la lezione straordinaria della psicoanalisi ad insegnare al logos della filosofia come la necessità del reale dell'inconscio possa orientare una nuova etica simbolica del linguaggio, e suggerire un nuovo soggetto di verità, senza incorrere nella dissolvenza della fondatezza della significazione, come avviene nel decostruzionismo.
II. La scienza letteraria e lologica negli anni del postcomunismo Studi Slavistici I (2004): 115-125 Donatella Possamai Sulla critica del postmodernismo: spunti di riflessione Sulla critica del postmodernismo: spunti di riflessione Ë un titolo volutamente ambiguo: líarticolo potrebbe trattare della critica al postmodernismo o della critica postmodernista. In realt ‡ Ë proprio nella formulazione di queste due possibili varianti interpretative che appare evidente la stretta e profonda interconnessione tra le due problematiche e la conseguente impossibilit ‡, a mio avviso, di parlare della seconda senza esaminare la prima; ciÚ innanzi tutto a causa di una perdurante e insufficiente chiarezza di qualsiasi locuzione contenga vocaboli quali ëpostmodernoí, ëpostmodernismoí e derivati, come se questi ultimi emanassero uníopacit ‡ contagiosa che si estende a tutti gli elementi della frase, rendendola diversamente intelleggibile. Appare quindi evidente che non si tratta di una questione di pura convenzionalit ‡ nellíuso terminologico, poichÈ il fenomeno investe la semantica profonda.
Walter Benjamin tra critica romantica e critica del romanticismo Centro Interdisciplinare di Studi Romantici – Bologna, 2001
A partire all’incirca dal saggio sul concetto di critica romantico, la filosofia di Benjamin si presenta sotto forma di commento; Benjamin cioè abbandona la strada del pensiero classicamente filosofico-sistematico per elaborare elementi di una teoria filosofica nel confronto critico con opere d’arte. Si deve probabilmente all’oscurità delle modalità concrete del rapporto tra oggetto (l’opera d’arte) e metodo della trattazione implicate in questo concetto di commento se anche sulla relazione tra la teoria dell’allegoria e la premessa gnoseologica nel “Dramma barocco” non si è mai raggiunto un consenso. Qui vorrei proporre un approfondimento di questo rapporto tra analisi di una forma di rappresentazione artistica (l’allegoria) e riflessioni filosofico-sistematiche (nella premessa) proprio nel “Dramma barocco tedesco”. Costruendo un percorso attraverso la “premessa” e la teoria della rappresentazione allegorica e che toccherà le sponde anche di alcuni saggi e frammenti antecedenti al “Dramma barocco”, cerco di delineare chiaramente quella che mi pare sia l’intenzione di fondo della filosofia di Benjamin in questi anni e di contribuire a consolidare primi elementi di una proficua discussione su uno degli aspetti più interessanti proprio di questa filosofia: il rapporto che essa stabilisce tra la forma dell’opera d’arte e l’“ideale del problema” filosofico.
2001
1. Ringrazio innanzitutto per l'onore di introdurre questa discussione sul postmoderno. Per cercare di illustrare il senso di ciò che viene designato con il termine postmoderno, le sue conseguenze filosofiche e i compiti che pone utilizzerò come prospettiva quella che desumo dal titolo del progetto di ricerca che accomuna quanti sono qui presenti: quali implicazioni ha il postmoderno per ripensare concetti come quelli di libertà, giustizia e bene?
2014
Cadenza 1 Sehnsucht della forma. Hermann Cohen nel postmoderno Cadenza 2 Le passioni nel postmoderno Cadenza 3 L'idealismo critico ai tempi della differenza Cadenza 4 Natura del pensiero non rappresentativo II TEMA Cadenza 1 Unità del cuore e Io infranto-Una lettura postmoderna della dottrina buberiana del male Cadenza 2 Sensi di colpa, colpa e peccato. L'uomo contemporaneo e il pensiero di Buber Cadenza 3 "Dal muro specchietto favella". La menzogna della coscienza borghese e l'errare del soggetto infranto III TEMA Cadenza 1 La differenza etica. Sapienza sotto il sole e sapienza del cuore Cadenza 2 Lo humour come segno di storia Cadenza 3 Fine della fondazione sacrificale. Un sogno di Michel Serres Cadenza 4 Santo vs sacro. Spunti per una riflessione Cadenza 5 La sacralità della seconda natura, ovvero il capitalismo trionfante CADENZA AL POSTO DI UNA CONCLUSIONE Facciamo l'uomo PREFAZIONE Le denominazioni date dai contemporanei o dai posteri alle diverse epoche culturali sono in genere inadeguate o solo parzialmente adeguate; ciò a causa dell'inevitabile distorsione della prospettiva degli uni come degli altri. Talvolta i posteri, nel guardare indietro alle culture passate, peccano di un senso di superiorità, per il quale le definiscono con sufficienza (es. medioevo), talvolta invece, per un senso di inferiorità, le idealizzano (es. classicità greca o romana). I contemporanei, poi, per il fatto di sentirsi parte di una cultura nuova, hanno spesso trasferito comprensibilmente nel nome questo fascino della novità, accompagnato dalla speranza e dal progetto (es. modernità, illuminismo). Tra tutte le denominazioni, poi, quella che è stata adottata ed è in uso per indicare la cultura contemporanea: postmodernità o postmoderno, sembra senz'altro essere la meno significativa e la più infelice. Pare anzi che non si tratti di un vero e proprio nome, dotato di un significato specifico, ma piuttosto di un segno sostitutivo di un nome, quasi di un'indicazione provvisoria, in attesa di una denominazione adeguata: il rimando al nome della cultura precedente, con l'unica indicazione della posteriorità, sembra non portare in sé nessun indizio della novità caratterizzante questa cultura. Ma si tratta di un'apparenza. A mio parere proprio questa sola ed unica indicazione della posteriorità è pregna di significato ed esprime convenientemente la radicale novità della cultura contemporanea. Mai una cultura aveva definito se stessa per la propria posteriorità. E' anzi perfino difficile immaginare come una cultura possa pensare se stessa senza riferimento al futuro, a un progetto, a un programma, senza un fine né un orizzonte. Eppure questa è proprio l'assoluta e caratteristica novità, almeno immediata, della cultura contemporanea. Il riferimento al passato, poi, in questa denominazione, è allo stesso tempo debole e forte. Debole, in quanto si tratta di una generica indicazione di posteriorità, senza ulteriori determinazioni del rapporto con il passato. Forte, perché proprio questa indeterminazione e genericità esprime una intenzionale sottovalutazione del rapporto con la precedente cultura moderna: sottovalutare, prendere in scarsa considerazione il rapporto con qualcuno o con qualcosa può essere (e in questo caso è) il modo più radicale per segnare la propria distanza ed estraneità. Vi sono molti modi di rapportarsi a ciò che viene prima, o comunque a ciò che è altro. Vi sono modi che sottolineano la continuità, la discendenza, l'eredità, la comunicazione; altri che accentuano la diversità, la differenza o anche l'opposizione. In tutti questi casi, nelle forme positive, come in quelle critiche o oppositive, si tratta sempre di relazioni forti con l'altro. L'estraneità, l'alienità, l'oblio esprimono al contrario l'indebolimento della relazione con l'altro, sino al limite della sua assenza. Certo, di fronte alla grandezza, all'ampiezza, alla profondità di significato della modernità, sarebbe impensabile che il mutamento culturale possa essere avvenuto, semplicemente e brevemente, per oblio. Infatti non è così: il postmoderno non è la
Glaux, 2013
Questo volume è stato pubblicato con il contributo di e il patrocinio del Rivista pubblicata in collaborazione con la società filosofica italiana sezione della spezia direttore antonino postorino
2014
The article attempts a critical comparison with Totaro's arguments, of which ap preciates the high level of philosophy. It covers three main points: the concept ion of the unconditioned, the relation of the finite with the absolute and the p erspectivism of truth. Very convincing are the defense of the ontological approa ch and the attempt to found ethics on the ontology. Just the close relationship between ethics and ontology should orient toward the affirmation of freedom as t he original principle. Finally, it seeks to show that the perspectivism of truth is better established in a hermeneutics that does not dissolve the truth but th ink it as inexhaustible.
Fra i fenomeni più discussi e contestati della filosofia contemporanea si può senz'altro annoverare la tesi, sostenuta in special modo da Richard Rorty, del cos i ddetto prag m at i s m o , p o s t s t ru t t u ralismo o del decostru t t iv i s m o , in base alla quale non vi sarebbe alcuna diffe renza di ge n e re fra la fi l o s o fia e la letterat u ra 1. La fil o s o fi a ,a dd i ri t t u ra , molto più in ge n e ra l e, la scienza, non sarebb e ro gi u d i c abili secondo i cri t e ri da loro rive n d i c ati di consistenza e ve rità sul piano logico. Piuttosto, esse sarebb e ro soggette principalmente a condizioni di efficacia re t o ri c a , al pari di qualsiasi altro testo. I testi scientifici o fi l o s o fici non go d rebb e ro insomma in alcun modo di una superi o rità di ge n e re rispetto a qualsiasi altro testo. Essi and rebb e ro analizzati allo stesso modo di quelli ap p a rtenenti alla sfe ra lettera ria. Non s u s s i s t e rebbe dunque più alcuna fondamentale diffe renza in termini di validità fra il testo di Einstein che fonda la teoria ri s t retta della re l at ività (Zur Elektro dy n a m i k bewegter Körper, 1905) e I promessi sposi di Manzoni. Il successo retorico come criterio di giudizio si manifesta nell'effetto esercitato dal testo nel corrispondente contesto. Il radicale contestualismo appena menzionato contesta in particolare quel pri m ato di una fo rma di ogge t t ività trascendente il contesto stesso, che la scienza aveva fino a quel momento imposto, ri chiamandosi alla dimostrazione emp i rica delle pro p rie proposizioni. A uno sguardo più attento questa posizione, t a nto ori ginale quanto insostenibile (per motivi che non possono essere qui analizzati in dettaglio 2), si rivela come l'inversione apertamente ironica di una tesi non meno audace, posta agli antipodi par excellence del decostruttivismo: quella dell ' e m p i rismo logi c o 3. Coerentemente con questa pre m e s s a , la trattazione che segue si occuperà delle seguenti questioni fondamentali. Nella seconda parte di questa relazione ve rrà pre s e n t ata la fondazione logi c o-e m p i ristica della distinzione di ge n e re fra letterat u ra e fi l o s o fia o scienza, della quale il decostru t t ivismo altro non è che un'inve rs i o n e. La terza parte mirerà a ri c o s t ru i re il preteso superamento degli usi linguistici di carat t e re metafisico-e insieme della metafi s i c a tout courtda parte di Carn ap , m e n t re nell'ultima parte saranno esaminate le altern at ive al progetto di Carnap.
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S. Piazzese, Dal thaûma tragico. Alcune riflessioni su Metafisica concreta, in «IlPequod», anno V/10, dicembre 2024, pp. 63-72, ISSN: 2724-0738, 2024
Le Metafore Della Umbildung Trasmissioni Del Sapere E Trasformazioni Epistemologiche Nella Contemporaneita Vol 1, 2012
"Filosofia e nuovi sentieri/ISSN 2282-5711"., 2014
Ragione impura: Una Jam Session su …, 2006
Bloom: trimestrale in composizione architettonica dell'Università di Napoli - n. 14 (Sett/2012), pp. 31 - 37, 2012
SigMa Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo , 2020
Finta Scienza e Postmodernità, 2021