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Le forme e le attività dei viventi sono condizionate dalla forza di gravità alla superficie del nostro pianeta. La gravità non solo controlla le attività, ma anche la forma di tutti gli organismi". D'Arcy Wentworth Thompson, da Crescita e forma.
La nascita della Contea di Vignanello è un esempio della gestione dei territori da parte di un sovrano
2021
La Terra sotto i piedi Desertificazione ... Dare un volto alla desertificazione non è facile, essa è il portato di una complessa serie di cause, climatiche ma non solo, si manifesta in mille modi che ben altra cosa sono dall'idea, diffusa, di luoghi nei quali il paesaggio si trasforma in una copia del deserto letterario, quello degli erg, delle dune e dei dromedari. Il lavoro di Carmelo Stompo rende immediata la percezione complessiva della desertificazione, tralascia l'aspetto scientifico e irrompe in quello culturale. La sua visione materializza la desertificazione del suolo, della vegetazione ma anche dell'anima, della cultura, di un paesaggio umano che fu e che oggi non riesce più a tenere saldi i suoi aspetti. Nei suoi grigi sfumano i segni di una agricoltura un tempo fiorente e sapiente, di una modalità di rapporto diretto con la risorsa suolo che oggi non è più, che oggi viene superato non soltanto da un cambiamento globale imminente e imponente ma anche da una visione incapace di giungere ai microcosmi, al dettaglio, al valore di tutte le piccole cose che insieme compongono il giusto "tutto". Visioni oniriche, luci fendenti, scudisciate di verità sapientemente letta, il vero volto di un abbandono, di una resa, di una migrazione del sapere verso altri lidi, verso altre patrie. La Sicilia che si desertifica anche come prototipo di una Terra che rinuncia a se stessa. Le immagini poi ci narrano di un amore, ancora forte, filiale e per questo irrazionale e inattaccabile, che l'autore ha verso la "sua" terra, verso quelle parti del tessuto planetario che stanno cambiando così come cambiano le fattezze del volto di una madre. Sfogliare queste pagine, immedesimarsi con le immagini, guadagnare il punto di vista del fotografo, ci consente di impadronirci dell'idea stessa di desertificazione, di superare quella incredulità innata al cambiamento scoprendo che lo stesso cambiamento è in atto, è parte del nostro paesaggio, è il genitore di tempi con i quali dovremo fare i conti. Così le immagini divengono non solo netta constatazione, cronaca realistica, ma anche grido di dolore, manifesto di intenti, accorata richiesta di aiuto.
Relazione presentata al Convegno: La Ricerca viticola ed Enologica: opportunità di svuluppo e promozione del territorio, Velletri, 17 dicembre 2004 Il percorso di affermazione commerciale, di vini ottenuti da vitigni autoctoni, prevede l'individuazione di caratteri distintivi, indispensabili per la identificazione varietale e per la valorizzazione e tutela del prodotto. I composti fenolici (Mattivi, 1991; Pigella et al. 1998) ed i composti correlati con l'aroma (Versini, 1991; Di Stefano, 1996), oltre ad influenzare la qualità dei vini, risultano determinanti nel definirne l'impronta varietale. I vitigni Nero d'Avola e Fiano, vitigni tradizionali del sud d'Italia, dopo alcuni anni di sperimentazione condotta sul territorio laziale da ARSIAL e Istituto Sperimentale per l'Enologia di Velletri, sono rientrati a far parte dei vitigni considerati, nell'ambito del Piano Regionale per la Ristrutturazione e la Riconversione dei Vigneti del Lazio (Deliberazione de...
Edizioni ETS, 2022
Fotografa, regista, scrittrice, disegnatrice, spettatrice, pensatrice... più semplicemente: artista. Difficile chiudere in una sola definizione il percorso di Agnès Varda (1928-2019), una figura chiave della cultura contemporanea, una narratrice instancabile che ha saputo utilizzare in modo sempre personale e spesso sorprendente tutte le forme della comunicazione audiovisiva, iniziando alla fine degli anni Quaranta con la fotografia per poi inaugurare, superati i settant’anni, una felice carriera di artista visuale. In mezzo, tanto cinema, di finzione e documentario, dagli anni Cinquanta, quando debutta nel lungometraggio con La pointe courte (1955), definito da André Bazin “un vero miracolo”, fino all’anno della sua scomparsa, quando presenta al Festival di Berlino Varda par Agnès (2019), un viaggio personale nella propria avventura di cineasta, ideale chiusura di un percorso autobiografico che occupa l’ultima parte della sua carriera. Il successo “nouvelle vague” di Cleo dalle 5 alle 7 (1961) è solo la prima tappa di un cammino in cui, nel corso di più di sei decenni, Varda ha attraversato stagioni molto diverse tra loro, segnate da importanti cambiamenti tecnologici, culturali e linguistici, sempre intuendo il modo più fecondo di continuare e, insieme, rinnovare il proprio percorso artistico. E, soprattutto, senza mai smarrire quella stupefazione per la vita, la realtà, i luoghi e le persone che segna in modo costante la sua produzione. Attraverso ventidue parole chiave – da America a Memoria, da Voce a Spiagge, da Cinema a Donne, da Autoritratto a Parigi... – il libro compone un ritratto di Varda, scritto e visivo, il più possibile esauriente e, insieme, aperto, mobile, stratificato: un ritratto in grado di dare conto della costellazione di passioni, curiosità, incontri ed esperimenti attraverso i quali Agnès Varda ha raccontato la realtà e, insieme, se stessa. Un pianeta umanissimo e gioioso, di cui resta ancora molto da esplorare.
spazio, immensa estensione, un quadro generale: carta geografica che fornisce l'orientamento per muoversi nelle località più concrete della vita vissuta. Non è stato sempre così. Quando il mondo era molto più piccolo, quando era in gran parte sconosciuto e dunque i territori noti erano solo un parziale anticipo di un altrove terreno misterioso, le rappresentazioni della Terra svolgevano probabilmente un'altra funzione, o la stessa in modi diversi. Erano mappe, ma di cosa? La Terra, si può dire, era ancora Cosmo, e quindi raffigurabile più come un ordine fornito di un senso che come una mera estensione. Questo libro racconta l'evoluzione della geografia -dalla Genesi e l'Enuma Elis babilonese alla moderna cartografia -in quanto storia di un progressivo disincanto. Dal Mondo alla carta geografica. Come, attraverso cosmogonie, cosmologie, e cosmografie, il vago e mitico universo-tutto, lentamente e laboriosamente, ha partorito la Terra
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Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
Persona e mercato 2019/1, 2019
Atti del III Convegno Regionale di Speleologia - Campania Speleologica 2017 2 - 4 giugno 2017, Napoli, pp. 191-201, 2017