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Unendo tradizione e talento individuale, Federigo Tozzi ‒ accanto a Pirandello e Svevo, il più grande narratore del primo Novecento italiano ‒ ha tratto dalla vita di provincia un’epica del quotidiano, moderna e internazionale. Questa è la ragione di un libro dedicato non solo alla multidisciplinare cultura europea dello scrittore senese, ma anche alle convergenze, talora sorprendenti, con le arti e i grandi autori modernisti, da Joyce a Virginia Woolf, da Musil a Kafka e a Roth. Il volume raccoglie contributi di Romano Luperini, Matteo Palumbo, Massimiliano Tortora, Riccardo Castellana, Giuseppe Episcopo, Valeria Taddei, Ilaria de Seta, Valeria Merola, Marco Menicacci, Federico Boccaccini.
Unendo tradizione e talento individuale, Federigo Tozzi ‒ accanto a Pirandello e Svevo, il più grande narratore del primo Novecento italiano ‒ ha tratto dalla vita di provincia un’epica del quotidiano, moderna e internazionale. Questa è la ragione di un libro dedicato non solo alla multidisciplinare cultura europea dello scrittore senese, ma anche alle convergenze, talora sorprendenti, con le arti e i grandi autori modernisti, da Joyce a Virginia Woolf, da Musil a Kafka e a Roth. Il volume raccoglie contributi di Romano Luperini, Matteo Palumbo, Massimiliano Tortora, Riccardo Castellana, Giuseppe Episcopo, Valeria Taddei, Ilaria de Seta, Valeria Merola, Marco Menicacci, Federico Boccaccini.
Laletteraturaenoi, 2024
Ingrandivo i ritratti discretamente. E fui mandato alle Belle Arti Tutto parte dall'osservazione che nella narrativa di Tozzi ci troviamo di fronte a una miriade di volti, si ha l'impressione di aggirarsi in una galleria di ritratti. Si tratta di ekphrasis? di descrizioni? Quando si parla di descrizione spesso si pensa alla dimensione
2019
Obiettivo della Summer School è fare acquisire ai partecipanti strumenti metodologici e conoscenze pratiche per affrontare in modo multidisciplinare lo studio degli apparati decorativi in stucco. Verranno analizzate opere fondamentali per la conoscenza dell’attività degli stuccatori “ticinesi” a Roma che - arrivati nell’Urbe come scalpellini o capomastri - si sono impossessati di questa particolare tecnica artistica facendola diventare per antonomasia una peculiarità del territorio della Regione dei Laghi. Le attività prevedono lo svolgimento di lezioni, centrate sugli aspetti metodologici, e visite di cantieri (in corso o conclusi) in cui sia possibile osservare i dettagli tecnici e artistici dei cicli decorativi. Le visite in cantiere consentiranno di discutere l’approccio multidisciplinare necessario alla conoscenza delle tecniche artistiche e dei materiali costitutivi.
2011
La ricerca affronta il tema del progetto urbano in Europa alla luce delle teorie che nella seconda meta degli anni ’60 nacquero intorno al gruppo italiano della Tendenza. Il lavoro si sofferma principalmente sul contesto spagnolo che subi, specialmente negli ambienti vicino al marxismo, una forte influenza delle teorie italiane a partire dalla caduta del regime franchista, e sul contesto tedesco, che vide nella personalita di O.M. Ungers il sostenitore di una progettualita rivolta all’urbano.
Paceco, 2019
L'Unità d'Italia, sancita nel 1861, non comportò un immediato mutamento del-le leggi in materia di tutela del patrimonio artistico e culturale, ma lasciò quasi inal-terate le norme già esistenti negli ex Stati che composero il nuovo Regno, almeno fino al riordino dell'intera disciplina con la Legge n. 185 del 1902 e, soprattutto, con la successiva Legge n. 364 del 1909 (1). Tuttavia, nel 1875 si tentò di colmare l'assenza di un comune quadro legislativo con l'istituzione, presso il Ministero dell'Istruzione, della Direzione Generale dei Musei e degli Scavi di Antichità del Regno, inizialmente sotto la direzione dell'archeologo Giuseppe Fiorelli, la quale riuscì almeno in parte ad arginare l'opera di distruzione del patrimonio archeolo-gico e monumentale italiano. Dal punto di vista archeologico, infatti, uno dei prin-cipali problemi che la nuova Direzione dovette affrontare fu quello di arginare il saccheggio di necropoli e di siti archeologici, i cui reperti andavano sovente ad ar-ricchire le collezioni delle nobili famiglie locali o della borghesia emergente, so-prattutto nel mezzogiorno d'Italia. Anche la provincia di Trapani non si salvò dal-l'opera di depredazione che venne attuata in alcuni dei più importanti siti archeo-logici del territorio, fra i quali le necropoli di Selinunte, Mozia, Birgi e la rocca di Erice furono i principali teatri del saccheggio. Proprio ad Erice, in special modo nell'area intorno all'antico santuario di Venere, la raccolta di materiali archeologici, fortunatamente documentata da disegni e descrizioni, aveva già avuto inizio sul fi-nire del XVI secolo ad opera dell'erudito Antonio Cordici ed era continuata anche nel corso dei secoli seguenti (2). Tuttavia, fu solo negli anni immediatamente suc-cessivi all'Unità d'Italia che il crescente interesse per l'archeologia di alcuni mem-bri dei circoli culturali locali diede il via ad un'intensa attività di "ricerca", attra-verso scavi condotti senza alcun rigore scientifico e con il conseguente sconvolgi-mento di quasi tutte le aree accessibili intorno all'abitato medievale, precludendo di fatto la possibilità di successive indagini. Nel corso dei primi due decenni postunitari, uno dei maggiori esponenti della vita culturale trapanese, particolarmente interessato alla ricerca archeologica, fu Giuseppe Polizzi (1837-1880), per lunghi anni bibliotecario della Fardelliana di Trapani e, nell'ultimo quinquennio della sua vita, Ispettore dei Monumenti d'Arte e Antichità del Regno. Di Giuseppe Polizzi, pur non essendo mai stata pubblicata una biografia, la cui stesura sarebbe un lavoro meritevole di attenzione da parte de-gli storici, conosciamo molto della sua vita di studioso, grazie ai documenti con-servati nella biblioteca da lui diretta, ma soprattutto attraverso le intense pagine del suo Diario. Si tratta di un prezioso scrigno di informazioni, donato da Annibale Giannitrapani alla Biblioteca dell'allora Museo Nazionale di Trapani (ms. 14, C 22
2010
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La "Casa di Hador" e i Goti: Ammiano Marcellino tra le fonti di Tolkien?, 2021
Convegno di comparativistica Tolkien e la Classicità.
stati. Distenderlo, metterlo a terra per giocarci, appenderlo da ammirare: ritrovarsi qui mentre si è lì, Non parto non resto, e telegrammi ad enumerare giorni, mentre il tempo è sempre rovesciato, come un elemento da affrontare con la dialettica.
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Gli oggetti sulla scena teatrale ateniese, funzione rappresentazione comunicazione. Giornate internazionali di studio, Università degli Studi di Padova 1-2 dicembre 2015, a cura di Alessandra Coppola, Caterina Barone, Monica Salvadori, 2016
Viaggio e comunicazione nel Rinascimento Atti del XXVII Convegno internazionale Chianciano Terme/Pienza, luglio 2015n, 2017
«Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati», A. 258 (2008) , 2008
XII Congresso Nazionale IGIIC – Lo Stato dell’Arte –Accademia Di Belle Arti di Brera – Milano 23/24ottobre 2014, 2014
Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna. Clean, Napoli , 2015
in «Confronto», 5/22, pp,113-138, 2022
Le archeologie di Marilli. Miscellanea di studi in ricordo di Maria Maddalena Negro Ponzi Mancini, 2018
La fortuna del Tasso eroico tra Sei e Settecento: modelli interpretativi e pratiche di riscritture, a cura di T. Artico e E. Zucchi, 2016
Pavimentazioni storiche. Uso e conservazione, Scienza dei Beni culturali. XXII. 2006, Atti del Convegno di Studi (Bressanone 11-14 luglio 2006), Venezia 2006, pp.129-139 e tav. 9 , 2006