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Cappelle musicali fra corte, stato e chiesa nell’Italia del Rinascimento, ed. F. Piperno, G. Biagi-Ravenni and A. Chegai (Florence : Olschki, 2007), pp. 231-44
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È un fatto ben noto della geografia musicale dell'Italia cinquecentesca che il duca di Firenze non manteneva una cappella musicale, almeno nel senso più stretto della parola. In effetti i conti della corte, se attestano pagamenti a singoli musicisti, non fanno menzione di una qualsiasi struttura amministrativa o artistica che li raggruppasse. 1 Questa situazione piuttosto inconsueta è resa ancora più complicata dal fatto che il maestro di cappella del battistero di S. Giovanni, Francesco Corteccia, si presenta sui frontespizi dei suoi libri di madrigali stampati come «maestro di cappella del duca» . 2 Il caso fiorentino si presenta dunque come abbastanza misterioso, e merita di essere esaminato attentamente: in effetti, esso sembra aderire perfettamente al titolo di questo volume, in quanto la cappella fiorentina sembra davvero situarsi «fra corte, stato e chiesa».
Michelangelo Arte - Materia - Lavoro, 2019
Atti 40° Convegno Nazionale Daunia, 2020
Federico II fece costruire un palazzo a Foggia con il progetto politico di rendere quest'ultima sede imperiale, una sorta di capitale continentale, rispetto alla lontana Palermo (Cuozzo-Martin 1995, pp. 39-40); vi risiedeva il giustiziere e l'insediamento si sviluppò notevolmente, richiamando genti dalle campagne circostanti ma, soprattutto nel caso di artigiani specializzati, anche da fuori regione (Favia 2010). In Capitanata, del resto, si registra (soprattutto sulla base del c.d. Statutum de reparatione castrorum 1 ) la più alta concentrazione di castra e domus rispetto alle altre regioni del regno, senza considerare la predilezione accordata a questo territorio, che all'epoca era ricco di boschi e specchi d'acqua e favoriva la pratica della attività venatoria, prediletta dall'imperatore 2 . Federico II ereditò una serie di castelli dai suoi 1 Si tratta di un elenco di castelli regi la cui manutenzione era a carico dei sudditi; trattandosi della maggior parte di essi, per approssimazione, costituisce un osservatorio privilegiato: i dati raccolti furono redatti in forma organica tra 1241 e 1245. Cfr. Houben 2005a.
M. Valenti, R. Francovich (a cura di), Archeologia dei Paesaggi Medievali. Relazione Progetto (2000-2004), All’Insegna del Giglio, Firenze, pp. 193-202, 2005
Le indagini archeologiche sul sito di Monte di Croce (località Fornello, Pontassieve -Firenze) si inseriscono in un più ampio progetto di ricerca sui siti incastellati di età medievale presenti nel comprensorio comunale di Pontassieve. Le ricerche sul potenziale archeologico del territorio e le indagini stratigrafiche sui singoli siti prescelti sono state condotte tra il 2000 e il 2002 da un gruppo di archeologi del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti -Sezione Archeologica dell'Università di Siena, coordinato da R. Francovich e M. Valenti. Il progetto ha previsto in un primo momento la costruzione di un archivio e di una piattaforma GIS di tutti i rinvenimenti archeologici editi, dei siti fortificati e degli edifici ecclesiastici medievali presenti sul territorio, ed una ricognizione sui ruderi di castelli ancora visibili. In un secondo momento si è proceduto allo scavo di due siti fortificati, le cui strutture sono ancora individuabili sul terreno: il castello di Monte di Croce, ben documentato dalle fonti scritte tra XI e XIV secolo (campagne di scavo 2001-2002), e il castello di Montefiesole (campagna di scavo 2002).
Romanesque Renaissance. Early medieval architecture as a source for new all’antica architecture in the 15th and 16th centuries, 2020
Borghini, Vasari e il Romanico fiorentino: il genius loci e l’Antico
Esperide , 2023
o studio della cappella annessa alla cattedrale cosentina è stato a lungo tralasciato per la sua posizione nascosta e per la mancanza di documentazione certa, almeno per le fasi iniziali. Ad oggi, non se ne conosce che la storia più recente, legata alla confraternita dei nobili, da cui il nome, più noto e usato quanto più recente, di cappella dei Nobili 1. La piccola chiesa sorge, infatti, isolata, in un angusto cortile interno (fig. 1) ed è stata, dunque, trattata solo per completezza rispetto alle vicende storiche del duomo. Il monumento presenta, tuttavia, indubbi caratteri di interesse sia intrinseco che più generale. Esso costituisce un vero e proprio palinsesto architettonico in cui le fasi edilizie sono strettamente interconnesse e correlate in un insieme talvolta di difficile lettura.
Annuario dell'Archivio di Stato di Milano, 2014
The essay examines the fresco cycle of the Ducal Chapel of the milanese Sforza Castle, complementing the stylistic analysis of the paintings with a historical-documentary research regarding Galeazzo Maria Sforza and the peculiar nature of his patronage. On the one hand, the stylistic observations – in accordance with the latest studies – notice that the paintings, despite their late-gothic tone, turn out to be influenced in many aspects by the novelty of the Renaissance coming from the most important artistic centres of the Po Valley. On the other hand, the documentary material, which attests the duke’s strict control over the iconography and the style of the frescoes, allows to identify the programmatic cause of the decoration’s cortoise tone. Then, the study proceeds analysing the patronage’s archaic figurative tendency, taking into account the duke’s political purposes, and eventually identifies some specific points of connections between the cycle’s iconography and the thesis explained by "De regimine principum", a treatise of political science dedicated to Galeazzo Maria, which provides a justification of the princely power under a theological and metaphysical profile.
Meteore. Ascese e oblio nei territori dell’Italia spagnola (metà XVI-metà XVIII sec.), a cura di M.C. Calabrese – C. Cremonini – L. Scalisi (Rivista MO.DO., n. 9-10), 2024
The story of the famous/infamous Cardinal Nicolò Coscia, a meteor-character of the first half of the eighteenth century, represents a typical case of meteoric social ascension in the ecclesiastical world. A pupil of Cardinal Vincenzo Maria Orsini, who was first Archbishop of Benevento (1686-1724) and later Pope with the name of Benedict XIII (1724-1730), Coscia pursued an extraordinary career, first in the diocese of Benevento and then at the Roman Curia. At the head of a power group defined as the “party of the Beneventani”, Coscia embodies the alter ego of Orsini, considered guilty of exercising a bad influence on the Pope. He aims to build personal and family power creating a considerable patrimony and the social elevation of his family for which he plans the promotion from the rank of the urban patriciate, recently acquired, to entry into the prestigious feudal nobility of the Kingdom of Naples, achieved in 1727 thanks to the support of the government during the Austrian viceroyalty. The well-known judicial tragedy that overwhelms Cardinal Coscia upon the death of his protector Benedict XIII, beyond the committed crimes, represents the revenge of his adversaries both in the Papal Curia and in the city of Benevento. The historiography is articulated in an almost "dichotomous" manner between a production that highlights the negativity of Coscia's action and a local production, tending to diminish the guilt of the cardinal and of the infamous “party of the Beneventani”. The role of this Pope’s Favourite is set in the unstable age of the Wars of Succession, between the questions of international politics, the conflictual relations between the European courts and the difficult geopolitical settlement of the Italian peninsula. The parable of Coscia offers interesting reflections on the factions as instruments of ascension, but also of collapse, and on the precarious influence of patronage and protection. At the same time, it reveals the weakness of the parvenu status that largely determines the sudden oblivion of the Cardinal and the lack of aristocratic rooting for him and his lineage.
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Caravaggio Napoli. Catalogo della mostra a cura di Maria Cristina Terzaghi, 2019
Il duca e il vescovo a Piedimonte d'Alife in età barocca, 2019
Annali di Architettura, 2005
Thesaurus Amicorum. Studi in onore di Giuseppe Guzzetta, a cura di Carmelo Crimi, Massimo Frasca, Renata Gentile Messina, Dario Palermo, 2021
Il patrimonio della città. Fonti e temi per la storia di Venafro (secc. XVI-XXI), 2021
I Corsini tra Firenze e Roma, 2013
Come a Gerusalemme. Evocazioni, riproduzioni, imitazioni dei luoghi santi tra Medioevo ed Età Moderna, a cura di Anna Benvenuti e Pierantonio Piatti
Musici e istituzioni musicali a Roma e nello Stato pontificio nel tardo Rinascimento: attorno a Giovanni Maria Nanino, ed. by Giorgio Monari and Federico Vizzaccaro, Tivoli, 2008 («Atti e memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte», LXXXI/1, 2008), pp. 129-139, 2008
theorein.it, 2023
Testo tratto da La Fondazione Collegio San Carlo a Modena, a cura di Carlo Altini, Modena , 2017
Rivista Archeologica dell'Antica Diocesi e Provincia di Como, 2017