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2011, Due di uno. Fenomenologia della riscrittura cinematografica, Giannini, Napoli
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Quattro comparazioni, quattro coppie di film organizzate in altrettante stazioni, ognuna delle quali propone una tipologia di riscrittura cinematografica. Riscrittura come: evocazione, rifacimento, eteroclonazione, autoclonazione. Questo esercizio traduce una precisa concezione della teoria del cinema e del rapporto tra cinema e filosofia, declinato nei termini di una ermeneutica filosofica del testo filmico: un incontro con le opere che lasci emergere dalla stessa materia filmica ciò che essa dà da pensare.
Configurazioni. Ricerche sulla poesia contemporanea
Questo saggio presenta alcune riflessioni sull’evoluzione dell’antologia in quanto forma e in quanto genere negli ultimi due decenni. Dopo una ricognizione storica e teorica sul tema, si procederà all’analisi di due fenomeni nello specifico, l’ibridazione tipologica e l’ibridazione intermediale, attraverso due studi di caso emblematici: 5x5. Poesia italiana dal nuovo millennio (2019), a cura di Ivan Schiavone, e Asemic writing. Contributi teorici (2018), a cura di Francesco Aprile e Cristiano Caggiula.
Tabula, 2013
La tecnica teatrale del raddoppiamento gemellare basato sui Menaechmi plautini è stata riprodotta in scena dal letterato rinascimentale Pietro Aretino nella commedia Lo Ipocrito (1542). Nel lavoro si evidenzierà il modo in cui Aretino stravolge la trama latina, in rapporto alla sua poetica anticlassicista. L’esperienza perturbante dell’incontro di un personaggio con il proprio doppio e la successiva perdita dell’identità registrata nell’Ipocrito, saranno analizzate mediante l’approccio psicoanalitico e antropologico, che approfondiranno l’inconsueta rappresentazione dell’altro quale rivale e nemico. L’apatia denotata nel protagonista della commedia sarà sviluppata, invece, incentrando l’attenzione sull’ambientazione della pièce a Milano, una città in preda al dominio spagnolo, che testimonia l’esperienza traumatica delle invasioni straniere in Italia. In quest’ottica, l’eversiva modifica del doppio in Aretino sarà interpretata quale polemica letteraria nei confronti degli imitatori e nello stesso tempo come critica della destabilizzante realtà sociale.
Al di là dei limiti della rappresentazione Letteratura e cultura visuale A cura di Michele Cometa e Danilo Mariscalco Quodlibet Studio Al di là dei limiti della rappresentazione QS Quodlibet Studio Teoria delle arti e cultura visuale
Bianco e Nero, n° 568, 2011
Se l'ontologia in generale è lo studio dell'essere, l'ontologia di x è lo studio dell'essere di x, cioè il tentativo di rispondere alla domanda: che cos'è x? Di che tipo di oggetto si tratta? In quali categorie rientra? In quale orizzonte si colloca? L'oggetto x di cui ci occupiamo in questa sede è il mobile movie, ovvero il film girato col telefonino. Queste espressioni linguisticamente composte -mobile movie, film girato col telefonino -rimandano a un oggetto ontologicamente composto: un x che deriva dall'incontro di un oggetto y che è il telefonino e di un oggetto z che è il film. Partiremo quindi da un chiarimento preliminare dell'ontologia del telefonino e dell'ontologia del film, per poi convergere sulla comprensione dell'essere specifico del mobile movie e infine valutare la rilevanza di questa specificità.
Il dOppIO dEl dOppIO: lA pROduZIONE EpIgRAfIcA IN SERIE pur nella consapevolezza che ogni epigrafe è un prodotto unico, esito della convergenza di istanze comunicative e disponibilità tecnico-economiche di volta in volta differenti, è comunque possibile riconoscere, anche in campo epigrafico, l'esistenza di una produzione in serie. con tale termine si vuole indicare non tanto una suddivisione di compiti all'interno dell'officina lapidariasuddivisione che pure dovette esserci, per quanto in misura e secondo modalità non sempre determinabili (1)-quanto piuttosto la produzione di monumenti epigrafici standardizzati, e dunque allineati a uno stesso modello monumentale, impaginativo, sintattico. Non possono non venire in mente, a questo proposito, talune manifestazioni seriali di devozione religiosa, come le placchette bronzee dedicate a Iuppiter Poeninus dai viandanti in transito attraverso il passo del gran San Bernardo (2) o le lastre marmoree * Ringrazio vivamente, per essere intervenuti in sede di discussione, la prof.ssa francesca cenerini, il prof. Sergio lazzarini, il prof. Marc Mayer e il prof. giovanni Mennella. I miei consueti ringraziamenti anche al prof. Antonio Sartori. (1) le basi della discussione vengono poste da g.
Il caso Buzzati rientra nella categoria novecentesca di scrittori italiani ammaliati dal mondo della scena ma privi, tuttavia, di una netta collocazione teatrale 1 . Le ragioni, verificabili in una rilettura prospettica del repertorio drammaturgico lungo buona parte del secolo, si possono ricondurre in larga misura all'assenza di una vera e propria tradizione istituzionalizzata nel nostro teatro, caratterizzato «dapprima dal dominio del grande attore e poi dal dominio dei grandi registi» (Alonge ---Malara 2001: 689), indiscussi signori della scena che «emarginano, da sempre, la funzione dello scrittore» (ibid.), in virtù di un mestiere di cui quest'ultimo non sarebbe detentore. Escluso dalle politiche produttive degli Stabili e della regia, ovvero le due istituzioni che maggiormente condizionano la scena italiana del secondo dopoguerra, l'autore vivente subisce una «progressiva rarefazione, per non dire cancellazione» (Puppa 2003: 160), sino al paradosso di una polarità controversa e mai risolta, se non nei pochi casi -esemplare, 1 «Eppure badate che, nei panni di Svevo e Tozzi, nei panni cioè dello scrittore per il teatro ma non di teatro, stanno molti romanzieri e poeti del no--stro Novecento. Tra i coetanei, pressappoco, e in qualche modo conterranei di Tozzi, Cicognani, Pea, Lisi scrivono (invano) di teatro […] La storia del travagliato rapporto tra tutti (o quasi) i nostri scrittori e il teatro è sempre la stessa: la storia di un amore mancato» (Buzzati 2006: 6---7). Da Bacchelli, Alva--ro, Malaparte, Savinio a Moravia, Silone, Banti, Landolfi, Rea, Flaiano, Parise sarebbe lungo l'elenco di coloro che, del teatro, sono stati protagonisti a tem--po determinato, vivendo quell'esperienza con un margine di timidezza e so--spetto, affascinati e diffidenti a un tempo.
2021
Le interazioni fra performance e scrittura sono varie e multiformi e rientrano a pieno titolo nella categoria del «doppio talento», utilizzata dalla critica finora soprattutto in riferimento alla sovrapposizione fra linguaggio letterario e figurativo o musicale. Da una prima ricognizione nel contesto italiano dalla seconda meta del ’900 agli anni Zero emergono delle costanti: i libri firmati dalle «stelle italiane» disegnano una parabola che dal memoir giunge alla narrativa finzionale, passando per la tappa intermedia delle ‘autobiografie delle personagge’, che mettono in racconto frammenti di vita di un personaggio rappresentato dall’attrice. Si intende dunque tracciare le linee generali di una «mappa dell’attrice che scrive», individuando nodi teorici e categorie paradigmatiche in riferimento ad alcuni casi di studio particolarmente significativi.
Registrazione presso il Tribunale di Torino n. 5179 del 04/08/1998 Editore Lexis Compagnia Editoriale in Torino via Carlo Alberto 55-10123 Torino è un marchio registrato utilizzato per concessione della società Traumann s.s. valleden39_interni.indd 4 13/01/23 07:45 Le mani invisibili de Il deserto rosso. Dall'inchiesta alla sceneggiatura Giuseppe Mattia Peppino Impastato in made and unmade scripts: the standards and the limits of engaged cinema Dom Holdaway Il caso studio di Luigi Malerba Livio Lepratto Rodolfo Sonego e la tecnica della scrittura cinematografica: dalla prima commedia di costume al viaggio on the road Mirco Melanco Abstracts valleden39_interni.indd 6 13/01/23 07:45
L’adattamento: le trasformazioni delle storie nei passaggi di codice, 2012
ENG - Teorema: a literary and cinematographic parable Pier Paolo Pasolini’s Teorema stands out as an example of originality and complexity, due, above all, to its genesis and to the “double” intersemiotic translation which has been carried out. In fact, the peculiarity of this work (conceived as a drama in 1966, but soon abandoned in favor of this dual version) is its concurrent development in two parallel ways: the cinematic one and the literary one. Two different languages and two visions of the same object as well. The adopted forms intertwine and mix together, thus constituting a whole. Although they keep their structural and organic autonomy, the examination of both is fundamental to fully understand the author’s theorem. Pasolini, by means of narrative form, tried to give life not only to a story, but rather to an event, a parable, an exemplum. In short he wanted to depict a miracle. The author himself, also, claimed the impossibility to handle in a realistic and mimetic way a novel centered on a middle class/bourgeois reality. Our goal is to demonstrate how the author forces cinematographic and literary conventions with the aim of describing a peculiar allegory of the Italian society; in doing this we focused primarily on the analysis of characteristic features pertaining to the different codes used. ITA Teorema di Pier Paolo Pasolini spicca per originalità e complessità dovute, anche e non solo, alla sua genesi e alla “doppia trasformazione di codice” avvenuta. Infatti, la particolarità dell’opera (nata come pièce teatrale nel ’66, ma poi abbandonata sotto questa veste) è il suo svilupparsi contemporaneamente su due binari paralleli: quello filmico e quello letterario. Due linguaggi differenti, ma altrettante visioni prospettiche dello stesso oggetto. Le forme adottate si intersecano e si compenetrano a vicenda costituendo così un’unica composizione. Pur mantenendo una loro autonomia e completezza, l’esame di entrambe le versioni è fondamentale per comprendere appieno il teorema dell’autore. Lo scopo di Pasolini è di dare vita, tramite la forma narrativa, non tanto ad una storia, quanto ad un evento, una “parabola”, un exemplum. Insomma quello di rappresentare un miracolo. Lo stesso autore, d’altronde, manifestò a suo tempo l’impossibilità di affrontare in maniera mimetica e realistica un’opera incentrata sulla realtà piccolo borghese italiana. Muovendo da queste premesse, il nostro lavoro si pone l’obiettivo di mettere in luce e analizzare come l’autore pieghi le convenzioni cinematografiche e il genere romanzo per rappresentare una personale allegoria della società italiana, analizzando allo stesso tempo le peculiarità inerenti ai diversi codici adottati.
2006
Questo è un "author draft" (la prima versione di un testo successivamente pubblicato, così come è stata inviato dall'autore alla casa editrice).
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Cinergie, 2019
Università del Salento, 2020
'Studi culturali', 3 (dicembre 2014)
Forum Italicum: A Journal of Italian Studies
Contesto rivista, 2021
Incontri. Rivista europea di studi italiani, 2014
n. 23, "Azione", 2014
Donne e cinema. Immagini del femminile dal fascismo agli anni Settanta
Dragana Rapo, 2019
mediAzioni (Bologna) 21, 2016
In: Bianco & nero, fascicolo 561/562, maggio-dicembre 2008, pp. 43-61, 2008
Scene replicanti. Cinema, teatro e i loro ibridi nel tempo dei nuovi media, 2019