Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
3 pages
1 file
Davanti alla pretesa moderna di far coincidere il conoscibile con il misurabile, relegando le questioni inerenti il significato dell'esistenza in una sfera " noumenica " sospesa oltre la ragione, possiamo riscoprire oggi il valore decisivo del domandare. In un mondo che spesso pretende offrire risposte ancor prima che sorgano le domande, in cui il chiedere è dai più interpretato come un segno di debolezza, confessione inaudita di una mancanza, domandare è divenuto estremamente impopolare; non solo, si crede di poter sorvolare proprio su quelle domande che per secoli hanno caratterizzato la ricerca e la tensione conoscitiva dell'uomo. Convinto, ormai, che tutto ciò che si può conoscere è ultimamente misurabile, e demandato alla scienza e alla tecnica tale compito, all'uomo contemporaneo non è rimasto che vivere, senza porsi troppe domande, accontentandosi di essere talvolta aggiornato dalle scienze su una qualche novità, purché-ovviamente-di un certo interesse. Così, ogni volta che qualcosa sembra scalfire questa scorza d'indifferenza (l'esistenza rimane pur sempre carica delle sue contraddizioni), prontamente l'apparato epistemologico contemporaneo si mobilita, mostrando come certe domande non possono trovare una risposta univoca, condivisa, al pari delle conclusioni della scienza e che, per questo, è meglio lasciar perdere cosa sia il male, la liberà, il dolore, il vero, cosa significhi profondamente amare o intensamente vivere. Una simile declinazione " ristretta " della ragione comporta, di fatto, una comprensione altrettanto ristretta del reale, in cui certe domande finiscono per essere " fuori luogo " : inadeguate a quei paradigmi propri di una ragione misuratrice.
2015
Toleration isn’t enough. No-one really can desire to be simply tolerated. We must look for other relationship paradigm, more suitable for a global, personal affirmation of the other. Non possiamo accontentarci di una reciproca tolleranza. Come già Goethe affermava provocatoriamente: “tollerare è offendere”. Il paradigma relazionale tollerante, infatti, rivela la sua ultima inefficacia non appena lo si prova a ribaltare: ci si compiace volentieri di essere tolleranti e, tuttavia, ben pochi desidererebbero sentirsi dei tollerati. Per quanto la tolleranza riconosca l’altro, come evidenzia il documento, essa rimane tuttavia troppo poco: «La tolleranza comporta certamente apertura e pazienza con gli altri, riconoscendo la loro presenza in mezzo a noi. Però, se dobbiamo operare per una pace duratura e una vera armonia, non basta la tolleranza».
Nuova Umanità , 2018
Il ventitreesimo capitolo de I promessi sposi del Manzoni, definito giustamente «il cuore religioso del romanzo», rivela sorprendenti analogie e rimandi al così detto capitolo della Misericordia del Vangelo di Luca. Se, come afferma Boitani, «la scrittura è sempre ri-scrittura» e in special modo ri-scrittura della Bibbia, possiamo cogliere nell’incontro tra l’innominato e il Cardinal Borromeo una forma di riscrittura del quindicesimo capitolo lucano. Riscrittura esplicita ed implicita, articolata in richiami al dettato evangelico e coniugata in una ripresa dei dinamismi esistenziali narrati dall’Evanglista. L’incontro fra queste due «personalità», ci rimanda così nei modi e nei gesti a quegli incontri evangelici di Gesù coi peccatori del suo tempo: realmente una loro ri-scrittura.
Pubblicato per rivista-online "Il Mantello della Giustizia": http://www.ilmantellodellagiustizia.it/articoli-mese-di-dicembre-2016/il-realismo-di-san-benedetto Sempre più spesso parlando di Europa, come delle nuove sfide che il cristianesimo si trova oggi a fronteggiare, si torna a guardare San Benedetto e all'impronta che il monachesimo ha lasciato sul nostro vecchio continente. Tuttavia, le modalità con cui si articolano le diversi tentativi di attingere all'eredità del grande santo possono differire fino al punto di opporsi. Non ci addentriamo nel mare di tali imprese; quello che è certo è che in molti casi il loro approccio è viziato da una focalizzazione esclusiva sulle "conseguenze", effetti, che una certa "prassi benedettina" dovrebbe produrre, col conseguente limite di perder di vista proprio l'esperienza di Benedetto, quello che è accaduto innanzitutto in lui. Ad appena cinquant'anni dalla morte del nostro santo, Gregorio Magno suggeriva: «[...]se qualcuno vuol conoscere a fondo i costumi e la vita del santo, può scoprire nell'insegnamento della regola tutti i documenti del suo magistero, perché quest'uomo di Dio certamente non diede nessun insegnamento, senza averlo prima realizzato lui stesso nella sua vita» (Dialoghi II, 36). La Regola, oggi come allora, rimane il riferimento essenziale attraverso cui poter cogliere il proprium del carisma e dell'esperienza di Benedetto. Esperienza giudicata, compresa fino a divenire una proposta ed una provocazione per altri. La Regola non fu concepita come un piano per riedificare l'Europa, e nemmeno per imporsi a tutto il monachesimo occidentale (avvenne solo in epoca carolingia). Intrisa di quanto Benedetto aveva appreso vivendo e seguendo i fatti, la Regola aveva come unico intento quello di obbedire alle concrete esortazioni di Dio: «il Signore aspetta ogni giorno, senza stancarsi, che noi corrispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni» (dal Prologo alla Regola). Benedetto era un realista e, se proprio vogliamo parlare di genialità, dovremmo parlarne nei termini di una fedeltà permanente al reale, alle circostanze ed alla storia come luogo eloquente della presenza di Dio: «Nell'inquietudine e nella confusione del suo tempo, egli viveva sotto lo sguardo di Dio e proprio così non perse mai di vista i doveri della vita quotidiana e l'uomo con i suoi bisogni concreti» (Benedetto XVI, Udienza generale, 9 aprile 2008). È questa consapevolezza realista il più interessante e decisivo dei tratti da cogliere nella vita di Benedetto. «Tutta la Regola porta l'impronta di uno spirito che non costruisce a priori, secondo un ideale astratto e un piano rigido, ma vede la realtà com'è e cerca di adattarvisi, traendone il frutto migliore. Benedetto non intende imporre una regola di perfezione: il suo (egli dice) vuol essere un semplice principio di vita religiosa» (L. Salvatorelli, San Benedetto e l'Italia del suo tempo, 2007, 110) o, come scrive, "minima, tracciata solo per l'inizio" (Regola,73,8). Benedetto non aveva il problema di formare una sorta di élite; coloro che lo seguirono desideravano semplicemente vivere con fedeltà, in comunio-
Le emergenze, nel senso innanzitutto di insorgenze, con cui oggi siamo costretti a paragonarci (che sia immigrazione, populismo, conflitto tra sovranità nazionale e macrosistemi economici etc…) sono la manifestazione di una crisi più profonda e radicale, una crisi che coinvolge innanzitutto il soggetto nella sua autocoscienza e, proprio così nel suo esercizio del potere. Nel mondo della tecnica e del dominio (quasi)incontrastato sulla natura, paradossalmente è in atto da decenni quella che potremmo definire una " crisi del potere personale ". Così metteva in guardia Emmanuel Mounier: «L'uomo europeo si trova nella situazione del viaggiatore lanciato a tutta velocità in un'auto che non sa guidare, accanto al conducente morto all'improvviso. Ha perso le leve di comando dell'universo da lui forgiato, lo vedete andare alla deriva in modo folle verso avvenimenti che non controlla più». Un fenomeno, questo, che potremmo definire come la " perdita dello spirito " da parte del potere.
Esistono parole la cui forza è quella di indicare distintamente un dato oggetto, fenomeno, evento; e ve ne sono altre il cui pregio sembra, al contrario, esser quello di non aderire mai in modo indelebile ed univoco a quanto pretendono indicare: parole utili a dare un nome a tutto ciò che sfugge a una " presa " salda ed efficace del conoscere. L'espressione «modernità» rientra nel novero di queste parole " ampie ". Per quanto si voglia dettagliare, ora nelle discipline storiche, ora in quelle sociologiche e via discorrendo in tutte le altre branche del sapere, la parola «modernità» sembra sfuggire alla possibilità di una sua completa definizione: parola " aperta " per eccellenza e, proprio per questo, sempre a rischio di ridursi a " zona franca " che storici e filosofi (tra gli altri) si riservano di usare con ampi margini di arbitrarietà, attribuendo differente-e talvolta opposto-peso e valore ai singoli fattori che si intrecciano in essa. Tale arbitrarietà semantica, per riprendere le parole di Herman Lübbe, fa sì che «[...] i concetti, non essendo più inseriti in un discorso complessivo fatto nel presente, rimangono per così dire senza padrone. Non c'è più alcuna istanza che li difenda. Diventano patrimonio comune dal quale ciascuno prende ciò che più gli aggrada, senza che ci sia un'istanza responsabile della sua unità e consistenza» (H.LUBBE, La secolarizzazione, Società editrice il Mulino, Bologna, 1970, 10-11).
Pubblicato per rivista online "Il Mantello della giustizia": http://www.ilmantellodellagiustizia.it/ articoli-marzo-2017/trascendenza-e-persona-la-sfida-di-papa-francesco
Science and revelation in dialogue where the hypothesis arises.
These pages want to be an attempt to introduce a different perspective of understanding the meeting encounter between Christian faith and Platonism. Following a perspective which we have defined as "existential".
Published in Italy Gli E-Book di FedOAPress sono pubblicati con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International Questioni kantiane / di Antonio Carrano. -Napoli : FedOAPress, 2022. -125 p. ; 24 cm. -(Scuola di Scienze Umane e Sociali. Quaderni ; 21). Accesso alla versione elettronica:
Giovanni Pieroni: un informatore mediceo al seguito del generale Wallenstein. A cura di Guido Carrai [eSamizdat 2004 (II) 1, pp. 175180]
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Rivista teologica di Lugano, 2020
Simultanea, 2022
Finxit. Dialoghi tra arte e scrittura dal Medioevo all'Età Moderna, 2024
Italian Poetry Review XVII, 2022
SAFFO TRA POESIA E LEGGENDA. FORTUNA DI UN PERSONAGGIO NEI SECOLI XVIII e XIX, a cura di A. Chemello, Padova, Il Poligrafo, 2012, 2012