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2017, Curiosità storiche sulle case torri
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Curiosità storiche sulle case torri dell'Appenino Emiliano - Valle del Panaro-Samoggia. Località Montombraro di Zocca (MO).
«Tuttovacanza», anno 2, n. 5, luglio 1983
Il testo condensa la storia degli storici manieri di Lagnasco, culla della famiglia Tapparelli, ove vissero anche, dopo secoli di grande sviluppo, Massimo Tapparelli d'Azeglio ed Emanuele Tapparelli d'Azeglio
2^parte del libro "Montombraro fra sacro e profano" (44 pagg.) , 2020
Dallo studio sulle fonti originarie documentali, conservate presso l'Archivio Storico Parrocchiale di M.Ombraro, è stato possibile ricostruire la storia delle campane del borgo, a partire dal 1475 ad oggi. Il testo qui esposto (44 pagine) fa parte del libro "Montombraro fra sacro e profano" n. 4, della collana -Quaderni storici di Montombraro- creata dall'autrice e tesa al recupero del patrimonio storico originario di questo paese.
Terra Insubre n°34, 2005
La possente opera, d’incerta fondazione, apparteneva a un sistema coordinato e strategico di punti di avvistamento che univa le alture fra Lario, Ceresio e Verbano.
REGGIOSTORIA N. 151, 2016
Sono le rocche e i castel-li dei feudi dei Manfredi e del Vescovo di Reggio che a partire dal Medio Evo hanno caratterizzato il paesaggio delle prime colline poste immediata-mente alle spalle di Reg-gio, ora ricomprese nel territorio del comune di Albinea. Distrutte, capitozzate, smarrite, ma negli ultimi decenni recuperate alla memoria, grazie a pazien-ti ricerche, lunghe indagi-ni archeologiche, e anche a fortunosi ritrovamenti di antiche mappe. Insieme a rocche e ca-stelli, il territorio di Al-binea possiede altresì un notevole patrimonio di case a torre che un tempo assolvevano alle funzioni di presidio fortificato del territorio in stretto rap-porto con i castelli esi-stenti con i quali comuni-cavano con segnalazioni visive o mediante l'invio di piccioni. La porta d'in-gresso era un tempo so-praelevata al primo piano e vi si arrivava salendo su di una scala a pioli che poi veniva ritirata all'interno. Strette feritoie consen-tivano ai rifugiati di sca-gliare frecce, dardi e colpi d'archibugio. Successiva-mente vennero aggiunti altri corpi e una scala in muratura terminante con un terrazzino coperto detto "balchio". Purtroppo molte di queste vetuste costru-zioni, per varie ragioni, nel corso dei secoli sono completamente scompar-se, ma la loro esistenza è attestata negli atti notarili dell'epoca ora conserva-ti nell'Archivio di Stato. Ferruccio Corradini, Il Colombarone, 1931, coll. privata. L'abitazione dipinta è tutt'ora esiste ma la torre, che pure aveva dato il nome al luogo, è stata eliminata.
Suburbium II. Il suburbio di Roma dalla fine dell'età monarchica alla nascita del sistema delle ville (IV-II sec. a.C.), 2009
Oggetto dell'articolo sono i dati sulla tipologia costruttiva, le aree di lavoro e l'analisi delle percentuali delle forme ceramiche cronologicamente comprese tra V e III secolo a.C. scavate tra il 1989 ed il 1997 nel comprensorio di Casal Brunori (Roma)
Vivere nell'età di mezzo. Archeologia e Medioevo nel territorio agrigentino, a cura di Valentina Caminneci, 2011
In: Defensive Architecture of the Mediterranean. XV to XVIII Centuries: Vol. IX. Proceedings of the International Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast, 2018
This study presents the results of a reflection on the valorization of coastal towers and their surroundings. Although very valuable in terms of architecture and landscape, they nowadays are abandoned and in an advanced stage of decay. This research starts from the different typologies proposed by Vittorio Faglia in 1973 in order to classify the costai towers of "Terra d'Otranto", including seven towers called "Serie di Nardò". Their distinctive role was established by studies and surveys: they were constructed both for coastal protection from pirates and the Turks and for the defense ofagricultural production. The area surrounding Nardò had a rich ofoil and wheat production: it was considered the principal source offood supply in the Salento regi on. The towers were central pieces of a complex communication and trade network with the fortified farms ofthe surroundings becoming the first line of defense. Nowadays this connection with the tenritory is lost; many towers are abandoned and decayed. The present work proposes, in the framework of a thorough revitalization of the entire area, some intervention guidelines on the restoration of Torre Santa Caterina. In this project the latter would become centrai to the promotion of locai food and wine culture, reinterpreting these spaces as a communication canal that would remind the historical link between agriculture and the coastal towers. The idea would therefore be to articulate the conservation of the built environment with the introduction of some services such as a farmers' market where producers and consumers could meet directly, placing the towers at the center of a complex network of events aiming at the promotion ofthe territory. The study calls for further research on this type of architecture. It also demonstrated the importance of conservation and restoratiton of landmark architectures for the region 's sustainable development.
Bollettino di Numismatica, 2005
Durante le campagne di scavo dal 1984 al 1994 condotte a Rocca S. Silvestro, 1) sono stati rinvenuti complessivamente 560 pezzi, 28 dei quali riferibili a monete romane di epoca repubblicana e imperiale e 522 medievali. Solo 10 esemplari non sono stati identificati per la pessima conservazione. Ad eccezione di alcuni esemplari, la conservazione non è buona, a causa sia della giacitura nel terreno, che talvolta ne ha compromesso la leggibilità, sia soprattutto della prolungata circolazione che ha determinato la consunzione delle superfici. La parte più consistente dei reperti proviene dalle aree abitative (Fig. 1): ciò non deve risultare strano se pensiamo che, eccetto i casi in cui il nominale si trova all'interno dei crolli delle strutture, o nei vespai per il livellamento della roccia, con più frequenza le monete venivano smarrite accidentalmente, cadendo sui livelli pavimentali costituiti a Rocca S. Silvestro quasi sempre da terreno compattato, in grado di occultare ben presto un'eventuale piccola moneta caduta. Un caso a parte è costituito dall'area signorile, che presenta il piano di calpestio pavimentato a lastre e nella quale, forse non a caso, è stato rinvenuto un solo picciolo pisano. Tra le aree funzionali (Fig. 2) il cimitero è quello che presenta il numero maggiore di nominali. In nessun caso le monete sono state trovate in posizioni particolari rispetto all'inumato, tali da suggerire una collocazione volontaria, una sorta di "obolo di Caronte" per il trapasso nell'aldilà. Resta comunque difficile stabilire se il nominale accompagnasse il defunto nella deposizione, poiché le sepolture presenti a Rocca S. Silvestro sono tutte fosse terragne vicine tra loro, che una volta rimosse venivano di nuovo interrate con le altre, procurando evidenti danni alle deposizioni precedenti. È molto probabile che parte del nominale rinvenuto nell'area cimiteriale sia la testimonianza di perdite casuali, in quella che era 'anche' una zona obbligata di passaggio tra l'area signorile e il sottostante borgo. 2) * Questo lavoro è il frutto di uno studio iniziato con la tesi di laurea e successivamente puntualizzato; prima di inoltrarmi nella trattazione desidero ringraziare Fausto Lucherini per la pazienza e la disponibilità dimostratami durante la realizzazione delle foto, la dott.ssa Fernanda Cavari per il sapiente restauro dei pezzi ed il prof. Riccardo Francovich per i preziosi suggerimenti. Sono profondamente grata alla prof.ssa Lucia Travaini, il cui aiuto prezioso mi ha permesso di migliorare il testo e ad Angelo Finetti, che con passione, sapere e umanità mi ha accompagnato alla scoperta della numismatica medievale insegnandomi con sempliticità il valore ed il significato della ricerca. Un grazie di cuore, infine, ai miei familiari per la disponibilità e l'infinita pazienza. 1) Si tratta di un insediamento medievale, fortemente specializzato per l'attività metallurgica e lo sfruttamento minerario, fatto costruire per volontà signorile (conti Gerardeschi) nell'XI secolo e abbandonato nel XV. Per maggiori approfondimenti sul sito, si veda FRANCOVICH 1991. 2) Su alcuni esempi di monete rinvenute in aree funerarie e sul loro uso rituale, cfr.
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Do.co.mo.mo Italia giornale n. 35, 2023
S. Bonaventura da Bagnoregio - Miracoli, 2020
in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine. Volume II. Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di M. Gregori e M. Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 145-150.
Analecta Romana Instituti Danici, 1990
Stati Generali del Patrimonio Industriale 2022, Venezia, Marsilio Editori, pp. 305-19., 2022
Archivi di Lecco e Provincia, 2014
Il tarlo dello storico. Studi di allievi e amici per Gabriella Piccinni, Arcidosso (Gr), 2021
Studi Storici Sarnesi 4 – L’ascesa dai casali alla civitas. Saggi su inurbamento e promozione sociale nel Mezzogiorno tra medioevo ed età moderna attraverso le vicende dei De Soldano, 2023
«Estudis Romànics», XXVII, pp.175-98, 2005