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civil law
LAURA PAOLINO, IL DILEGGIO DEI PADRI. NOTE DI LETTURA PER FIGLIO MIO DILETTOSO, IN FACCIA LAUDE DI GUITTONE D'AREZZO RIASSUNTO. Il contributo ripercorre la storia critico-esegetica della tenzone tra Guido Guinizelli ([O] caro padre meo) e Guittone d'Arezzo (Figlio mio dilettoso), soffermandosi in particolare sul secondo dei due sonetti, per il quale viene proposta un'interpretazione parzialmente nuova, evidenziandone le possibili implicazioni ermeneutiche sul noto passo dantesco di Purgatorio XXVI. PAROLE CHIAVE. Guittone; Guinizelli; tenzone; Dante. TITLE. Mocking the Fathers. Notes on Guittone d'Arezzo's Figlio mio dilettoso.
Stampa: Stampatre s.r.l. -Torino Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org. «I filosofi hanno fornito interpretazioni diverse del mondo; ora occorre che lo cambino» K. MARX, XI tesi su Feuerbach «È molto più piacevole fare l'"esperienza di una rivoluzione" che non scrivere su di essa» W.I. LENIN, Poscritto alla I edizione di Stato e rivoluzione «Bisogna lasciare che la volontà popolare si possa esprimere attraverso gli istituti parlamentari, attraverso le istituzioni democratiche, sulla base costituzionale» P. TOGLIATTI, Intervento all'Assemblea Costituente nella seduta pomeridiana dell'11 marzo 1947 «Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell'uomo, la lunga serie di mali veri e propri: la morte, la vecchiaia, le malattie inguaribili, l'amore non corrisposto, l'amicizia tradita, la mediocrità di una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose» M. YOURCENAR, Memorie di Adriano
Parte prima: Nozioni introduttive e principi fondamentali A. Realtà sociale e ordinamento giuridico. 1. Norme e comportamento. Le norme sono strumenti di valutazione del comportamento, che può essere giudicato giusto o ingiusto, morale o immorale, lecito o illecito. Valutare un comportamento equivale a dare un giudizio: questo giudizio è fondato o infondato, a seconda se è giustificato da una norma. Il linguaggio delle norme è dunque prescrittivo e non descrittivo, cioè comunica valutazioni che vietano o permettono comportamenti, ma non descrivono eventi o emozioni. La valutazione del comportamento è la funzione costante delle norme: ciascuna di esse è portatrice di una regola e ciascuna è connessa all'altra. Le norme assumono diverse tipologie in base alle materie che disciplinano: es. le norme di organizzazione dell'impresa, le norme come regole costitutive e come regole di condotta di comunità. 2. Giurisprudenza come scienza sociale. La valutazione del comportamento presuppone la conoscenza delle regole e lo studio delle regole è una forma di conoscenza della società, che è affidata alla giurisprudenza. La giurisprudenza è la scienza del diritto ed è strettamente legata alla società in cui svolge la sua funzione, ossia è influenzata dalle condizioni politiche, sociali, economiche, religiose, ecc. Per questi motivi la giurisprudenza è da intendersi anche una scienza sociale che permette la conoscenza della struttura e della funzionalità di uno stato. Una regola si pone affinchè serva a qualcosa: la sua realizzazione è garantita da sanzioni positive o negative. Le sanzioni negative, qualificate solo come sanzioni, sono conseguenze sfavorevoli inflitte a colui che ha violato la norma (es: risarcimento del danno); esse non riguardano le pene restrittive della libertà essendo campo del diritto penale. Le sanzioni positive sono conseguenze favorevoli per colui che ha osservato le norme (es: leggi di incentivazione riguardanti una politica fiscale di favore). Il diritto positivo è il diritto prevalentemente scritto posto da fonti predeterminate e riconoscibili; esso ha la funzione di: a) conservare le situazioni presenti nella società conformando le proprie regole a quelle sociali preesistenti; b) trasformare, sotto la spinta di interessi alternativi, l'esistente modificando la società. La coattività è carattere fondamentale dell'ordinamento giuridico nel suo complesso, non di ogni singola regola giuridica; consiste nella sanzionabilità delle situazioni. Questo però non vale sempre, infatti esempi di regole non coattive si riscontrano nell'ambito sia di rapporti patrimoniali ma soprattutto non patrimoniali, come nell'ambito del rapporto matrimoniale, che non sono coercibili mediante sanzioni. 3. Diritto, morale e regole non giuridiche. Il compito del diritto è di prevenire e sciogliere i conflitti sociali; esso si basa su un consenso morale di fondo. Quando la norma è rilevante non basta lasciarla alla mera esecuzione della moralità, ma essa viene trascritta per essere applicata. Il diritto e la morale nella maggior parte dei casi sono complementari: quanto al contenuto, la differenza sta solo nel fatto che nel diritto vi è la necessità di definire in anticipo la fattispecie da regolare, quali siano le sanzioni, fissare il risarcimento, ecc…: quanto alla forma, le regole morali non sono rispettate se manca la convinzione interiore di chi agisce, per le regole giuridiche basterebbe invece l'osservanza esteriore del comando, il timore della sanzione. Questo collegamento tra diritto e morale non è sempre verificato, in quanto in alcune fattispecie il diritto e la morale entrano in conflitto (es: l'aborto). 4. Linguaggio giuridico e linguaggio comune . Il linguaggio giuridico non coincide sempre con quello comune: esso, infatti, assegna alle parole una qualificazione giuridica che implica delle conseguenze giuridiche. Esiste quindi, per ogni termine, una definizione legislativa che, anche se dà una definizione vincolata del termine, è sempre sottoposta ad interpretazione. Le definizioni legislative sono adeguate o inadeguate, non vere o false: sono adeguate, se congruenti con la realtà dei comportamenti. A volte il linguaggio giuridico e quello naturale hanno un nesso molto stretto, che pone in essere alcuni termini di confine, come persona, interesse e promessa. Con queste espressioni il sistema giuridico entra in contatto con la realtà. Non tutti i termini sono definiti dalle norme giuridiche, ma alcuni, come le definizioni dottrinali, sono definiti dalla dottrina. Senza queste il linguaggio dei giuristi e delle leggi sarebbe poco comprensibile.
Riassunti del testo di H. Mintzberg, La progettazione dell'organizzazione aziendale A cura di Francesco Lo Piparo SDC 1
2002
Sono qui riprodotte le prime pagine dell'articolo pubblicato sulla rivista AIΩN, N.S. 5, 2002, pp. 115-154. Esse concernono le figure e i simboli sulla faccia B della Stele di Novilara.
Nel diritto amministrativo è essenziale bilanciare due interessi fondamentali: da un lato il potere dell'amministrazione che deve avere a disposizione tutti gli strumenti, anche autoritativi, per perseguire le sue finalità e, dall'altro, il fatto che il cittadino debba essere garantito contro un uso arbitrario di questo potere da parte della P.A. Nello "stato di diritto" l'equilibrio tra questi due interessi, è ricercato nel principio di legalità, che subordina a regole predeterminate il potere della PA e che comporta un'ampia riserva al legislatore per la disciplina dell'azione amministrativa. La PA, in quanto soggetto pubblico, deve operare per assicurare le finalità dell'ordinamento, per cui deve agire nel rispetto del diritto e senza ledere interessi giuridicamente riconosciuti ai cittadini. Questi ultimi sono tutelati sia dal diritto sostanziale che dagli istituti di giustizia amministrativa, che svolgono un ruolo suppletivo e successivo, nel senso che la loro utilità consiste nell'assicurare un rimedio, quando il diritto sostanziale non venga osservato.
Chiara Pireddu, 2018
Società e cultura nel primo 800' L'evento che caratterizzò il primo ottocento e che modificò radicalmente il tessuto politico, sociale, ideologico e mentale del vecchio mondo fu lo scoppio della rivoluzione francese, avvenuta nel 1789. La situazione politica era in radicale cambiamento con la fine dell'assolutismo e la nascita degli stati liberali, grazie alla quale stava emergendo rapidamente il nuovo ceto della borghesia. La rivoluzione francese diffuse in tutta l'Europa gli ideali democratici di libertà, uguaglianza e fratellanza. Questo diede la spinta per l'affermazione del principio della volontà popolare e per la lotta dei popoli all'indipendenza.
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Materiali di Estetica. Terza serie, 2022
Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali, 2005