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Roma 2002, (FMR ed.), 2002
La collezione dei m osaici rom ani nei M usei Vaticani è una delle p iù antiche di questo genere: i prim i p a n n elli m usivi, in fa tti, en trarono nelle raccolte vaticane già a ll'inizio del Settecento e p e r lungo tem po, alm eno fino a tu tto l 'O ttocento, questa collezione costituì uno dei p rin cip a li repertori p e r a vvicinarsi alla conoscenza, allo studio e alla com prensione del mosaico antico. La situazione degli studi archeologici è oggi d ifferen te, come è ovvio considerando la q u a n tità di scavi com piuti non solo in Italia, m a in tu tto il M editerraneo e n ell'area europea che aveva assorbito l 'influenza cidi arale ellenistivo-rom ana. A ttu a lm en te chi si accosta al mosaico rom ano deve tener conto di un corpus di opere sconfinato p e r am piezza e varietà. Non ci si p u ò p iù lim itare, p erta n to , alle collezioni vaticane e neanche bastano ({nelle rom ane, anche se continuano a ritro va rsi in tu tti i m anuali eli arte antica alm eno un paio di esem plari vaticani: Tasàrotos òikos, il "p a vim en to non s p a zza to ", copia del II secolo d.C . da un originale ellenistico descritto da Plinio il Vecchio, 1 e i g ra n d i mosaici con gli atleti dalle Terme di C aracolla.2 Senza questa collezione, d 'a ltra p a rte , ren o rm e sviluppo delle conoscenze a ttu a li e lo stesso gusto p e r tale p a rtico la re tecnica artistica non sarebbero com prensibili. L 'interesse della raccolta, dunque, non risiede solo nell im p o rta n za delle opere d a l p u n to di vista stretta m en te archeologico, m a ancor più nella sua storia collezionistica, in q u ell'intreccio cioè f r a il m u ta re del gusto nelle varie epoche e le m o tivazioni storiche e ideali che spinsero a raccogliere i vari m osaici. U nicam ente p ro va n d o a ripercorrere la tessitura di questo int reccio si p u ò fa r e em ergere il significato delle scelte espositive e collezionistiche nel quadro cult urale della R om a pontificia . In età m o d ern a , a p a rtire d a l R inascim ento, il m osaico era sem pre stato a p p rezza to p e r la brillantezza della sua policrom ia, nonché p e r le sue qualitèi (li resistenza in confronto con la p iù fr a g ile tecnica pitto rica . T utta via , nella considerazione com une, esso veniva messo in secondo p ia n o rispetto a quelle che erano ritenute le a rti m aggiori, cioè la scu ltu ra , la p ittu r a e l 'a rch itettu ra . In altre p a ro le il mosaico non era considerato in m aniera a u tonom a, m a p iu tto sto veniva in q u a d ra to nella tra tta zio n e della p ittu ra o, p iù ra ra m en te, d e ll'a rch itettu ra con (padelle conseguente am biguità. Senza risalire troppo indietro nel tem po, si può notare che un interesse p iù specifico p e r il mosaico inizia a fa r s i evidente nel corso del Seicento sia nel m ondo degli stu d i a n tiq u a ri, sia in (giello del collezionism o. E p a rtico la rm en te significativo, p e r esem pio, che un collezionista di an tichitèi fa m o so come il cardinale Camillo M assimo nel suo p a la zzo rom ano alle Q uattro F ontane avesse una sala delta "d e ' m u sa ici", in cuiassiem e a una quindicina di dip in ti m oderni e a una dozzina di a ffresch i a n tichi -nel 1677 era registrata una decina (li m osaici.2 Il nucleo rim arrà p e r lungo tem po il pili cospicuo di Rom a e m a n terrà la sua ca ra tteristica unitèi anche a ttra verso le vicissit u dini e gli sm em bram enti della raccolta, tanto che -ancora nel 1744 -a P alazzo M assimo alle Colonne occupava una cam era d etta a p p u n to de m usaici . I p a n n elli m usivi del cardinale, così come la (piasi totalità (lei mosaici nelle collezioni d e ll'epoca, erano di lim itate dim ensioni e venivano esposti alle p a re ti in modo non molto d ifferen te d a i quadri dipinti, a volte anche inseriti in ricche cornici dorate. Si tr a tta v a di una specie (li conferm a {n atica della concezione corrente a ll'epoca, gièi ben sin tetizza ta d a l Vasari, il quale classificava la tecnica m usiva come una specie ili p ittu ra . 1 E invece a ll'inizio del secolo successivo, al 1711 p e r la precisione, che risale l 'ingresso nelle raccolte vaticane del prim o g ru p p o di m osaici. L a collezione (li antichitèi si era svilu p p a ta a p a rtire d a l 1506, (lata della scoperta del Laocoonte, con il ca ra ttere di una collezione p r iv a ta , anche se visitata da un pubblico f orm a t o d a ll'élite della nobiltà, degli artisti e degli eru d iti d e ll'ep o ca .■' N el clima controriform istico della seconda m età del C inquecento e p er tu tto il Seicento i pontefici si erano disinteressati al collezionism o di a n tich ità , m a nel nuovo clima culturale d e ll'inizio del Settecento, l 'interesse pontificio p e r l 'arte a n tica a veva ripreso fo r z a . R apa Clem ente X I A lbani (1700-1721 ) a veva incaricato m onsignor Francesco B ianchini di costituire, n e ll'a rea del Cortile delle S ta tu e (com e si ch iam ava allora l 'a ttu a le Cortile O ttagono) e negli am bienti circostanti, un "Museo Ecclesiastico" che illustrasse a ttra verso i m onum enti la storia della C h iesa /' Benché il progetto fo sse sta to a ccantonato dopo pochi a n n i a causa di g ra v i difficoltà politiche e f ina nzia rie, Bia n ch in i aveva fa tto in tem po a raccogliere un discreto nucleo di antichitèi. Egli non era mosso da alcun p articolare interesse artistico o estetico, m a p iu tto sto era sta to g u idato nelle sue scelte d a ll'ottica dello storico, come era n a tu ra le d a te le fin a lità del nuovo museo. Q uando nel 1711 venne alla luce una serie di m osaici d a ll'A ventino, nei {n essi di S a n ta Sabina, B ianchini ne f u im m ediatam ente in fo rm a to nella sua qualità di Pagina (> Mosaico (/('//'asàrotos òikos o "pavimento non spazzino", particolare con i resti di banchetto. Museo Gregoriano Profano. Pagina 9 Mosaico con paesaggio esotico e animali. Masco Profano, Sala iIelle Nozze Aldobrandino. E probabile si tratti di un quadro musivo della prima metà del II secolo d.C., che venne completamente rifatto sul modello antico. Pagina IO La Sala Rotonda progettata ila Michelangelo Simonetli nel I7IÌ0 circa. Al centro del pavimento musivo proveniente dalle Terme di Otricoli è collocata la monumentale vasca di porfido dalla Domus Aurea. Intorno, statue di imperatori e membri della famiglia imperiale e divinità decorano le nicchie. Museo Pio-Clementino.
Sinai and the Transfiguration, 2006
This paper is the continuation of my research concering the iconography of the Transfiguration depicted in the church at Sinai, which I published in 1990 in the Warburg Journal (vol. LIII). While in the previous paper I dealt mostly with the symbolism of light in the present one I concentrate on: 1/ the visual sources of the mosaics adornig the triumphal arch above the apse and: 2/ the connexion between eucharist and the Transfiguration.
De domo David a cura di Marcello Gaballo e Stefania Colafranceschi , 2019
The Rosalia was a festival celebrated on various dates, between April and July, of significance in various different ways, especially chthonic, but also related to imperial and sun cults, and to war. The most important ritual in this festival was the offering of roses. It has generally been acknowledged that the personification of May in the illustrated calendars of the Late Antique period – a man or a woman surrounded by roses – referred to the celebration of Rosalia. Through analysis of the literary descriptions and the epigraphic sources concerning this festival, and the representations of May, this paper aims to prove that the image of this month has only seasonal significance, because it refers to the typical iconography of Spring.
Ebrei, scambi e conflitti, 2011
disputa sul colore del segno ebraico alla vigilia del giubileo di Benedetto XIII A pochi mesi dalla sua elezione, Benedetto XIII (Pier Francesco Orsini, 1724-1730), si trovò ad affrontare i preparativi per il giubileo del 1725. Una delle sue preoccupazioni riguardò la comunità ebraica di Roma, richiamata ad osservare le prescrizioni sul «segno» imposto agli ebrei dello Stato ecclesiastico con la bolla Cum nimis absurdum emanata da Paolo IV nel 1555 1 .
Vie per Bisanzio, a cura di A. Rigo, A. Babuin, M. Trizio, VII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini (Venezia, 25-28 novembre 2009), 2013
I colori della fede: icone a smalto e a mosaico tra X e XIV secolo Le fonti scritte Il sabato antecedente la Domenica delle Palme l'imperatore, così ci racconta Costantino Porfirogenito nel De cerimoniis, sostava davanti all'effigie a smalto della Theotokos nella cappella di San Demetrio all'interno del Grande Palazzo di Costantinopoli 1 .
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Atti del XVI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Palermo-Piazza Armerina, 17-20 marzo 2010), Tivoli, 2011
Theriaké, 2022
MOSAICI MINUTI. La Collezione Elio Messuri, un itinerario artistico tra meraviglie preziose inedite rare , 2018
Atti del XXIII Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico
Materiali per Populonia, 2002
Conoscere, conservare, valorizzare. Il patrimonio culturale religioso, 2017
Arte medievale, 2024
GIORNALE DI STORIA, 2017