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Il 25 agosto 1270 Luigi IX, il re di Francia partito per la sua seconda crociata muore di dissenteria o tifo forse. Attorno al suo corpo, divenuto subito reliquia, si scatena una lotta tra il figlio del re, Filippo III, e il fratello del re, Carlo I d'Angiò. Raggiunto un accordo, le ossa, simbolo di potenza, in base a una dialettica del duro e del molle, andranno in Francia, a Saint-Denis, le viscere in Sicilia, a Monreale. E il cuore? Geoffroy de Beaulieu, confessore del re, afferma che cuore, intestino e carni, furono donati da Filippo allo zio Carlo d'Angiò. È l'unica testimonianza di un cronista secondo cui il cuore sarebbe a Monreale, per il resto ci troviamo di fronte ad affermazioni contradditorie. Attorno al cuore di San Luigi permane il mistero.
Palazzo Comitini. Da dimora aristocratica a sede istituzionale, 2011
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"Parigi non vale una messa?" Una sintesi del complesso rapporto di Croce con la cultura e la storia francese in occasione della presentazione delle "19 domande su Benedetto Croce" alla Maison de l'Italie di Parigi, 6 dicembre 2017.
History of Medieval Monastic Gardens
La villa è un modello architettonico che subisce importanti trasformazioni a partire proprio dai primi tre decenni del XVI secolo, poi nel corso del Cinquecento. Nella Roma degli inizi del Cinquecento, la villa si presenta come un nuovo fenomeno artistico perché è pensata in relazione alle esigenze non solo abitative, ma anche simboliche dei committenti, come nelle soluzioni messe a punto da Baldassarre Peruzzi per la la Farnesina. La dimora del ricchissimo banchiere Agostino Chigi, che sorge in un sito naturalistico sulla sponda del Tevere, pur mantenendo forme sobrie e armoniose della tradizione, diventa un "nuovo" modello di villa romana cinquecentesca destinata ai ricevimenti, alla poesia, al teatro e alla musica. Proprio in questi primi decenni del Cinquecento vengono messe a punto importanti invenzioni architettoniche, capaci di dialogare con spazio e natura attraverso forme innovative, come nel Ninfeo di Genazzano presso Palestrina di Bramante e la stessa Villa Madama, progettata da Raffaello per papa Leone X. Bramante, Raffaello e Peruzzi, nel loro lavoro, fanno riferimento alla tradizione classica, alla villa romana di Vitruvio, ma cercano anche nuove forme dall'antico; non è escluso, infatti, che visitassero personalmente le rovine antiche di Roma e provincia, come la Basilica di Massenzio, i palazzi imperiali o le terme, traendone suggestioni. Le ville romane del Cinquecento hanno una nuova connotazione funzionale e simbolica; infatti, se nella villa quattrocentesca della famiglia dei Medici, la costruzione risponde sempre a funzioni legate al controllo sui campi e al dominio dei committenti, nelle ville romane affiora una dimensione di maggiore complessità culturale. Non è solo il prestigio, ma anche la difesa della cultura e delle arti deve essere dichiarata attraverso un'architettura che comunichi con grandi finestre e sistemi di sale-gallerie-affreschi-porticati-giardini, creando relazioni tra interno ed esterno. Il recupero dell'antico è trattato in modo aperto, articolato e dialettico. I modelli romani diventano un esempio basilare per gli artisti legati a Raffaello, come Giulio Romano nella villa suburbana di Mantova, Palazzo Te. Giulio riflette e interpreta gli spazi vitruviani (l'antico) attraverso questo complesso architettonico che sorge su un isolotto fluviale e che deve essere/diventare classico luogo dell'otium, trasformandolo comunque in un articolato e raffinato palazzo di pubblica rappresentanza.
L'articolo parla della partecipazione italiana alla Exposition Coloniale di Parigi del 1931.
The last years of the 19th century in Turin are marked by the project of the General Italian Exhibition of 1898, whose coordination is entrusted to Ceppi, Gilodi and Salvadori. The closure of this Exhibition however does not terminate their experience in designing exposition spaces: in a sort of passing of the baton, some of the Turin pavilions, before being demolished, housed the laboratories where the pavilion, intended to represent Italy in Paris in 1900, was prefabricated. The Italian pavilion for the French exhibition was highly innovative ; new materials and solutions make the project an iconic example of contemporary architectural culture and industrialization of the construction site. One of the highlights is the re-elaboration of Venetian Gothic, a fine example of Ceppi's ability to master and combine stylistic codes of the past and modern innovative techniques. Sommario 1 Introduzione. – 2 Torino 1898: le premesse. – 3 Parigi 1900: la prefabbricazione del cantiere.
Milanese Documents of the XIV and XV Centuries at the Bibliothèque Nationale de France in Paris The Bibliothèque nationale de France in Paris preserves a documentary treasure trove of about 70 miscellaneous scrolls of XII-XVI century Milanese and Lombard origins. Among them, 49 are XIV-XV century acts whose summaries are presented in the paper. A good number of these documents come from the archives of the Domenican convent of Sant’Eustorgio in Milan and from the affiliated female convents of San Pietro in Terrasancta and of Veteri. Others relate to the de Aliate family and, specially, to the jurisprudent Bonacorso, known for having been indicated as an example of the emerging Lombard capitalism. Most remarkably, among the documents also figure a few property acts connected to Luchino Visconti, Lord of Milan; a donation by Gasparo Visconti for his cappellania in the church of Sant’Eustorgio; the division of property of the miles Azino Caimi; and an important act of the College of Notaries of Milan.
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«Gli archivi nelle sommosse e nelle guerre». Dall’età napoleonica all’era della cyber war. Atti del convegno internazionale Archivio di Stato di Milano, 3 - 6 novembre 2021, 2023
Il giardino francese alla corte di Torino. Da André Le Nôtre a Michel Benard, 1650-1773, Olschki, Firenze, 2021
Impremix Edizioni Visual Grafika, 2017
Claudia Bellini
Medioevo. La Chiesa e il Palazzo, Atti del Conv. Int. di studi (Parma 20 - 24 settembre 2005), (I Convegni di Parma, 8), a cura di A.C. Quintavalle, Milano 2007, pp. 520-527., 2007
Studi Acrensi, 2005
Le voci di Roma. Omaggio a Giggi Zanazzo. Atti del Convegno di studi (Roma, 18-19 novembre 2010), a cura di Franco Onorati e Gabriele Scalessa, Roma, Il Cubo, 2011