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«Grazie alla prosa superba e sensuale di Toni Morrison, "Amatissima" ha il potere di evocazione e la risonanza del mito… Un romanzo illuminante.» "The New York Times". "Amatissima" è la storia di Sethe, una giovane donna di colore forte e indomabile che, negli anni successivi alla guerra civile, si ribella alla propria condizione di schiava e fugge al Nord, verso la libertà. Nella sua nuova vita in una piccola casa appena fuori Cincinnnati, Sethe è tormentata da immagini dolorose che la sua mente non riesce a cancellare e, a volte, neppure a sopportare. A nulla valgono la presenza affettuosa dell'unica figlia che le è rimasta, Denver, o l'arrivo di un compagno dei tempi della schiavitù, Paul D, che come lei ha patito pene indescrivibili. C'è un evento oscuro e inquietante che tiene lontana la pace dalla casa fino a quando l'apparizione improvvisa di un'ospite inattesa, una ragazza sensuale e incantevole che si fa chiamare Amata, aiuta Sethe a conciliarsi e a convivere con il suo passato. Soltanto l'amore, però, potrà restituirle definitivamente la serenità, consentendole di risolvere i conflitti più laceranti della sua anima. Romanzo di ineguagliabile intensità emotiva, sostenuto da un ritmo narrativo audace e coinvolgente, "Amatissima" racconta il coraggio e la passione di uomini e donne straordinari i cui sentimenti non conoscono confini. Definito un capolavoro dalla stampa americana, vincitore del Premio Pulitzer 1988 e candidato al National Book Award, ai primi posti nella classifica dei libri più venduti, è l'opera che consacra Toni Morrison come una delle maggiori esponenti della narrativa americana contemporanea. Toni Morrison, Premio Nobel per la Letteratura 1993, è nata a Lorain, nell'Ohio, e vive tra Rockland County, nello stato di New York, e Princeton, nel New Jersey, dove è docente all'università. Ha scritto altri romanzi di successo: "The Bluest Eye", "Song of Solomon" -che ha ottenuto nel 1978 il National Book Critics Circle Award per la narrativa -"Tar Baby", "Amatissima" -vincitore del Premio Pulitzer 1988 -e "Sula", questi ultimi pubblicati in Italia con successo da Frassinelli. Si ringrazia la professoressa Friedrich dell'Università di Washington, Seattle, e Jim Newell, per la preziosa collaborazione.
I primi anni del XVII secolo furono testimoni di una straordinaria evoluzione in ambito musicale, dovuta in gran parte all'apporto di compositori italiani. Il 5 ottobre del 1600 nella splendida cornice di Palazzo Pitti a Firenze venne eseguita l'Euridice di Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini, convenzionalmente considerata il primo melodramma della storia della musica, due anni più tardi Lodovico Grossi da Viadana pubblicò i Cento concerti con il basso continuo, tra le prime raccolte a basarsi in maniera pienamente consapevole sul "fondamento" o "basso seguente". Più o meno nello stesso periodo alcuni autori iniziarono a codificare il genere della sonata strumentale (nel 1621 e nel 1629 a Venezia videro la luce i due libri delle Sonate concertate in stil moderno di Dario Castello) e Claudio Monteverdi elaborò i principi della poetica della "seconda prattica", che avrebbe dettato legge nei decenni successivi. Questa straordinaria fioritura poté valersi del fertile terreno dell'Italia di quegli anni, che oltre a fari -non solo musicali -di levatura europea come Napoli, Roma e Venezia, contava su una serie di centri forse più piccoli ma non per questo meno splendidi, come la Mantova del duca Vincenzo Gonzaga, che ospitò per anni nella sua raffinata corte due artisti del calibro di Monteverdi e di Torquato Tasso. I primi anni del XVII secolo videro anche una decisa ascesa di Bologna, che all'ombra della Basilica di San Petronio aveva un gruppo di compositori brillanti e aperti alle novità stilistiche come Ottavio Vernizzi, Giulio Cesare Arresti e Maurizio Cazzati. A questo vivace panorama musicale su iniziativa del nobile Vincenzo Maria Carrati nel 1666 si aggiunse l'Accademia Filarmonica, che avrebbe raggiunto il suo massimo splendore nella seconda metà del XVIII secolo grazie a Padre Giovanni Battista Martini. La nuova istituzione -che si era innestata sulle precedenti esperienze delle accademie dei Floridi, dei Filomusi e dei Filaschisi -poté contare fin dall'inizio sull'apporto di alcuni dei musicisti più in vista attivi a Bologna e a Modena, tra cui Pietro degli Antoni, Giovanni Battista Vitali e Giovanni Paolo Colonna, il protagonista del nostro disco. Nato a Bologna nel 1637, Colonna si trovò subito immerso nel mondo della musica grazie a suo padre, il bresciano Antonio Del Corno Colonna, che nel 1622 era stato chiamato a occuparsi della manutenzione degli organi di San Petronio. Il ragazzo rivelò fin da giovanissimo una spiccata propensione musicale e i rapidi progressi ottenuti con l'organista di Agostino Filippuzzi convinsero il padre a mandarlo ad apprendere le basi della composizione nella città che in quegli anni offriva maggiori opportunità, ossia la Roma di Alessandro VII, il papa che commissionò a Gian Lorenzo Bernini il Colonnato di San Pietro. Nella Città Eterna il diciottenne Colonna conobbe Orazio Benevoli -che lo seguì nello studio del contrappunto -e soprattutto il grande Giacomo Carissimi, che gli fece conoscere le potenzialità dell'oratorio sacro, un genere che Colonna avrebbe in seguito frequentato con grande profitto. Carissimi prese a ben volere il giovane bolognese, al punto da offrirgli il posto di organista nella Chiesa di Sant'Apollinare, nella quale ricopriva l'incarico di maestro di cappella. Sebbene di questa breve parentesi professionale non ci sia pervenuta nessuna notizia diretta, dovette trattarsi di un'esperienza molto formativa, che alla fine del 1658 gli permise di ottenere a Bologna il posto di secondo organista di San Petronio, un risultato decisamente lusinghiero per un musicista appena ventunenne. Questa nomina segnò l'inizio del cursus honorum di Colonna, che nel 1661 assunse l'incarico di primo organista al posto di Giulio Cesare Arrestiche proprio in quel periodo stava portando avanti un'aspra polemica con Maurizio Cazzati -e nel 1674 ottenne la carica di maestro di cappella, delle cui funzioni era stato peraltro investito tre anni prima, dopo la partenza per Mantova dello stesso Cazzati. A questo punto Colonna era giunto al vertice dell'establishment musicale felsineo, ma questo non ne frenò l'attivismo, che lo spinse a occuparsi per oltre vent'anni della manutenzione degli organi di San Petronio, della costruzione di
Three problematic passages in Nicander are examined. The authenticity of the end of Al. (616-628) is defended against both older and more recent attempts at deletion, since the problematic l. 617 can be given a new sense or is to be transposed after 622. The difficult lines Th. 433-442 on the poisonous poppy find a surprising parallel in Sappho, fr. 31 Voigt, which allows us to interpret Sappho's erotic symptoms in medical terms. In Th. 60 the lectio difficilior is defended, revealing Nicander's familiarity with Homeric philology.
Relatore: Ch.ma Prof.ssa M.C. COCO DAVANI A N N O A C C A D E M I C O 1 9 7 6 -'7 7 Capi. I POSIZIONE GEOGRAFICA
L'articolo 34 della legge 183/10 ha introdotto nuove componenti del reddito da dichiarare, oltre quelle previste dall'art. 3, comma 1, delle norme integrate dai D.P.C.M. n. 221/99 e n. 242/01. In particolare, devono essere aggiunti al reddito complessivo i redditi da lavoro dipendente ed assimilati, di lavoro autonomo ed impresa, redditi diversi di cui all'art. 67, comma 1, lettere i) e l) del testo unico delle imposte sui redditi, assoggettati ad imposta sostitutiva o definitiva, salvo che il legislatore espressamente manifesti una diversa volontà nelle norme che disciplinano tali componenti reddituali. Pertanto, i redditi che rientrano in tali categorie, assoggettati ad imposta sostitutiva o definitiva, come ad esempio quelli indicati nei quadri CM, RE, RG e RQ del modello Unico, se non espressamente esclusi, andranno sommati al reddito complessivo dichiarato ai fini IRPEF nel primo rigo del quadro F4 (situazione reddituale del soggetto) della dichiarazione sostituiva unica (DSU). Ad esempio, con riferimento al modello Unico Persone Fisiche 2010 per la dichiarazione dei redditi del 2009: ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA UNICA PER LA RICHIESTA DI PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE O PER L'ACCESSO AGEVOLATO AI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÁ'
Surveys have been carried on in the territory of Vestini cismontani, within IGM 146 IV NO. The pur‑ pose was to find traces of the Roman aqueduct, which inscriptions referred to. Contextual analysis on geohydrology, toponymy and the relation between sheep‑track and Roman towns were performed. Results of an excavations in the public area of the most important Vestine town are added.
La città e la sua regione Osservazioni 1 La città è solo un elemento all'interno di un complesso economico, sociale e politico che costituisce la regione. L'unità politica della città raramente coincide con la sua unità geografica, cioè con la sua regione. La disposizione del territorio politico delle città è stata permessa di essere arbitraria, sia fin dall'inizio che in seguito, quando, a causa della loro crescita, i principali agglomerati si sono incontrati e poi hanno inghiottito altre città. Tali layout artificiali ostacolano una buona gestione per la nuova aggregazione. A certe borgate suburbane, infatti, è stato permesso di assumere un'importanza inaspettata e imprevedibile, positiva o negativa, diventando la sede di residenze di lusso, o lasciando il posto a centri industriali pesanti, o affollando insieme le miserabili classi lavoratrici. In questi casi, i confini politici che compartimentano il complesso urbano diventano paralizzanti. Un agglomerato urbano costituisce il nucleo vitale di una distesa geografica il cui confine è determinato solo dall'area di influenza di un altro agglomerato. Le condizioni vitali per la sua esistenza sono determinate dai percorsi di comunicazione che assicurano i suoi scambi e lo collegano strettamente con la sua area particolare. Si può considerare un problema di urbanismo solo facendo continuamente riferimento agli elementi costitutivi della regione, e principalmente alla sua geografia, che è destinata a svolgere un ruolo determinante in questa questione: le linee di spartiacque e le creste vicine che delineano i contorni naturali e confermano i percorsi di circolazione naturalmente iscritti sulla terra. Nessuna impresa può essere presa in considerazione se non è in accordo con il destino armonioso della regione. Il piano cittadino è solo uno degli elementi di questo tutto che costituisce il piano regionale. 2 Giustapposti ai valori economici, sociali e politici sono valori di origine fisiologica e psicologica che sono legati nella persona umana e che introducono le preoccupazioni sia di un individuo che di un ordine collettivo nella discussione. La vita fiorisce solo nella misura dell'accordo tra i due principi contraddittori che governano la personalità umana: l'individuo e il collettivo. In isolamento, l'uomo si sente indifeso, e così, spontaneamente, si attacca a un gruppo. Lasciato a se stesso, non avrebbe costruito altro che la sua capanna e, in quello stato di insicurezza, avrebbe condotto una vita di pericolo e stanchezza aggravata da tutta l'angoscia della solitudine. Incorporato in un gruppo, sente il peso dei vincoli imposti dalle inevitabili discipline sociali, ma in cambio è in una certa misura assicurato contro la violenza, la malattia e la fame. Può pensare di migliorare la sua abitazione e può anche sodare il suo profondo bisogno di vita sociale. Una volta che è diventato un elemento costitutivo di una società che lo sostiene, contribuisce, direttamente o indirettamente, alle innumerevoli imprese che forniscono sicurezza per la sua vita fisica e promuovono la sua vita spirituale. I suoi sforzi diventano più fruttuosi e la sua libertà più adeguatamente protetta si ferma solo nel punto in cui minaccerebbe la libertà degli altri. Se c'è saggezza nelle imprese del gruppo, la vita dell'individuo è ingrandita e nobilitata da loro. Ma se la pigrizia, la stupidità e l'egoismo preponderano, il gruppo -anemico e dato al disordinenon porta ai suoi membri altro che rivalità, odio e disincanto. Un piano è ben concepito quando consente una cooperazione fruttuosa mentre fornisce la massima disposizione per la libertà individuale, per lo sfaldo dell'individuo nel quadro dell'obbligo civico. 1 3 Queste costanti biologiche e psicologiche sono soggette all'influenza del loro ambiente: la condizione geografica e topografica, le circostanze economiche, la situazione politica. In primo luogo sono influenzati dalle condizioni geografiche e topografiche, dalla costituzione degli elementi, terra e acqua, natura, suolo, clima... La geografia e la topografia svolgono un ruolo considerevole nel destino degli uomini. Non bisogna mai dimenticare che il sole domina tutto, imponendo la sua legge su ogni impresa il cui scopo è salvaguardare l'essere umano. Pianure, colline e montagne ugualmente intermediate, per modellare una sensibilità e per dare origine a una mentalità. Mentre l'uomo di collina scende facilmente nella pianura, l'uomo di pianura raramente sale sulle valli o lotta sui passi di montagna. Sono le creste delle catene montuose che hanno delimitato le "zone di raccolta" in cui, a poco a poco, gli uomini si sono riuniti in clan e tribù, uniti da costumi e usi comuni. Il rapporto tra gli elementi della terra e dell'acqua -sia che entri in gioco in superficie, contrastando le regioni lacustri o fluviali con le distese delle steppe, o che sia espresso come precipitazioni comparative, con conseguente lussureggianti pascoli qui e brughie o deserti altrove -modella anche atteggiamenti mentali che saranno registrati nelle imprese degli uomini e che troveranno la loro espressione in casa, nel villaggio e in città. A seconda dell'angolo con cui il sole colpisce la curva meridionale, le stagioni si scontrano bruscamente o si succedono con transizioni impercettibili; e anche se, nella sua continua rotondità, la Terra non ammette alcuna interruzione da un appezzamento di terra all'altro, emergono innumerevoli combinazioni, ognuna con le sue caratteristiche particolari. Infine, le razze dell'umanità, con le loro varie religioni e filosofie, moltiplicano la diversità delle imprese umane, ciascuna proponendo il proprio modo di percezione e la propria ragione d'essere. 4 In secondo luogo, queste costanti sono influenzate dalle circostanze economiche, dalle risorse della regione, dai suoi contatti naturali e artificiali con il mondo esterno... Che si tratti di una circostanza di ricchezza o di povertà, la situazione economica è una delle sorgenti principali della vita, determinando se il suo movimento sarà in una direzione progressiva o recessiva. Svolge il ruolo di un motore che, a seconda della potenza delle sue pulsazioni, porta prodigalità, consiglia prudenza o rende la sobrietà un imperativo; condiziona le variazioni che delineano la storia del villaggio, della città e del paese. La città che è circondata da una regione coltivata è assicurata delle sue provviste. La città che ha un prezioso substrato a sua disposizione diventa ricca di sostanze che la serviranno come valuta di scambio, soprattutto se è dotata di una rete di traffico abbastanza ampia da consentire un contatto conveniente con i suoi vicini e lontani. Il grado di tensione nella primavera economica, sebbene in parte dipendente da circostanze invariabili, può essere modificato in qualsiasi momento dall'avvento di forze inaspettate che il caso o l'iniziativa umana possono rendere produttivi o lasciare inoperativi. Né la ricchezza latente che richiede sfruttamento né l'energia individuale ha alcun carattere assoluto. Tutto è movimento e, a lungo termine, l'economia non è mai altro che un valore momentaneo. 5 In terzo luogo, le costanti sono influenzate dalla situazione politica e dal sistema amministrativo. La situazione politica è un fenomeno più instabile di qualsiasi altro, il segno della vitalità di un paese, l'espressione di una saggezza che si sta avvicinando al suo apogeo o è già sul pendio del suo declino... Mentre la politica è essenzialmente instabile per natura, il sistema amministrativo, che è il suo risultato, possiede una stabilità intrinseca che gli offre una maggiore permanenza nel tempo e preclude modifiche troppo frequenti. Come manifestazione di una politica mutevole, la sua durata è assicurata dalla sua stessa natura e dalla forza stessa delle cose. È un sistema che, entro limiti un po' rigidi, amministra il territorio e la società in modo coerente, impone loro le sue ordinanze [47] e, sopportando uniformemente tutte le leve di controllo, determina modalità di azione uniformi in tutto il paese. Tuttavia, anche se i meriti di questo quadro economico e politico sono stati confermati dall'esperienza nel corso di un periodo di tempo, può essere scosso in un momento, sia in una delle sue parti che nel suo insieme. A volte una scoperta scientifica è sufficiente per sconvolgere l'equilibrio, per rivelare la discordia tra il sistema amministrativo di ieri e le pressanti realtà di oggi. Può accadere che le comunità, essendo riuscite a rinnovare il proprio quadro particolare, siano schiacciate dal quadro generale del paese -e quest'ultimo può, a sua volta, essere immediatamente soggetto all'assalto delle principali tendenze mondiali. Non esiste un quadro amministrativo che possa rivendicare l'immutabilità. 6 Nel corso della storia, circostanze specifiche hanno determinato le caratteristiche della città: difesa militare, scoperte scientifiche, amministrazioni successive e lo sviluppo progressivo delle comunicazioni e dei mezzi di trasporto via terra, acqua, ferrovia e vie aeree. La storia è iscritta nei layout e nelle architetture delle città. I layout e le architetture sopravvissuti costituiscono una linea guida che, insieme a documenti scritti e grafici, ci consente di ricreare le immagini successive del passato. Le motivazioni che hanno dato vita alle città erano di natura varia. A volte era una risorsa difensiva -e una vetta rocciosa o un'ansa di un fiume vedeva la crescita di un villaggio fortificato. A volte era l'intersezione di due strade, una testa di ponte o una rientranza nella costa a determinare la posizione del primo insediamento. La città aveva una forma incerta, più frequentemente quella di un cerchio o di un semicerchio. Quando era un centro di colonizzazione, era organizzato come un campo costruito su assi ad angolo retto e cinto da palate rettilinee. Tutto è stato disposto in base alla proporzione, alla gerarchia e alla convenienza. Le strade stradali partivano dai cancelli del recinto e...
Alcune brevi riflessioni di tipo epistemologico sulle conseguenze dell'introduzione dell'informatica nel campo della ricerca storiografica.
Dopo il lavoro di Sigurd Erixon in a Folkliv 2/3 del 1937 (1) non è comparsa, a nostro avviso, un'altra sintesi di uguale interesse sulle costruzioni più elementari dell'Europa rurale, se si eccettua il saggio limitato alle costruzioni di pietra di Gerhard Rohlfs del 1963 (1a).
Per una teoria complessa delle scienze della formazione, 2005
Asprenas 52 (2005) 563-582 SOMMARIO-1. Il punto di partenza: struttura e reti. 2. Rete costituente la teoria della formazione: 2.1. Razionalismo ed ermeneutica; 2.2. Complementarietà e contingenza; 2.3. Economia, riflessività e verità. 3. Rete esperta dei sememi della formazione: 3.1. Cam-biamento, innovazione, saperi e apprendimento; 3.2. Omologia, analogia, mente e cervello; 3.3. Costruttivismo, rete, libertà e teleologia. 4. Rete esperta dei sememi oggetto della for-mazione. 5. Rete esperta dei sememi delle pratiche formative. 6. Modelli di funzionamento del sistema: 6.1. Modello razionalista; 6.2. Modello ermeneutico. 7. Conclusione. La dichiarazione del Consiglio esecutivo dell'Unione Europea di Lisbona del 2000 dava, all'Europa, l'obiettivo di diventare-entro il 2010-«l'economia basata sulla conoscenza più competitiva del mon-do» 1. Una prospettiva di questo genere non può non suscitare alcune domande d'indubbio rilievo anche per la riflessione credente. In sinte-si: in una società che fa della conoscenza uno dei suoi fattori di crescita e sviluppo, quali sono i possibili sistemi d'istruzione, educazione e for-mazione? Quali paradigmi possono governarli? Con quali modelli? Verso quali scopi? E, articolando la prospettiva: su quali direttrici si muovono le scienze dell'istruzione, dell'educazione e della formazione per essere adeguate ai compiti che vengono loro affidati? Quali desti-natari hanno? Su quali nodi concettuali fanno leva? E, ancora: quali so-no le pratiche eccellenti d'istruzione, educazione e formazione? In qua-li contesti? E, per ultimo, ma nel senso di domande ultime perché fon-danti: c'è un posto, e quale, per alcuni paradigmi essenziali del pensie-ro credente in questi saperi e in questi modelli? Un tale domandare cade, in realtà, oggi, in un terreno assai fertile, perché coglie nel cuore la questione che radicalmente attraversa ogni PER UNA TEORIA COMPLESSA DELLE SCIENZE DELLA FORMAZIONE EUGENIO BASTIANON 1 A. MAS-COLELL, L'area europea dell'istruzione universitaria: incentivi e governance, in Rivista di Politica Economica 6 (2003) 3.
Rischio e incertezza in una dimensione storica. Le dinamiche dell’economia di fronte agli scenari della nuova pandemia, 2020
Abstract The current Covid-19 pandemic is rapidly calling into question the functioning models of both the economy and society at large that until recently were taken for granted. This challenge is urging scholars and research centres to ponder the perspectives of the globalization process which started at the end of the XXth Century. Such considerations are spurred by the scope of the impact that Coronavirus is having on the economy, which goes beyond the temporary interruption of commercial exchanges and the disruption to the mobility of people. The pandemic is creating a sense of insecurity which has few precedents in the current age, pervading wider and wider sectors of the population, whose future now appears confused. According to several authors, this crisis is momentous in scope and may have an effect comparable to, if not greater than, that of the 2008 and 1929 economic crises. This essay aims to set the current emergency phase within a historical perspective by analysing the concepts of risk and uncertainty as characterizing features of the economic processes, because of their connection to several endogenous and exogenous factors, to the production structure, and to the actions of the forces operating within society. The historical dimension of this phenomenon does not concern so much the permanence of these two concepts in different epochs, but rather the way they present themselves, their incidence on economy and development processes, their interpretation by scholars and operators, as well as the consequences they have on the organization of society and the life of individuals. Moving from such assessments, the significantly hard times the international economy will surely experience stop appearing “outside history” and become instead a tile in a wider mosaic and an element of a vision for the future. What is questioned here seems to be a certain model of globalization, i.e. the one defined following the affirmation of the Washington Consensus since the last two decades of the 1900s. This essay will not only examine the economic forecasts and the different scenarios arising from the impact of the Covid-19, but will also try to indicate, in its conclusions, the traits of a new economic paradigm. Despite the context of a spreading crisis, an innovative concept is emerging, one which looks at the interconnections between research centres worldwide, at the acquisition of knowledge through online networks, as well as to the significant opportunities for progress offered by the new technologies, both as means to tackle the pandemic and as tools to design, starting today, a part of the near future to come. At the same time, scholars stress that the—still preliminary—decisions to be taken in the field of fiscal and industrial policies in order to support the capacity, and then the recovery, of the global economic system, as well as the choices on the development of digitalization, automation and robotic innovation, represent the key to bolster wide sectors of the production system, and of economy and society in general. In so doing, it would then be possible to foster the enhancement of competencies, communicative skills and human creativity, as well as the improvement in the management of networks, platforms and machinery. From there arises the hypothesis that, in the near future, rather than being powerless spectators of the unstoppable decline of this world, we will be able to witness the birth of a new globalization, one that would surely feature competitions and differences between its biggest geoeconomic areas, but that would also offer the opportunity to promote novel perspectives for development and to achieve a brand new convergence between the private and public interest, between individuals and social groups, as well as between enterprises, the market and the State. Abstract L’attuale pandemia di Covid-19 sta rapidamente mettendo in discussione modelli di funzionamento della società e dell’economia che sembravano oramai acquisiti, spingendo studiosi e centri di ricerca a interrogarsi sulle prospettive del processo di globalizzazione avviatosi alla fine del XX secolo. Alla base di queste vicende si trovano, oltre alla temporanea interruzione degli scambi commerciali e della mobilità delle persone, la portata dell’impatto economico del coronavirus e la crescita del senso di insicurezza che pervade – forse, con pochi precedenti in età contemporanea – strati sempre più estesi della popolazione, il cui destino appare confuso. Questa crisi, secondo molti autori, ha carattere epocale e potrà avere effetti paragonabili, se non superiori, a quelli del 2008 e del 1929. Il saggio ha l’obiettivo di inserire l’attuale fase di emergenza in una prospettiva storica, analizzando i concetti di rischio e incertezza come elementi caratteristici dei processi economici, in quanto legati a una pluralità di fattori endogeni ed esogeni, alla struttura produttiva e all’azione delle forze operanti nella società. La dimensione storica del fenomeno riguarda non tanto la permanenza di queste due categorie nel corso delle diverse epoche, quanto il modo in cui si presentano, la loro inferenza sull’economia e sui processi di sviluppo, la loro interpretazione da parte degli studiosi e degli operatori, le conseguenze che determinano nell’organizzazione della società e nella vita degli individui. Muovendo da queste valutazioni, le profonde difficoltà che sicuramente deriveranno per l’economia internazionale dalla pandemia cessano di collocarsi “fuori dalla storia”, per tornare a rappresentare il tassello di un mosaico più ampio e di una visione di futuro. Ciò che sembra essere messo in discussione è un certo modello di globalizzazione, quello definito con l’affermazione del Washington Consensus, a partire dall’ultimo ventennio del Novecento. Il saggio non solo esamina le previsioni economiche e i diversi scenari derivanti dall’impatto del Covid-19, ma prova a indicare, nelle conclusioni, i tratti di un nuovo paradigma economico. Seppure nel quadro della diffusione di una crisi generale, sta emergendo una concezione innovativa, che guarda all’interconnessione tra i centri di ricerca mondiali, all’acquisizione delle conoscenze attraverso le reti telematiche e all’imponente capacità di progresso fornita dalle nuove tecnologie, come mezzi per contrastare la pandemia e delineare, fin da ora, una parte del prossimo avvenire. Al contempo, nelle decisioni – ancora allo stato preliminare – sulle politiche fiscali e industriali, che dovranno essere adottate nei prossimi mesi per sostenere la tenuta e, poi, la ripresa del sistema economico globale, come nella prosecuzione dei processi di digitalizzazione, automazione e innovazione robotica, molti studiosi individuano la chiave con cui potenziare ampi settori del sistema produttivo, dell’economia e della società. In questo modo, è possibile favorire l’esaltazione delle competenze, delle capacità espressive e della creatività umana, dell’attitudine alla gestione e al controllo di reti, piattaforme e macchine. Da qui nasce l’ipotesi che, nei prossimi anni, anziché rimanere spettatori inerti di un inarrestabile declino di questo mondo, potremo osservare la nascita di una nuova globalizzazione, segnata certo da competizioni e alterità tra grandi aree geoeconomiche, ma nella quale sarà possibile promuovere occasioni di sviluppo originali e realizzare un’inedita convergenza tra gli interessi privati e quelli pubblici, tra gli individui e i gruppi sociali, tra le imprese, il mercato e lo Stato.
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già in A.Contò, Calami e torchi. Documenti per la storia del libro nel territorio della Repubblica di Venezia (sec.XV), Verona, 2003
Conservare e restaurare il legno ‐ XXV° CONVEGNO INTERNAZIONALE SCIENZA E BENI CULTURALI – Bressanone 23‐26 giugno 2009, 2009
Il Diritto Amministrativo , 2022
in Dizionario Biografico degli Italiani, 96, 2019
Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale, 2019
Il Diritto del Mercato del Lavoro, 2024