Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
5 pages
1 file
Il diritto e la macchina a vapore che-fare.com /regolamentare-la-sharing-economy/ Di fronte alla comparsa delle prime automobili, il Parlamento inglese reagì approvando una legge per tutelare i pedoni e il traffico a cavallo. Il Locomotive Act del 1865 impose che, per ragioni di sicurezza, le auto dovessero circolare con almeno tre persone di equipaggio: un autista, un fuochista ed un portabandiera, il quale doveva precedere l'auto di almeno cinquanta metri sventolando un vessillo rosso. L'auto seguiva ad una velocità massima di due miglia all'ora.
Sulla metafora del diritto come macchina …una classe sotto la cui guida la società corre verso la rovina, come una locomotiva il cui macchinista è troppo debole per aprire le valvole di sicurezza che si sono bloccate ENGELS, Anti-Dühring Let your life be a counter friction to stop the machine THOREAU, Civil Disobedience Come ricorda Giovanni Tuzet nel saggio Sul possibile moto della macchina, l'idea che il diritto sia (assimilabile a) una macchina è fatta propria da alcuni esponenti del realismo giuridico scandinavo 1 , ma -bisogna aggiungere -anche da alcuni esponenti del realismo giuridico americano 2 ; più in generale, si tratta di un'idea molto più risalente e diffusa, che non appartiene tanto al realismo giuridico quanto a secoli di cultura giuridica e politica occidentale 3 . Quella della macchina è infatti una metafora fondamentale per esprimere ciò che a volte è chiamato l'"artificialismo" delle ragione politica e giuridica moderna. Fra le altre cose, il saggio di Tuzet contiene una critica radicale a questa metafora ("fra le più infelici che mai 1 Si veda, sin dal titolo, S. CASTIGNONE, La macchina del diritto: il realismo giuridico in Svezia, Milano, Comunità, 1974.
Critica alla concezione (diffusa in particolare dal realismo giuridico scandinavo) del diritto come macchina
Università degli Studi di Napoli, n. 7, FrancoAngeli, Milano 2013, ISBN 9788820480981, pp. 7-42.
Versione leggermente modificata di G. Itzcovich, Pinocchio e il diritto, in “Materiali per una storia della cultura giuridica”, 37/1, 2007, pp. 239-268
Versione leggermente modificata di G. Itzcovich, Pinocchio e il diritto, in "Materiali per una storia della cultura giuridica", 37/1, 2007, pp. 239-268 PINOCCHIO E IL DIRITTO di Giulio Itzcovich Guardi che litania prolissa! Obbligatorio il far da giurati, obbligatorio il servizio militare, obbligatorio il pagamento delle tasse, obbligatorio il far da membro (frase indecorosa e quasi avvilitiva) nelle commissioni di sindacato, e per giunta, obbligatoria anche l'istruzione elementare… Carlo Collodi, Come studiavano i fiorentini 1. Premessa. Pinocchio e le discipline C'è, in pieno Ottocento, una vena realistica plebea che non accetta la fede, illuministica prima, positivistica poi, nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'educazione pubblica-statale. È un luogo comune popolare, è il grido e il lamento di Pinocchio: prima il pane, la strada, la vita, poisemmai, se proprio bisogna -gli abbecedari, i maestri, i pedagoghi. All'epoca, la resistenza alla pubblica istruzione, al processo di scolarizzazione come obiettivo politico e cura del governo, doveva essere del tutto generica, quasi pre-politica: era di matrice democratico-repubblicana, liberale, clericale, reazionaria? Tutte queste cose e nessuna, al tempo stesso "autenticamente popolare" e "codina" 1 . Era una resistenza propriamente "generica" 2 : per tutti e di nessuno, parziale e universale; intempestiva, sgradevole, inclassificabile nel sistema politico. Oggi sarebbe davvero molto semplice liquidarla come demagogica e qualunquista. Nella vita politica italiana, ne troviamo tracce nell'opposizione alla legge Coppino del 1877 sull'obbligo scolastico: una delle più importanti riforme della Sinistra storica, esercizio fra i più illuminati e progressisti della funzione di governo. Alcuni scritti di Carlo Lorenzini (Collodi) offrono una testimonianza ingombrante di questo rifiuto della scolarizzazione come obiettivo di politica pubblica, o più in generale del rifiuto della scuola. Soprattutto la lettera aperta al Ministro della pubblica istruzione Pane e libri («avete sragionato così: "Per rigenerare i popoli […] bisogna illuminare le masse! Illuminiamo dunque le masse!" […] Date retta a me, che sono ignorante: meno chiacchiere e più pane!») 3 e il passo degli Ultimi fiorentini riportato in epigrafe 4 , ma anche le Avventure di Pinocchio 5 e un passo brillante delle Macchiette («i pedagoghi e i maestri di scuola, 1 Ciò, ovviamente, non significa che le forze politiche non si dividessero su questioni come la creazione e l'organizzazione di un sistema scolastico nazionale, l'opportunità di introdurre l'obbligo scolastico, finalità e programmi della pubblica istruzione, ecc. Vedi, in generale, E. De Fort, La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, Il Mulino, 1996. 2 Sul concetto di "generico", vedi A. Badiou, L'essere e l'evento (1988), Genova, Melangolo, 1995, cap. XXXI, pp. 329 ss.; Id., Manifesto per la filosofia (1989), Milano, Feltrinelli, 1991 C. Collodi, Pane e libri (A S.E. il Ministro Berti e C.), pubblicata nel 1884 su "La Vendetta. Gazzetta del popolo", raccolta in Id., Note gaie, a cura di G. Rigutini, Firenze, Bemporad, 1892, pp. 185-190, Omessa dall'edizione critica C. Collodi, Opere, a cura di D. Marcheschi, Milano, Mondadori, 1995, se ne può leggere un estratto in R. Bertacchini, Collodi educatore, Firenze, La Nuova Italia, 1964, pp. 50 s. 4 C. Collodi, Gli ultimi fiorentini, in Id., Occhi e nasi (Ricordi dal vero) (1881), ora in Id., Opere, cit., pp. 315-320, p. 318. 5 C. Collodi, Le avventure di Pinocchio (1883), Torino, Einaudi, 2002. Sul tema dei rapporti fra Pinocchio e la scuola -«a me la scuola fa venire i dolori di corpo» (ivi, cap. XXV, p. 95)tornerò più avanti. Fra i molti episodi significativi, mi limito qui a ricordare quello in cui i libri scolasticifra cui il Giannettino e il Minuzzolo, scritti dallo stesso Collodi vengono scagliati contro Pinocchio e finiscono in mare; i pesci, «dopo avere abboccata qualche pagina o qualche frontespizio, la risputavano subito, facendo con la bocca una certa smorfia che pareva volesse dire: "Non è roba per noi: noi siamo avvezzi a cibarci molto meglio"» (ivi, cap. XXVII, p. 103).
Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo, effettuati, compresi la copia fotostatica, il microfilm, la memorizzazione elettronica, ecc., senza la preventiva autorizzazione scritta del Centro Storico Benedettino Italiano. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.
I contributi sono sottoposti alla procedura di revisione anonima (single blind peer review) nel rispetto dei criteri indicati nel vigente Regolamento Anvur.
Un nuovo stile di famiglia sta oggi con determinazione affacciandosi sulla scena americana ed europea: si tratta della famiglia chiamata “poliamorosa”, per indicare l’esistenza di legami sentimentali d’amore caratterizzati dalla stabilità fra più di due persone adulte, non importa se omo, etero, bi-sessuali, queer o perfino a-sessuali, che si vivono come un’organizzazione familiare. É una tipologia di famiglia poligamica che potremmo indicare come “moderna”, la quale si differenzia da quella “tradizionale”o “convenzionale”, nelle sue tipiche forme finora conosciute della poliginia o più raramente poliandria, per l’assoluta variabilità dei suoi assetti in termini di genere e di preferenze sessuali. Che posizione assume o assumerà il diritto occidentale di fronte a questo recentissimo sviluppo del modo di far famiglia, che – per quanto oggi largamente minoritario – appare tuttavia come uno stile familiare sempre più solido e numericamente non trascurabile? Risponderà positivamente alle esigenze di una società in evoluzione, offrendo alla famiglia poliamorosa protezione in termini sia negativi che positivi? La vittoria del movimento LGBTQ nelle battaglie per le unioni civili o per il matrimonio omosessuale, che ha portato i sistemi giuridici occidentali ad accettare un cambiamento rivoluzionario rispetto alla monogamia classica, da sempre concepita come un’unione fra sessi rigidamente diversi, depone a favore di un’uguale possibilità di successo in relazione allo scardinamento anche del modello diadico e al riconoscimento di un matrimonio o un’unione civile plurima? O al contrario le forme di organizzazione familiari che contemplano relazioni sentimentali fra più di due adulti presentano caratteristiche di rottura troppo spinta per i sistemi giuridici del nord del mondo? Sono queste alcune delle questioni che il tema del poliamore solleva, alle quali si vorrebbe sommariamente dar spazio per provare a tracciare un quadro a pennellate ampie degli aspetti giuridici che lo attraversano, nella consapevolezza che nella sua forma moderna esso ha già trovato alcuni timidi e parziali riconoscimenti nel mondo occidentale.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
RRIPS: Revista de InvestigacioneRIPS: Revista de Investigaciones Políticas y Sociológicas, 2017
Notizie di Politeia, 2018
Digesto delle discipline privatistiche , 2014
http://www.rivistapolitica.eu/wp-content/uploads/NUMERO-UNO_POLITICA_1_giugno_2015-1.pdf
Ultima ratio. Alla ricerca di limiti all'espansione del diritto penale, 2013