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This work is about an hypovedent high school student born in Morocco but studying in Italy. The project work is about math teaching and learning in a situation of special education needs with an inclusive practice point of view. In fact at that time I was not the special education teacher of the blind student but a math teacher of his school class.
Franca Da Re è psicologa, dirigente scolastica. È stata insegnante di scuola primaria e psicopedagogista. Svolge attività di formazione su organizzazione scolastica, didattica, valutazione degli apprendimenti, autovalutazione d'istituto. In particolare si occupa di didattica per competenze, realizzando materiali di lavoro, modelli di curricolo, saggi e percorsi di formazione. È stata membro del Comitato tecnico scientifico della Rete di scuole "Rete veneta per le Competenze", che ha prodotto un'ampia documentazione sulla didattica per competenze nella scuola del secondo ciclo. È autrice di pubblicazioni sulla valutazione, sulle metodologie didattiche, sulle competenze e su temi psicologici ed educativi.
L'Acropoli, 2010
La didattica delle competenze L'organizzazione della scuola in Italia è un tema che continua a mantenere una posizione di centralità nel dibattito politico, nonostante sia diffuso nella società un pregiudizio che vede nell'istituzione scolastica una roccaforte di privilegiati, legati più generalmente al mondo del pubblico impiego, scarsamente motivati ad aggiornarsi e a introdurre innovazioni sul piano didattico. Non è questa la sede per valutare la fondatezza di una simile opinione, che richiederebbe un'attenta ricostruzione storica di un compromesso sociale realizzatosi nel secondo dopoguerra e di una strategia sindacale che ha coinvolto tutto il corpo docente. Non c'è dubbio però che, sulla base di un tale pregiudizio, i docenti siano stati i grandi assenti nella elaborazione dei progetti di riforma, sia quelli riguardanti il riassetto dell'intera istituzione scolastica sia quelli, più modesti, relativi ai singoli programmi. In questi ultimi quindici anni, nelle commissioni proposte su questi temi, la presenza di insegnanti è stata poco più che simbolica, spesso cooptata in ragione della condivisione della linea culturale che faceva da sfondo ai provvedimenti discussi, in un ruolo comunque minoritario-di semplici consulenti-rispetto a figure professionali ritenute maggiormente deputate a prendere decisioni (docenti universitari, esponenti del mondo del lavoro e imprenditoriale, personalità politiche, giornalisti). E' anche vero che proprio in questi ultimi anni la classe docente è stata incapace di prendersi la responsabilità, quale categoria professionale, di elaborare proposte di riforma, ed è vero che in molti casi gli insegnanti si sono rassegnati alla scarsa considerazione sociale della propria professionalità, attendendo in modo passivo le modifiche prodotte dalle decisioni ministeriali, confidando che queste non mettessero a rischio la stabilità dell'organico. In altre parole, si è accettata l'impiegatizzazione della professione. Quest'assenza ha contribuito a far prevalere, negli ultimi quindici anni, una linea pedagogico-culturale, condivisa nella sostanza da tutti i maggiori schieramenti politici 1 , che si può legittimamente riassumere nel concetto di «pedagogismo» e che privilegia in modo esclusivo la formalizzazione delle tecniche comunicative rispetto ai contenuti, sottovalutando in modo palese il valore dello specifico disciplinare nel processo formativo; un'idea della didattica destinata fatalmente a ridurre la rilevanza del ruolo docente nell'istituzione scolastica. 1 I due ambiziosi progetti di riforma presentati nel decennio precedente dagli schieramenti politici protagonisti del bipolarismo in Italia, sono stati oggetto di aspre critiche da parte di chi al momento ricopriva il ruolo dell'opposizione; probabilmente più per il generale clima politico con cui l'esperienza bipolare si è concretizzata nel nostro Paese, che per la sostanza dei provvedimenti stessi. Il messaggio giunto all'opinione pubblica in seguito a tale contrapposizione era che l'alternativa tra i due progetti fosse effettivamente una realtà e che il destino della scuola italiana si giocasse tutto nel prevalere dell'uno o dell'altro. I mezzi di informazione-anch'essi quasi unanimi nel fornire una cronaca degli avvenimenti secondo questa visione dualistica-hanno di fatto disconosciuto un dato di per sé evidente ma, in riferimento a questa lettura dominante, sorprendente: i due progetti di riforma, dissimili per alcune modalità di organizzazione dei cicli scolastici, convergevano nell'assunzione della stessa linea pedagogico-culturale. Cfr. Giovanni Carosotti, La falsa alternativa: Berlinguer, Moratti e il destino del Liceo europeo, in L'Acropoli, 6/novembre 2004, pp. 611-633.
La maggior parte delle persone che non hanno mai avuto a che fare con la disabilità visiva immaginano il mondo dei ciechi come un mondo popolato da persone che, semplicemente, non percepiscono il mondo intorno a loro per la mancanza di visione. Immaginano il mondo diviso tra ciechi (ciechi assoluti) da una parte e vedenti dall'altra; fa eccezione la presenza di qualche miope con difficoltà a leggere. Invece il problema della disabilità visiva è cosa assai più complessa.
2023
L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d'autore ed è pubblicata in versione digitale con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 4.0 Internazionale (CC-BY-NC-ND 4.0) L'Utente nel momento in cui effettua il download dell'opera accetta tutte le condizioni della licenza d'uso dell'opera previste e comunicate sul sito https:
2004
Il tema di interesse di questo capitolo è la relazione tra tecnologie e disabilità in una prospettiva di didattica speciale, cioè in una prospettiva finalizzata all'integrazione degli studenti disabili dentro l'istituzione scolastica 1 .
The book introduces teachers to the teaching skills. Volume downloaded for free in Italian.
Media Education, 2020
This contribution illustrates the activation of an inclusive teaching practice realized during the suspension of face-to-face lessons, due to the Covid 19 epidemic. The purposes of the intervention were: to respond to the student’s learning special needs, with visual disabilities and attending the Secondary School, as well as to achieve the objectives of her individualized educational plan. Throughout the article many various didactic techniques, software, aids, e-tivity and online open resources are presented to implement inclusive distance learning.
McGraw-Hill, Milano, 2021
I nativi digitali, e ancor più l’ultima generazione di bambini e ragazzi per cui l’etichetta è già vecchia, sanno trattare le immagini ad ogni livello: produrle, modificarle, utilizzarle e condividerle; ma sono davvero consapevoli del senso del loro operare? In che modo selezionano i materiali visuali che agiscono o subiscono? Quali fattori provocano la loro adesione emotiva? Che cosa cercano nella massa di frammenti visuali che li circondano? E soprattutto: sanno esercitare senso critico? In forza del proprio ruolo educativo e culturale, la scuola deve riuscire a intervenire in questo processo inarrestabile, ma non necessariamente negativo. Non ha più senso limitare lo studio dell’immagine entro i confini anacronistici della disciplina Arte e immagine, dove si parla prevalentemente di pittura, arrivando a spingersi al massimo verso la fotografia. Da tempo il Ministero ha introdotto specifici obiettivi di apprendimento legati alla conoscenza più ampia dei linguaggi visivi nel loro complesso, non escluso il mondo del digitale, ma la capacità di tradurre in pratica questo mandato è ancora troppo spesso affidata alla buona volontà dei docenti. Questo volume intende proporre e discutere alcune metodologie didattiche di educazione all’immagine e al linguaggio della visualità contemporanea, dalla fotografia al digitale, passando attraverso cinema e televisione. Il testo colma un vuoto importante nel mercato italiano, dove le pubblicazioni in materia risultano datate, troppo prescrittive e scarsamente ricettive rispetto alla complessità mediale contemporanea. Tra le novità troviamo un approccio globale al fenomeno visivo, un campionario di esempi aggiornati di prassi sperimentate nelle scuole e l’intervento su forme spesso dismesse ma in realtà parte integrante della vita del bambino. Il testo si rivolge sia a chi già lavora nell’ambito educativo, in particolare agli insegnanti della scuola di primo e secondo grado, sia a chi ha necessità di costruirsi competenze in materia, come nel caso degli studenti di Scienze della Formazione Primaria.
Maria Serena Sapegno (a cura di), La differenza insegna – la didattica delle discipline in una prospettiva di genere, Roma, Carocci, 2014
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in I diritti sociali nella pluralità degli ordinamenti (a cura di E. Catelani - R. Tarchi), ES, Napoli, 2015
Media Education
Formazione, lavoro, persona, 2019
ITALIAN JOURNAL OF SPECIAL EDUCATION FOR INCLUSION, 2014
Media Education
ITALIAN JOURNAL OF SPECIAL EDUCATION FOR INCLUSION, 2015
AM Rivista della Societá Italiana di Antropologia Medica, 2020
https://www.casadellacultura.it/784/l-impossibile-incontro-tra-, 2018
Biblioteche oggi, 2018