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Camiola 1 è una delle figure più interessanti del De claris mulieribus collegate alla Sicilia e alla storia siciliana. Sembra che il Boccaccio abbia raccolto notizie su questo personaggio durante il suo soggiorno a Napoli da testimoni oculari. Non è stato possibile, infatti, reperire altre fonti contemporanee. Abbastanza dettagliate e precise sono le vicende storiche, che fanno da contesto alla biografia, benché la finalità che l'autore si proponga non sia quello storico, bensì fare risaltare l'onestà e la nobiltà d'animo di Camiola, cosa che si evidenzia chiaramente nel discorso che lei fa all'infido Rolando. Ma ecco come si è svolta la vicenda: Camiola era una ricchissima e nobile vedova di origini senesi, ma nata e residente a Messina. Molto giovane e bella, si lasciò coinvolgere emotivamente dalla notizia che Rolando, figlio naturale di Federico III di Sicilia 2 e fratello di Pietro II, venisse lasciato marcire in carcere dopo la sconfitta della battaglia di Lipari, in quanto nessuno aveva provveduto al suo riscatto. Il nobile animo di Camiola pensò alla sua liberazione, ma a patto che il principe la sposasse. Rolando accettò l'offerta, e lei ben volentieri versò duemila onze per il suo riscatto dopo aver pattuito le nozze per procura. Ma Rolando, riacquistata la libertà, adducendo come pretesto che la donna non fosse pari a lui per dignità, rifiutò di sposarla. Camiola però, quale parte lesa, lo citò in giudizio e il giudice le diede ragione, tanto che Rolando fu costretto ad accettare le nozze. Ma quando il principe reale con tutta la nobiltà dell'isola si presentò a casa di Camiola per condurla all'altare, questa, già vestita da sposa, rifiutò orgogliosamente il matrimonio, 1 In alcuni manoscritti si legge Cammiola o Camèola. 2 In realtà Federico II d'Aragona, re di Sicilia, detto anche III, in quanto Federico II di Svevia, II come imperatore di Germania, in effetti era I di Sicilia.
Costanza d'Altavilla è un'altra di quelle figure femminili emblematiche del De claris mulieribus del Boccaccio, il quale inquadra innanzitutto il personaggio storicamente, come fa di solito con ogni biografia, anche se in questo caso non è l'aspetto storico ad interessare l'autore né quello morale o politico, ma semplicemente quello leggendario: la stravaganza del caso sta nel fatto che una donna si sposa in età avanzata, e da lei nasca uno degli imperatori più importanti del medioevo, lo "stupor mundi" Federico II. L'ambiente è la Palermo della fine del XII secolo, tema principale è apparentemente il matrimonio di Costanza, ma realmente sono gli intrighi di corte, la ricerca di un erede per consolidare innanzitutto il regno di Sicilia e poi per succedere al trono del Sacro Romano Impero. Costanza comunque nel De mulieribus viene trattata diversamente che nel De casibus, dove assume connotazioni storiche.
XIII CONGRESSO SILFI. Palermo, 22-24 settembre 2014., 2014
Una delle caratteristiche principali del capolavoro di Giovanni Boccaccio è senza dubbio l’enorme varietà geografica presente nel Decameron: l’autore infatti cita circa 180 tra paesi e città, che all’interno delle cento novelle rappresentano ambientazioni o anche soltanto rapidi accenni. Un particolare luogo molto ben caratterizzato dal punto di vista geolinguistico è la Sicilia: «dominata da mercanti toscani a Palermo e a Messina, a Trapani e a Catania, è presente col volto fascinoso di queste e altre città […] come una terra ricca e famigliare, protesa verso i temuti e favolosi porti barbareschi» . L’isola infatti è ambientazione principale di molte novelle, tra le quali ne spiccano alcune in cui fa capolino la realtà storica. Molto spesso la critica ha sottolineato il preponderante scarso interesse cronachistico di Boccaccio, dove «anche l’accurata informazione del nome e della condizione sociale, la determinazione geografica e politica rispondono spesso a un modello che richiede ordine, distinzione, completezza […] perché l’esempio risulti probante» . Altre volte invece l’esibizione di personaggi storicamente famosi deriva dalla loro esemplarità: sono i casi, solo per citarne alcuni, di Guglielmo II (IV 4), di Carlo D’Angiò (II 6) e di Pietro d’Aragona (X 7). Anche dal punto di vista delle vicende storiche, Boccaccio predilige quelle della società a cavallo tra Duecento e Trecento, ossia, le grandi vicende internazionali, comprese naturalmente le guerre tra gli Angioini e la Sicilia svevo-aragonese (novelle II 5,6 e V 5,6). Il fine del mio intervento è verificare in quali delle sette novelle siciliane i riferimenti alla realtà storica siano effettivamente validi e come influenzino il corso degli eventi: inoltre, sarà opportuno anche individuare quelle storie in cui, al contrario, Boccaccio forza la realtà, utilizzando la storia soltanto come uno scenario dove far muovere i suoi personaggi. Senza dimenticare che, da buon narratore, Boccaccio si caratterizza per ammantare di verità le sue “parabole”, e, secondo tradizione, si concentra sull’utile e sul dolce già ben indicato da Orazio: «Aut prodesse volunt aut delectare poetae / ut simul et iucunda et idonea dicere vitae» . Ogniqualvolta la vicenda, nonostante le fonti e nonostante la presenza di personaggi realmente esistiti, si presenti già all’inizio come particolarmente improbabile, ecco che la «malafede non mascherata, perciò scherzosa e garbatamente complice» del Boccaccio si materializza, quasi a rassicurare il lettore, che in ogni caso riceverà da quella novella un insegnamento, e insieme si divertirà. Nella Commedia dantesca la società contemporanea è presente, ma di secondo piano rispetto a Dante personaggio; nel Decameron essa è invece protagonista. È con questo spirito che, probabilmente, bisogna affrontare il vivacissimo alternarsi e mischiarsi di personaggi storici inseriti in racconti di fantasia, creati ad hoc non tanto per riempire un horror vacui di casistica, quanto per cercare di rappresentare il più variamente possibile le declinazioni dell’animo umano.
Il lavoro analizza alcuni tra i più significativi lemmi relativi alla Sicilia presenti nel De montibus di Boccaccio, mettendoli in relazione e cercando di individuarne genesi e fonti.
Nutrite l'anima femminile di tradizioni patrie e di canti, né la storia, né la religione, né l'arte le sieno insegnate per aride teorie, ma per prove ed esempi» scrive Nicolò Tommaseo 1 nel suo volume Sull'educazione, intorno alla metà dell'Ottocento. L'espressione può essere benissimo riferita al De claris mulieribus di Giovanni Boccaccio, un libro che si può definire di donne per le donne, dove l'autore pone al centro dei suoi profili la figura femminile, senza fare discorsi teorici, bensì con una narrazione colta, equilibrata, psicologicamente elaborata, emotivamente coinvolgente, rivolta ad un pubblico istruito che conosce il latino. Tale finalità egli raggiunge con le sue 106 biografie di donne che costellano il De mulieribus, partendo dal mondo mitico per giungere ai suoi tempi, in un ordine pressoché cronologico. Tra costoro spiccano alcune figure di regine siciliane, di donne esemplari, di figlie di re o di divinità: da Cerere, regina dei Siculi, ad Armonia, figlia del tiranno di Siracusa Gelone, per giungere a forti personalità a lui contemporanee, con Camiola, Costanza d'Altavilla e Giovanna, regina di Gerusalemme e di Sicilia.
Nel maggio del 1358, mentre si trova a Milano nella casa accanto alla Basilica di Sant'Ambrogio, 1 Petrarca riceve una lettera dall'imperatrice Anna, moglie di Carlo IV di Boemia, che gli annuncia la nascita di sua figlia. Petrarca risponde prontamente con un'epistola intitolata: "Ad Annam imperatricem, responsio congratulatoria super eius femineo licet partu et ob id ipsum multa de laudibus feminarum" ("Ad Anna imperatrice, congratulandosi per la nascita della prole, sebbene femminile; e da ciò prendendo occasione a far molte lodi delle donne"). 2 Dopo una lunga introduzione, ostentando la massima umiltà di servo in rispetto alla regale maestà della corrispondente, e dopo le dovute congratulazioni per il lieto evento, 3 Petrarca, come dono alla puerpera, regala un breve trattato in esaltazione del genere femminile.
«Studi sul Boccaccio», 49, 2021.
con un elenco aggiornato dei testimoni del "De mulieribus claris".
Iohannes de Certaldo. Beiträge zu Boccaccios lateinischen Werken un ihrer Wirkung, herausgegeben von Karl Enenkel Tobias Leuker und Christoph Pieper, Hildesheim, Georg Olms Verlag (ISBN 9783487152721), 2015
Una indagine a ritroso sulle edizioni del Bucolicum Carmen del Boccaccio, fino alla princeps fiorentina del 1504, della quale si analizzano i possibili rapporti con l'autografo riccardiano.
Alfinge. Revista de Filología, 2006
ma soprattutto perclié fu il luogo dovc avveiine la sua foriiiazione letteraria. Sfogliando le pagine di questo roinaiizo sia la citti di Napoli e dintarni, sia gli intellettuali clie conobbc Boccaccio appaiono, a volte, descritti e ritratti sotto I'annatura fittizia dei protagonisti. Coi1 questo articolo si intende inettere in risalto il modo in cui la citta e i suoi intellettuali si rendono visibili nei momenti c ~c i a l i del romanzo.
Cahiers D Etudes Italiennes, 2008
Rivista di Studi Italiani , n.1, aprile 2020, 2020
il numero monografico La Sicilia a firma femminile: uno sguardo diacronico e sincronico dal XV al XXI secolo, a cura di Daniela Bombara, Milagro Martin Clavijo, Serena Todesco, prende in considerazione il vasto insieme delle scrittrici siciliane in una prospettiva diacronica, dal 1400 ai giorni nostri, favorendo in particolare la conoscenza e l’approfondimento di autrici ‘dimenticate’, periferiche rispetto al sistema letterario, non canoniche, i cui testi meritino di essere riscoperti. I quindici saggi proposte approfondiscono le figure di monache scrittrici, del rapporto fra le donne siciliane e il Santo Uffizio, prendono in esame le opere di diverse ‘pastorelle arcadiche’ o, per l’Ottocento, di alcune coraggiose “tessitrici” del Risorgimento; indagano le protagoniste di Maria Messina fra violenze del patriarcato e ricerca di una propria sofferta identità, la personalità complessa e misconosciuta di Helle Busacca, il demone poetico di Jolanda Insana, il percorso di Ada Zapperi Zucker dalla Mitteleuropa al recupero delle radici siciliane, la critica al modello tradizionale di femminilità nella scrittura di Simonetta Agnello Hornby, l’esclusione e la stimmata sociale in Nebbie di Ddraunàra di Silvana Grasso, la trasfigurazione dello spazio cittadino per narrare la soggettivazione di personaggi femminili in Addio fantasmi di Nadia Terranova, la sicilianità ‘rovesciata’ e ridiscussa nei romanzi familiari di Alda Bruno. I saggi sono di: Nicla Riverso, Marinella Fiume, Giovanna Summerfield, Ninna Martines, Laura Lupo, Cristina Carnemolla, Daniela Bombara, Silvia Tiboni- Craft, Rosaria Stuppia, Elvira M. Ghirlanda, Remo Castellini, Elena Anna Spagnuolo, Milagro Martin- Clavijo, Serena Todesco, Maria Grazia Scrimieri. In appendice un’intervista a Nadia Terranova.
ca., olio su cartoncino applicato su tavola, Pinacoteca Provinciale di Bari -Collezione Grieco TUTTI I DIRITTI RISERVATI è vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. L'illecito saeà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941
Testo completo del «De mulieribus claris» di Giovanni Boccaccio, con breve introduzione, bibliografia, succinte note di commento (sulle fonti dei singoli capitoli) e, in appendice, la recensione di A. Bisanti al libro di Elsa Filosa, Tre studi sul «De mulieribus claris», Milano 2012 (apparsa on line in «Mediaeval Sophia» 15-16 [2014], pp. 233-237). "Dispensa" a uso universitario, utilizzata per le lezioni di Letteratura Latina Medievale e Umanistica per il Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell'Antichità, anno acc. 2016-2017, secondo semestre, presso l'Università degli Studi di Palermo (Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale).
Estudios Románicos, 2020
Chapter XIII of De mulieribus claris is devoted to the biography of Thisbe. For his narration, Boccaccio uses as his main source the fourth book of Ovid’s Metamorphoses although at certain times he modifies the Latin work. For instance, the suffering of Pyramus is no longer equal to that of Thisbe, and the Babylonian maid is the main victim of the love narrated: firstly because of the prohibition of her parents and later for the delay of Pyramus’s arrival at the agreed appointment. Considering all these peculiarities, this paper analyses chapter XIII of the De mulieribus claris and its main character with the purpose of reflecting on their originality and trying to determine if, taking these specificities into account, the Babylonian girl can be considered as an exemplary woman in Boccaccio’s work and why. Il capitolo XIII del De mulieribus claris è dedicato alla biografia di Tisbe. Per la sua narrazione, Boccaccio utilizza come fonte principale il quarto libro delle Metamorfosi ovi...
in Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni V Edizione, Certaldo 6-7 settembre 2018
Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com). Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2016 : atti del Seminario internazionale di studi (Certaldo Alta, Casa di Giovanni Boccaccio, 9 settembre 2016) / a cura di Stefano Zamponi. -Firenze : Firenze University Press, 2017. (Studi e saggi ; 178) http://digital.casalini.it/9788864536194 ISBN 978-88-6453-618-7 (print) ISBN 978-88-6453-619-4 (online PDF) ISBN 978-88-6453-620-0 (online EPUB) Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández, Pagina Maestra snc S. Zamponi (a cura di), Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2016. Atti del Seminario internazionale di studi (Certaldo Alta, Casa di Giovanni Boccaccio, 9 settembre 2016), ISBN 978-88-6453-618-7 (print), ISBN 978-88-6453-619-4 (online PDF), ISBN 978-88-6453-620-0 (online EPUB), CC BY 4.0, 2017 Firenze University Press.
in Storiografia locale e storiografia regionale in Sicilia nel tardo Quattrocento, a cura di Giovanni Salmeri e Giuseppe Marcellino, Pisa, Ets, 2020, pp. 27-60., 2020
PDE PROMOZIONE SRL via Zago 2/2-40128 Bologna ISBN 978-884675893-4 Sono qui raccolti i contributi presentati alla giornata di studi Storiografia locale e storiografia regionale in Sicilia nel tardo Quattrocento e nella prima metà del Cinquecento. Alla scoperta del passato,
The Greeks who founded the first colonies in Sicily were not adventure pioneers; They knew the routes of the Tyrrhenian Sea, the ports of the east coast; they had contacts with the interior natives. Archaeological research on the hills around Pergusa’s Lake (the only of inland Sicily) did identify towns. A series of archaeological indicators suggests a developing society; is consolidated the power of warriors, Greek residents or local, connected to the greek element. The chieftain able to hold together a group, due to its ability to guarantee a good booty. Is clear the role of mixed marriages: in these border areas, the greek element is represented by warriors and merchants (not necessarily distinct); women are locals and high-ranking. Greek culture elements were adopted but also adapted, giving rise to a new culture.
La Rassegna d'Ischia , 2023
Con il contributo di Si ringrazia per la concessione delle immagini: Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana. Firenze, Archivio di Stato. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana -su concessione del M. BACT. È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo. Paris, Bibliothèque Nationale de France. MULIERES CLARAE TRA GIOVANNI BOCCACCIO E DOMENICO BANDINI* Nel panorama degli studi sulla fortuna del De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio risulta del tutto trascurato il rapporto con la sezione De mulieribus claris del Fons memorabilium universi di Domenico Bandini, che di quella fortuna pare costituire uno degli episodi più precoci 1 . Nato ad Arezzo nel 1335, Bandini insegnò grammatica per tutta la vita in diverse sedi: prima nella sua città, quindi tra Bologna e Firenze, dove strinse amicizia con Coluccio Salutati, per poi rientrare ad Arezzo e quindi spostarsi a Città di Castello e di nuovo a Bologna; morì ad Arezzo nel 1418 2 . Come egli stesso racconta, già nel 1374, * Un primo abbozzo di questo studio è stato da me presentato all'American Boccaccio Association Third Triennal Conference, svoltasi presso la Duke University dal 30 settembre al 2 ottobre 2016. 1 Da quel che si ricava dalla bibliografia, è quella del Bandini la prima ripresa del genere. Sulla fortuna del De mulieribus claris, dopo il sintetico ma ricco regesto di V. Zaccaria (Introduzione a Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a cura di V. Branca, vol. X, De mulieribus claris, a cura di V. Zaccaria, Milano, Mondadori, 1967, pp. 15-16), basti qui rimandare a BOCCACE, Les femmes illustres. De mulieribus claris, texte établi par V. Zaccaria, trad., intr. et notes de J.-Y. Boriaud, Paris, Les Belles Lettres, 2013, pp. XXV-XXVIII; E. FILOSA, Tre studi sul "De mulieribus claris", Milano, LED, 2012, pp. 141-178; e S. KOL-SKY, The Ghost of Boccaccio. Writings on Famous Women in Renaissance Italy, Turnhout, Brepols, 2005. Sul rapporto tra il De mulieribus e la sezione femminile del Fons memorabilium universi l'unico riferimento specifico che si è riusciti a trovare è una succinta nota in P. VITI, Domenico Bandini professore e umanista, in 750 anni degli statuti universitari aretini. Atti del convegno internazionale su origini, maestri, discipline e ruolo culturale dello «Studium» di Arezzo, Arezzo, 16-18 febbraio 2005, a cura di F. Stella, Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 317-336: 331, n. 74: «indubbia è l'influenza del De mulieribus claris del Boccaccio». Molto limitata pare anche l'autonoma fortuna del De mulieribus bandiniano: l'unico studio specifico a me noto è infatti E. PETERSEN, Fortunae vices. Domenico di Bandino on Fate and Fortune, in «Analecta Romana Instituti Danici», 8, 1977, pp. 103-121. 2 Per la biografia e la produzione di Domenico vd. A.T. HANKEY, Bandini, Dome-208 rino modonutti nico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. V, 1963, pp. 707-709, cui si aggiungano P. VITI, Domenico Bandini…, cit. e A. BISANTI, Dominicus Bandinus, in C.A.L.M.A. Compendium auctorum Latinorum Medii Aevi, cur. F. Santi et M. Lapidge, Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, vol. III/1, 2009, pp. 98-99. particolare riferimento alle pp. 199-207 per le letture umanistiche del Bandini. Viti (Domenico Bandini…, cit., p. 320) parla di «dimensione tendenzialmente umanistica del Bandini». 6 L'unico studio complessivo resta appunto T. HANKEY, The Successive Revisions…, cit., a cui si devono aggiungere E. BERTIN, Per il censimento dei manoscritti di Domenico Bandini, "Fons memorabilium universi", in «Italia medioevale e umanistica», 47, 2006, pp. 289-292; P. VITI, Domenico Bandini…, cit., pp. 326-327; con qualche nuova osservazione in D. BANDINUS, Fons memorabilium universi libri XII-XIII, intr., ed. critica e commen-
Lucilio visse e operò in quello che è stato a ragione definito "il secolo della rivoluzione"1: economica, politica, sociale, in uno scenario torbido dove questi tre aspetti risultano così osmoticamente legati, che è arduo delimitare i contorni dell'uno o dell'altro, nel tentativo di comprendere dove finisca la crisi socio-economica per far posto a quella strettamente politico-istituzionale. Senza volerei addentrare nella sdrucciolevole questione se la poesia possa costituire una fonte attendibile per la conoscenza di taluni meccanismi insiti nelle problematiche storiche stricto sensu, nel caso della satira luciliana basterà considerare lo spazio letterario che tipologicamente le pertiene come genere, e che è, per usare le parole di un latinista, "acanonico, irregolare, miscellaneo" 2 , interamente proteso, per definizione, ad una rappresentazione fedele, sebbene caustica e denigratoria, del presente storico. L'epoca di Lucilio 3 segna il passo delle grandi conquiste romane nel Mediterraneo per lasciar emergere le prime crisi dell'ordinamento repubblicano, come se Roma si destasse dal lungo e trionfale sogno di una città in grado, da sola, di reggere le sorti di un impero prima inimmaginabile, e quest'ultimo, dal suo canto, quale enorme e per ciò ingovernabile propaggine di una città-stato, si ergesse a fagocitarla, mettendo a nudo tutte le deficienze intrinseche ad una tale struttura politica 4 • Forti segnali di malessere sociale ed economico nella seconda metà del II sec. a.C. vennero dalla 1 Così H. LAST, Ti!Jerio Gracco, in CAH 7, ed. it., Torino 1975 l2004J]. 6. L. CANFORA, La rivolta dei dannati della terra. in DIODORO SICULO, La rivolta degli schiavi in Sicilia, Palermo 2000', 12, sottolinea come nel periodo che va dal dopoguerra annibalico alla fine dell'età repubblicana, le tre rivolte serviti in particolare-le due in Sicilia del l! secolo e quella di Spartaco nel l-abbiano avuto non poco peso nell'accelerare la crisi del sistema repubblicano. 2 M. CiTRONI, Musa pedestre, in Lo spazio letterario di Roma antica, l. La produzione del testo, Roma 1998". 318; a tal proposito l'A. interpreta in senso letterario-programmatico il focus riportato in Cic.fin. l, 7 = Luc. 594 Marx, in cui Luci l io dichiara di scrivere perTarentini, Cosentini e Siculi. quali popoli semplici e rozzi, piuttosto che per il pubblico smaliziato e colto dell'Urbe. Per una diversa lettura di questa tradizione vd. inji·a.
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