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2012, Umanesimo e/o neo-umanesimo
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Nel settembre del 1997 Kevin Wright si fa amputare la parte inferiore della gamba sinistra da Robert Smith, omonimo del frontman dei Cure ma più prosaicamente un chirurgo del Falkirk District Royal Infirmary di Falkirk, in Scozia. Alcuni mesi dopo il dottor Smith è chiamato a eseguire un simile intervento anche su un paziente tedesco, Hans Schaube. Particolare interessante: in entrambi i casi gli arti sono perfettamente sani.
In Circolo. Rivista di filosofia e culture, 2022
Una delle grandi sfide del pensiero ecologico contemporaneo è quello di uscire dai dualismi manichei che si sono sedimentati nel corso della modernità: sovranità statale/diritto naturale; estensione/pensiero; libertà/necessità sono alcuni dei più canonici, e spesso equivocati, dualismi del pensiero moderno che potremmo semplificare in una più generale opposizione tra Natura e Cultura. La sfida, però, non è semplicemente quella di scoprire la struttura narrativa immanente a questi dualismi per “risolverli” in giochi linguistici, soppiantandoli con l’univoca grande narrazione della fine delle grandi narrazioni, quanto piuttosto quella di pensare l’equivocità e l’imperfezione che caratterizzano ogni pratica di Senso1. È in questa prospettiva, pur restituita in maniera sommaria, che l’ecologia filosofica incontra favorevolmente alcune piste della ontological turn in antropologia.
Fantasma, "OT / Orbis Tertius", 2008
L'identità si costruisce, come noto, su un rapporto dialettico tra interno ed esterno, si costruisce su una differenza, nello spazio instabile tra noi e gli altri, sui margini mutevoli di una frontiera (U. Fabietti, L'identità etnica). È su questo confine che nascono e proliferano una molteplicità di fenomeni complessi e variabili: storie di sincretismo culturale, di metamorfosi identitaria, di scambio economico, insieme a forme di segregazione, sfruttamento, manipolazione, ribellione ed espulsione. Tali fenomeni rivelano presenze paradossali in cui convivono strategie eterogenee. Manifestazioni ambigue in cui ciò che appare è il sintomo di un discorso traslato: terreno scivoloso fatto di apparenze, desideri, proiezioni, fantasmi. Scena immaginaria allo stesso tempo molto concreta, in cui il soggetto - sia egli l'antropologo e il colonizzatore, ma anche il nativo e il colonizzato o lo straniero, figure paradigmatiche che qui cercheremo di esplorare - è presente come protagonista e come osservatore.
Antropologia Pubblica, 2017
Through review of selected anthropological ethical codes an attempt is made to outline the fundamental ethical principles of anthropological research and their applicability to current practices of applied anthropology. The Statement on Problems of Anthropological Research and Ethics was adopted by the American Anthropological Association in response to the need to take distance from military research after the Camelot scandal. Anthropology reacted stronger than other disciplines due to its methodology implying a relation of trust with the community. The Codice etico of AISEA defines the anthropologist's obligations with different type of actors. In applied anthropology more attention should be paid to the relation with the financers of the research, due to possible conflict of interest between the latter and the concerned community. During consultancies anthropologists are today often forced into conditions that do not allow them to fulfil the obligations as stated in most deontological codes. Yet, giving up would cut the anthropologist out of the ongoing processes that have often a potential critical impact on the communities. The Codes of Ethics of ISE has allowed overcoming serious controversies by referring to procedural rights according to international law. It is suggested that reference to procedural and collective rights, appropriate international standards and best practices can provide an appropriate device to evaluate case by case the opportunity to engage, considering the overall field of relations rather that strictly focusing on the anthologist's obligations which each actor independently.
"Storia Antropologia e Scienze del linguaggio”, a.VIII, fasc.3, set.-dic. 1993: 53-100, 1993
Oggi c'è più passato di ieri (Macedonio Fernàndez) Oltre la "superstizione" della storia Cominciamo dunque col fare qualche precisazione, almeno di carattere generale, sullo storicismo come prospettiva di ricerca. Il termine va qui inteso nell'accezione acquisita dalla moderna storiografia, la quale ha complessivamente relativizzato l'idea di storia alla cultura (alle culture), e il necessario ordine causale dei fatti al contingente ordine sistemico dei contesti. Si tratta di un approccio metodologico che come è noto ha i suoi presupposti fondamentali nell'opera relativista e antipositivista di teorici quali Dilthey, Simmel, Weber, Croce, Collingwood, e i cui sviluppi, antitetici allo storicismo tedesco di Ranke, Droysen, Rickert e Meinecke, portano alla formazione, soprattutto in Francia e in Italia, di una nuova storiografia, nella quale hanno un ruolo determinante autori quali Fevre, Bloch, Braudel, e in casa nostra Pettazzoni e Gramsci .
1994
II framonte del "nùto" del' "averroismo poUtice" nen ha dissolto molti dei problemi emersi all'interno di quella discutibile categoria storiografica^^^ al contrario li ha metiplicati e resi più urgenti. In particolare, le ricerche condotte in questi ultimi decenni hanno reso ormai indispensabUe -nen solo per risolvere U rompicapo delle reciproche influenze fra Giovani di Jandun e MarsiUo de Padova'^) -un esame più attento dell'impatto che la nuova immagine della filosofia, diffusasi nell'Europa cristiana in seguite all'irruzione del pensiero greco-arabe, ebbe sul mede di cencepfre i rapporti sociali e politici. Deve e come si diffusero le tesi deUa superiorità del fine teoretico rispetto a quelle pratico, della preferibiUtà della "feUcità mentale", quindi del primate della vita filosofica? quale significato teorico e quaU funzioni "ideologiche" assunsero le ricorrenti affermazioni della supremazia del viri speculativi su ogni altie gruppo professionale? come venne intese il ruolo sociale dei filosofi? l'esclusività della loro vocazione contemplativa era compatibile con una piena integrazione neUa civitas, U rispetto dei deveri di seUdarietà e la '> Sulla genesi e la crisi del "mito storiografico" deU' "averroismo politico" cfr. G. Piala, 'Averroisme politique ': anatomie d'un mythe historiographique, in Miscellanea Mediaevalia, 17,1985, pp. 288-300. '^' Rompicapo in buena parte derivante daUa controversa attribuzione delle questioni sulla Metafisica del Cod. Fiesul. 161 della biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze, opera di "un MarsiUo, che potrebbe anche essere MarsiUo da Padova, ma cesa del tutto sicura non è" -cerne prudentemente nota C. Dolcini, Prolegomeni alla storiografia del pensiero politico medievale, era in Crisi di poteri e politologia in crisi Da Sinibaldo Fieschi a Guglielmo d'Ockham, Bologna 1988, p. HO (alla n-338, p. 109 si troverà la bibliografia essenziale sulla questìene, entro la quale si segnalane i centributì di H. Riedlinger, L. Schmugge, C. Pincin e J. Quillet). sottomissione aUe leggi? in qual misura l'idealizzazione del sapere produsse una critica del tiadizienale sistema di valori, mirante a instituire una gerarchia sociale fondata sulle quaUtà inteUettuaU e a ridefiiùre m termini strettamente meritocratici le stesse cencette di nobiltà? la constatazione che sole pochissimi sapevano reaUzzare al massime grado la loro razionalità era ispirata, come si è pretese, alla concezione "rigidamente classista di Averroè"? e quando sfociò in attegiamenti antidemocratici, aumentando la convinzione che le masse fossero incapaci di governarsi da sele?'^)
2019
In the theoretical works of Eduardo Viveiros de Castro I would to stress two main aspects: we find a philosophical position that transfigure the anthropological matter derived from the fieldwork and, on the other hand, we may identify an anthropological position that nourish a long tradition of philosophical reflections. In other words, I would to suggest that in his intellectual challenge we rediscover the entire debate about ontology and epistemology. Against the hermeneutics tradition of anthropology and against the platonic and cartesian philosophy, the concept of immanence leads the brasilian anthropologue to change perspective on philosophical interpretation and onthological dimension of social facts. But I also would to suppose that the same perspective might be the origin of anthropology's death.
-E ci sono tre interrogativi di fondo: -La domanda dell'assoluto: anche nel contesto ateo c'è sempre un assoluto, l'uomo che decide, legifera. -La capacità dell'uomo di trasformare il mondo: l'uomo è capace di trasformare le cose del mondo fino a creare nuove culture. La sua capacità di creare, di pensare, ecc. lo porta a intuire un assoluto. -Le scienze umane in continuo dinamismo, che portano l'uomo alla domanda: il mondo ha un'esistenza casuale oppure è stato creato da Qualcuno? Il mondo è una serie di coincidenze oppure è stato ordinato da Qualcuno che è al di fuori del mondo? Queste domande si scontrano con il pensiero razionalistico, che si limita a quello che è calcolabile. Si vedi nella sacra scrittura e anche nella rivelazione. Cioè una domanda che soltanto uomo si fa domandarsi per quello che lui vede. Guardandosi ce l'abbiamo tanti motivi: filosofico, culturale, e scientifico La domanda perche ce il mondo, cose il mondo? Ce sono tante pensieri che puo respondire nelle domandi: sia filosofica-naturalismo e culturale.
2019
Per caso e con sagacia. Fare antropologia con Ugo Fabietti
Intrecci
This article tries to develop a set of concepts, ideas and arguments in order to think the professional dimension of anthropological practice. This is a emerging perspective in the Italian anthropological community, still mainly developed around academic cultural anthropology with little experience in applied anthropology if compared with USA and Scandinavian countries. The author underlies some critical aspects of the professional anthropology in Italy, some of the basic educational needs of the perspective students in order to achieve this career and some market constraints for such professionals. The new Italian law about liberal professional associations is briefly discuss referred to professional anthropology and the new path it could be open for professional development. Keywords Antropologia, professione, formazione, associazione professionale. ______________________________________ In questo articolo propongo alcune riflessioni attorno a due ambiti problematici dell'antropologia in chiave professionale: 1) concetti e idee per una sua rappresentazione e 2) stato attuale e possibilità organizzative per un'associazione professionale di antropologi. Questo tentativo muove, innanzitutto, da una mia curiosità e piacere nell'immaginare possibili sviluppi operativi di questo corpus di conoscenze e di pratiche di ricerca in un mondo del lavoro complesso e in rapido mutamento. Muove, in secondo luogo, da una mai estinta frustrazione che deriva dall'intuire le grandi potenzialità dell'antropologia culturale all'interno del nostro mondo attuale e, al contempo, registrare quotidianamente quanto esso sia un sapere marginalizzato e ignorato, quando non ridicolizzato. Molteplici i motivi di questo stato di cose. Occorre però uscire dall'immobilismo e provare a dare linfa nuova al mondo antropologico, ognuno secondo le proprie esperienze e competenze. Guardando alla storia dell'antropologia culturale si colgono subito diverse problematicità riguardo all'applicazione delle conoscenze derivanti dal metodo di ricerca proprio delle scienze sociali. L'antropologia pratica di Malinowski era nata come risposta alla necessità di comprendere i nativi delle colonie al fine di controllarli e sfruttarli nel migliore dei modi. Certo, se di un gruppo di persone si conoscono abitudini, principali gerarchie valoriali, speranze e paure, totem e tabù, è più facile che si sappia orientare la loro azione o, per lo meno, coordinarla con quella di altri in modo finalizzato. Sostanzialmente, la prima antropologia pratica è un'antropologia manageriale e gestionale, volta cioè ad acquisire conoscenze utili alla gestione di persone e cose in ambiente altro rispetto a quello del conoscente. L'antropologia pratica muove cioè da un bisogno di conoscenza per il dominio del proprio simile. La sua nascita non è quindi avvenuta sotto i migliori auspici umanistici, ma è anche vero che solo l'aver peccato conduce ad una via di redenzione. E' proprio di questa redenzione che gli sviluppi antropologici degli ultimi 30 anni danno conto. Nata come esperienza di conoscenza
2015
in "Superstizioni triestine", a cura di Sergio degli Ivanissevich, Trieste, Luglio Editore, 2015
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Th.W. Adorno, La crisi dell’individuo, edited and with an Introduction by Italo Testa, Diabasis, Reggio Emilia, 2010, pp. 9-32, 2010
AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica, 2020
Etica & Politica/Ethics & Politics, 2010