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Segno e simbolo in Aristotele, 4 dicembre 2014 ore 16.30 in aula S, palazzo Liviano (Padova) nell’ambito dei Seminari del Circolo Glossematico del 2014.
La nostra indagine, relativa ad un'opera ritenuta fondamentale per quanto riguarda il concetto di virtù, ovvero l'Etica a Nicomaco di Aristotele, si concentra su un concetto che, proprio in questo scritto, viene ben ritagliato nella sua essenza, ovvero il concetto di Saggezza (Phronesis), e che viene distinto da un altro termine analogo, ovvero Sapienza (Sophia). Ci prefiggiamo con questo breve lavoro di cercare di comprendere al meglio quale sia la specificità di questo termine che ne ha dato Aristotele, visto che lo stagirita va oltre il puro significato gnoseologico, a cui tiene ancorato il concetto di Sapienza, per giungere ad una definizione che potrebbe essere alla base di quella conoscenza per cui egli ha tanto indagato per cercare quella scienza che è conosciuta come filosofia prima ovvero «la scienza dell'essere in quanto essere» 1 . Ricordiamo a tal proposito le implicazioni che questo termine aristotelico ha avuto per la filosofia successiva, entrando poderosamente nelle analisi di autori quali Hans Georg Gadamer con il suo testo Verità e Metodo, il quale mette in discussione il metodo delle scienze ritenendo che debba essere presa in considerazione la «phronesis, la ragionevolezza responsabile» 2 quale strumento della ragione atto alla ricerca filosofica; o nelle conclusioni che Martha Nussbaum ritiene di portare per risolvere il conflitto fra legge non scritta e legge scritta 3 ; ed ancora ricordiamo Paul Ricoeur che ritiene la Phronesis capace di dare soluzione ai nuovi conflitti etici che la bioetica ha aperto negli ultimi anni. E' nel libro sesto (1138b 15 -1145a 10) dell'Etica Nicomachea, uno dei tre libri in comune all'Etica Eudumea, che Aristotele tratta della saggezza, analizzando le virtù intellettuali (dianoetiche), da sempre oggetto di studio nelle filosofie successive. Questo sesto libro libro dell'Etica Nicomachea si apre con l'analisi di cosa significhi che «il giusto mezzo è tale, quale lo stabilisce la retta ragione» 4 , ovvero «un criterio che determina le medietà, le quali -lo abbiamo già detto -stanno in posizione intermedia tra eccesso e difetto e sono determinate secondo il ragionamento corretto» 5 .
Trans(n)azioni: itinerari, incontri, storie della lingua, della letteratura e della cultura italiana, Varsavia-Vilnius 24-27 aprile 2019, 2019
Vengono presi in considerazione alcuni problemi relativi ai volgarizzamenti aristotelici che Bernardo Segni (Firenze, 1504-1558) realizzò fra gli anni Quaranta e Cinquanta del Cinquecento nella Firenze del granduca Cosimo I de’ Medici. Questi volgarizzamenti rappresentano una novità importante nel panorama dell’Aristotelismo italiano, poiché provengono da ambienti esterni rispetto al mondo universitario e costituiscono i primi tentativi di rendere nella nostra lingua opere del grande filosofo greco
The work proposes a Structuralist philosophy of semiotics by combining the semiotic theories of Aristotle, Peirce and Hjelmslev. In Aristotle we find for the first time in history an intimate connection between theory of relations and theory of signs and meanings. The two main paradigms of semiotic science have been set by Pierce and Structuralism respectively, yet a Structuralist account of semiotic principles is entitled to employ and enhance Peirce’s insights. In fact, the typology of semiotic usages, which is not possible in Glossematics (Hjelmslev’s theory of language), is attainable thanks to Peirce’s typology of signs. On the other hand, Peirce did not mean to provide an account of languages in terms of systems of minimal figures, a view defended by Glossematics. In this respect, Peirce’s theory of signs and Glossematics complement each other. From a philosophical standpoint, Aristotle’s concept of designation (σημαίνειν καθ’ἑνός) is capable of unifying Hjelmslevian designation and Peircean determination of the sign by its object. Eventually, combining Peircean semiotics and Glossematics can arguably have consequences for Giorgio Prodi’s biosemiotics and Marcello Barbieri’s code biology. The outlined framework thus leads to a new understanding of Aristotle’s theory of the three souls (nutritive, sensitive and rational) in terms of organic, mental and human domains of semiosis.
2006
Immagine e concetto in Aristotele e Plotino* L'esame della facoltà rappresentativa o immaginativa (fantasiv a, to; fantastikov n) è condotta da Aristotele soprattutto nel De anima e nei Parua naturalia, ma l'argomento, nelle sue diverse sfaccettature, è toccato anche nel De motu animalium, nelle Etiche, nella Retorica e nei Secondi analitici 1. Nonostante questa relativa abbondanza, o forse anche a causa di essa, gli interpreti aristotelici hanno sul tema della fantasiv a più dubbi che certezze, dato che i riferimenti sono spesso rapidi, elusivi e, non di rado, discordanti 2. Specialmente nel cruciale capitolo De anima III 3 si addensa il maggior numero dei problemi che assillano gli studiosi. Basti ricordare, per esempio, che nella sezione 427b 14-429a 9 (che nelle edizioni moderne corrisponde a quattro pagine scarse), i criteri per distinguere l'immaginazione dalla percezione sensibile, da un lato, e dal pensiero, dall'altro, sono dapprima fissati per poi essere modificati e in parte contraddetti; e inoltre si sostiene che l'attività immaginativa dipende integralmente da noi, ma anche si definiscono fantasiv ai fenomeni quali i sogni, che per Aristotele chiaramente non dipendono da noi. Anche l'attribuzione della capacità immaginativa solo ad una parte degli animali (428a 9-11), verrà sostanzialmente smentita più avanti, nell'ultimo capitolo del libro (III 11). C'è poi da aggiungere che l'immaginazione svolge per Aristotele un ruolo rilevante non soltanto in ambito strettamente conoscitivo, ma anche all'interno della teoria dell'azione 3 , cosa che indubbiamente contribuisce ad arricchire il quadro, ma anche, non poco, a complicarlo. Aristotele possiede tuttavia un'opinione ben definita per quanto riguarda il nesso tra immagine e concetto, che è l'argomento che qui interessa: agli esseri umani risulta impossibile pensare senza immagini, sia che con «pensiero» si intenda l'apprensione intellettualel'intuizione diretta-dei singoli concetti o nozioni (nohv mata), sia che con esso si intenda il
S. Gensini, F. Cimatti, S. Plastina (a cura di), Bestie, filosofi e altri animali (pp. 17-37). Milano : Mimesis editore., 2016
l saggio smentisce il luogo comune di una biologia aristotelica antropocentrica, proponendo una rilettura delle opere biologiche dello Stagirita che individua nello studio della vita in tutte le sue forme lo scopo della ricerca del filosofo greco. Una delle caratteristiche più importanti della teoria aristotelica del vivente è, infatti, l’affermazione, costantemente ribadita, di una continuità fra tutti i generi del vivente, incluso l’uomo, anche per quanto riguarda le abilità cognitive. L’uomo, inserito nella Historia animalium tra i politikà zóa, insieme all’ape, alla vespa e alla gru, non pare occupare un posto privilegiato nella riflessione aristotelica, e molti sono i luoghi del De partibus animalium e della Historia animalium in cui l’argomentazione di Aristotele va nella direzione di un inserimento dell’uomo nell’universo, per affermare la sostanziale continuità della natura
"Fillide: il sublime rovesciato. Comico umorismo e affini", 2022
il contributo teorico fa parte del numero 24 della rivista scientifica Fillide uscito nell'aprile 2022. L'articolo è un estratto del mio lavoro di tesi di laurea triennale in cui si cerca di indagare la diffusione e l'utilizzo dell'iconografia di Aristotele e Fillide in ambito letterario e artistico. Il presente contributo teorico intende soffermarsi sull'apparizione dell'immagine nel contesto del codice miniato attraverso una serie di esempi che dimostrano come anche all'interno di un'area omologata l'iconografia possa conservare una polisemia tale da rendere chiari diversi significati a seconda del supporto letterario in cui essa appare. ISSN: 2281-5007 - Rivista semestrale iscritta al nr. 20/09 del Registro stampa del Tribunale di Bolzano dal 24/12/09 - Un progetto a cura CLAB società cooperativa sociale Bolzano - P.IVA 00880940218 L’ANVUR ha riconosciuto la scientificità per l’area 10 (Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche) e per l’area 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche).
Distribuzione PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze] ISBN xxxxxxxxxxxxxxx www.edizioniets.com
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BLITYRI, 0(1), 2013
Blityri. Studi di storia delle idee sui segni e le lingue, vol. 1, n. 1, pp. 33-52. ISBN: 978- 884673508-9
in «Rationes Rerum», 3, pp. 73-93, 2014
Rivista di diritto ellenico , 2019
Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici, 2007
Documenti e Studi sulla Tradizione Filosofica Medievale, 25 (2014), pp. 29-66.
Bompiani, Milano, Italy, 2005
F. Leoni, Jacques Lacan, l'economia dell'assoluto, 2012
ARISTOTELE E IL SUO GRANDE QUADRO DELL'ORDINE FINALISTICO DELLA NATURA