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Speleologia siciliana speleology sicily
L'isola di Levanzo ha quasi la forma di una foglia con un breve picciolo a nord, a Capo Grosso; ha un lunghezza di 4 km ed una larghezza della metà. Ha una minuscola dorsale disposta quasi longitudinalmente di calcari del Giurassico, che culmina nel Pizzo Monaco di m 278. L'isola conta numerose grotte di modesto sviluppo; i depositi antropozoici risultano decurtati dei livelli a ceramica e restano talvolta i livelli antropici più profondi.
Nel versante meridionale del Monte Capanne, da S. Piero a Pomonte, si possono ammirare cave antiche di granito e un numero elevato di manufatti semilavorati (colonne, labra, altari, sarcofagi, ecc.) che costituiscono un vero e proprio museo a cielo aperto, purtroppo non valorizzato in modo adeguato. Fra le sculture spicca per importanza storico-archeologica un'ara del I-III secolo d. C. con simboli egittizzanti.
Scorrendo l' imponente mole dell' opera di D. H. Lawrence è evidente la passione dello scrittore per la botanica. In saggi come Flowery Tuscany, poesie come Bavarian Gentians ma soprattutto nei suoi romanzi, abbondano le descrizioni delle specie vegetali ( ben 145 solo in Figli e Amanti ). In effetti il suo fu un interesse molto forte e precoce. Fin dall'infanzia egli si incuriosì per la vita dei fiori e degli alberi e dal padre apprese a riconoscere le piante usate tradizionalmente in cucina o a scopi medicamentosi. A scuola la botanica fu una delle poche materie per le quali si distinse, guadagnandosi una lode ed ad essa rimase affezionato tutta la vita: un piccolo tesoro da contemplare nei giorni più tristi. Più tardi al Notthingham University College Lawrence seguì un corso accademico che raffinò le sue conoscenze ma che ancor di più lo convinse che l'espressione più autentica della pienezza della vita era da trovare in un fiore, in un organismo vivente che riflette la parabola della vita umana, dal bocciolo che possiede in sé tutte le qualità, al suo fiorire in un individuo.
LA GROTTA DELLE VENERI DI PARABITA (LECCE), 2020
La Grotta delle Veneri divenne nota nella letteratura paletnologica in seguito al rinvenimento, al suo interno, di due statuine femminili dette Veneri: da qui il suo nome.Ma non solo: la sua importanza risiede anche nella frequentazione ininterrotta che la vide occupata dal Paleolitico medio fino all’età del Bronzo senza soluzione di continuità.Un periodo lunghissimo nel corso del quale si sono avvicendati tutti gli aspetti della preistoria meridionale, lasciando in essa tracce cospicue della loro presenza. All’inizio ci fu l’uomo di Neanderthal con la sua cultura, il Musteriano (80.000-35.000 anni fa), seguito da una fase di transizione detta Uluzziano che segna l’arrivo del Sapiens con le diverse fasi del Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa): il Gravettiano, l’Epigravettiano antico e a foliati, l’Epigravettiano finale o Epiromanelliano. Durante il Gravettiano furono inumati insieme un uomo e una donna con uno scarno corredo costituito da un ciottolo e un raschiatoio tinti di ocra e un copricapo fatto con canini atrofici di cervo. Alla fine del Paleolitico superiore gli abitanti della grotta incisero una grande quantità di ossa e pietre, circa 500, con una sintassi geometrico-lineare allora in voga in Italia e in Europa. È una delle espressioni artistiche del Sapiens il cui significato è per noi incomprensibile, al pari della grande arte “naturalistica” che aveva dipinto sulle pareti di molte grotte animali quali bisonti, cavalli, cervi, leoni dall’indubbio contenuto simbolico. Con l’arrivo del Neolitico (VI-IV millennio a.C.) cambiò la vita dei cacciatori-raccoglitori: alla caccia si sostituì un’economia basata su agricoltura e allevamento, che richiese una nuova suppellettile come contenitori in ceramica, strumenti levigati e non solo scheggiati come asce e accette insieme a oggetti di carattere cultuale quali le pintadere, specie di timbri per tatuare o per imprimere marchi.Nacquero nuovi riti e credenze, si affermò una religiosità di tipo agrario con al centro il protagonismo della Terra da cui dipendono le sorti delle creature viventi.La grotta ha restituito tutti gli aspetti della ceramica neolitica dalla impressa agli stili dipinti fino alle fasi finali di Serra d’Alto e Diana. In essa si svolsero riti come lo scavo di buche, una delle quali intercettò la sepoltura paleolitica, offerte di oggetti pregiati e di vasi finemente decorati.Nel corso del Neolitico si sviluppò una rete di rapporti, grazie anche alla navigazione, che permise scambi e contatti con le regioni affacciate sul Mediterraneo, creando un mondo interconnesso che caratterizzerà anche i periodi successivi. Con l’Eneolitico (IV-III millennio a.C.) si diffusero nuove fogge e nuovi costumi funerari: molte grotte divennero sedi di sepolture collettive e una nuova tipologia vide la nascita di seppellimenti sotto tumulo dove, accanto all’inumazione, veniva praticata l’incinerazione.Le forme ceramiche sono ispirate agli aspetti classici di Gaudo e Laterza con interessanti rimandi alla cultura transadriatica di Cetina. Nel II millennio continua la frequentazione della grotta ma con un carattere più dimesso e una suppellettile di uso quotidiano come grandi contenitori e attrezzi per la lavorazione del latte quali i bollitoi. Si conclude così la vicenda millenaria di Grotta delle Veneri, punto di riferimento per le genti che di volta in volta popolarono il territorio, incubatrice di miti e credenze con cui nutrì la vita di intere generazioni dando loro un senso, una memoria da tramandare e una storia da raccontare.
VesuvioWeb, 2023
THE VERGINI’S LAVA AND THE VESUVIUS’S ONE As reported in a recent article on the history and causes of flood disasters in Casamicciola Terme (Ischia), in the sixteenth century the stream that crossed the country was called “Rio della Lava”: it originated from many occasional creeks that flowed inside artificial gullies called “cave”. The propre name of the stream, still remembered in popular tradition, is omitted in the numerous publications dealing with Casamicciola and its thermal baths, evidently because the authors were convinced that the lava was only volcanic. But it is remembered that until a few decades ago was very famous a torrential moudy flow that invaded a Neaples’s borough during exceptional rains: the “lava dei Vergini”. And some other are mentioned in the Naples historical toponymy. And they are also remembered the “Cavoni”, the torrential gorges that crossed the city, in which the torrential lava flowed. The etymology of the torrential lava is outlined in some old authors and is taken up by important English etymological dictionaries, but it is completely ignored by the most important Italian dictionaries, which report only the volcanic lava. According to the latter, one could believe that the etymology of our torrential lava derives from the volcanic one, but it is exactly the opposite. In fact, the very first name of "lava" for the volcanic product, then universally accepted, was written in 1738 by Francesco Serao, in the description of the Vesuvius eruption of the previous year; and the same author specifies that he has taken the old term used by the local population.
The artillery for the anti-Barbary defenses of Lavagna and the Eastern Ligurian Riviera in the 16th-17th century.
Scoperta e scavata dopo la metà del 1800 venne paragonata alla Grotta Romanelli a causa del rinvenimento di frammenti di rinoceronte. Studi successivi attribuirono i frammenti ad una breccia ossifera non contemporanei alla frequentazione umana di tale grotta.
Riassunto-in questo lavoro è stata ricostruita la variazione della linea di riva dell'intero litorale pisano per il periodo 1938-2004 e sono state valutate quantitativamente le corrispondenti variazioni areali di spiaggia. Lo studio si è basato sull'analisi e georeferenziazione di oltre 340 fotogrammi con i quali sono stati ricostruiti 18 fotomosaici dell'intera area di studio, ciascuno corrispondente ad un diverso anno di osservazione.
Rassegna d'Ischia, 2022
THE DIATOMACEOUS EARTH OF THE ISLAND OF ISCHIA (AND THE HISTORY OF THE DRUM CAVE) A sixteenth century author claims that an excellent tripoli for cleaning was produced on the island of Ischia. Generally this is not considered credible, but bibliographic research has shown that, in fact, they were limited deposits of diatomaceous earth produced by the abundant presence of diatoms in the thermal waters of the northern slope of Mount Epomeo. Some nineteenth-century authors dealt with it by describing the variety of species of component diatoms. Currently none is produced because all the thermal springs are captured. One of the most interesting places was the cave of the Drum, on which there are many legends related to the noise emitted by the boiling of the thermal waters circulating inside. It was believed that inside there were armies, cities and treasures and that the cave was one of Hollow Earth or Agharta entrance.
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NEARCO, 2015
Quaderni dell'Abbazia di Morimondo, 2021
L'abitato protostorico di Poggiomarino . Località Longola Campagne di scavo 2000-2004 , 2012