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In questo elaborato si analizza il racconto Shou 手 di Xiao Hong (1911-1942) considerando quattro tematiche quali il ruolo delle mani sia nel racconto, sia dal punto di vista storico e sociale, il ruolo del corpo della donna nella letteratura di Xiao Hong e nel pensiero degli intellettuali a lei contemporanei, il ruolo della società e l'influenza delle vicende personali dell'autrice nel racconto. Infine, si analizza lo stile con particolare attenzione al ruolo della narratrice.
Donne in fuga, 2018
Xiao Hong (1911-1942), original name Zhang Naiying, lived through the first half of the twentieth century, leaving behind the image of a socially engaged writer, sensitive to the issues connected to the people of her troubled homeland, in the North East of China. After an initial enthusiastic reception of her most representative novel, The Field of Life and Death (1935) in the literary arena, she was later neglected by Chinese critics, and excluded from the Maoist literary canon, as her fictional creatures and her works did not fit the optimistic spirit and the class consciousness requested to the intellectuals of the time. She was then rediscovered only in the 1980s, when both in China and the West her works have been re-read with a feminist or cultural studies approach. In this paper I explore the personal and literary forms of escape underpinning her figure and literary production. Exile, escape, uncertainty are the key words which can adequately describe Xiao Hong's life and writing, in which, as Yan Haiping (2006, 136) states, one can find the sense of a 'mobile violence', due to her choices both as a woman (who revolted against her traditionally bound clan) and as a writer, who adopted a quite innovative, fragmented style combining personal memories and a crude and yet poetic realism. The literary practice which mainly expresses her constant escape from stereotypes, ignorance and conventional fetters is the representation of a dislocated female body subject to any kind of violence and humiliation: Xiao Hong's 'placeless bodies' (Yan Haiping 2006, 146) are tangible marks of subjugation but also of resilience against a gendered destiny, which let her construct her literary and personal identity on a popular standpoint. Sommario 1 Fuga autobiografica.-2 Fuga ontologica: il destino 'umanimale'.-3 La fuga narratologica.-4 Conclusione.
Quando trovo un articolo così completo su un argomento non posso fare altro che cercare di tradurlo nel miglior modo possibile, anche quando avrei voluto scrivere qualcosa di mio. Segnalo che le note a piè di pagina sono delle integrazioni del traduttore, le note dell'articolo originale sono segnalate con un numero cerchiato e sono tutte poste alla fine dell'articolo.
SULLA VIA DEL CATAI, 20, 2019
The Shanghai weekly magazine Ouzhan shibao was the longest-running and most suc- cessful Chinese war magazine reporting the latest circumstances of First World War. Its rich rep- ertoire of war reports and battlefield photographs provided the Chinese readership with vivid and exhaustive accounts, but being a French ruled magazine it did not conceal its bias toward the Allied powers and against Germany. In this per- spective, Chinese interests were discussed as part of a global strategy, but never defended per se, as demonstrated by the positive depiction of Japan, an Allied country but still a fierce antagonist of Chinese sovereignty.
Nell'aria profumata di rigogli lungamente attesi Primavera schiudeva brezze novelle, al sinuoso limitare delle colline antistanti ai Lessini orientali.
Gli scritti di Antonio Thiery, a cura di Giancarlo Mauri - Santo Stefano Rotondo, Roma
Index 41 (2013) 1-10.
Volume realizzato con l'intervento della Scuola di Giurisprudenza dell'Università di Camerino e del «Consorzio interuniversitario Gérard Boulvert per lo studio della civiltà giuridica europea e per la storia dei suoi ordinamenti» nell'àmbito della Convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Memoria e oblio: le scritture del tempo, a cura di Carlo Alberto Augieri e Niccolò Scaffai , 2009
Where are you calling from? A booth in the midwest Ten years ago.» (Joan Baez) Al confine fra due mondi (l'occidentalizzato neoliberale e il totalitario), prima della terra di nessuno demilitarizzata, i sudcoreani hanno montato un vasto anfiteatro con una grande finestra-schermo che si affaccia sul lato nord 1 , trasformandolo in spettacolo: incorniciare non è infatti un atto innocente: ogni finestra è sempre, contemporaneamente, uno schermo dove si proiettano prospetticamente una serie di valori. Lo schermo diventa un territorio di mediazione virtuale che implica, nello stesso tempo, una cesura che interpone allo "sfondato" (così si chiamano le grandi simulazioni barocche che rompono la superficie della cupola con un buco beante falso, dipinto) il lato, invisibile e materiale insieme, della superficie diafana di proiezione.
Spiralis Mirabilis n. 10, 2024
Articolo pubblicato nel numero 10 del 2024 della Rivista Spiralis Mirabilis Riassunto: Questo articolo riporta i risultati di ricerche documentali sulla storia del maestro Chang Dsu Yao che permettono un confronto con le narrazioni italiane della vita e delle opere di questo insegnante.
Left, 2024
Article published in the magazine "Left" on the occasion of Xu Bing's exhibition at the American Academy in Rome in 2024
Byung-Chul Han, "Nello sciame. Visioni del digitale", Nottetempo, Roma, 2015.
Bollettino di Storiografia 16, 2012
I NIZIATO durante la seconda guerra mondiale -quando erano entrambi trentenni, più 0 meno -il lungo dialogo tra i coetanei Norberto Bobbio e Eugenio Garin prosegue per i successivi sessantanni della loro lunghissima vita. E fa in tempo, naturalmente, a diventare tante cose diverse, fino al malinconico scambio delle ultime due lettere di questo straordinario documento, edito impeccabilmente per i tipi di Nino Aragno da Tiziana Prowidera e Oreste Trabucco (i quali firmano, oltre all'asciutto commento, una postilla finale e un analitico studio iniziale). Ultimo scambio malinconico che investe il potere della memoria, non meno della forza dell'oblìo. Bobbio scrive a Garin, facendogli gli auguri per i suoi novant'anni, il 15 maggio 1999: «Sto ripensando a quando ci siamo conosciuti la prima volta. La mia memoria è sempre più annebbiata, trattiene più i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza. Tu, te lo ricordi?» (p. 76). Distrutto per la morte della moglie Maria, avvenuta nel dicembre precedente, Garin lascia cadere l'interrogativo dell'amico : per lui la memoria è piuttosto un tormento : «faccio uno sforzo continuo per tirare avanti, ma non è facile. Il ricordo non aiuta» (p. 77), Indubbiamente non sono pochi gli interrogativi che suscita la lettura di questo carteggio, composto di una cinquantina di «pezzi» (quindi pochi, una volta sottratte le comunicazioni più operative, o di circostanza). Ma il documento è curato impeccabilmente -starei per dire : edizione esemplare -perché offre al lettore, in tre appendici, parecchi altri testi e osservazioni, tra i quali un inedito preziosissimo, La disfatta, scritto da Bobbio nel marzo 1991, su Cossiga e Gladio: recensioni «incrociate», interventi, interviste che consentono di saltare al di là * NORBERTO BOBBIO -EUGENIO GARIN, «Della stessa leva». Lettere (1942Lettere ( -1999, a cura di Tiziana Prov videra e Oreste Trabucco, con una premessa di Maurizio Torrmi. Tonno, Nino Aragno, 2011 Ringrazio Francesco Cardarelli per aver ospitato una prima versione di questo scritto nel sito del Consiglio nazio naie delle ricerche (www.ttrp.cnr.it/divulgatone).
Sterfano Zamblera, 2019
Wushu ed arte rupestre cinese. Appunti di studio delle evidenze artistico-rupestri cinesi relazionabili alla storia ed alle iconografie del Wushu. Questa raccolta di appunti è inerente allo studio delle evidenze rupestri dei siti della Cina che possono essere messe in relazione con la storia antica del 武术Wushu – arti marziali, in particolare con alcune iconografie e pratiche associabili alle arti marziali cinesi, alla storia ed alla cultura del Wushu. Dopo acluni appunti focalizzati sullo studio delle nozioni, della terminologia e degli aspetti fondamentali del Wushu, il focus della ricerca verte sull'analisi dei principali aspetti e della bibliografia dedicata alla sconfinata materia di ricerca quale l’arte rupestre cinese, dove per “cinese” s'intende un vasto sistema ecologico-culturale caratterizzato da open e globular clusters di nicchie culturali ed ambientali diffuso nei territori coincidenti e limitrofi alle regioni ed alle provincie della Cina attuale, che sono anche il criterio di organizzazione del materiale di studio presentato come excursus dei maggiori siti di arte rupestre soffermandosi sulle raffigurazioni che posso essere ritenute pertinenti all'ambito dell’analisi storica del Wushu. A queste evidenze è talvolta associata un’ulteriore documentazione ed in alcuni casi l’approfondimento di peculiari aspetti di manufatti e cultura materiale proveniente dagli scavi archeologici. Altra peculiarità ivi annottata e presentata è l’analisi nelle sue pertinenze al Wushu della tradizione manoscritta 东巴Dongba propria della minoranza etnica 纳西Naxi (regione di 丽江Lijiang, provincia dello 云南Yunnan) interpretata come ramo espressivo di un filone della pittografia direttamente relazionabile con l’arte rupestre. Nelle conclusioni si tenta di sketchare un quadro riassuntivo di quanto sembra possibile evincere dalle fonti analizzate.
Breve introduzione allo 《乐书》di 陈旸: autore e contenuto del libro.
Ocula, 2020
It is enough to look around to be "touched" by an immense quantity of reproductions of works of art of every age and style. Not any image, but certain works that have become part of the collective imagination until they become true icons. What allows an image to become an icon? In the first analysis, the icon is characterized by a considerable media overexposure: extrapolated, decontextualized and re-proposed almost to infinity. One among many, the Leonardesque Mona Lisa: printed on a pillow as designed by the artist or on a cup in the guise of starfish Patrick, SpongeBob's friend. No matter the verisimilitude with the original, it observes us with its enigmatic smile from an increasingly vast multitude of consumer objects. And it certainly isn't the only one. Reflections like these are at the heart of the work David (presented at the Venice Biennale in 2017) by the Pekingese artist Guan Xiao. A three-channel video about the image of Michelangelo's famous statue, its diffusion and its immoderate use in contemporary culture, from the perspective of a Chinese artist. Photographs and video clips taken from the web are assembled together and accompanied by the music of a synth-pop song, which recalls the melodies of the originary country of the same artist. Moreover, the work is literally "crossed" by synchronically sarcastic and profound phrases that offer a questioning of the exaggerated use of icons. A video, ultimately, capable of "talking" about the improper use of the icon through the icon of the David, so much abused that it-as Guan Xiao recites-"disappear".
Roma. Paesaggi contemporanei (a cura di M. Righetti, A. Cosma, R. Cerone), 2009
Il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dall’Ateneo federato delle Scienze Umane, delle Arti e dell’Ambiente della Sapienza Università di Roma (28-30 maggio 2008). In quell’occasione le differenti ottiche e metodologie rappresentative degli studiosi afferenti all’Ateneo hanno dato vita a un importante momento di riflessione sullo stimolante tema della città contemporanea posto a confronto con la realtà di Roma, “città eterna”, ma al tempo stesso città che va mutando sotto il profilo antropologico, architettonico, culturale, economico e mediatico. Rispettando la suddivisione del convegno in sessioni anche gli atti sono articolati in quattro sezioni principali dedicate rispettivamente al Genius loci dei paesaggi, alle Rappresentazioni e concettualizzazioni dei paesaggi, alle Strutture ed ecologie dei paesaggi e ai Luoghi della memoria e dell’immaginazione e sono chiusi dagli interventi della tavola rotonda finale. La parola chiave paesaggio è quindi lo snodo semantico capace di raccordare le diverse aree poiché può essere inteso come costruzione letteraria, comunicazionale, ideologica, ma anche come insieme strutturato di segni percettibili stratificato nel tempo e in continua trasformazione, nella materia e nei significati, non solo estetici.
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