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La parola matrimonio, che proviene dal latino matrimonium, avendo etimologicamente una radice costituita dalla parola mater (madre) e monium (agente, azione), farebbe pensare ad un ruolo della donna sicuramente preponderante e diverso da quello realmente occupato da essa nella società romana. Nella Roma antica, infatti, la condizione giuridica della donna non è immobile, ferma, statica, ma muta nel corso della storia con il mutare delle forme e delle condizioni di vita oltre con l'evolversi della società romana nel corso dei secoli; tuttavia non vi è soltanto la disuguaglianza rispetto all'uomo, ma nei diversi settori della vita giuridica della città sono ravvisabili anche momenti significativi di discontinuità e di emancipazione.
Der Stifter und sein Monument. Gesellschaft – Ikonographie – Chronologie. Akten des 15. Internationalen Kolloquiums zum Provinzialrömischen Kunstschaffen (Graz, 14. bis 20. Juni 2017), Hrsg. B. Porod e P. Scherrer, Graz , 2019
Il presente contributo si propone di gettare luce su un tema poco conosciuto, analizzando il ruolo della donna romana nelle attività relative alla panificazione e all’approvvigionamento annonario. Per quanto concerne la panificazione, è possibile affermare che le donne si occupavano spesso delle attività ad essa legate in ambito domestico, mentre nelle panetterie la presenza femminile, di liberte in ogni caso, era probabilmente limitata alle botteghe di provincia e di non grandi dimensioni. In materia di approvvigionamento annonario, invece, fu riconosciuto alle donne un particolare ruolo in epoca severiana: esse furono autorizzate a sporgere denunce relative all’aumento del prezzo dei viveri dinanzi al prefetto dell’annona. This contribution aims at shedding light on a little-known subject, analysing the role of the Roman woman in the activities related to bakery and corn supply. As far as bread-making is concerned, it can be said that women were often involved in activities related to it in the domestic sphere, while in the bakeries the presence of women, of freedwomen in any case, was probably limited to provincial and not large shops. On the other hand, women were given a special role in food supply during Severian dynasty: they were authorised to lodge complaints before the prefect of the annona about the increase in the price of food.
Violenza sessuale E' fondamentale rammentare che nel nostro paese lo stupro è considerato un reato contro la persona solo dal 1996. Appena 18 anni orsono questo delitto era ritenuto un reato contro la morale pubblica e il buon costume. Ciò significa che l'ordinamento giuridico considerava che se una donna era violentata, il soggetto offeso fosse il marito o la famiglia o il "nome" nonché la "morale sessuale" intesa come un principio astratto. La legge, dunque, non contemplava affatto che lo stupro fosse un atto di violenza che lede la sfera più intima di una donna, la sfera sessuale, infliggendo un dolore e un un'umiliazione profonde. Nonostante la nuova legislazione in materia stabilisca con chiarezza la responsabilità e le pene da comminare all'aggressore, serpeggia a livello sociale una tentazione che si rinnova incessantemente: quella di rovesciare i posti di chi deve rispondere-di chi ha la responsabilità-di una violenza sessuale. In questo modo, esiste tuttora la tendenza a ritenere che se una donna è stuprata, in qualche modo, magari solo surrettiziamente, ne è responsabile. E' chiaro che il clima sociale e culturale presente in un certo momento storico incide sul modo nel quale un evento viene elaborato psichicamente. Gli scarni cenni storici menzionati precedentemente-elementi giuridici e sociali-gettano un po' di luce per comprendere la estrema difficoltà che deve compiere una donna per uscire dall'isolamento e dal silenzio dopo un episodio di violenza sessuale. La vergogna e la colpa La violenza sessuale, lo stupro, si configura come un evento traumatico, vale a dire, come un evento che stenta ad essere simbolizzato. I tratti salienti che lo caratterizzano-l'uso della violenza, la coercizione, il fatto che riguardi le parti più intime del corpo, l'imprevedibilità oppure la ripetizione davanti alla quale si è impotenti-esulano dalle capacità psichiche di essere assimilato. E' importante, tuttavia, tener presente che non è possibile fare delle generalizzazioni sugli effetti che suscita un evento di questa natura. Ogni vissuto viene inscritto all'interno di una configurazione psichica soggettiva e determina degli affetti-espressioni emotive-e delle eventuali manifestazioni sintomatiche singolari. Ciò nondimeno, vorrei mettere in risalto due affetti che compaiono in modo assai frequente quando una donna subisce una violenza sessuale: la vergogna e la colpa. La vergogna sorge dal sentimento-non dall'idea, dunque, ma dal sentimento-di aver compiuto un atto riprovevole. Si origina dal sentire di aver oltrepassato i limiti assegnati alle donne non avendo tenuto sufficientemente in considerazione che la loro è solo una libertà vigilata. Sorge dalla sensazione-una sensazione che non poggia sulla ragione-di non aver fatto abbastanza per evitare di
Prove di libertà. Donne fuori dalla norma. Dall'antichità all'età contemporanea. , 2018
1. Un pamphlet misogino Nel 1897 lo storico delle religioni Paul Allard (1841-1916) pubblicò, a margine dei suoi studi di storia del cristianesimo, un vigoroso e urtican-te pamphlet intitolato Le mouvement féministe et la décadence romaine 1. Allard era noto per interessanti ricerche sul fenomeno delle persecuzioni contro i cristiani cui dedicò un gran numero di contributi e un'opera in cinque volumi 2 ; dopo gli studi giuridici, consacrò la propria vita alle an-tichità cristiane e, a Roma, diventò allievo di Giovanni B. De Rossi ed esperto di epigrafi a cristiana; cattolico fervente e impegnato, visse con tormento il decreto del 29 marzo 1880 che impose lo scioglimento delle congregazioni religiose non autorizzate e l'allontanamento dei gesuiti dalla Francia 3 e, per questa ragione, intensifi cò il proprio impegno per 1. Pubblicato nel numero del 1897 de «Le correspondant», rivista cattolica francese fon-data nel 1829 e luogo di espressione dei cattolici che si opponevano al Secondo Impero; nel 1937 fu assorbita dalla rivista gesuitica «Études» (vd. Claude Bellanger, Historie géné-rale de la presse française, tome 3: de 1871 à 1940, Presse Universitaire de France, Paris 1972; Pierre Albert, La presse française, nouvelle édition, La Documentation française, Paris 2008). Il testo è conservato anche presso la Bibliothèque Marguerite Durand di Parigi (coll. Broc MF 962) e online sulla pagina www.biblisem.net/etudes/allamouv.htm. 2. Paul Allard (Rouen 1841-Senneville-sur-Fécamp 1916) fu studioso del cristianesimo e storico delle persecuzioni; esperto di epigrafi a cristiana, fu discepolo di G.B
Tratto da Rita Palidda (a cura di) 2012, Donne, politica e istituzioni. Percorsi di ricerca e pratiche didattiche, ed.it, Firenze.
La Corte EDU alla ricerca dell’imparzialità dei giudici davanti alla vittima "imperfetta"., 2021
Riflessioni a margine della sentenza della Corte EDU J.L. contro Italia del 27 maggio 2021. L'articolo commenta la sentenza della Corte Europea che condanna l'Italia per l'uso di argomenti sessisti in una sentenza di assoluzione per violenza sessuale di gruppo, partendo dal presupposto che l'imparzialità dei giudici non è un dato acquisito, ma è un obbligo giuridico e culturale che richiede studio e capacità critica
Andrea Andretto, 2018
1) Profezia e mediazione. «La profezia può essere considerata, senza scandalo alcuno, il ministero più alto nella Bibbia, più importante dello stesso sacerdozio. Il profeta, infatti è il mediatore per eccellenza tra cielo e terra, tra bocca di Dio e orecchio dell'uomo». 1 Nella definizione di profezia che ho colto dalla riflessione di Annalisa Guida, emerge il legame profondo che esiste tra la figura del profeta e quella del mediatore. Sappiamo tutti molto bene che il «mediatore» è colui che ha la funzione di rendere possibile e di facilitare l'incontro tra due parti che sono tra di loro, per i più svariati motivi, lontane. Ne viene dunque che il profeta non apre la bocca per dire delle cose o peggio ancora per fare delle chiacchiere; il vero profeta è colui che che ha preso chiara coscienza che la sua bocca è uno strumento posto a servizio di Dio, affinché con le parole da lui proferite ogni ascoltatore possa trovare la strada per incontrarsi e riconciliarsi con Dio stesso. Non a caso un cristiano crede che Gesù, parola definitiva di Dio, è re, sacerdote, profeta. 2 Profeta e profetessa sono dunque uomini e donne che vivono un rapporto appassionato di ricerca e allo stesso tempo di repulsione nei confronti Parola di Dio. Si pensi in modo particolare alla vicenda del profeta Giona che, in prima battuta, si rifiuta di obbedire alla parola che lo vuole profeta in Ninive. La storia di Giona, peraltro, rivela con chiarezza che 3 il profeta può anche respingere la chiamata da Dio, tuttavia è Dio stesso che non guardando a genealogia o a tradizione umane particolari, sceglie il "suo" uomo, la "sua" donna, affinché tutta la sua esistenza diventi profetica. Per il testo sacro diventerà "profetica" anche la sua ribellione di fronte alla Parola di Dio che lo invia a Ninive: questo per dire che le Scritture Sante ci presentano la figura del profeta come la storia di un uomo che vive un travagliato percorso di fede e che alla fine si abbandona e si lascia sedurre dalla missione di collaborare al progetto di Dio di salvare il suo popolo. Ne guadagniamo dunque che nessuno si rende profeta da se stesso: nemmeno se si proclama un anno di riflessione sul ruolo profetico che la vita consacrata può avere ancora oggi! Piuttosto si deve cercare di comprendere come Dio chiede oggi, alla singola coscienza cristiana, di essere un "Suo profeta", collaboratore del suo progetto di salvezza per tutti gli uomini di oggi, inseriti nei problemi vitali di un tempo che è differente da quello della profezia biblica. Da sempre infatti il profeta si sente per certi versi un uomo "fuori tempo", chiamato tuttavia a condividere tutta la compassione con la quale Dio guarda a questo lasso di storia, con le sue caratteristiche peculiari e ai suoi problemi. approfondimento dal punto 2 di vista sistematico: MOIOLI G., Cristologia. Proposta sistematica, Centro Ambrosiano, Milano 2015, pp. 138-143. Per un approfondimento dal punto di vista biblico si veda il pur sempre valido: SEGALLA G., La Cristologia del nuovo testamento, Paideia, Brescia 1985, pp. 48-63.154-155. VIGNOLO R., Un profeta tra umido e secco.
L’indagine riguarda alcuni specifici lemmi, vere e proprie pietre d’inciampo sul percorso della dannazione del genere femminile. Se per Andrea Cappellano non vi è dubbio che le donne siano in se stesse senz’altro dannate, e se a due secoli di distanza Francesco da Barberino ancora insiste ad avallare questa opinione, sono le occorrenze dantesche della Commedia a introdurre elementi di novità nella tradizione di pensiero, riservando inaspettati risvolti all’uso di «femmina», «meretrice» e «puttana». L’analisi dei luoghi in cui compaiono i lemmi, accostati ad altri semanticamente affini, evidenzia il modo in cui Dante si distingue nel panorama letterario e culturale del suo tempo per la inusitata peculiarità del suo pensiero nei confronti del genere femminile.
Femina in fabula. Dee, sacerdotesse, maghe e sacre prostitute nell'Abruzzo italico, 2020
antropologia religiosa del mondo antico
«Diverse voci fanno dolci note». L'Opera del Vocabolario Italiano per Pietro G. Beltrami, 2013
Si pubblicano qui gli "Ammaestramenti matrimoniali" (testo unico bipartito o più probabilmente due diversi testi uniti in ragione della somiglianza di argomento) secondo la lezione del ms. Chig. L VII 267 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il codice, tardotrecentesco, appartiene alla redazione II che contiene sia gli ammaestramenti del re al figlio, sia quattordici comandamenti della madre alla figlia. Alla sottoscritta si devono l'edizione del testo (§ 4) e le note linguistiche e lessicali (§ 5).
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PASSATO E PRESENTE, 2008
Argomentazione e lessico nella tradizione giuridica. Atti del convegno della Società Italiana di Storia del Diritto. Camerino, 27-29 settembre 2018, a cura di Carlotta Latini, Torino, Giappichelli, 2021
Una confraternita femminile a Roma. La Compagnia di Sant'Anna nella chiesa di S. Pantaleo tra XVII e XVIII secolo, 2019
Settentrione. Rivista di Studi italo-finlandesi, n.22/2010, pp. 93-97
Scacchiere Storico - Rivista Online di Ricerca e Divulgazione Storica, 2023
La donna nell'Antica Roma. Tra Ovidio e Giovenale, 2021
Indecorose. Sex work e resistenza al governo dello spazio pubblico nella città di Roma, Ombre Corte, Verona, 2023
Bologna, 2005
in Donne, famiglie e patrimoni a Genova e in Liguria nei secoli XII e XIII, a cura di P. Guglielmotti, Genova 2020 (Quaderni della Società ligure di storia patria, 8), pp. 137-159, 2020
Quaderni storici 44 , 1980
«Eurostudium3w», n. 56, gennaio-giugno 2021, pp. 147-171, 2021