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Omero e il paratesto, in: ZPE 201 (2017), 1-11.

2017, Omero e il paratesto. Sulla proprietà letteraria nel mondo greco e una irrisolta questione dei papiri dell'Iliade e dell'Odissea. ZPE

Abstract

In età romana, l'Iliade e l'Odissea si distinguevano per due aspetti singolari, nella loro presentazione libraria, da tanta altra letteratura in circolazione. L'uno, notissimo, consisteva nella suddivisione del testo secondo le lettere dell'alfabeto ionico. Ciascun poema si presentava così in 24 rapsodie, contrassegnate dall'Α all'Ω. È ciò che si ricava dai papiri dell'epoca ancora oggi conservati e da qualche testimonianza letteraria a nostra disposizione.

Key takeaways

  • La fi ne dei singoli canti è normalmente segnalata col titolo dell'uno o dell'altro poema al genitivo, ΙΛΙΑ∆ΟΣ o Ο∆ΥΣΣΕΙΑΣ, seguito dalla lettera della rapsodia giunta alla fi ne, per esempio Α, Β, Γ, ∆ e così via.
  • Per quanto invece concerne l'età tolemaica, va detto che nei pochi papiri che ci consentono qualche osservazione sul passaggio tra un canto e l'altro (per come noi ovviamente conosciamo i canti nella loro ripartizione), la transizione non è così marcata come in quelli di età più tarda (manca perfi no il titolo dell'uno o dell'altro poema in più di un caso sicuro).
  • Se infatti è vero che alcuni esegeti in età ellenistica negarono l'appartenenza dell'Odissea a Omero e attribuirono le due opere ad autori diversi 18 , e se è vero che altri, più radicalmente, sostennero che il poeta non avesse lasciato nulla di scritto alla posterità 19 , è altrettanto certo che dagli albori della critica omerica in poi, cioè, a quanto se ne sa, dal tempo di Erodoto in avanti, molti intellettuali di età classica, ellenistica e romana non misero mai in discussione l'attribuzione a Omero dei due capolavori 20 .
  • In effetti, a partire dal VII secolo a. C. vengono a convivere per un non breve periodo due modi sostanzialmente diversi di rapportarsi all'opera letteraria: uno ereditato senz'altro da epoca precedente e conservatosi, o per così dire cristallizzatosi, nel proemio dell'Iliade e sostanzialmente ancora in quello dell'Odissea, dove si lascia alla dea la proprietà del racconto; un altro, nel quale è manifesta già la personalità del poeta, consapevole delle proprie capacità creative.
  • Sulle epigrafi greche di età arcaica, moltissime delle quali non furono altro che iscrizioni di proprietà (reale, intellettuale o solo ideale) per statue, vasi, oggetti di vario genere, la documentazione è cospicua.