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Questo è il punto in cui sbagliamo. Noi presumiamo che sia nell'uomo soltanto quello che è sofferto, e che in noi è scontato. Aver fame. Questo diciamo che è nell'uomo. Aver freddo. E uscire dalla fame, lasciare indietro il freddo, respirare l'aria della terra, e averla, avere la terra, gli alberi, i fiumi, il grano, le città, vincere il lupo e guardare in faccia il mondo. Questo diciamo che è nell'uomo. Avere Iddio disperato dentro, in noi uno spettro, e un vestito appeso dietro la porta. Anche avere dentro Iddio felice. Essere uomo e donna. Essere madre e figli. Tutto questo lo sappiamo, e possiamo dire che è in noi. Ogni cosa che è piangere la sappiamo: diciamo che è in noi. Lo stesso ogni cosa che è ridere: diciamo che è in noi. E ogni cosa che è il furore, dopo il capo chino e il piangere. Diciamo che è il gigante che è in noi. Ma l'uomo può anche fare senza che vi sia nulla in lui, né patito, né scontato, né fame, né freddo, e noi diciamo che non è l'uomo. Noi lo vediamo. È lo stesso del lupo. Egli attacca e offende. E noi diciamo: questo non è l'uomo. Egli fa con freddezza come fa il lupo. Ma toglie questo che sia l'uomo? Noi non pensiamo che agli offesi. O uomini! O uomo! Appena vi sia l'offesa, subito noi siamo con chi è offeso, e diciamo che è l'uomo. Sangue? Ecco l'uomo. Lagrime? Ecco l'uomo. E chi ha offeso che cos'è? Mai pensiamo che anche lui sia l'uomo. Che cosa può essere d'altro? Davvero il lupo? Elio Vittorini, Uomini e no, CVII [1945]
La Signorina Felicita by Guido Gozzano is compared to some episodes from Iliad and Odyssey.
1. I presunti scoop su Gramsci sono divenuti un generare letterario a sé che affolla i quotidiani solitamente nel periodo estivo. Si tratta di false notizie che a volte hanno riguardato il pensiero del comunista sardo (Gramsci liberale), altre il suo rapporto con la religione (Gramsci convertito in punto di morte), qualcuno ha perfino sostenuto che si sia suicidato o, meglio, «sia stato suicidato» da qualche agente sovietico; in altri casi si è coinvolto in queste invenzioni il cattivo per eccellenza della storia italiana del Secondo dopoguerra, Palmiro Togliatti, accusato di aver tramato contro il Gramsci per farlo rimanere in carcere -mentre, secondo alcuni, Mussolini in persona profondeva energie per proteggere Gramsci in prigione 1 -o, a piacere del giornalista di turno, di aver occultato il «vero pensiero» del suo compagno dell'«Ordine Nuovo».
San Bartolomeo del Pratum Episcopi, 2016
6 L. Chiappelli, Per la storia della viabilità nell 'alto Medioevo I. L'ospizio del «Pratum Episcopi», in BSP, 28, 1926, pp. 85-100, a p. 90. 7 Si veda anche sullo Spedaletto G. Giani, A proposito di «Pratum Episcopi», in BSP, XVIII, 1916, pp. 193-200. Un altro studio moderno su questi argomenti legati alla viabilità e ai monasteri montani è R. Zagnoni, Ospitali medievali della montagna bolognese sud-occidentale. Una possibile strada in sinistra Reno (secoli XII-XVI), in «Il Carrobbio», XV, 1989, pp. 356-366. 8 Chiappelli, L'ospizio del «Pratum Episcopi», pp. 88-89.
S ebastiano Serlio (1490 ca.-1554) e Francesco Primaticcio (1504-1570) dettero un fondamentale contributo al rinnovamento del linguaggio artistico in Francia, a tal punto che senza la loro presenza l'arte avrebbe difficilmente raggiunto cosi rapidamente un primo classicismo. 1 Fondate su una fitta rete di eventi e di contatti, le motivazioni e le condizioni di questo fenomeno di migrazione artistica sono complesse. Un terreno favorevole era costituito dagli stretti contatti che i Bentivoglio, la famiglia governante nel capoluogo emiliano, intratteneva con la Francia fin dal Quattrocento.
La vita del poeta Guido Gozzano si racchiude, essenzialmente, nella cornice torinese: a Torino nacque il 19 dicembre del 1883 e vi morì di tubercolosi il 9 agosto del 1916. Torino è la città che ama, che lo forma sia negli studi, prima liceali e poi universitari ( di giurisprudenza, anche se mai si laureò), che forgia il suo carattere borghese, dagli orizzonti limitati, che decanta in liriche come Torino, Torino d'altri tempi, ma anche nelle prose, come Un vergiliato sotto la neve. Sempre nel capoluogo piemontese iniziò, salute permettendolo, ad interessarsi a vari sport, come la boxe, il nuoto, il ciclismo ed il pattinaggio sul ghiaccio, che praticò e usò come cornice di alcune poesie, come Invernale. Tra il 1904 ed il 1907 iniziò la stesura de La via del rifugio, pubblicata nel 1907 con buon successo , e delle prime poesie dette sparse. Sempre nel 1907 lo colpisce il primo, violento, attacco di tubercolosi che lo costrinse a quel "esilio" tra mare e montagna che, tenendolo lontano dalla sua città, lo infastidiva, anche se gli fornì spunti per grandi poesie come La signorina Felicita o la felicità. Ma non fu solo esilio: sempre nell'anno di pubblicazione de La via del rifugio, intraprese una relazione con la poetessa Amalia Guglielminetti, che poi divenne una sincera amicizia intellettuale, fonte anche per comprendere meglio sia l'incubazione sia il significato di numerose opere, grazie all'epistolario. Nel 1911, dopo quattro anni di fervido lavoro in cui proseguì la collaborazione con giornali e riviste, pubblicando anche alcune poesie e scrivendo quelle che sarebbero divenute le Epistole entomologiche (una raccolta incompiuta), vide la luce la sua forse più significativa opera : i Colloqui. L'anno successivo coronò invece il sogno del viaggio in India, che intraprese anche a scopo terapeutico con un amico e di cui ci sono rimaste solo due poesie, essendo state distrutte per ordine del poeta stesso le altre perché da lui giudicate oscene e pornografiche: Ketty e Risveglio sul picco di Adamo. Ci sono giunti, però, i suoi articoli di corrispondenza, raccolti ne Verso la cuna del mondo. Lettere dall'India (1912-1913, pubblicati postumi nel 1917 dall'editore Treves e con prefazione di Giuseppe Antonio Borgese. Poco, dopo il suo ritorno, c'è da dire sulla sua vita, se non che pubblicò poi qualche poesia, generalmente scarse e retoriche, dedicate allo scoppio della prima guerra mondiale. Passando alla poetica, leggendo Gozzano si avverte spesso un senso di disperazione derivante dall'impossibilità, da lui percepita, di scrivere in versi in una società borghese sentita come aliena dal discorso poetico ( una cosa che contraddistingue il Crepuscolarismo tra l'altro). Questo lo spinse ad un deciso abbassamento sia del livello tematico che linguistico ( il grado espositivo è, difatti, quello del parlato, della conversazione borghese). Spesso considerato un disperato tentativo di salvataggio della poesia è in realtà una mimetizzazione della poeticità che ne esprime una chiara coscienza del carattere precario di tale finzione, rispecchiandosi in uno straniamento che si traduce in ironia ( o suo uso) indicante l'utopicità di tale programma. Ciò che aiuta il poeta in questa operazione, "salvandolo" dalla resa alla ideologia borghese è la malattia che, congiunta con l'arte, diviene il simbolo della mortale malattia della poesia nel mondo borghese ( si veda al riguardo la parodia di Ulisse ai versi 111-154 de L'ipotesi). L'ironia è fondamentale per Gozzano: essa gli permette di mantenere alta e costante l'assolutezza dello scrivere, per cui tutto vi si sacrifica in nome di una sorta di filosofia dell'ascetismo, che lo porta ad accettare la morte con distacco, senza paura. Altro elemento della non accettazione borghese è la giovinezza che rifiuta la maturità, essendo spazio sociale slegato dalla norma, incarnata dal duo fanciullo-bambino. Questi primi elementi ci consentono di tracciare un primo confronto con il maestro-non maestro Gabriele D'annunzio: da un lato recupera da lui l'uso dell'inserire nei versi la poesia passata per salvarla ( ma senza termini aulici: utilizza sempre un linguaggio decadente e banale), dall'altro, seguendo questa linea, la contrapposizione tra le due coscienze di fronte alla impossibilità della poesia: la propria eccezionalità
Paolo Golinelli (Università di Verona) Magliabechi e gli eruditi italiani: Benedetto Bacchini È nota l’amicizia tra Benedetto Bacchini e Antonio Magliabechi, vissuta anche con incontri personali tra i due, come nel 1681, quando Bacchini fu a predicare a Firenze, o alla fine del 1696, quando egli passò per la città, durante il suo viaggio a Montecassino, e vi sostò per una decina di giorni, accompagnato dal Magliabechi a visitare le principali biblioteche fiorentine, oltre che la corte. Di questa amicizia sono prova soprattutto le 274 lettere di Benedetto Bacchini ad Antonio Magliabechi conservate nella Nazionale di Firenze, che coprono un arco di tempo di trent’anni, dal 1682 al 1712, e che il Momigliano indicava nel 1966 come “ancora da studiare”. Dall’esame di questo ingente corpus epistolare, messo in relazione con gli scritti del Bacchini (anche inediti), emerge il rilievo avuto dal bibliotecario mediceo nella redazione del Giornale de Letterati, edito prima a Parma (dal 1686 al 1690) e poi a Modena (dal ’92 al ’97), con la messa in comune delle informazioni che egli riceveva da tutto il mondo, e anche di libri e notizie. Ciò permette di ricostruire, per quanto possibile, la rete delle relazioni tra intellettuali, soprattutto italiani (ma non solo, anche se la relazione si limiterà a essi), che ebbero in Magliabechi un punto fondamentale di riferimento tra fine Seicento e inizio Settecento, e in Bacchini la possibilità di farsi conoscere. Mi riferisco ai molti personaggi di rilievo che appartenevano alla cerchia delle loro amicizie, quali il geografo Cantelli, il medico Ramazzini, lo scienziato Malpighi, l’editore napoletano Bulifon, il teologo e storico Enrico Noris, l’abate benedettino Erasmo Gattola, e così via, che dimostrano, al di là delle difficoltà poste dal momento storico, la straordinaria vivacità intellettuale di questo periodo.
tragedia lirica in quattro atti di Stefano Interdonato da rappresentarsi al Teatro comunale di Bologna nell'autunno 1873. Prima esecuzione 30 novembre 1873 trascrizione e revisione a cura di Luigi Verdi (2005-2006) dalla partitura autografa Archivio Ricordi di Milano (segn. 4.H. 5/28-31) copia presso la Biblioteca Comunale di Bergantino (RO)
Atti del Convegno Internazionale Brescia, 12-14 settembre 2013 a cura di GIANCARLO ANDENNA, ELISABETTA FILIPPINI VITA E PENSIERO RICERCHE STORIA Il presente volume ha goduto di un finanziamento erogato da EULO (Ente Universitario della Lombardia orientale) e ha ricevuto un contributo finanziario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in esso espressi. www.vitaepensiero.it Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, INDICE Premessa di Giancarlo Andenna VII Diario degli interventi XI Elenco dei partecipanti e dei borsisti XV GIANCARLO ANDENNA Il nuovo CESIME e le sue prime realizzazioni 3 LA NUOVA PERCEZIONE DI DIO E DELL'UOMO NICOLANGELO D'ACUNTO Dall'età dell'obbedienza al tempo della responsabilità. Discorso di apertura 15 RAINER BERNDT Die neue Wahrnehmung von Gott. Der "intellectus fi dei" zwischen Natur und Offenbarung 29 GÁBOR KLANICZAY Il santo: modello di un uomo responsabile? 49 MIRKO BREITENSTEIN La disponibilità della trascendenza: la coscienza dei monaci come garanzia di salvezza 65 LA DIMENSIONE ETICA DELLA RESPONSABILITÀ CARLA CASAGRANDE «Multe sunt questiones de divisionibus peccatorum»: vizi, virtù e facoltà dell'anima in alcuni testi teologici del secolo XIII 89 VI INDICE INDIVIDUO E ORDINAMENTI ENRICO ARTIFONI Didattiche della costumanza nel mondo comunale 109 LA DIMENSIONE MONDANA
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La storia va alla guerra Storici dell’area trentino-tirolese tra polemiche nazionali e primo conflitto mondiale, a cura di G. Albertoni, M. Bellabarba, E. Curzel, 2018
Palazzo Comitini. Da dimora aristocratica a sede istituzionale, 2011
L' immagine tra materiale e virtuale. Contributi in onore di Silvia Bordini, a cura di F. Gallo, C. Zambianchi, 2012
perugia morlacchi ristampa, 2018