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Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’intervento “Incontro e dialogo sull’Islam” che lo studioso di cultura islamica Antonio Cuciniello ha tenuto il 22 giugno 2015 in occasione dell’incontro a Bologna delle realtà delle reti della carità.
Europa. Radici-confini-prospettive, ISBN 978-88-85073-33-3, 2010
Testo dell'intervento di Nibras Breigheche nel corso del seminario "Le religioni d'Europa: esperienze di incontro e di dialogo" tenuto presso l'Università degli Studi di Verona e in seguito pubblicato nel libro a cura di Pino Agostini e Germana Canteri "Europa. Radici-confini-prospettive", Casa Editrice Mazziana, Verona 2010, pp. 282-303.
Teologia delle religioni e dialogo interreligioso, 2018
Abstract La Teologia delle Religioni, ovvero il tentativo di sapere che cosa le religioni nel loro complesso e singolarmente significano in rapporto a Dio e alla storia della salvezza, è un fatto tipicamente cristiano, poiché solitamente, tra tutte le religioni, solo quella cristiana si preoccupa di fare una comparazione e una valutazione delle altre. La Teologia delle Religioni, come ogni teologia, parte dal dato della fede e si elabora all’interno della fede stessa. Non si tratterà quindi di osservare, valutare, comparare dei fenomeni religiosi con il distacco oggettivo proprio delle scienze positive, ma di affrontare gli interrogativi a partire da un coinvolgimento di fede — di fede cristiana — consapevoli che fides quaerens intellectum, come affermava giustamente Anselmo d’Aosta. Il fenomeno delle religioni appartiene alla storia del mondo e deriva da essa, inoltre riguarda la persona umana. Quindi, occorre iniziare la riflessione teologica sulle religioni indicando la comprensione teologico–dogmatica del mondo e della persona umana; infatti il mondo come creazione di Dio, e l’uomo come immagine di Dio, costituiscono la condizione e il presupposto per il tema delle religioni. The Theology of Religions, or the attempt to know what the religions as a whole and singularly mean in relation to God and the history of salvation, is a typically Christian fact, since usually, among all religions, only the Christian is concerned with make a comparison and an evaluation of the others. The Theology of Religions, like any theology, starts from the datum of faith and is elaborated within the faith itself. Therefore it will not be a matter of observing, evaluating and comparing religious phenomena with the objective detachment of the positive sciences, but of facing the questions starting from an involvement of faith - of Christian faith - aware that fides quaerens intellectum, as Anselmo of Aosta rightly stated. The phenomenon of religions belongs to the history of the world and derives from it, moreover it concerns the human person. Therefore, theological reflection on religions should be initiated by indicating the theological-dogmatic understanding of the world and of the human person; in fact, the world as the creation of God, and man as the image of God, constitute the condition and the presupposition for the theme of religions. Keywords Theology of Religions, Dialog between religions, Religious phenomena, Involvement of faith, Christian faith, History of salvation.
Il sentimento intriso di emotività che ci ha portato in fase postconciliare a credere in una ormai prossima intesa tra le grandi religioni del mondo, si è notevolmente affievolito negli ultimi anni. Alla luce delle vicende di violenza e d'intolleranza sperimentate recentemente nei rapporti islamico-cristiani, abbiamo compreso quanto le difficoltà nel dialogo interreligioso siano ancora elevate. Rispetto al sogno che ci ha fatto sperare nel raggiungimento di una sufficiente comunione tra le due più grandi religioni monoteiste, si è dovuto constatare di essere stati troppo ingenui nel pensare che un'unanimità di facciata potesse ottenere le condizioni per la pace e il dialogo. Dialogare non vuol dire essere d'accordo su tutto, ma il dialogare stesso impone di proporre e concordare alcune linee fondamentali in vista di uno scambio fecondo.
Se l’obiettivo simbolico dei terroristi islamici è l’Occidente cristiano, quello reale, tutto interno alla comunità musulmana, risiede piuttosto nell’istanza stessa di apertura all’incontro con altri credo. A partire da questa premessa, paradigmatica e tutt’altro che scontata, l’A. fa il punto della situazione. Se è vero che l’islam è un ‘caso serio’, da conoscere e analizzare a più livelli, è vero peraltro, primariamente, che ‘caso serio’ è lo statuto stesso del dialogo interreligioso: di fronte a esso si può solo prendere o lasciare. L’altro esige una risposta piena e radicale: ecco perché, nonostante le spinte conciliari, il dialogo è entrato in crisi. L’attuale momento storico rivela tuttavia l’urgenza di ripensare tale categoria, e in proposito l’A. avanza la proposta di un ‘dialogo della diakonia’, di servizio verso l’altro bisognoso. Tracce molteplici e feconde sono rinvenute nel pontificato di papa Francesco, che incarna da più punti di vista l’inizio di una nuova stagione ecumenica.
Questo saggio tratta i temi dell'etimologia, della definizione e della storia del concetto di religione, e dei rapporti tra religioni in Occidente e in varie civiltà asiatiche.
La storia dell"Islam è stata raccontata molte volte, e in molti modi. E in ogni esposizione approfondita non si è mai potuto fare a meno di sottolineare lo stretto e reciproco legame che corre tra la storia dell"Islam e quella delle altre due grandi religioni monoteistiche, l"ebraismo e il cristianesimo. Si tratta del resto di un"evidenza storica, che oggi, in un clima condizionato da forti contrapposizioni culturali e politiche (le quali per natura tendono a ricorrere a grossolane semplificazioni), si rischia troppo spesso di perdere di vista. Ma di questa evidente verità erano ben consapevoli i contemporanei alla diffusione ed affermazione della religione di Maometto, anche quei cristiani del medioevo europeo che erano tra i suoi naturali nemici, al tempo delle crociate e delle scorrerie dei pirati saraceni. Ad esempio, se ci rivolgiamo ad uno dei capolavori della letteratura medievale, il Decameron di Giovanni Boccaccio, possiamo leggere una strana e sorprendente novella, che è in effetti la versione boccacciana di una storia molto diffusa durante tutto il medioevo, quella del sultano Saladino e del mercante ebreo Melchisedech. Boccaccio racconta che il sultano voleva costringere Melchisedech ad aiutarlo in un"impresa non precisata (ma che dobbiamo supporre onorevole e importante, dal momento che il Saladino è un personaggio positivo e idealizzato in gran parte della letteratura medievale, pur essendo stato, in effetti, il temibile capo militare della più importante potenza nemica della cristianità, ai tempi delle crociate). Per costringere il ricco mercante -che non l"avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà -a partecipare all"impresa, il Saladino decise "di fargli una forza da alcuna ragion colorata", e gli chiese "quale delle tre leggi tu reputi la verace, o la giudaica, o la saracina o la cristiana". Il mercante, che era un uomo molto saggio, si rese conto che -qualunque delle tre religioni lui avesse lodato sopra le altre, il sultano ne avrebbe approfittato per coglierlo in fallo, visto che avrebbe potuto rimproverargli di essere incoerente (se avesse lodato una religione diversa dalla sua), oppure insolente (se avesse lodato una religione diversa da quella del suo sovrano). Pertanto, il saggio Melchisedech evitò di rispondere direttamente, e scelse di raccontare una storia, quella di un padre, che era "un grande uomo e ricco", e che aveva tra i suoi molti possessi "uno anello bellissimo e prezioso". Questo ricco e potente signore donò il prezioso anello al migliore dei suoi figli, quello che considerava il suo legittimo erede, il continuatore della sua opera. Da allora si stabilì una sorta di tradizione familiare, e sempre i successivi capifamiglia lasciarono l"anello al figlio più degno. Dopo molte generazioni, l"anello pervenne nelle mani di un uomo che aveva tre figli, tutti e tre "belli e virtuosi e molto al padre loro obedienti, per la qual cosa tutti e tre parimenti li amava". Ognuno di loro si aspettava di ricevere l"anello, e il loro vecchio padre, che non sapeva decidersi, anche perché sapeva che tutti loro lo meritavano, lo aveva promesso, in tempi successivi, a tutti e tre. Per risolvere la situazione senza deludere nessuno, e senza commettere ingiustizie, il vecchio Immagine 2 -Raffigurazioni islamiche dell"inferno Box -Introduzione di innovazioni nell"Islam "Chiunque introduca nella nostra religione cose che non ne fanno parte, vedrà che la sua innovazione sarà respinta" (detto di Maometto riferito da Al-Bukari, dalla raccolta di Hadit Nawawi) Immagine 3 -La nascita di Maometto. Miniatura tratta dalla Raccolta di storie di Rashid-ad-Din. Secondo un Hadit, la nutrice cui Maometto era stato affidato era povera di latte, ma il seno le si riempì appena il bambino vi si accostò. È questo uno dei tanti piccoli miracoli che compongono il racconto dell"infanzia di Maometto, e contribuiscono a circondarla di mistero e sacralità.
Progetto editoriale Islam des Lumières
IN: A. Miltenburg (a cura), Incontri di sguardi. Saperi e pratiche dell’intercultura, Unipress, Padova 2002, pp. 229-258
Nelle ultime decadi la nostra società in Italia, come in altre nazioni europee, sta vivendo una situazione storica difficile per quanto concerne i profughi, scampati dalla guerra e dalla fame. La Puglia, è considerata una regione di frontiera nel Mediterraneo. La Chiesa molto solidale e coraggiosa sta accogliendo questi sfortunati, attraverso varie iniziative e corridoi umanitari, che arrivavano sulle nostre coste dando un grande contributo allo Stato italiano. In realtà è uno dei tanti segnali che la nostra società italiana deve prepararsi ad essere sempre più una società multi-razziale, multi-culturale e pertanto multi-religiosa. Anche lo Stato laico italiano sta consolidando le intese con il variegato mondo religioso, così come si presenta nell'attuale situazione del Paese, in special modo con le religioni musulmana e buddista. Il dialogo interreligioso rappresenta una grande sfida nella nuova evangelizzazione. 1 La tentazione, però, di molti cattolici è quella di essere superficiali, ingenui ed irenisti e di non mantenere una chiara identità cristiana nel dialogo interreligioso, compromettendo la testimonianza evangelica e cadendo in un pauroso sincretismo religioso, mascherato da uno pseudo-ecumenismo, che pregiudicano il significato e il compito dell'evangelizzazione della Chiesa. Alcune iniziative nella vita ecclesiale hanno generato confusione ed errore: Si celebrano dei convegni fra esponenti di diverse religioni in cui si afferma il pluralismo della fede, in cui si scambiano il magico e il superstizioso con il "vento dello Spirito". Non è raro trovare 1
Studia Patavina, 2012
In this study we intend to explore three different trends of religious dialogues as they are proposed by some famous thinkers of our time: R. Panikkar, E. Lévinas and P. Ricoeur. Several and various situations have appeared at the meetings among people of different faiths; for this reason theory and practice of inter-religious dialogue are called to: listen to specific contexts; promote a « recognizing » dialogue with the other; activate a wide range of answers attuned to the pluralistic signs of times. In our study we focus on the contributions of these three authors at the meeting on mankind’s cultural and religious traditions. However we cannot help remarking how a few elements of their proposals are less convincing.
Ciò che per prima cosa intendiamo dimostrare è che, per porsi in modo giusto di fronte al problema della necessità di una "ri-attualizzazione" della Parola di Dio, è necessario convertirsi ad una nuova visione della verità, una visione dinamica di essa: ciò che possiamo, infatti, notare, ancora oggi, nell'ambito del pensiero teologico è il fatto che spesso si tende ad identificare tout court la Parola di Dio con il testo biblico, trascurando in questo modo l'importanza fondamentale della Traditio, a causa di una tendenza, instauratasi da molti secoli nel pensiero occidentale e difficile da estirpare, a considerare la verità come qualcosa di statico e monolitico. Eppure noi cristiani non dovremmo considerare la verità in questo modo 2 : del resto lo stesso Gesù ha prospettato, nel Vangelo di Giovanni, la verità come qualcosa di dinamico sia affermando che la comunità cristiana sarebbe stata nel futuro guidata verso "la verità tutta intera" dallo Spirito Santo, prevedendo quindi la possibilità di uno sviluppo nella comprensione della verità, sia, soprattutto, identificando se stesso con la verità affermando "Io sono la via, la verità e la vita" 3 .
Da alcuni decenni la chiesa cattolica ripete spesso e con energia le sue serie intenzioni di dialogo con le altre religioni, comprese le altre chiese cristiane. Forse lo ripete anche un po' troppo spesso, ma bisogna ammettere che se non facesse così, tutti riterrebbero che il suo atteggiamento sia di sottovalutazione delle altre religioni e di estrema intransigenza nei confronti di ciò che predicano. Questo perché per secoli essa ha mantenuto proprio un tale atteggiamento, condannando con ossessiva precisione ogni idea in materia di fede che si discostasse anche poco dai dogmi che aveva deciso di sostenere, combattendo guerre di religione, e ribadendo che extra ecclesiam nulla salus, cioè che non poteva esserci salvezza per l'uomo fuori della chiesa di Roma. Dunque fa bene oggi a mettere (quasi) altrettanta energia nel propagandare la riconciliazione e il dialogo, se davvero, adesso, vuole che la riconciliazione e il dialogo ci siano.
Per un cristiano, il dialogo deve essere riconosciuto anzitutto come risposta all’appello rivolto dal particolare «kairos» storico nel quale viviamo e, più profondamente, quale esigenza intrinseca dell’evento cristologico. Il dialogo avviene necessariamente nella verità – «logos» che crea «dia-logos», cioè comunicazione e comunione – e sullo sfondo della fede, che non è mai fede «pura», ma rimanda necessariamente alla mediazione della cultura. Sull’unità a cui il dialogo tende è significativo il richiamo all’episodio biblico della torre di Babele, che rifiuta un modello di uniformità autistica e apre così la strada alla Pentecoste, in cui si rivela e si compie l’unità nativa di tutti gli uomini.
2020
The paper will display the condition of a true interreligious dialogue and identify it in the fact of the human experience of evil. The first part will describe the approach taken, i.e. the approach of philosophy of religions. The second part will discuss two mistakes in the development of an interreligious dialogue. The third part of the paper will clarify the concept of "universality" and develop it in the direction of a true "universalizability". In the fourth part, the common function of every world religion will be defined as a response to the experience of evil. Finally, starting from this function, the fifth part of the paper will justify the possibility of a successful dialogue among different religions.
in A. DI NAPOLI (ed.), Dalle crociate al dialogo. S. Francesco e Federico II sulle vie della Pace, Bari, pp. 219-230., 2022
A Christian interpretation of the Document on Human Fraternity of Abu Dhabi. How to understand religious plurality. The relevance of the notion of human fraternity in order to improve peace and tolerance. The relationship between christian and islamic fraternity.
Un articolo sugli aspetti antropoligici e linguistico-semiotici del famoso caso di Victor, il ragazzo selvaggio dell'Aveyron
La mistica è il cuore di ogni esperienza religiosa, e perciò è il cuore dell'esperienza umana nella ricerca della sua identità e del suo rapporto col Mistero Assoluto. Tale mistero si presenta con il carattere della più assoluta necessità insieme con la più assoluta libertà e gratuità. Qui il dialogo interreligioso trova la sua dimensione più profonda. "Tu ci hai fatti [o Signore] e il nostro cuore è inquieto finchè non si riposa in Te" S.Agostino "Lode a Colui che non ha dato alle sue creature altre vie per conoscerlo se non la loro incapacità di conoscerlo" Abu Bakr al Siddiq
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