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2018
What could happen to theatre criticism in the era of disintermediation? Theatre appears obsolete, old fashioned, and elitist. Critical attitude seems uncool in a mediasphere ruled by images and emotional responses. On the other hand, critical activity on the web is quite intense and widespread, and the community of actors and audience could give us a useful insight into the visualisation processes we are experiencing. The critic, more than a consumer, becomes a witness of the creative process and of the theatrical event.
Fonti docuMentarie e scrittura storioGraFica nella seconda Metà dell'ottocento* Fu Pasquale Villari che nel 1868 -precorrendo una riflessione che, nel dibattito culturale dell'italia appena unificata, doveva ancora cominciare -propose all'opinione pubblica italiana (in realtà a un pubblico molto ristretto di eruditi e di uomini pubblici) i termini dell'inevitabile e ineliminabile, sempre aperta, tensione tra i due poli della erudizione e della narrazione, tra il lavoro sulle fonti e la scrittura storiografica. lo fece con un testo sul quale diversi studiosi (da ultimo Mauro Moretti, ma in precedenza già Garin e cacciatore) hanno da anni richiamato l'attenzione: si tratta dell'«importantissima prolusione» sull'insegnamento della storia, letta all'inaugurazione dell'anno accademico dell'istituto superiore di Firenze 1 . il testo fu pubblicato dai treves, gli «editori della Biblioteca utile», come dice il frontespizio, nella collana «la scienza del popolo -raccolta di letture scientifiche popolari fatte in italia», e la sede editoriale non è certo casuale, perché lascia intendere un nesso con quegli obiettivi di pedagogia civile che avrebbero ispirato con continuità l'attività del filosofo e storico di origine napoletana; così come non cessò la sua riflessione sul metodo storico. Basterà citare al riguardo il celebre intervento La storia è una scienza?, del 1891, che viene spesso considerato uno dei primi contributi italiani al Methodenstreit 2 .
Estudos Italianistas. Ensino e aprendizagem da língua italiana no Brasil. Carolina P. Torquato e Sergio Romanelli (Orgs.), 2014
With a theoretical sociolinguistic approach and an historical materialism methodology, we try to identify the appearance of mixed languages and others linguistic hybridity and mixing phenomena between the Italian Peninsula vulgar languages and between those and other languages, during the Middle Ages, and to bind those phenomena to the most significant socio-economical events in the history of that transition period between the time when the Roman Empire ceased to guarantee cultural and linguistic homogeneity in the whole peninsular territory and the historical period in which began the first efforts to promote and legitimize certain languages instead of others, highlighting the predominant role of the merchants in this process
Gli studi sugli atteggiamenti linguistici dell"ultimo ventennio ci hanno illustrato con ricerche e dati inconfutabili i giudizi antidialettali e talora autodenigratori dei siciliani (cfr. Volkart-Rey 1990). Interrogati a esprimere la propria volontà di trasmettere il dialetto alle future generazioni e a valutare il proprio idioma locale, gli informatori dell"ALS, invece, fanno affiorare una dichiarata apertura ideologica e si dicono possibilisti circa le intenzioni di mantenere una tradizione familiare dialettale. Cosa è successo tra gli studi degli anni "80-"90 e oggi? Ci chiediamo se, tra le altre cause che qui non indagheremo, lo sdoganamento mass mediologico abbia avuto qualche effetto su questo rinnovato senso di appartenenza linguistica. Oggi non solo non si occulta, ma talora si ostenta: dalla scatola radiofonica sino al moderno web (si veda la "paggina principali" di Wikipedia interamente in siciliano) il siciliano gode di una visibilità veicolata da personaggi freschi e simpatici, che allontanano dagli stessi siciliani, l"immagine del dialetto come codice della mafia o come codice "rozzo e volgare", attribuendogli uno statuto di simpatia di cui sino ad ora, forse, non aveva goduto. Tenteremo ora una veloce carrellata, tutta quantitativa, di media in cui il siciliano e i siciliani hanno costituito in questi ultimi mesi una presenza che potrebbe dar conto di questa marginalità in ascesa.
Mondoperaio, 2018
Siamo un paese che eccelle nella produzione di beni per l'export, che ha accumulato risparmi privati senza confronto con quelli di altri paesi occidentali: ma ampi settori del ceto medio hanno visto diminuire proventi e occasioni di lavoro. Sono cresciuti gli impieghi a bassa redditività, occupazioni che nascondono una proletarizzazione di settori sociali: dipendenti di supermarket aperti fino a mezzanotte e nei giorni festivi, dipendenti delle compagnie aeree low cost, operatori di call center, e altri se ne potrebbero aggiungere. La gran parte dei giovani non può aspirare a livelli economici migliori di quelle dei genitori; in troppi soffrono condizioni di lavoro che rimandano a tempi che sembravano dimenticati: stipendi bassi anche per i laureati, tanti lavori a tempo determinato mascherati da partite Iva. A livello locale è difficile trovare una capitale europea nelle stesse condizioni di Roma. L'attuale amministrazione brilla per la sua incompetenza, ma almeno quattro o cinque amministrazioni precedenti hanno fatto tutto il possibile per trasformare i servizi municipali in enti autoreferenziali: strutture impegnate a tutelare i dipendenti, non ad assolvere il loro compito. Manca una strategia per fare fronte ad una immigrazione senza precedenti: l'Africa nei prossimi decenni raddoppierà la sua popolazione, e in tanti pensano che l'Italia e l'Europa possano essere la valvola di sfogo di questo evento. Le élite appaiono incapaci di farsene carico: per vanità, perché vivono una vita agiata, per rigidità ideologica . E la loro scarsa propensione alle riforme è il migliore strumento di promozione del populismo. Sono anche lo specchio di una società che nella sua maggioranza propende a lasciare le cose come stanno: a gran voce si chiede che tutto cambi ma poi si critica ogni possibile intervento nel timore di perdere i vantaggi presenti. Più che riforme si vorrebbero dei miracoli indolori.
Massimo Dicecca, La città media, Libria, 2019
La città media è oggi un tratto tipico della condizione urbana europea e rappresenta un’immagine, quasi stereotipata, di un determinato luogo del vecchio continente in cui il centro urbano di dimensioni contenute, spesso raccontato e “commercializzato” come “città d’arte”, a misura d’uomo e sostenibile sul piano ambientale e sociale, ci restituisce la visione di una comunità appagata e in equilibrio nella sua compiuta dimensione urbana e “umana” dell’abitare. Quest’idea così edulcorata e conciliante (quando non stucchevole), certamente non ancora così globalizzata come la rappresentazione della metropoli, potrebbe porsi anche in termini non nostalgici e retrivi, aprendo un ragionamento sul futuro, e persino arrivando ad intravedere nella midsize un antidoto alla polarizzazione mondiale della “città dei ricchi e la città dei poveri”.
Il presente lavoro ha lo scopo di descrivere la dinamica della popolazione di alcuni comuni italiani dal 1951 al 2011.
Persona e mercato, 2022
l saggio analizza il delicato tema dell'accertamento dell'acquisto del diritto di proprie- tà in virtù dell'usucapione nella particolare ipotesi in cui detto accertamento costituisca l'esito del procedimento di mediazione. L'introduzione dell'art. 2643, n. 12 bis c.c., nel prevedere la trascri- vibilità del verbale di mediazione concernente un diritto reale, sopisce solo apparentemente ogni dibattito in materia. Il saggio riflette, in particolare, sulla questione degli effetti imputabili alla trascrizione di tale verbale, ragionando alla luce dei rapporti con l'accertamento giudiziale dell'u- sucapione e i relativi effetti di pubblicità-notizia. L'obiettivo è quello di prospettare una soluzione interpretativa coerente con la ratio dell'istituto della mediazione e con le regole del sistema pub- blicitario nel suo complesso. The essay analyses the tricky issue of assessing the acquisition of property right by-means of usucapione with particular reference to the assessment which is the outcome of the mediation pro- cedure. The introduction of the art. 2643, n. 12 bis, Civil code, on the legal registration of the me- diation report concerning property right, only apparently puts an end to any debate on the matter. The essay reflects, in particular, on the issue of the effects deriving from the registration of this re- port, in the light of the relationship with the judicial assessment of the usucapione and the related pubblicity-news effects. The purpose is to provide an interpretative solution which aims at being coherent with the rationale of the institute of mediation and with the rules of the legal registration system as a whole.
Il contributo si trova nel libro: Quale formazione per gli insegnanti oggi? Prospettive italiane e internazionali, a cura di Ignazio Volpicelli, Carlo Cappa e Giuseppe Sellari, Roma, UniversItalia, 2016, pp.191-215. ISBN 978-88-6507-968-3
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Giustizia civile, 2012
Dental Cadmos, 2011
Italiano LinguaDue, 2023
Rischio e funzione della mediazione , 2005
LUCI E OMBRE, 2017